Non sono mai stato un amante di quelle pagine coi ringraziamenti in fondo ai libri.
Quando si dilungano molto, poi, finisco col trovarle fra l'inutile, l'esibizionistico e il leccaculeggiante. (Per non parlare di quando gli autori ringraziano plotoni infiniti di cani&porci, che ti viene da chiederti se, con tutti quegli infiniti contributi esterni, il libro non sarebbe stato in grado di scriverlo un qualsiasi robot...)
Finora, avevo ritenuto giusto e doveroso metterli solo al termine di "Quattro soli a motore", mentre nei romanzi per i quali non sentivo tale sincera urgenza ho preferito lasciar perdere, e addirittura in occasione del libro "Il bambino che sbagliava le parolacce" ho optato per l'ironia scherzosa di un lapidario e - lo ammetto - un po' sbruffonesco «Grazie/Prego». Ma i Ringraziamenti che ho deciso di esprimere per iscritto alla fine di "Agonia di una Fata e altri sfaceli" sono per me talmente significativi da decidere di riprodurli anche qui. Eccoli:
Ringrazio Paolo Zardi per avermi più volte esortato a riprendere in mano questo materiale così incandescente e doloroso.
Ringrazio Luisa Traina e Giacinta Moliterni per l’amorevole pazienza con cui lessero precedenti versioni, comunicandomi preziosi dubbi e costruttive perplessità.
Ringrazio Francesco Spinoglio per avermi indicato la nuova strada, bellicosa necessaria e ribelle, dell’autoproduzione.
Ringrazio Alice Pezzoli per il progetto grafico del gabbiano blu.
Ringrazio ogni singola Lettrice e ogni singolo Lettore di questo Romanzo.