"Meglio Capitano della mia zattera di storie di carta che mozzo sul ponte di Achab"

SITO ANTI COPROFAGIA LETTERARIA: MERDA NON NE SCRIVO, E MENO ANCORA NE LEGGO

martedì 1 ottobre 2024

TRADUZIONI IN PAROLE POVERE dal linguaggio sportivo, politico, pubblicitario, e dal nulladicente abisso del pappagallismo contemporaneo


KADDETT?!


"Abbiamo a cuore la tua privacy!"

Vogliamo guadagnare soldi snervandoti con odiosa pubblicità, e scassarti l'anima ogni volta che possiamo con questa insopportabile menata dei cookies.

"Il direttore di gara sta arbitrando l'incontro all'inglese".

Non fischia un cazzo.

"Saremo sempre in prima linea nella lotta intelligente all'inquinamento e nel contrasto sistematico ai cambiamenti climatici".

Non sapendo che pesci pigliare, ci siamo inventati il fastidioso tappino cretino che resta attaccato non solo alle bottiglie di plastica, ma anche ai cartocci del latte e dei succhi di frutta.

"Pausa sul lineare, ma continuiamo in streaming senza interruzioni!"

I barboni che si limitano a strapagare il pacchetto d'abbonamento normale si beccano sui denti un'altra bella rafficuccia di spot. Chi può permettersi il super extra premium plus ne sarà esentato. Per ora.

"Ha impatto solo nella metà campo offensiva, dove nei pressi del canestro sa essere devastante".

Bisognerebbe insegnargli a difendere a pedate nel culo.

"Nostro dichiarato obiettivo è il benessere dell'umanità, e la più assoluta e piena libertà di ogni singolo individuo sulla faccia della terra. E sopra ogni cosa pace, uguaglianza ed inclusione. E naturalmente la parità di genere, poffarbacco".

Che viviate in una pseudodemocrazia capitalista o in una dittatura comunista, tre sole cose vi si chiedono, cari sudditi: ammazzarvi di lavoro, consumare merda per la gloria del Pil e sfornare tanti figli (qualcuno accoppabile in guerra, ma solo in caso di necessità!)

"L'arbitro stoppa la battuta del corner per avvertire difendenti e attaccanti che non tollererà ulteriori scorrettezze dentro l'area di rigore".

L'irritante arbitro fa perdere tempo a tutti col solito inutile predicozzo cretino.

"Cosa aspetti a fare l'upgrade alla nuova versione superveloce? Per i primi sei mesi costa solo pochi euro al mese in più asterisco!"

Ti rallenteremo/boicotteremo la vecchia versione che stai già strapagando e che andava benissimo, così che tu esasperato decida di passare alla nuova, che è praticamente uguale alla vecchia non artatamente rallentata/boicottata.

"Non voglio spoilerare suicciando tutti i rumors sugli step del work in progress prima del match, ma come news vi dico solo che lo stédium è da tempo sold out".

Avrei voluto dirvelo in Italiano, ma causa limitata intelligenza non ne sono più capace.

"Il calo demografico pesa sulla Sanità: bisogna favorire l'immigrazione".

Lo so, scusate, vi vedo allibiti, ma il fatto è che a noi politicanti privilegiati non capita mai di aspettare 44 ore in un pronto soccorso perché abbiamo davanti trecento persone...

"Sono sempre a disposizione del mister: farò di tutto per metterlo in difficoltà allenandomi con grande spirito professionale e facendomi trovare pronto quando verrà il mio momento".

Quel pezzo di merda non mi fa mai giocare.

"Soluzioni su misura per ogni fascia d'età!"

Da zero a vent'anni vi vogliamo stupidi. Da venti a settanta vi vogliamo schiavi (e viaggiatori). Dai settanta in poi vi vogliamo morti.

"Il tennista ha assunto una bravissima mental coach che lo motiva sapientemente durante lo svolgimento dell'incontro".

C'è una tizia in tribuna con una voce antipaticissima e disturbante che non fa che ripetere "Let's go! C'mon c'mon!" E ci guadagna pure un sacco di soldi!

"Il video è diventato virale!"

Non ci crederete, ma pare che milioni di citrulli guardino e riguardino di continuo questa insulsa stronzata!

"Dobbiamo pensare partita dopo partita".

Inutile che mi chiedi di quelle più in là, se non so neanche contro chi cazzo giochiamo la prossima.

"Ci sono dinamiche politico-istituzionali e delicati equilibri di potere che ai più solitamente sfuggono".

Da chi diavolo è raccomandato/protetto quell'imbarazzante impiastro dell'arbitro Taylor?

"VISIT STUKAZZILAND!"

Dacci i tuoi soldi e corri a farti ammazzare in uno dei posti più pericolosi e malsani del mondo!

"È il classico attaccante che fa giocare bene la squadra".

Non segna neanche se gli infili un petardo al peperoncino nel culo.

"Passa ai nostri servizi, scopri la nostra vantaggiosissima offerta asterisco!"

Perché farti incu**** da altri quando puoi fartelo fare per benino e più a fondo da noi?

"Ha un grande impatto nella metà campo difensiva, mentre in attacco c'è ancora qualcosa da limare".

'Sto coglione non la metterebbe nel canestro nemmeno se fosse largo come il cratere dell'Etna.

"Approfitta dei nuovi incentivi statali!"

Indébitati fino alla morte per comprare un'auto che costa quanto dovrebbe costare una villa con piscina olimpionica!

"Autogol di Gollini, scusate il gioco di parole".

Autogol di Gollini.

"L'autore del massacro era noto alle forze dell'ordine di ben cinque Stati europei".

"Si sapeva da un pezzo che era una pericolosissima testa di cazzo, ma che volete farci, oggi il mondo va così.

"Dobbiamo alzare l'asticella!"

Qui sarebbe ora di togliersi la paglia da quel posto.

"Social scatenati!"

Solita galleria di ritriti sfottò da terza elementare. Da pluriripetenti, della terza elementare.

"Ha ancora ampi margini di miglioramento".

È una pippa ma speriamo che si svegli, con tutti i milioni che gli diamo.

"Agli studi un nuovo ambizioso piano di sviluppo edilizio ecosostenibile".

Vi cementificheremo anche il buco del culo.

"Meraviglioso l'entusiasmo coreografico del pubblico di casa!"

L'imbecillità umana rovina subito la partita coi petardi, le bombe carta e la nebbia artificiale dei fumogeni di merda.

"Sai, voglio dire, Nicola è in qualche modo tra virgolette stanco, per usare un eufemismo".

Nicola è stanco.






venerdì 14 giugno 2024

KEVIN E L'ILLUSIONE DI ESISTERE: come assaggio gratuito per ritardatari e indecisi, la parte finale del capitolo 6

 

Produzione Indipendente KDP
solo su Amazon



Ma l’arrotondamento infingardo dei mondi a pera non mi sarebbe parso che una sciocchezzuola in confronto allo sgomento che avrebbe prodotto in me il diventare consapevole della prevalenza del vuoto, dell’immensa, inconcepibile quantità di vuoto che mi circondava e che mi prendeva per così dire per il culo, sempre sensorialmente parlando, travestendosi da pieno.
La Prevalenza del Vacuo, detto anche vuoto, ci insegna che tutte le cose che ci sembrano piene, siano esse muri, marmi, vetri, rinoceronti corazzati, strade asfaltate bene cioè non italiane, piatti, scaldabagni, frigoriferi, mazze ferrate, lamiere, incudini, profilattici metallici, sassate, roncolate, badilate o cazzinculo sono in realtà vuote al 99,99% per via degli atomi (però fanno male lo stesso, perché non siamo stati progettati per sperimentare la vita a livello atomico, tranne nel caso toccaferro che arrivi la bomba).
Per darmi anche solo una vaga idea di quanto sia straripante e per noi quasi inconcepibile l’effettiva prevalenza del vuoto (per via della micropiccolezza dei protoni, dei neutroni e soprattutto di quegli stronzi degli elettroni, e dell’enormità oceanica degli spazi in cui essi per così dire galleggiano) il professor Malthus mi fece un paio di esempi. È come scoprire, mi disse, che il Duomo di Milano non solo è fatto coi mattoncini del Lego, ma che questi mattoncini, anziché essere a milioni fitti fitti come uno si immaginerebbe siano solo poche decine e stiano lontanissimi l’uno dall’altro, come se si schifassero a vicenda. Poche decine di minuscoli mattoncini del Lego a dare l’illusione di una cattedrale, perché tutto il mastodontico insieme che crediamo di vedere è un’immagine virtuale e fittizia realizzata con la complicità della nostra mente, che completa in automatico i disegni unendo i puntini come nelle piste cifrate della Settimana Enigmistica. Ed è come se poche centinaia di granelli di sabbia, disposti a distanze che da uno fai fatica a vedere dove stanno gli altri – anche duecento, quattrocento, settecento metri di separazione – riuscissero a fornirci l’impressione non solo ottica ma anche tattile di una chilometrica spiaggia soffice e compatta. Sembra qualcosa di impossibile, camminare sospesi su un infinito scheletro di vuoto mentre si pensa di fare una lunga passeggiata in riva al mare calpestando coi piedi la solida e umida battigia. E invece è un’esatta anche se approssimativa immagine della nostra realtà.
Questo vuoto è qualcosa che dovrebbe farci morire di vertigini al solo pensarci, ma per fortuna non ce ne possiamo accorgere, un po’ come la storia del pianeta Terra che sfreccia nella Galassia a velocità da paura, ma a noi che ci stiamo sopra a fare le nostre cazzate sembra ferma, perché abbiamo il culo della relatività di essere insulsi e limitati come cacche di moscerino, anche se ci crediamo chissà chi.

«Ma tutto questo non è ancora niente in confronto a ciò che sto per dirti».



domenica 26 maggio 2024

OGGI SAREBBERO STATI NOVANTA


E mi piace tanto tanto, e mi riscalda il cuore, ricordarti così. Orgoglioso di aver avuto un papà che, ultraottantenne, riusciva ancora a essere un ragazzino, felice di dondolarsi in altalena su una spiaggia semideserta in un mattino nuvoloso e ventoso. Oggi ne avresti compiuti 90, e li avremmo festeggiati come si deve, magari con una grigliata all'aperto come facemmo due anni fa per i tuoi magici 88 (ma quest'anno piove sempre...), oppure tornando in quel bel ristorantino, il Concordia, in cui ti portammo otto anni prima. (Ti ho ancora davanti agli occhi mentre soffi sulla candelina della buonissima torta di mele fatta preparare apposta per te, e mentre confidi al titolare-cameriere: "Se mi avessero detto che arrivavo a 80 anni non ci avrei mai creduto", e in questa tua frase c'era tanto sincero stupore, ma sotto sotto il retrogusto d'amarezza di esserci arrivato da vedovo). E mi viene da piangere per quest'altro giorno gioioso rimasto solo nei miei sogni. Ma poi capisco che la vera festa è stata averti accanto per tutti gli stupendi anni che hai potuto regalarci. Grazie, papà, per tutto l'amore che ancora agiti dentro di me.


lunedì 1 aprile 2024

KEVIN E L'ILLUSIONE DI ESISTERE - dopo quasi tre anni di silenzio, il nuovo strepitoso romanzo di Nicola Pezzoli

 

Produzione Indipendente KDP
SOLO SU AMAZON

«Ti farò letteralmente mancare la terra sotto i piedi. Sei pronto a camminare sull’orlo del nulla insieme a me?»


LINK PER ACQUISTO EBOOK (€ 6,99)

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In un futuro minacciosamente vicino, l’umanità è alle prese con la settima mutazione di una pandemia così pestifera da far rimpiangere il vecchio Covid-19. La città di Varese è diventata Zona Nera, le strade pattugliate da robot T91 incaricati di abbattere chi viola il coprifuoco, lo stadio prigione per negazionisti e untori. Il dodicenne Kevin, che deve il nome a un vecchio film natalizio ma non ha perso nessun aereo, anzi, ha di recente perso i genitori a causa di un incidente di volo, approfitta della situazione per schivare scuola e didattica a distanza, nonché due solerti tizi dei servizi sociali che non vedono di buon occhio il suo vivere da solo. Le sue giornate, in un palazzo spettrale e sigillato dall’esterno, sono dedite a fughe nel metaverso, ma ciò non gli impedirà di stringere amicizia con incredibili personaggi: in primis il vecchio professor Malthus del piano di sotto, con le sue strampalate teorie, il suo jogging da salotto con kimono e scarp del tennis e una sconvolgente scoperta che ricodifica l’intera realtà (o irrealtà) dell’esistere; e poi Ewa, la bambina figlia d’uno stupro bellico e divenuta “madre di sua nonna”; e infine Giàngiu, il ragazzone inceppato ginnico, superbocciato e sindromato di Tourette, che nasconde abilità da idiot savant e manovra il più avveniristico e miniaturizzato dei droni spia. Uno scenario in cui quasi nulla è quello che sembra ma in cui, come nel mondo che ci attornia, a essere veri sono proprio gli aspetti più terrificanti. L’autore, con la voce impertinente e dolcissima di Kevin, ci racconta tutto questo senza rinunciare a farci sorridere, perché da sempre convinto che la migliore narrativa non possa che essere frizzante e tragicomica, o forse perché questo è l’unico modo che conosce per scrivere, e per vivere senza pensare di spararsi un colpo in testa un giorno sì e l’altro pure.


«Se digitalizzi un pirla non ottieni per forza qualcosa o qualcuno di intelligente: il più delle volte ottieni solo un e-pirla».