I LOVE KI KAZZ ME PAR
(e odio chi mi spar)
1 L’umanesimo obbligatorio e assoluto mi annoia (a Oxford direbbero che mi scagazza il ca**o) tanto quanto l’animalismo obbligatorio e assoluto. Ovvio che non amo un terrorista o un trafficante d’armi più di quanto ami il mio gatto Isidoro, e che la sorte del pettirosso che ho appena visto dalla finestra mi stia leggermente più a cuore di quella di un bracconiere fascista che picchia la moglie due volte al giorno, o di quella di un pirla che si vanta di non leggere libri. Altrettanto ovvio che non amo il pitbull senza museruola incrociato in passeggiata più di quanto ami i miei amici o le mie nipotine. Ovvio, soprattutto, che su tutto questo non abbia da rendere conto a nessun pretozzo o a nessuna superstar delle alte cattedre infallibili. Amen.
2 Io posso anche arrivare a capire che qualche sindaco più o meno bigotto e più o meno omofobo, magari di non eccelso livello intellettuale o dal deludente spessore intellettivo si rifiuti di celebrare personalmente le unioni civili previste dalla nuova legge, delegando altri funzionari, per non sentirsi in imbarazzo. Al loro posto eviterei, però, di sbandierarlo e di vantarmene.
E soprattutto non la chiamerei “obiezione di coscienza”.
Quale coscienza? Coscienza INcivile?
E non staremo, in generale, esagerando con queste menate dell’obiezione di coscienza?
Se un pompiere si rifiutasse di spegnere un incendio e salvare delle vite, per obiezione di coscienza in nome del Dio Fuoco, che cosa faremmo? Continueremmo a pagargli lo stipendio rispettando la sua “coscienziosa” obiezione, o lo licenzieremmo con una sana (e coscienziosa) pedata nel cu**?
Forse, dovrebbe semplicemente passare il principio in base al quale, se sei obiettore rispetto a cose di vitale e civile importanza, NON PUOI FARE QUEL MESTIERE LÌ (e men che meno in apparati PUBBLICI).
3 Sarò anche stronzo, ma a me “Non avrete il mio odio” continua a sembrare un'ipocrisia un po' esibizionista. Io li odierei se mi ammazzassero un cocker, figurarsi la moglie! Certo, vivere nutrendosi d’odio è la peggiore delle vite possibili. Ma negare, rimuovere, soffocare il naturalissimo odio verso chi ti ha fatto ingiustamente un male immenso e irreparabile è roba da reparto psichiatrico. O da bestseller furbetto.
4 Ricordo che pochi anni fa, per dare l’idea del successo del vecchio (bel) romanzo Stoner di John Williams, si sbandierava il fatto che l’edizione italiana aveva venduto BEN 80.000 copie. Quando soltanto in Olanda, Paese i cui abitanti superano di poco quelli della nostra Gallarate, ne erano state vendute 200.000, cioè due volte e mezza! Chissà, forse però da loro vanno di meno i libri “scritti” da cuocuzzi, cantanti, politici, sportivi, guitti, registi, deejay, ragazzotti you(mas)tu(r)ber e cazzoncelli famosi vari.
Forse da loro si entra ancora in libreria sentendosi un Lettore, e non un cazzo di telespettatore.
5 “Se ho del tempo libero preferisco un buon libro di Mario Rigoni Stern all’ultimo numero di Wired”. Carlo Ratti, un uomo che vive immerso nella progettualità ipertecnologica, riesce, nel corso di una bella breve intervista al Corriere della Sera, a citare ben quattro Scrittori: Rigoni Stern, Italo Calvino, Hemingway e Juan Rulfo. E chissà perché, tutto questo restituisce un briciolo di antropologica speranza persino a un pessimista apocalittico e totale come me.
In giro c’è ancora sete d’intelligenza.
Non necessariamente artificiale.
6 Da scrittore originale e innovativo, amante di giochi e neologismi, non ho simpatia per le regole grammaticali troppo rigide o troppo vecchie. (Inorridisco quando vedo qualcuno usare ancora Egli invece di Lui, anche se formalmente è esatto).
Devo dire però che su determinate regole, soprattutto fonetiche, sono rigido anch’io (per non parlare dello STUPRO delle Parole, tipo l’imbecillità micragnoso-risparmiatoria di scrivere “nn” invece di “non”).
Per esempio ODIO vedere scritto “c’avevamo” o “che c’azzecca”. Perché lì, delle due l’una: o hai il coraggio di essere davvero originale e sperimentale (e allora scrivi “ciavevamo” o “che ciazzecca”) oppure lo scrivi come si deve: “ci avevamo”, “che ci azzecca”. Altrimenti, in Italiano, ti piaccia o no, la “c” davanti alla “a” è DURA, e quel pastrocchio lì si legge: “CAVEVAMO”, “CHECCAZZECCA”…
7 La sirena lugubre e minacciosa come un allarme antiaereo che da anni, vicino a casa mia, ulula prepotente per SEI volte al giorno, compresi Natale, Capodanno, 25 Aprile e Primo Maggio se non cadono di sabato o domenica (disinserirla richiederebbe troppa fatica, o troppa intelligenza) non è soltanto un esempio di irriguardoso (e, nel 2016, abbastanza inutile e anacronistico) inquinamento acustico: è anche molto indicativa della forma mentis padronale. Infatti, gli ululati d’entrata delle 8 e delle 13 sono preceduti di dieci minuti da un pre-ululato, che in pratica dice “niente scherzi, fra 10 minuti esatti dovete essere al lavoro”. Invece quelli d’uscita di mezzogiorno e delle 17 non hanno nessun pre-ululato che dica “ok, ragazzi, preparatevi a uscire”…
Visto che vi piace così tanto rompere i timpani (e i maroni) perché non farlo OTTO volte al giorno?
8(8) Sono molto FELICE di essere considerato “idiota” da uno come Gigi Buffon, a causa della mia dichiarata Diserzione dall’obbligatorio tifo patriottico-mameloide agli Europei. Forza Islanda! E forza Chiunque, tranne la squadra allenata dal signor Conte, e rappresentata da un portiere che non ha mai fatto mistero di amare il numero 88, nel suo significato più becero e fasciomachoide (nonché classico tipo da familyday che poi però... lasciamo perdere). Sei il più grande portiere di sempre, caro ragazzo. Ma non illuderti, nemmeno per un attimo, che questo ti conferisca in automatico ALTRE grandezze, men che meno morali o intellettive.