Che cosa succede: ogni tanto salta fuori qualche stronzo che fa fatica a pagare. E allora che cosa succede. Il discorso, è questo: si cerca con le buone di convincere quella testa di cazzo. Magari lo si sbatte leggermente per la testa contro il muro. Così vede la differenza. Il muro è più duro della testa. E io sono più duro di lui. Andasse affanculo. Che cosa succede. Mica te l’ho detto io di venire a chiedermi dei soldi in prestito. Sono venuto io a cercarti e a implorare tieni questi cazzo di soldi che a me mi cascano dal tavolo? Nossignore. Noccazzone. Non ero io quello che implorava. Proprio per niente. E allora che cosa succede: tra persone civili, il discorso è questo, tra persone civili i soldi si ridanno indietro. Dice gli interessi sono troppo alti. E allora che cosa succede. Vallo a chiedere alla banca il prestito. Perché che cosa succede. Il discorso è questo: se vieni a chiedere i soldi a me o è perché ti servono per qualcosa di sporco o perché agli strozzini della banca non offri abbastanza garanzie. Cara testa di cazzo. E allora che cosa succede. Che io mi accollo dei rischi. È questo il discorso. Che mi accollo dei rischi. Per la tua bella testolina di cazzo. Egregio pirla. E allora. Che cosa succede: è ovvio che gli interessi che ti chiedo sono un pochettino più alti. Ma i soldi puoi darmeli un poco alla volta. In scomode rate. Che cosa succede. Che ti si viene incontro. Non siamo mica qui a strozzare la gente. Ma ogni tanto se ne sbuca fuori uno più stronzo degli altri. Che vuole fare il furbo. Che si crede più furbo. Che fa fatica a pagare. E allora che cosa succede. Il discorso, è questo. Lo si sbatte per la testa contro il muro. E il muro è duro. La testa, meno. Come adesso questo Gabriele del cazzo. Che cosa succede. Sei un giocatore? Sei un disgraziato? Sei un perdente? Noo?! Dici che hai sempre vinto e questo è solo un maledettissimo periodaccio nero? Un momento no? Benissimo! Che cosa succede. Te li presto io i soldi per superare il momento no. Ventimila euro ti ho prestato. Ma poi che cosa succede. Il discorso, è questo. Che cosa succede. Che i soldi tu me li devi ridare. Non sono cazzi miei di come li guadagni. Se ricominci a vincere al gioco o ti trovi due mignotte da sfruttare o ti rapini un ufficio postale o vai a sgobbare giù in miniera che magari ti fa bene. Ma tu i miei soldi me li devi ridare. I patti li devi rispettare. Il debito lo devi onorare. Gli interessi me li devi pagare. Orco d'io.
Dice ma l’interesse è un pochino troppo alto. Sto Gabriele del cazzo. Andasse affanculo. Che cosa succede. Il discorso, è questo: dice che ha fatto due conti e l’interesse è venuto fuori che è del millequattrocento percento. Che cazzo ne so. Mica sono un contabile. Che cosa succede. Prima di tutto, potevi farli meglio prima i tuoi conti. I patti erano chiari. Ma questo Gabriele del cazzo dice i tuoi soldi te li ho ridati, te ne ho ridati trentaduemila dunque gli interessi sono pagati e strapagati. Un beato cazzo. Lo decido io quando sono pagati. Che cosa succede. Tu ancora non mi conosci. Cosa dice qui? Dice che adesso dopo un anno mi devi ventotto milioni di euro. La matematica non è un’opinione. E adesso la tua stronza vita è mia. Neppure questa è un’opinione. E allora che cosa succede. Che questo Gabriele del cazzo dice a ‘sto punto non ti pago più. E non si fa mai trovare. E fa ogni volta una strada diversa. E non esce e rientra mai alla stessa ora. E se lo becchi in casa non ti apre. Insomma non vuole più pagare, questo Gabriele del cazzo. E allora che cosa succede? Non succede un cazzo. Lo sbatto per la testa contro il muro. E dopo paga. E se ancora non paga, il discorso è questo: gli faccio mettere a soqquadro l’appartamento da certa gente che conosco. Non paghi ancora? Non c’è problema. Ti vengo incontro. Ti spezzo un braccio. Il discorso, è questo. E ringrazia che hai trovato a Lo Surdo. Che ha tanta pazienza e sa aspettare.
Ciao Nick,
RispondiEliminaSolo un commento, a conferma di quanto da te affermato in un'intervista: vero, sei padrone indiscusso di linguaggi multiformi che calzano a meraviglia alla galleria infinita dei tuoi personaggi.
E' un vero privilegio l'accesso a questa piattaforma e poter leggere "in anteprima" i tuoi libri.
Giorni fa ho scoperto il blog di un famoso scrittore, che non sto a nominare. Mi sono detto: "Toh, che bello, un altro che ha la generosità di mettere in rete gratis le sue cose, che ha il coraggio di far leggere delle prime stesure senza il terrore che poi, dopo un eventuale editing, appaiano del tutto stravolte, diventino un'altra cosa..."
EliminaNaturalmente mi sbagliavo: su quel blog c'erano solo note da ufficio stampa...
Io a queste anteprime non rinuncerò mai... :)
Perbacco!.
RispondiEliminaA leggere tutto d'un fiato ti manca quasi il respiro.
E poi magari che cosa succede te lo chiedi da solo.
Ciao Nico' stammi bene,
aldo.
Il discorso, è questo (direbbe l'assurdo Lo Surdo): stammi bene pure tu, mio carissimo amico!
EliminaUn abbraccio.
Caro Nicola, lo sai che non leggo tanto, ma questo me lo ho lette in un baleno, come se fossi in apnea
RispondiEliminaGrazie di esserci sempre con delle vere tue interviste. io posso solo dire che se tutti provassimo a fare un esame di coscienza qualcuno ne avrebbe molti vantaggi.
Ciao e buona giornata amico.
Tomaso
Ti ringrazio: il fatto che questo pezzo, per quanto grottesco e paradossale, ti sembri vero (e infatti è assai verosimile, comprese le cifre che ho ricavato da articoli di giornale) mi lusinga assai.
EliminaBuona giornata anche a te, carissimo.
Però... Questo usuraio non ha tutti i torti. L'ho capito dopo il bestemmione autocensurato.
RispondiEliminaBel monologo :)
Però... Questo usuraio non ha tutti i torti. L'ho capito dopo il bestemmione autocensurato.
RispondiEliminaBel monologo :)
Sì, però, da ventimila euro a ventotto milioni... :)
EliminaDiciamo che in questo contesto l'"orco d'io" non è tanto autocensura, quanto possiede un doppio significato: far capire, con la mia solita impertinenza, che certa gente commette errori di grammatica anche quando pensa; ma soprattutto un sacrosanto significato di (involontaria) autocritica: uno che applica simili interessi non può non sentirsi, magari inconsciamente, porco. :)
da stronzo criticone quale sono, mi piacerebbe romperti le scatole su questo o quel particolare che non mi convince.
EliminaNon ne ho ancora trovati :D
Bravo Nicola, bravo davvero.
Quasi arrossisco... ma per fortuna sul web non si vede... :)
EliminaGrazie!
Quando si dice gli amici. Gente che ti vuole bene, e quando sei in difficoltà di imprestano pure dei soldi. E si dimenticano di averlo fatto, proprio come questo brav'uomo. Assaggi di romanzi inediti: ottima idea, Zio!
RispondiEliminaDirei che anche tu te ne intendi abbastanza (di assaggi di romanzi, non di strozzinaggio... :D)
EliminaCiao!
Meno male che hai specificato... devi sapere che imprestare impressionanti somme di denaro a tassi vergognosi é in realtà il mio primo mestiere. Del secondo concedo solo assaggi :)
EliminaNon ci sono più gli strozzini di una volta, quelli che, prestati i soldi manco più li chiedevano indietro. Quando potevi li restituivi, senza fretta, che loro nel frattempo come interesse si fottevano tua moglie, i tuoi figli (e la parità la mettevano già in pratica, senza fare distinzioni di sesso) e, via via che non pagavi, pure i nipoti.
RispondiEliminaQuanto alle banche, per un prestito da meno di 20.000 euri, non esitano a pignorarti una casa da ducentomila o cinchicentomila, con la speranza che tu non riesca a pagare. Alla luce del sole, e se gli offri in cambio mogli figli nipoti ti sputacchiano in un occhio.
Ciao, zio, stammi bene.
Brutta gente davvero...
EliminaLa fortuna del mio protagonista, nella sfortuna, è di essere completamente solo al mondo: neanche una cugina di ottavo grado che rischi di pagare al posto suo...
" La tua stronza vita è mia"
RispondiEliminaMi piace, mi piace proprio.
Certo, detto da uno strozzino fa' paura.
Ma quanto mi piacerebbe dirlo a qualcuno che so io.........
Credo che ti citerò!
Ti abbraccio mio caro:)))
Personalmente la trovo comunque una brutta frase, da dire... quindi la regalo più che volentieri... fanne un uso moderato e ironico, mi raccomando... :)
EliminaUn grande abbraccio pure a te, carissima!
Che effetto fa creare così magistralmente un simile personaggio? Da quale cattiveria e aggressività sei andato ad attingere?
RispondiEliminaSì, lo so che tutti ne siamo ben dotati, ma mi incuriosisce comunque sapere se questo tipo di creazioni emerge maggiormente da un lavoro interiore, dall'osservazione dell'esterno o forse da entrambe le possibilità.
Questo pezzo mi ha ricordato molto quando facevo teatro e a volte da alcune improvvisazioni uscivano fuori delle cose davvero imprevedibili e sorprendenti.
Non so se possa essere qualcosa di simile...
Un abbraccio forte.
Teresa
C'è un po' tutto: lo sperimentare, l'accogliere, persino il riconoscere (anche a malincuore) in sé ogni vibrazione dell'esistere umano, comprese le peggiori, le più mostruose; l'osservazione della realtà che ci circonda; l'ascolto di personaggi (non necessariamente simili a quello poi messo in scena) veramente incontrati, del loro eloquio e dei loro tic verbali; la lettura di molti fratelli (o padri) scrittori; e poi il gusto, il divertimento di prendere tutta questa plastilina fusa colorata per modellare cose da far leggere agli altri. Ovviamente aggiungendoci un minimo di tocco magico, di "stoffa" naturale. Perché il discorso finale rimane sempre lo stesso: se pensassi di scrivere male, smetterei immediatamente (o meglio, scriverei solo per me stesso) e nella vita farei altro.
EliminaTi abbraccio forte anch'io, carissima!
Beh, non so come ma si è aperto. Non so nemmeno come ho fatto, ma volevo solo dire, che racconti come questo fanno bene a chi li legge, perché questo è il tuo stile, che a me piace un sacco. Proprio perché non è il mio, e non potrei mai scrivere con questa conseguenza logica come fai tu.
RispondiEliminaMo non so penso che tu hai capito quello che volevo dire. Lo hai capito? E allora me lo spieghi?
Ciao Nik, sei in formissima.
eheh... ti spiego quello che ho VOLUTO capire... :) Che la mia scrittura fa bene a chi la legge, anche quando si misura con substrati di miseria & crudeltà. :D
EliminaGrazie Enzo, e ciao!
Tremendo il linguaggio - e il ruolo - dell'usuraio, che tu hai reso in modo superbo. Quale dramma della società, come ci dicono sin troppe cronache.
RispondiEliminaTragedia enorme, anche perché si moltiplicano le cause di rovina che spingono le vittime a cercare questi carnefici. Non bastavano la crisi e le imprese in difficoltà, adesso ci si mette pure il dilagare del gioco d'azzardo... (e lo dice uno che ama il gioco, se praticato con intelligenza e senso dei limiti)
EliminaMa sono una specie a parte, come i becchini.Ecco, puzzano di carne morta.Sono così come li dipingi in maniera inesorabile.,immersi in questa loro logica di merda. Ciao carissimo.
RispondiEliminaSono infimi. Non mi riesce di scorgere molto di più basso, nella scala sociale dell'essere umano (vi sono di certo crimini peggiori, ma quasi sempre provocati da malattia mentale. Questa feccia invece è lucidissima, e spietatamente "sana").
Eliminafelicissimo di rivedere gli assaggi di romanzi inediti, se devo essere sincero mi mancavano un po'...anche perché non si rimane mai delusi!
RispondiEliminaPotrei dilungarmi a disquisire sul fortissimo sentimento di aridità\crudezza che ho percepito, ma rileggendolo un paio di volte, c'è una cifra che mi ha colpito più di tutte; ventotto milioni di euro. Direi che racchiude tutta la "cifra" del racconto\assaggio :)
La cosa davvero incredibile è che il rapporto ventimila-ventotto milioni l'ho ricavato con assoluta esattezza da un ritaglio di giornale sull'argomento!
Eliminafa male come un pugno nello stomaco
RispondiEliminaÈ vero. Anche se certi politici e industriali a proposito dei quali avevo appena commentato da te, a loro volta non scherzano.
EliminaUn abbraccio, carissima!
Orcopio! Leggendo mi son scoperta dar ragione al all'..orco strozzone. Mi hai così convinto che mi sembrava avesse ragioneee!!!!! La storia è questa. Hai un dono : sei bravo e il tuo successo arriverà presto e diventerai famoso eio mi gonfierò come una tacchina quando potrò dire : "Lo conosco ed è mio amico!"
RispondiEliminaUn abbraccio fortissimo con un grande IN BOCCA AL LUPO!
Ti ringrazio per gli auspici di successo... :)
EliminaIo in verità mi vedo più (al massimo) come un outsider con 5.000 lettori affezionati, o giù di lì. Fossero tutti come te, e come certi altri e altre che bazzicano qui, sarebbe già così un Sogno Meraviglioso!
Ti abbraccio anch'io con tanto affetto!
Molto bello, Nick. Ti è bastato solo un refrain per caratterizzare l'elemento (... che non merita neanche un numero atomico ).
RispondiEliminaBacio e grazie!
Sì, la povertà (non sotto l'aspetto economico ma, come spesso accade, sotto tutti gli altri) e l'ottusità dell'elemento indirizzavano verso una sua caratterizzazione a base di pochi e debordanti tic verbali. Una curiosità: conobbi davvero un tizio che ripeteva "che cosa succede" ogni cinque secondi e sempre a sproposito. La cosa comicissima fu che proprio l'unica volta in cui il "che cosa succede" era giustificato dalla sua narrazione, costui prese tutti di sorpresa rispondendosi e autocriticandosi da solo: "Non succede un cazzo"... :D
EliminaMa poi il "che cosa succede" ci starebbe benissimo anche come titolo o commento degli assurdi tempi nostri, laconico e disarmato.
Bacio, e grazie a te!
Anche il mio precedente del precedente medico di base durante la famosa gestione Garavaglia del Ministero della Sanità che aveva introdotto autocertificazione sul reddito ai fini dell'esenzione dai ticket e che se eri di lavoro dipendente ti pagavi tutto il costo degli esami fino a 70.000lire per richiesta se questi superavano in totale la somma citata e che la stronza di medico invece di inserirmi i più costosi nei primi otto della prima richiesta e quelli di poche lire nella seconda, faceva l'incontrario, la stronza, e mi diceva proprio come l'usuraio: "che ne so, non sono una contabile, sono un medico" Medico del c...o che mi ha fatto vedere i sorci verdi con la sua competenza clinica e mi ha fatto pagare tutto il massimo che poteva farmi pagare con chiara testimonianza delle signorine del cup che al tempo non era ancora istituito e si andava a fare una coda di ore nel centro prenotazione di quartiere. So che non c'entra niente con la malvagità degli usurai, ma c'entra con la mia voglia di spaccarle i denti prendendole la capigliatura fluente riflessata e tirandola addosso alla scrivania dell' ambulatorio del c...o, sbattendole il viso e i denti fino a romperglieli per benino con gioa dei sui colleghi aggiustadenti e aggiustasettinasali. Ma...prima di farle questo ho cambiato medico, insomma l'ho graziata, tanto era così stupida che non avrebbe mai potuto risarcirmi seppur moralmente.
RispondiEliminaL'autocertificazione di non superamento del tetto se la facevano le signore, mogli puttane dei titolari di impresa artigiana bardate di pelliccia e colbacco di volpe e tutto il resto dell'armamentario, che non si vergognavano, le ladre, loro e i loro c...i di mariti stronzi. Che erano quelli che evadevano e con i soldi del nero facevano gli sbruffoni...eh, me li ricordo quei tempi in cui spendevo milioni di lire fra ticket parcelle di medici specialistici e farmaci e loro si facevano curare gratis tante fisime e le cure termali ecc. ecc.
Ciao Zio carissimo
Nou
Ciao carissima!
EliminaNon ti facevo così battagliera, ma è d'altra parte vero che certa gente farebbe perdere la pazienza anche ai santi... :)
E poi, se il mio pezzo ti ha aiutata a sfogarti, ciò non fa che confermare le virtù terapeutiche (e in questo caso senza ticket... :D) della letteratura...
Un abbraccione, cara amica!
Tutte cose passate, e rileggendo, anch'io non mi facevo così arrabbiata. Ieri ho passato una pessima giornata, in effetti! Pessima per motivi personali e anche per le novità politiche del c.... ché non c'è fine.
EliminaGuai, se non ci fosse la letteratura.
:)))
Baci Nou.
P.S.: Sono battagliera a ragion veduta. Lo so che non lo sembro difatti i contendenti rimangono spiazzati.
Già, guai: senza letteratura (ma anche senza cinema, senza musica, senza Arte in generale) non so proprio dire dove sarei finito, ma posso immaginarlo, rabbrividendone...
EliminaBaci pure a te! :)
Non so perchè, mi ha ricordato la figura dell'usuraio di "amici miei" quello interpretato da Paolo Stoppa. La tua è un pò più forte ma nei ragionamenti che, inevitabilmente non fanno una piega, gli assomiglia tanto. Bel pezzo, ciao
RispondiEliminaMeravigliosa e sacrosanta la punizione-vendetta che subisce il personaggio di Stoppa (attore sopraffino) in quel film indimenticabile.
EliminaGrazie, e ciao!
Et voilà. Mi son pappato il Secondogenito del nostro biondino. L’ho mandato giù alternando orgasmi di letizia, dolore, sgomento, malinconia, meraviglia, orrore, tristezza, ammirazione. Talvolta immergendomi nella quasi abbacinante profondità di alcuni passaggi, altre volte ridacchiando di gusto, come fu per il Tondelli… L’atmosfera famigliare Fantiana (a me cara) anche se proposta in salsa Kinghiana senza l’Horror, mi avvolgeva. E che dire degli echi Joyciani delle atroci pagine Deroppiane & Affini. Pensavo a volte al grande Curzio Malaparte, per il fastoso fraseggio, anche se quella maniera biondesco-intertriste di slittare dal tono informale ai lazzi e frizzi del suo spumeggiante neolo-pezzoliani-gismo mi rimandava al mio caro Beppe Fenoglio. Ma lasciamo perdere gli altri scrittori. Ché questo buffoncello di un biondino assomiglia solo a se medesimo in persona. È una lingua senza parentele nel panorama italico. Questo non fa di lui necessariamente il miglior narratore dello Stivale (che quello è pefforza e senzalcunDUBBIO il mio amico fraterno Giovannino Vien dal Monte - soprattutto per i suoi INEDITI) ma di certo il nostro biondino è uno Diverso (non solo perché per lui la mamma chiappona di Federico e Federico pari sono…)
RispondiEliminaLa Delusione: la scoperta della Biblioteca dei Taccuini era così bella che ho sperato tanto fosse una svolta magica della storia, e all’inizio ci ho creduto fortemente. Quando ho intuito che doveva essere un sogno mi è crollato il mondo (non esageriamo, diciamo: il libro) addosso. Poi la Delusione è passata, abbastanza velocemente.
La Delusioncina: la storia gotico-fantascientifica alla Edgar Allan Asimov (…) sulle smagliature temporali volevo leggerla per intero: il racconto nel racconto ha sempre il suo fascino!
Posso solo aggiungere che per due o tre mattine mi sono risvegliato con l’ansia di continuare la lettura. Mi capita raramente di leggere qualche pagina appena sveglio. Di vedere il libro sul comodino e pensare che bella fortuna che si trovi proprio qui e non in un altro posto qualunque nel mondo (o magari tra i Superuomini evoluti di qualche Shindar9 o che so io, dove i libri Neo non sono meno importanti dei Mondadori) E adesso è sullo scaffale, tra Pavese e Pirandello.
L'Amico SenzaNome di Giovannino Vien dal Monte
Ben raramente (per non dire MAI) uno scrittore riceve parole così profondamente BELLE dai suoi lettori e dai suoi colleghi, come sta capitando a me negli ultimi tempi. Così belle che non posso cancellarle neppure quando rischiano (come nel tuo accenno alla Biblioteca) di anticipare o svelare qualcosa della trama...
EliminaUn commento così bello che qualche persona in malafede potrebbe sospettare me lo sia scritto da solo. Ma io so che esisti, e ne sono contento, al punto da concederti una dispensa speciale di Perdono per la juventinità... :D
Che altro dirti, se non Grazie?
Grazie è proprio quello che un autore NON deve mai dire. non ti ho impacchettato un regalo. uno scrittore incassa. casomai, in caso di eccesso di stroncatura, può parare i colpi, e rispondere, per legittima difesa.
RispondiEliminaPardon per la Biblioteca! il commentuccio m'è uscito così com'è dal corazon, in quel momento non pensavo di svelare qualcosa di troppo. anche perché qui dentro mi sembra di scrivere tra vecchi amici tuoi che di te sanno tutto, e così...
senti un po', ma... (no, questa te la chiedo in privato, ho imparato la lezione...)
Sì, quell'altra cosa sulla trama hai fatto benissimo a chiedermela in privato (ti ho appena risposto... :D)
EliminaQuanto al ringraziare, forse fa parte delle tante piccole cose che mi diversificano da certi spocchiosi colleghi. Come ad esempio l'essere già lì presente (a meno di cause di forza maggiore) mezz'ora prima delle presentazioni, a salutare e abbracciare chi arriva, invece di ritardare quaranta minuti di proposito come certe superstar dei miei stivaloni (ero indeciso fra stivali e coglioni, e mi è uscito stivaloni... :D)