Raramente riciclo commenti miei lasciati altrove per scriverci dei post. Lo faccio stavolta perché mi pareva significativo, e soprattutto perché quando lo feci NON dette origine a infuocati dibattiti (in quei casi si rischia di dare la sgradevole idea di riparlarne in casa propria per “avere ragione”).
Era la mia risposta (indiretta) a uno studentello che sbatteva in faccia con arrogante sicumera, a una mia Amica insegnante, il fatto che secondo lui la letteratura “non serve”.
L’ho naturalmente preso in parola, e mi sono quindi concentrato sulla visione utilitaristica e meschinamente materiale del “servire”, senza addentrarmi in più elevati discorsi sul servire al cuore, alla mente, all’anima ecc…
La riporto (quasi) pari pari:
Se quello sciocchino si degnasse di venir qui a leggere, gli direi che fra le cose che (per fortuna!) non "servono a nulla" ci sono la Letteratura, il Cinema, la Pittura, la Musica, ma anche il Gioco, e il saper contemplare le Bellezze naturali, e persino i Sentimenti! Cos'è che "serve"? Serve essere bravi schiavi della produzione, della riproduzione e del consumo, serve essere conformisti e nonpensanti. In definitiva SERVE ESSERE SERVI. Le mie condoglianze a questo servo del futuro. I Padroni e il Dio Denaro staranno già brindando alla stoltezza sua e dei suoi miseri consimili. (A meno che, avendo la fortuna di un'insegnante come Te, non sia ancora in tempo a salvarsi e a svegliarsi...)
Aggiungo solo una citazioncina del professor Keating, meraviglioso protagonista dell’Attimo fuggente (probabilmente un film “che non serve”, per quel povero ragazzotto dall’anima in pericolo):
“Noi non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana; e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento; ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita.”
[Essere Scrittore in quest’epoca assurda è comunque, me ne rendo conto, come essere un Cavaliere con l’armatura al tempo del treno, dell’automobile e dell’aereo. È una follia romantica, ma io sono orgoglioso e felice di incarnarla!]
p.s.
Uno dei pochi motivi per cui valga ancora la pena di sentirsi con orgoglio italiani è la nostra splendida Lingua. Ma le recenti genuflessioni tipo Politecnico di Milano davanti all’angloide danno da pensare. Dopo la Narrativa, metteremo in disarmo anche la nostra Lingua? Perché non lecca abbastanza? Come si può rinunciare alla propria Lingua nelle proprie Università? Anche l’Italiano non serve più, perché non abbastanza SERVO?
Ahi serva italiA…
[Su questo argomento ho sempre ammesso di avere una posizione abbastanza schizoide: se mi avessero insegnato l’inglese nella culla, oggi, ne sono sicuro, sarei uno scrittore felice. Perché l’Italiano è meraviglioso, ma il sistema-italiA è uno schifo.]