"Meglio Capitano della mia zattera di storie di carta che mozzo sul ponte di Achab"

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lunedì 9 maggio 2016

Alessandro Vietti - REAL MARS


Di Alessandro Vietti (ingegnere genovese, blogger sopraffino, appassionato di Science Fiction, di astronomia in generale e del pianeta Marte in particolare, e soprattutto di buoni libri) avevo letto con grande piacere il romanzo Cyberworld (Editrice Nord), impressionante per visionarietà e per ricchezza di invenzioni, e il geniale racconto Emocrazia, facente parte di un’antologia intitolata “Sinistre presenze” (Bietti).
Ottime prove, che già rivelavano una fantasia sfrenata accompagnata da una matura e lucida padronanza della scrittura. 
Ma Real Mars è qualcosa di più: è il libro della sua vita. E si vede. Si sente. Si percepisce. E si gode. Real Mars è un romanzo cesellato e rifinito con quel cocktail di dedizione, accuratezza e professionalità intelligente senza cui non si hanno libri, ma carta da macero (o da classifica italiota…) 
È un romanzo ora divertentissimo ora inquietante, ora perfido ora tragico, che sa unire fantascienza e distopia sociale (si parla di un’umanità completamente soggiogata dalla televisione – vi ricorda qualcosa? – e dall’ennesimo reality, che però non è un reality qualsiasi, avendo per oggetto nientemeno che un viaggio su Marte) e Vietti ci serve il tutto condito da un’ironia al vetriolo che oserei quasi definire… zioscribesca!
Lo stile dell’autore si nutre di similitudini vivide e brillanti («come tonni davanti a una funivia», «con l’entusiasmo di un bambino alla sua prima supposta», «la sua anima si è svuotata come la cassetta di uno sciacquone», «la voce come un capello sul punto di spezzarsi»…), e se un minuscolo difetto si può trovare è che in certi punti eccede un poco in saturazione, sicché le immagini più deboli rischiano di soffocare quelle più felici. Ma è un rischio soltanto sfiorato: il testo scorre che è una meraviglia, e sembra già prontissimo per diventare un bel film.
Della trama non vi anticipo nulla che vada oltre il primo giorno (dei ben due anni e mezzo previsti fra andata, permanenza e ritorno), quando la missione dei quattro astronauti (due uomini e due donne, c’è anche un italiano) parte sotto auspici che non potevano essere peggiori: nella diretta da uno studio televisivo grondante cosce, silicone, applausi scroscianti e pubblicità demenziale una famosa veggente chiamata Madame (che in realtà è un pingue trans malriuscito con le tette pelose) si sente male dopo aver visto la carta della Morte, e negli ultimi rantoli con bava alla bocca prima di salire in ambulanza evoca il pericolo rappresentato da un quinto membro dell’equipaggio, fantomatico e terrificante. 
Qui mi fermo (aggiungo soltanto che è una lettura gradevole, piena di sorprese, e ben scandita da incalzanti capitoli brevi, come si conviene a una Narrativa agile, moderna, mai noiosa), e mi limito a sottoscrivere l’esortazione della (bella) copertina: “Mettiti comodo. Entra nella Storia”.
Mentre la mia esortazione agli indecisi, ai pigri e ai tirchiacci è la stessa di sempre: non fatemi incazzare.
Parola di Scriba.

[Potete chiedere il romanzo al vostro libraio di fiducia, oppure ordinarlo direttamente cliccando QUI. 
Disponibile anche in versione ebook.]



24 commenti:

  1. Caro Nicola, sono qui per augurarti una buona settimana.
    Tomaso

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  2. Umpf. Sono corso a comprarlo dopo la tua esortazione e adesso mi chiedo: ma come faccio a scegliere tra Zio Scriba e il Marziano?

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    1. Potrebbe uscirne uno splendido cocktail: l'ironia del Grande Marziano è davvero molto zioscribesca, e il mio Corradino-Konrad è "Alieno" come più non si potrebbe... :-))
      [Sarebbe un po' come scegliere tra le fragole e la panna montata: la risposta è "tutte e due"!]

      p.s. fammi poi sapere le tue impressioni: ci tengo davvero molto a veder contenti i miei Lettori, sia come scrittore che come consigliere. :)

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    2. Mica posso far paragoni tra voi due, tranne notare un uso molto simile dell'ironia, appunto. Ovvio che tutti e due figurate bene sulla mia libreria, ci mancherebbe. Sembrate essere in sintonia, comunque, sul modo immediato, agile e molto espressivo di usare la lingua italiana; vi siete influenzati l'un l'altro o è una pura coincidenza?

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    3. Nessun problema, figurati. L'ho interpretato solo come un "Ho comprato entrambi i vostri libri, e adesso quale leggo prima?", e ci ho scherzato sopra.
      Forti influenze dirette le escludo: ci siamo conosciuti dopo che ognuno aveva già trovato la propria voce, o comunque iniziato a usarla e svilupparla... :)
      Buona lettura!

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    4. L'avevo capito, ovviamente. È solo che dovrei usare un po' di faccine nei commenti - sapessi quanto mi stanno sul gozzo le faccine: fanno troppo bimbominkia. Qualche volta le uso, ma non mi vengono automatiche; per questo il mio commento sopra non suonava abbastanza scherzoso... bah, forse sono troppo vecchio stile, chissà.

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    5. Eh, grosso problema il bimbominkismo… Figurati che ho finito col rinunciare a chiamare il blog “Il linkazzo del skritore” (che era un omaggio al mio giornalino clandestino liceale “L’Inkazzo Periodiko”, nato in un periodo in cui le kappa – scherzosamente – le usavo in pratica solo io!) perché ogni tanto si affacciava qualche pirlotto delusissimo dal mio scrivere “normale” (normale si fa per dire, visto che se c’è uno che si diverte col linguaggio sono proprio io…)
      “Hey, ma non usi abbastanza kappa!” mi rimproveravano questi pirlotti… (Inutile dire che non scrivevano “non”, bensì l’odiosissimo “nn”)
      Le faccine, invece (che uso rigorosamente solo nei botta e risposta qui o su Fb) le trovo parecchio divertenti, ma è ovvio che sono scelte personali. Anche perché poi sono soltanto un gioco e non significano proprio nulla: se uno è scherzoso o ironico di solito lo si capisce comunque, mentre alcuni fra i più odiosi troll visti spuntare da queste parti avevano l’abitudine di scrivere cose acidissime, cattivissime e stronzissime, e poi piazzarci in fondo le faccine sorridenti, che a quel punto suonavano solo come delle emerite prese per i fondelli…

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    6. È un pekato... ahem, un peccato: mi manca lo skritore.

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    7. peccato davvero per il vecchio nome del blog che amavo molto.

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    8. Potrei sempre ripensarci... :-))))
      Magari metto su un sondaggio (anni fa lo feci per il colore dello sfondo, che era nero, ed è diventato bianco per scelta dei Lettori... :D)

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  3. No, ca$$$o, Dum, non mi puoi fregare così le battute!
    (Per chi segue anche il suo blog: io sono uno degli amici che a volte gli danno lo spunto.)

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    1. eheh... il mitico blog "Mazzate a 360°"...
      voi due sì che vi somigliate: dovete essere come minimo parenti MOLTO stretti... ;)

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    2. Siamo grandi amici, e molto in sintonia.

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  4. Va bene annoto nella mia lista il libro che ci consigli, ma allo se non dovesse piacermi lo stronco!
    ahahah sto scherzando...

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    1. Figurati, confrontare le impressioni è sempre una cosa bella (è successo con un Richler d'annata, di non trovarci in sintonia) ma in questo caso sono abbastanza sicuro che ti piacerà. Fammi poi sapere! :)
      Un bacione.

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  5. Mi fido di te, e andrò presto a cercarlo in libreria ..

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    1. Fiducia ben riposta! (Tanto per assestare il solito calcio in culo alla falsa modestia... :D)
      Ciao grande Ally!

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  6. ho ribloggato la tua recensione di questo libro qui:
    http://www.labottegadelbarbieri.org/

    per stasera alle 22, mi dai il permesso?

    ciao f.

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    1. Certo che sì: fai solo piacere sia e me che all'autore. Grazie!

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    2. ecco:

      http://www.labottegadelbarbieri.org/real-mars-alessandro-vietti/

      ciao

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