"Meglio Capitano della mia zattera di storie di carta che mozzo sul ponte di Achab"

SITO ANTI COPROFAGIA LETTERARIA: MERDA NON NE SCRIVO, E MENO ANCORA NE LEGGO

martedì 2 novembre 2021

Poche piccole perle (o, per chi le preferisce, ghiande) dal mio ultimo lavoro “No Anthropos 365”

 [15 marzo 2020]

Tutta ‘sta gente su ‘sti cazzo di balconi, a cantare l’inno di mameli, a suonare il piffero, a esporre arcobaleni con scritto CE LA FAREMO, a dedicare applausi (giusti, per carità) al personale medico. Immagino di dover rispettare il bisogno dei “normali” di non sentirsi soli, di farsi coraggio a vicenda sentendosi massa omologata e fratella e mal comune tarallucci e gaudio ecc, e quindi non ironizzerò mai troppo apertamente su tutto ciò. Ma non posso non dirmi, in totale sincerità, che io sul balcone potrei al massimo uscire a fare una bella scorreggia offline, o a esporre uno striscione che dice GNAFFÒ!, oppure potrei cantare un’unica, lunghissima, accoratissima e accordatissima bestemmia.

[18 marzo]

Cerco di rilassarmi con un metodo di meditazione autoipnotica imparato grazie a un documentario: ripetersi ossessivamente “Pace pace pace pace pace pace pace…” Pace un cazzo.

[4 aprile]

Penso a quelle due povere persone accoltellate a morte in Francia: convinte come tutti che in questo periodo l’unica sciagura da temere fosse il virus, sono state ammazzate da qualcosa di ancora più piccolo e meno intelligente: un fanatico religioide.

[6 aprile]

Qualcuno dovrà pur avvertire i miei signori colleghi scrittori: “la luce che bagna”, “il sole che bagna”, “il chiarore che bagna”, a causa dell’uso e dell’abuso non sono ormai più poesia descrittiva, ma irritanti cliché.

[8 aprile]

Vedo per me un futuro simile a quello del soldato giapponese rimasto a presidiare l’isola deserta vent’anni dopo che la seconda guerra mondiale era finita. Iorestoacasa è uno slogan che potrebbe continuare a calzarmi benissimo. Mi avete rotto il cazzo, fondamentalmente.

Se fossi una mossa degli scacchi, sarei l’arrocco.

[19 aprile]

Idea balzana del solito balzano Franceschini: “Una Netflix della cultura… cultura a pagamento su una piattaforma collegata a raitre…” Ora, a parte che coi soldi che ci fregate col canone per vedere un beato caspio (nel nostro caso proprio zero, letteralmente zero, si paga da sempre ma da un paio di decenni abbondanti non si guarda mai niente – fosse per noi Vespa e Fazio sarebbero dei disoccupati, per dirne solo due) la cultura potreste pure avere il buongusto di divulgarla gratis, mi pare abbastanza ovvio che chi di arte e cultura già si nutre non sente nessun bisogno di una nuova piattaforma televisiva dedicata, mentre il popolino bue mangiawrestling la eviterà come fosse la peste (a pagamento, poi…) A quale record di abbonati contate di arrivare? Dodici persone? Quattordici? Valuterei almeno la possibilità di dargli un bel nome autoironico: Netflop.

[21 aprile]

I tedeschi annullano fin da ora l’Oktoberfest. Gli italiani strepitano per andare al mare in agosto, in discoteca a luglio e a farsi inculare entro giugno. (Ma alcuni anche per festeggiare in piazza il 25 aprile e il primo maggio, per non parlare di tutti quelli già in giro, più o meno illegalmente, a fa' dané, magari con carichi traboccanti di tronchi massacrati). Poi dice che i popoli sono tutti uguali. Io invece dico che intelligere e (saper) discriminare sono praticamente sinonimi.

[25 aprile]

“Alle 15 flash mob nazionale, si canta Bella Ciao alla finestra o sul balcone”? Io, antifascista, ovviamente diserterò. Odio gli imperativi, e il pronome greggesco “si”. Non farei parte di un coro istigato da altri neppure se cantasse “Gloria a Nick”, e mi pagassero un tanto al secondo. I fuoriclasse sono tali anche perché non obbediranno mai ai capoclasse.

[10 maggio]

Fra le tante iniziative-minchiata che attecchiscono di questi tempi, c’è quella denominata “scrittori a domicilio”. Ma per me gli scrittori sono sempre stati a domicilio. Sotto forma di libri, ovviamente. Gli scrittori in carne e ossa (o peggio ancora in video) non servono a nulla, annoiano a morte e rompono i coglioni. E lo dico da scrittore.

[11 maggio]

Certo che sono un tipo ben strano. Uno scrittore italiano ma originale, che vuole, pretende di pensare con la propria testa, formatosi su modelli americani (ma che si rifiuta di scrivere “si strinse nelle spalle”), e con idee da persona semplice. Uno scrittore italiano che non dice “paradigma”, “in qualche modo” e “nella misura in cui”, ma soprattutto che, pur sentendosi cittadino di un unico mondo (o forse proprio per questo) non si schiera per partito preso dalla parte di africani, islamici, palestinesi e cosiddetti “migranti”. 

[14 maggio]

Quando a qualcuno, sorpreso dalla mia avversione per il salone del libro, spiego che “non è il mio ambiente”, costui, o costei, magari pensa ch’io intenda dire che non mi sento più uno scrittore. E invece è esattamente l’opposto.

[17 maggio]

Giuro che non l’ho inventata io: c’è un pretozzo a Detroit che in guanti e mascherina benedice i fedeli usando una pistola ad acqua. Li attende sul sagrato, loro arrivano in macchina, accostano senza scendere e lui gli spara un getto. “Una sorta di drive-in spirituale” si legge nella notizia. Il drive-in lo vedo, ma lo spirituale unnè? Dopo una simile grottesca buffoneria (dove per non rinunciare al potere magico-stregonesco dell’acqua santa si finisce col ridurla a barzelletta demenziale, cancellandone per sempre ogni vestigia di dignità morale), sarà inutile continuare a dire che la religione rischia di venir uccisa dagli eretici, dagli atei, dai bestemmiatori, dai relativisti, dai gay, dagli agnostici, dai consumisti o dai materialisti: la religione (e intendo quella brutta roba istituzionalizzata, non il sentimento dei singoli, per il quale avrò sempre rispetto, e che con vostra grande sorpresa potrebbe abitare persino in me) sa benissimo come fare a suicidarsi. Si può provare venerazione per una fogliolina verde appena germogliata, non certo per una pistola di plastica che sputacchia acqua benedetta: non lo insegnano ai corsi di teologia? (Come aveva visto lungo il lucido e incompreso Andres Serrano con la sua “scandalosa” opera Piss Christ!)

[2 giugno]

Tra i diciannove e i ventisei anni, la mia full immersion nella società umana, come universitario, militare, piazzista porta a porta, informatore scientifico e impiegato in prova in un posto assurdo. Bastò a decidere che c’era una sola contromossa intelligente, per quanto folle, rinunciataria e temeraria: STARNE FUORI. Come un arrocco, ma fuori scacchiera.

Un vorticoso stormo di uccelli neri in modalità battaglia aerea, e una coppia di alianti così traslucidi da sembrare fatti di sogno, di vecchi e dimenticati sogni diluiti in un blu a sua volta scolorito, mentre ascolto Secret messages degli Electric Light Orchestra, uno dei miei album preferiti quando avevo quindici anni. E per qualche magico istante mi sento come se fossi ancora quel ragazzino, ma esattamente lui in tutto e per tutto. Forse, a parte un po’ di barba e di disavventure in più, e un po’ di capelli e d’illusioni in meno, non ho mai smesso di esserlo. E comunque, almeno ancora per oggi, io ci sono. Sono qua. Che guardo e ascolto. Che mi commuovo e amo e chiedo spiegazioni al mio sangue. Che però ha promesso di serbare il segreto.

[9 giugno]

Sindaca trans in Francia: “Io simbolo di normalità”. Mannò! Mannò! Mannò! La normalità è merda! Se non lo capiscono più nemmeno i trans…

[quasi un anno dopo]

Lunedì 3 maggio 2021. All’ennesimo ritorno (momentaneo?) della zona gialla mi regalo una piacevole passeggiata in Valcuvia. L’essere più intelligente e più bello che incontro è un meraviglioso cavallo bianco in mezzo a un prato fiorito. Lo fotografo, sperando di non disturbarlo. Il più cretino e brutto è un sottocoglione a pedali che mi fa il verso della pecora perché mi vede alzare la mascherina per proteggermi da lui. (…) Il verso della pecora. A me. Che da una vita vado più controcorrente di un salmone in Alaska. Non essendo un collezionista di ritratti di stronzi, non lo fotografo.


“Una creatura elusiva, che spesso fugge via alla vista degli umani”.

Di chi parlavano?

Di alcuni magnifici bisonti, a rischio di estinzione, che vivono in Polonia.

Ma avrebbero potuto benissimo parlare di me.