Lo so, e lo capisco:
uno scrittore vero che a un dato momento decide di autoprodursi su Amazon può diventare antipatico agli editori, imbarazzante per i colleghi, odioso per i librai (eppure i più intelligenti fra loro mi hanno mandato messaggi carinissimi, perché non sono io a rischiare di farli chiudere, ma chi gli ingolfa il negozio di melma illeggibile), ridicolo per i critici spocchiosi, sospetto per i lettori (“Non ti pubblicano più perché ti sei del tutto rincoglionito?”), irritante per gli agenti, e scomodo per tutti gli altri lavoratori del settore, a cominciare dai distributori (che anche quando mi rendono un cattivo servizio si prendono una fetta MOLTO più grossa di me Autore, e lo considerano giusto e normale).
Soprattutto, diciamolo, quando ciò che autoproduce è superiore per qualità al 98% delle sòle che rifulgono in certe vetrine, o nelle pagine cul-turali di certi giornali…
Lo capisco, e lo so.
E mi dispiace.
O forse no.