
RATTOCRAZIA
Leggo di questa assurda idiozia che prende sempre più piede (come del resto TUTTE le idiozie, che paiono godere di corsie preferenziali…): l’ipotesi di far “pesare di più” i voti di chi è giovane e di chi fa un maggior numero di figli. Sempre nell’ottica, sempre sulla scia cretina e demente, di considerare valori positivi e irrinunciabili la cosiddetta crescita, il cosiddetto sviluppo, e la deflagrazione demografica destinata a spazzarci via tutti quanti (e mi riferisco alla funesta tendenza planetaria – non vuol essere, la mia, una sparata contro chi ha due o tre figli, quelli magari vorrei averli pure io: sono solo contro la glorificazione del riproduzionismo, l’apologia della proliferazione, l’arroganza panteganesca del “fate largo e me perché ho tanti bebè”…)
Non sono mai stato per la gerontocrazia, e mi scappa da ridere quando mi si dice che un vecchio è per forza un saggio, ma l’idea che il voto di uno zoticone semianalfabeta, di un coniglio affollamondo che a vent’anni ha già fatto cinque figli dovrebbe contare più di quello di un artista-scienziato-filosofo sessantenne celibe è così stolta e ripugnante, così gravida di putrida imbecillità, che non mi verrebbe neanche da chiamarla “idea”.
Semmai, mi sembra ovvio che dovrebbe essere L’OPPOSTO. Se proprio dobbiamo sconfessare la regola “una testa, un voto”, non dovremmo dare più peso alle teste pensanti, cioè più intelligenti (a patto di poterle riconoscere e misurare, cosa che non sarà mai possibile, il che forse è una fortuna, in un contesto in cui intelligenti è meglio esserlo di nascosto…) che non a lobotomizzate teste di minchia piene solo di testosterone e di televisione, ma con tanti bei muscoloni per lavorare e bei cazzoni per ingravidare?
L’imbecillità ha già abbastanza peso e fa già abbastanza danni, in democrazia, proprio perché i figli degli imbecilli saranno, un domani, imbecilli che votano. Vogliamo aumentare il danno facendoli già ragliare dal seggiolone, dalla culla? O vogliamo far passare la mentalità beota secondo cui chi fa meno figli è meno responsabile, e chi non ne fa per nulla è un irresponsabile, o un egoista cui non sta a cuore il futuro dell’umanità? Magari al sessantenne celibe il futuro sta a cuore semplicemente perché è altruista, o illuminato, o perché è un buddista che pensa di tornare a nascere, o ancora (per rimanere a questi discutibili moventi “di sangue”) perché ha dei fratelli che han messo al mondo dei nipotini che adora… Per non parlare del fatto che il saggio sessantenne celibe potrebbe essere portatore di un punto di vista più empatico-terrestre, e quindi più responsabilmente proiettato sul futuro collettivo, mentre tanti “bravi” genitori gretti e bigotti non vedono un centimetro più in là delle immediate ed egoistiche esigenze del proprio ristretto clan, e poco gli importerebbe di far vivere nove decimi di umanità ancor più a mollo nella povertà, nella fame, nell’inquinamento e nella schiavitù di quanto non ci vivano adesso, se questo favorisse il benessere materiale dei kompetitivi mostriciattoli che hanno scodellato (magari senza volerlo, perché la contraccezione “è peccato”…) E stronzi simili dovrebbero ipotecare il futuro di tutti, solo perché producono e si riproducono? Quale sarebbe il nuovo slogan: “Una testa, un vuoto”? “Il voto è in sé gretto?”
Ma se tu facessi la proposta (anche solo provocatoria) di premiare l’intelligenza verresti liquidato come elitario, radical-chic, razzista borghese o addirittura nazista. Mentre se fai quella di premiare la giovinezza (“Giovinezza”, vi ricorda qualcosa?) e la prolificità (tanti figli alla cagnA patriA, anche questa non mi è nuova…) passi per Giusto e moderno!
Già, l’intelligenza. Come diceva, l’immenso Arthur Bloch?
“La somma dell’intelligenza sulla Terra è costante.
La popolazione è in aumento”.
Le mie più sentite condoglianze.
Non sono mai stato per la gerontocrazia, e mi scappa da ridere quando mi si dice che un vecchio è per forza un saggio, ma l’idea che il voto di uno zoticone semianalfabeta, di un coniglio affollamondo che a vent’anni ha già fatto cinque figli dovrebbe contare più di quello di un artista-scienziato-filosofo sessantenne celibe è così stolta e ripugnante, così gravida di putrida imbecillità, che non mi verrebbe neanche da chiamarla “idea”.
Semmai, mi sembra ovvio che dovrebbe essere L’OPPOSTO. Se proprio dobbiamo sconfessare la regola “una testa, un voto”, non dovremmo dare più peso alle teste pensanti, cioè più intelligenti (a patto di poterle riconoscere e misurare, cosa che non sarà mai possibile, il che forse è una fortuna, in un contesto in cui intelligenti è meglio esserlo di nascosto…) che non a lobotomizzate teste di minchia piene solo di testosterone e di televisione, ma con tanti bei muscoloni per lavorare e bei cazzoni per ingravidare?
L’imbecillità ha già abbastanza peso e fa già abbastanza danni, in democrazia, proprio perché i figli degli imbecilli saranno, un domani, imbecilli che votano. Vogliamo aumentare il danno facendoli già ragliare dal seggiolone, dalla culla? O vogliamo far passare la mentalità beota secondo cui chi fa meno figli è meno responsabile, e chi non ne fa per nulla è un irresponsabile, o un egoista cui non sta a cuore il futuro dell’umanità? Magari al sessantenne celibe il futuro sta a cuore semplicemente perché è altruista, o illuminato, o perché è un buddista che pensa di tornare a nascere, o ancora (per rimanere a questi discutibili moventi “di sangue”) perché ha dei fratelli che han messo al mondo dei nipotini che adora… Per non parlare del fatto che il saggio sessantenne celibe potrebbe essere portatore di un punto di vista più empatico-terrestre, e quindi più responsabilmente proiettato sul futuro collettivo, mentre tanti “bravi” genitori gretti e bigotti non vedono un centimetro più in là delle immediate ed egoistiche esigenze del proprio ristretto clan, e poco gli importerebbe di far vivere nove decimi di umanità ancor più a mollo nella povertà, nella fame, nell’inquinamento e nella schiavitù di quanto non ci vivano adesso, se questo favorisse il benessere materiale dei kompetitivi mostriciattoli che hanno scodellato (magari senza volerlo, perché la contraccezione “è peccato”…) E stronzi simili dovrebbero ipotecare il futuro di tutti, solo perché producono e si riproducono? Quale sarebbe il nuovo slogan: “Una testa, un vuoto”? “Il voto è in sé gretto?”
Ma se tu facessi la proposta (anche solo provocatoria) di premiare l’intelligenza verresti liquidato come elitario, radical-chic, razzista borghese o addirittura nazista. Mentre se fai quella di premiare la giovinezza (“Giovinezza”, vi ricorda qualcosa?) e la prolificità (tanti figli alla cagnA patriA, anche questa non mi è nuova…) passi per Giusto e moderno!
Già, l’intelligenza. Come diceva, l’immenso Arthur Bloch?
“La somma dell’intelligenza sulla Terra è costante.
La popolazione è in aumento”.
Le mie più sentite condoglianze.