Una delle proposte più carine e originali nel panorama narrativo europeo 2018 è questo libriccino di 79 pagine, contenente un microromanzo, un racconto e due poesie. Considerato anche il prezzo ridicolo (l’ebook costa come un caffè, il cartaceo poco più di due quotidiani da buttare via il giorno dopo) io non me lo lascerei scappare. Ma decidete voi, naturalmente.
alle anime senza prezzo, né scadenza
«L'aria irrompe e scioglie tutto».
(Thomas Bernhard, Amras)
«Non era un sogno, né un film in bianco e nero, ma un nitido frammento di stupore bambino. Prodigio di tenebre inondate di panna, come una stalla a finestre murate trasmutata in cisterna di latte, in cui annegare, in cui rinascere.
L’immagine era vera, era lì, davanti a quello che lui era stato settantanove anni prima, quando sullo stradone sotto casa aveva visto arrancare nella tormenta uno spartineve trainato da buoi.
Dodici pariglie di buoi.
Se solo riusciva a ricreare abbastanza oscurità e pace nel turbinio dei pensieri, se li vedeva passare accanto ancora adesso, quei muti fantasmi. Perché avere ottantaquattro anni nel buco del cuore del Secolo Cretino, pensò Bernhard Löwe, significava anche questo: vivere in un mondo ipertecnologico e becero, ma ricordarsi di uno spartineve trainato da una fila interminabile di spettri a quattro zampe dentro una valle pietrificata nel silenzio, proprio ora che in alcune città si sperimentava lo sgombero dei viali e delle arterie principali mediante spazzini robot.
Gli spazzaneve meccanizzati erano molto efficienti. Ma le dodici pariglie di buoi avevano gli occhi. Quarantotto occhi. Che lo guardavano. Perché il bambino stava lì, a pochi passi dallo spartineve, dalla fila di bovini e dai carrettieri che li guidavano, quattro o cinque uomini a piedi, stava lì perché aveva disobbedito al divieto della madre di uscire a giocare con quel vento e quella neve, e nel vederli sbucare dal nulla era diventato una statua vivente. Una statua di stupore. Non solo i buoi lo avevano guardato coi loro quarantotto occhi (gli occhi dei carrettieri non contavano, questo gli era chiaro) ma lui era sicuro che il coro a infrasuoni di quelle iridi pazienti e sovrannaturali – le sole vere luci di tutta quella scena – avesse voluto dirgli qualche cosa.
Non aveva capito cosa.
O non lo ricordava più».