Io mi considero un timido, un pazzo eremita, un monaco della scrittura riservato e schivo. Ma il nome e la faccia sui miei scritti li ho sempre messi. Ce li metteva persino J.D. Salinger, che viveva autoconfinato in un bunker in mezzo ai boschi. Quando leggo Paul Auster, o Philip Roth, stabilisco con questi Autori un contatto umano, personale. Se mi venissero improvvisamente a dire che Philip Roth come Scrittore non è mai esistito, che i suoi romanzi giovanili sono stati scritti da due diaboliche redattrici settantenni, e che i suoi romanzi della maturità e vecchiaia sono stati confezionati da una squadra di diciotto abilissimi ragazzotti laureati in truffologia letteraria, io mi sentirei tradito, e getterei quei libri nel cesso, anche se mi erano piaciuti, anche se li avevo amati. Anzi, proprio perché li avevo amati: poche persone sono più tristi e rabbiose di un amante tradito!
Ecco perché i libri di questa vera o presunta Ferrante non mi interessano, non mi possono interessare: adesso come adesso mi farebbero lo stesso effetto di quegli auguri preconfezionati che certi pigri conformisti ti inviano col telefonuzzo nei giorni di festa. Belli finché si vuole, ma non autentici, non fatti col cuore, tristemente fasulli – e soprattutto freddi come circolari ministeriali. Perché qui il problema vero non è tanto che ci possa essere dietro un fantasma complessato o misantropo (per il quale potrei provare empatia) bensì che ci possa essere dietro un’équipe di furbetti che si prende gioco di me-lettore. È anche colpa mia, ma sono fatto così. Per esempio, Luther Blissett e Wu Ming hanno l’onestà di dirlo, che sono in tanti, eppure i loro libri, proprio per questo, pur immaginandoli di pregevolissima fattura, non mi attirano. Per me sarebbe come prendere parte a un’orgia con persone sconosciute e mascherate, anziché fare l’amore con chi decido io. Non m’interessa, punto e basta. Il collettivismo e le cooperative di produzione (per non parlare di certe patetiche web-ammucchiate sperimentali) hanno ben poco a che vedere con la mia concezione di Narrativa, un’Arte che si nutre di un delicato e magico rapporto lettore-scrittore, paritario e intimo, sincero e leale, onesto e profondo. Chi ha detto che il miglior team è quello composto da tre persone due delle quali assenti forse non ha ragione in tutti i campi dell’azione umana, ma di certo ha perfettamente ragione in campo letterario.
Cara Ferrante: se esisti, fai come me, che ho a cuore ogni mio singolo potenziale lettore: mandami un messaggio via posta elettronica, raccontami la tua storia e spiegami le tue ragioni. Prometto riservatezza e rispetto della tua privacy. Vieni a dirmi per quale motivo dovrei leggere i tuoi libri.
Se ti va, naturalmente. E guarda che se al posto tuo mi scriverà un ufficio stampa, astuto finché si vuole, io me ne accorgerò. Un abbraccio, se esisti, e auguri di ogni bene.
conosco l'autrice, puoi fidarti, non c'è marketing, è proprio una donna e la storia dell'amica geniale et successivi vera, quasi autobiografica.
RispondiEliminaLei non ha alcun desiderio di apparire. Perché ti risulta difficile accettare la sua ritrosia?
No che non mi risulta difficile: ho detto che se così fosse proverei empatia... ma a tutt'oggi in Italia tutti parlano del dubbio che dietro ci siano altri autori, forse addirittura maschi... mi risulti la prima in assoluto a fare una rivelazione simile: potresti trasformarla in uno scoop... :)
EliminaMa forse non sono stato bravo io a far capire il senso del mio post. Il punto non è né il mistero né il non voler apparire e nemmeno l’eventuale uso di pseudonimo. Anche un Meraviglioso Scrittore come Romain Gary vinse un premio in Francia sotto il falso nome di Emile Ajar. Non solo: ma anche Romain Gary era a sua volta il nome d’arte di Roman Kacev! Insomma, qui il punto non è dire “Documenti prego!” Non è un controllo di carta d’identità da parte della polizia. Ciò che conta (per me!, ripeto, per me!) è che nel caso di Kacev-Gary-Ajar tutti i suoi meravigliosi libri erano stati scritti DA LUI, e non da una banda di furbini. Se lo stesso vale per Elena Ferrante, evviva Elena Ferrante. Ma il modo in cui questa storia viene gestita a livello editoriale e mediatico non aiuta a dissipare i dubbi.
Eliminano, avevo compreso, naturalmente non si chiama Elena Ferrante, ma è una donna e non ci sono furbetti dietro, che poi della sua riservatezza ne facciano anche una questione di marketing, è cosa palese, tant'è che è nella rosa del premio Strega e almeno da quello che mi risulta, non è molto felice di questo. Non so se hai letto la sua
Eliminatrilogia dell' amica geniale, a prescindere da Amore Molesto, da cui il Film di Martone, però, per chi è napoletano, riconosce molti, troppi riferimenti che, già da soli testimonierebbero che si tratta proprio di una donna che ha vissuto ciò di cui scrive.
Non farei mai questo scoop, come non lo fece Martone per la sceneggiatura del suo libro ;))
Quello che posso fare per il momento è ringraziarti per la tua preziosa testimonianza... e dirti che un po' di curiosità in più per i suoi libri me l'hai fatta venire (e la curiosità è sempre una bella cosa...) :D
EliminaCiao carissima!
Ferrante chi?
RispondiEliminaUrca...mi sfugge.
Elena Ferrante, candidata allo Strega. Io conosco un altro candidato, in carne e ossa. E se fosse davvero in carne e ossa pure lei ne sarei solo contento: non vorrei che forse sembrato un post contro di lei (sempre se esiste... e non è colpa mia se a esistere, attualmente, è il dubbio sulla sua esistenza... :D)
EliminaEro all'oscuro di tutto. Mai letto nulla e non sapevo della sua stessa polemica nei confronti del Premio Strega. A cui è stata candidata dopo la proposta di Roberto Saviano, Gli risponde con una lettera chiarissima su La Repubblica. Non sapevo che le congetture sulla sua identità sono tante ma penso sia giusto darle una possibilità e credere a questo suo tirarsi fuor dai giochi di potere. Com'è che ha descritto lo Strega? Un tavolo da gioco dalle gambe tarlate. E ora cercherò di saperne qualcosa di più. Abbraccio amico!
EliminaA questo punto però vorrei sapere qual è il suo vero atteggiamento nei confronti dello Strega. L'atteggiamento è "se vinco io cambio idea, altrimenti continuerò a pensarne male"? Oppure continua a pensarne male e quindi per coerenza se lo vince lo rifiuta? Oppure ha già cambiato idea (cosa rispettabilissima!) e accetterà con rispetto la vincita di un altro, Paolo compreso?
EliminaTi dirò che queste menate italiote mi annoiano a tal punto che sono già pentito di aver scritto la presente eresia-flash: ma io sono un istintivo e un sincero-ingenuo, per cui se una cosa mi passa per la testa mi piace dirla ai lettori del mio blog, anche se magari (può capitare!) dico delle solenni cavolate... :-)))
ne pensa malissimo...fidati :)
EliminaCome darle torto? Un premio partito con un meraviglioso Genio come Flaiano, per poi arrivare agli Ammaniti e ai Giordano... :-(
EliminaCome ti dicevo mi riservo di dedicarle più attenzione. Ti liinko l'articolo che ho letto questa mattina. Se tu non avessi scritto questo articolo io sarei rimasta nella mia "beata" ignoranza sulla scrittrice ad esempio e poi tu stesso non avresti scoperto che in realtà e' una persona che non è poi così distante da te! Bacio. http://m.repubblica.it/mobile/r/sezioni/cultura/2015/02/24/news/elena_ferrante_accetto_la_candidatura_allo_strega-108043390/
EliminaÈ la dimostrazione che parlare in buona fede, anche di cose che non ci piacciono o che comunque conosciamo poco o non capiamo, può sempre rivelarsi benefico e positivo. (Forse è per questo che "essi" non parlano mai di me, neppure per dire che sono brutto antipatico e cattivo?)
EliminaCapisco solo poco la cavolata savianesca dello "sparigliare le carte". Che cacchio ti sparigli? Lo spirito del premio è che tu candidi un libro buono, che ti piace, nella speranza di portarlo alla vittoria o comunque di rendergli un buon servigio. Cosa crede, o cosa vuole far credere? Che l'unica candidatura "diversa" e "onesta" sia quella proposta da lui? Un po' più di umiltà non guasterebbe... (Senti da che pulpito, mi risponderà qualcuno... :D) :-))))
Bacio anche a te!
Zio purtroppo Saviano è parte del sistema...non ci badare proprio a lui.
Elimina(che detto tra noi non sa neanche scrivere un libro, ma questa è un altra storia ;) però adesso è il guru delle cose belle ed oneste (sospiro) questo ci meritiamo)
ciao :)
Mi limito a sospirare pure io, perché spesso dice più un sospiro di mille parol(acc)e... :)
EliminaCiao carissima!
Sì, in verità non si è capita bene questa storia: se sia inventata come scrittrice, se le sue lettere ai giornali fossero vere o no, la sua polemica con la casa editrice uno stratagemma per creare il "caso" ... buono per lo Strega? Già, per lo Strega sarebbe bello vedere vincere Zardi, non perché nostro amico di penna, ma perchégì grande penna, e il suo XX Secolo, finalmente letto, un libro epocale. Belle uscite in casa Neo. in queste settimane ;)
RispondiEliminaeheh... la Neo non sbaglia un colpo (ma tu nella fretta mi hai sbagliato secolo: è XXI... :D) :-))
EliminaSono distratto :)
EliminaAttivo la modalità Avvocato Del Diavolo:
RispondiEliminaDi William Shakespeare dicevano esattamente le stesse cose; era uno scrittore che pubblicava sotto pseudonimo, e ancora adesso non si è riusciti a dargli un'identità ben definita.
Modalità ADD spenta: quelli erano altri tempi, tempi in cui uno scrittore, pure di genio, era malvisto; adesso questa tizia non ha motivo di nascondersi dietro l'anonimato. Si spera che, caso mai finisse in finale allo Strega, si presenti di persona a ritirare il premio, dicendo chiaro e tondo al mondo "Sì, Elena Ferrante sono io".
Aggiunta: magari Elena Ferrante è la signora S. che ha commentato più sopra: mi sembra che la conosca troppointimamente. Passo la palla a te, S.: sei tu Elena Ferrante?
EliminaSe "Elena" fosse la mia cara nuova amica S. sarebbe molto divertente, ma non credo proprio sia lei... :)
EliminaComunque, se è in ascolto o se dovesse ripassare di qui, le cedo volentieri la parola per risponderti... :)
Chiaramente è solo un'ipotesi; ma, be', pseudonimo per pseudonimo...
EliminaPensa che colpo di scena (roba da fare di questo post una bomba mondiale) se invece saltasse fuori che Elena Ferrante... sei tu! :-))
EliminaNaaaa: sono uomo, e non sono napoletano. Non riuscirei a recitare la parte neanche per dieci secondi.
Eliminachissà ;PP
EliminaLa questione Ferrante sì mi ha infastidita un pochetto, poco poco in realtà, non ho letto i suoi libri perché ho sempre un arretrato galattico per cui, visto che non è scattata la scintilla per ora lascio volentieri perdere, il futuro non sono in grado di prevederlo. Comunque palesarsi non significa poi andare da Fazio o altro, uno dice chi è e buonanotte. Tipo Ellery Queen erano due cugini e amen, uno lo sa. bacio Sandra
RispondiEliminaMa infatti: dire chi sei e tenerti lo stesso "fuori", darebbe ancora più forza, splendore e dignità al tuo restare fuori.
EliminaBacione anche a te! :)
Io invece penso che un buon libro sia tale a prescindere, non capisco la polemica sulla Ferrante, anche perché è un autrice apprezzata negli USA. Avrà dunque qualche merito. Potrà anche essere un modo per ottenere consenso e farsi pubblicità, però un conto è dire che quello che scrive non piace, non convince, è pura operazione commerciale (cioè dare motivazioni sulla stessa scrittura), altro dire che un ottimo libro (mi riferisco all'ipotesi, inverosimile ovvio, che hai fatto su Roth), siccome l'autore non si sa bene chi sia, perda di valore.
RispondiEliminaE non l'ho ancora letta eh! XD Quindi non sono assolutamente in grado di dare un giudizio effettivo sulla Ferrante scrittrice!
In realtà l’ipotesi Roth era molto ardita e paradossale: non credo proprio che due redattrici settantenni avrebbero mai potuto scrivere Lamento di Portnoy, o che diciotto baldi ragazzotti sarebbero stati in grado di assemblare truffaldinamente Pastorale Americana. Ma se per assurdo saltasse davvero fuori una cosa simile, io sì, confermo che quei libri li butterei nel cesso. (Il che non significa che cambierebbe il loro valore letterario astratto e assoluto: semplicemente come lettore e come essere umano non vorrei avervi più nulla a che fare). Avrei lo stesso atteggiamento per un quadro stupendo ma dipinto da un computer: certo, io sono anche un esteta e guardo soprattutto alle cose belle, ma deve esserci un limite: l’Arte è per me la più alta, più commovente, più forte, più pura espressione dell’umanità, e prima di farla entrare nella mia mente, nella mia anima e nelle mie viscere devo potermi fidare, voglio che sia immune dal virus della falsità). Anche nel caso Ferrante, io non mi permetto giudizi sul valore della scrittura di per sé: dico solo che queste storie su autori multipli o autori maschi non mi avevano fatto venire voglia di leggere quei libri.
EliminaNon associo la falsità ai bit! XD Sai, è come la polemica cartaceo vs ebook: la trovo assurda.
EliminaUn opera d'arte è tale a prescindere dai supporti e dall'effettivo autore, pensa all'arte classica, alle attribuzioni mancate di certe opere... Ma son punti di vista eh, ci mancherebbe!
Anzi, io penso che la ricchezza sia proprio nell'avere idee differenti e confrontarsi.
Scusa, ma che c’entrano i bit, adesso? :D
EliminaI miei romanzi li scrivo col computer, e l’ultimo mio è disponibile sia come libro di carta che come ebook. L’importante è che non siano scritti DAL computer.
Il mio esempio parlava appunto di un quadro dipinto DA un computer (d’accordo, sarei stato più preciso a scrivere ROBOT, ma dal contesto si capiva, intendevo un computer dotato di protesi per dipingere) per una semplice questione di autentica espressione artistica dell’essere umano. Ci siamo, ora?
Se poi invece vuoi dirmi che leggeresti e apprezzeresti un romanzo pur sapendolo totalmente opera di una macchina, io rispetto la tua idea, ci mancherebbe. Ma la mia è semplicemente opposta.
Non credo di aver scritto quello, ma va bene lo stesso.
RispondiEliminaDiciamo che ci siamo un poco ingarbugliati e fraintesi, ma alla fine ci siamo (quasi) capiti... :)
EliminaE sulla ricchezza derivante dall'avere idee diverse e confrontarsi, sono perfettamente d'accordo con te. :)
(Anzi, grazie per il tuo contributo!)
Buongiorno Nicola, volevo dirle che sono andato in libreria, zona centro Firenze, ho chiesto il suo titolo e mi hanno portato un libro di un autore a nome Marco Cagnazzo. Come mai lo stesso titolo per un libro? Comunque in libreria non lo ordinano, lo prenderò in internet. Grazie e buona giornata. Alberto.
RispondiEliminaGentile Alberto, la ringrazio per la segnalazione, e la invito anzi a contattare il mio editore all'indirizzo di posta elettronica sik@neoedizioni.it
EliminaGrazie, e buona giornata pure a lei.
Quando si fa un gioco, come nel caso del gioco sul nome Elena Ferrante, tutte le strade all'interno del gioco sono ammesse, e una delle tante strade possibili è quella di giocare a dire la verità... l'importante è dirla in modo verosimile... Quindi io posso giocare e dire: Elena Ferrante è una donna, oppure è un uomo, oppure è un gruppo di persone, o ancora Elena Ferrante sono io, ecc. ecc., senza bisogno di aggiungere "sto giocando", perchè rischierei di indebolire la forza del gioco stesso, ed Elena Ferrante, dunque, può anche partecipare allo Strega e dire al contempo che lo Strega la disgusta, ecc. ecc., come in un romanzo, come nel "gioco" della letteratura... L'importante è avere la capacità di condurre il proprio gioco, senza farsi disturbare da altri giochi (è un esempio, con i dovuti distinguo di proporzione: ricordate quel genio di Carmelo Bene in televisione, al "Maurizio Costanzo Show"?).
RispondiEliminaPer tornare ai margini del Premio Strega, io spero che vinca Paolo Zardi oppure Zerocalcare.
Grazie, Zio Scriba, per le tue discussione sempre stimolanti e gestite con gentilezza. Ti auguro una bellissima serata di primavera,
Subhaga Gaetano Failla
Grazie a te, per questo tuo contributo giocoso e intelligente.
EliminaIo naturalmente faccio il tifo per Paolo Zardi, ma questo non c'era neanche bisogno di dirlo... :)
Sabato 18 aprile 2015. Sul datario leggo scritto in stampatello da me in epoca non troppo lontana: Nicola Pezzoli-Varese. Il tutto circoscritto due volte col rosso. Ohibò, mi dico, che sta a significare?
RispondiEliminaDevo andare a Varese?
Devo vedere Nicola?
Devo telefonare a Nicola?
Perbacco, non ho il suo indirizzo quindo dove vado a Varese e come lo incontro dal vivo e come gli telefono se non ho il suo numero?
Poi penso che potrebbe darsi che oggi sia il tuo compleanno, ma mi pareva che tu fossi di febbraio, o ero io di febbraio, mamma mi sto incartando. Allora, nel caso sia il tuo compleanno un'infinità di auguri, sennò se ti venisse in mente un'idea per spiegarmi il mistero fallo Nick e vivrò più rasserenato le prossime ore.
È di sicuro questa primavera del cazzo che non è primavera, ma un giorno fa estate e l'altro inverno di nuovo. Non so da te ma qui non si sa come vestirsi. Si scende per le scale, si apre la porta, si fanno due passi e si ritorna di corsa in casa o per allegerirsi o per mettersi un maglione.
Per questo sto in tilt. (è una scusa, ci sto da una vita, ciao)
Elena Ferrante si chiama Anita Roja, ed è la moglie di Domenico Starnone, scrittore, non ci sono più misteri.
RispondiEliminaPerò faccio molta fatica a capirti. Perché non ti bastano le parole contenute in un libro? Perché la necessità di un rapporto con l'Autore?
Certo, se sapessi che i libri di Fante e Fenoglio sono stati scritti da chissà chi ci resterei male, come se scoprissi di essere stato adottato, e chissà dove sono i miei genitori... ma non smetterei di amare papà e mamma, e così non smetterei di amare Ask the Dust e La Paga del Sabato. Di buttarli via non se ne parla!
Ma questa però è un'assurdità, è del tutto inverosimile. Tornando alla Ferrante... cosa vuol dire metterci la faccia? La "faccia" di un autore è la sua Arte.
GiovanniMonte
Come detto nella risposta in cui facevo l’esempio di Romain Gary, non è questione di carta d’identità. Se invece di Elena si chiamasse Anita per me lettore non ci sarebbe nessun problema. Problemi invece ne avrei, e molti (ma naturalmente parlo per me, sono opinioni personali!) se davvero questa Anita ci avesse messo solo quattro ideuzze, come centomila altre donne avrebbero potuto fare, e poi si fosse avvalsa del vantaggio di avere un marito in grado di scrivere, ma senza dirlo, il 90% dei testi o anche più. Stiamo parlando di ipotesi, ma sono ipotesi che non mi gustano nemmeno un po’. Sono libero di pensarla così? :-))
Eliminain quel caso potresti cancellare il nome della moglie dal libro e metterci quel del marito, e hai risolto!!
RispondiEliminaForse non hai capito il punto: 'sta produzione in famiglia, per la mia mentalità (ricordo sempre che stiamo parlando di ipotesi, eh, ci mancherebbe!) potrebbe giusto interessarmi se fossi loro figlio o loro cugggino...
Eliminaok, ho capito. ma non ti capisco.
RispondiEliminain famiglia o da soli se il risultato è di qualità dove sta il problema?
ma poi te l'ho già detto: Ferrante è la moglie di Starnone, e scrive lei. Anche se loro si rifiutano di confermarlo. Quindi puoi anche leggerla senza timori, sono libri scritti a due mani. e puoi vedere anche la foto, qui, ben cerchiata in rosso!
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/strega-pulcinella-si-pu-dare-premio-scrittrice-94606.htm
Daje... per la MIA mentalità "in famiglia o da soli" fa tutta la differenza del mondo. E poi non capisco questo tuo curioso accanimento: cos'hai, una percentuale sulle vendite? :-))))
Eliminae vabbuò, ma se due o più autori scrivono dichiaratamente in famiglia, e si fanno vedere in faccia, e sul libro ci scrivono Famiglia Ferrante o che so io, in quel caso va bene??
RispondiEliminaUn conto è se un bravo scrittore e una brava scrittrice si sposano e POI decidono di scrivere a quattro mani: il risultato, anche se andrebbe sempre contro la mia concezione di scrittura, potrebbe avere qualcosa di interessante (quello che penso delle cooperative l'ho detto facendo l'esempio di Luther Blissett e Wu Ming, è una cosa mia personalissima e potremmo andare avanti a discuterne per anni). Ma l’idea che una persona possa diventare scrittrice (o scrittore) per dote matrimoniale (ma lo stesso vale per figli d’arte, figli di papà, figli di puttà ecc) è una di quelle cose molto italiane che mi lasciano molto perplesso.
EliminaE però, che insistenza… Quasi quasi ti ingaggio per convincere la gente a leggere I MIEI. :-)))
ma certo, mi riferivo ai primi, non ai figli di papà...
RispondiEliminasono pronto a farmi ingaggiare anche se l'ultimo libro è il mio spreferito fra i 3...
In effetti c’è una concorrenza interna mica da ridere, fra i miei bambini… :-))
EliminaIl primo è un libro talmente atipico da diventare unico, mentre Quattro soli è uno dei più bei romanzi di sempre (e chiedo scusa se lo dico, ma è noto che odio l’ipocrisia dei falsi modesti). Eppure io stravedo per l’ultimo nato, che è il preferito anche di tutti gli amici che mi scrivono dopo averlo letto. Ma la cosa che mi rende più orgoglioso è proprio il fatto che siano così diversi l’uno dall’altro. E so già che il quarto, se mai vedrà la luce, avrà poco o nulla a che vedere coi primi tre. E credo che questo (con tutti i miei limiti e gli aspetti su cui dovrò pazientemente lavorare per riuscire a migliorare) sia ciò che veramente significa essere scrittore. (Ovvero: le fotocopie lasciamole alle segretarie, con tutto il rispetto per le segretarie).
piuttosto che fare i fessimodesti, meglio gasarsi un po', a volte un po' troppo... massì! ;)
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