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«Mi sono sognato cocomeri blu, melloni di polpa di cielo, e nu veliero che scivolava su nu mare lucente fatto no d'acqua ma di specchio».
Bovisa, periferia milanese, novembre 2007. Mattia è un ragazzino introverso che vuole bene solo alle tartarughe. I suoi giorni si trascinano uggiosi, fra una madre vuota e civettuola, il cui unico interesse è rappresentato dal reality La finestra sul porcile, al quale sogna di partecipare, un padre con trascorsi da boxeur – separato dalla moglie ma incombente – che vorrebbe fare di lui un vero uomo “chiavatore e pugile”, e i bulli del liceo che non lo lasciano in pace.
Una sera, in modo fortuito – Mattia siede sconsolato sul pianerottolo al terzo piano del palazzo in cui abita, tenendo fra le mani il corpo senza vita di Mordikai, la sua tartaruga acquatica – grazie a un ascensore chiuso male conosce Gabriele, un trentaseienne stranoide e solitario quanto lui, che per dargli conforto suggerisce di andare insieme a seppellire la tartaruga sotto un tappeto di viole nell’aiuola più bella della città. Nascerà così un’intensa amicizia, a dispetto della differenza d'età e del fatto di potersi vedere solo poche ore, il venerdì pomeriggio, nell’appartamento-ludoteca del Peter Pan Gabriele al quarto piano, fra giochi, dolciumi, musiche, misteriosi dvd di fantascienza, condivisione di progetti e di sogni a occhi aperti.
Gabriele è pieno di segreti. Si dedica all’assistenza di bambini malati terminali. Ma lo fa come volontario, per un rimborso spese che consente a malapena di pagarsi i mezzi pubblici per raggiungere la clinica fuori città, e coi giocattoli e i libri di fiabe che regala ai suoi piccoli amici ci va in perdita. Da vivere si guadagna col poker sui siti stranieri (illegali) e con le scommesse sul calcio. È un giocatore fortunato e abile, ma come accade a tutti i giocatori la rogna nera sta in agguato, e con essa il ricorso, rovinoso, agli strozzini. Né sarà questo l’unico guaio: Gabriele, sul piede di guerra contro lo scarso utilizzo di antidolorifici, da qualche tempo lenisce le sofferenze dei suoi malati somministrando di nascosto morfina per bocca. Ma verrà scoperto e cacciato in malo modo da quello che era il suo unico contatto col mondo degli altri (non che pure lì fossero rose e fiori, a causa di un’infermiera ostile e del minaccioso incombere di una lobby di clown).
Gabriele non è quello che si direbbe “un buon esempio” per il quindicenne Mattia: non lavora, gioca d’azzardo, traffica con la droga per quanto a fin di bene, e si vanta di essere un puttaniere sporadico. Ma gli orrendi genitori del ragazzino, di tutto questo, non sapranno mai nulla. Né ce ne sarà bisogno: per mettersi contro quell’idillio così insolito, e per loro – per chiunque? – sospetto, basterà molto meno: basterà scoprire l’incauto regalo di un braccialetto rosso come pegno d’amicizia.
Il padre, “ombra scimmiesca sui muri del mondo”, lo porterà via senza preavviso per fargli cambiare scuola e città, e iscriverlo d’ufficio alla nuova palestra che gestisce, sottraendolo a quelle che agli occhi suoi e della ex moglie sono le morbose attenzioni di uno squilibrato e di un pervertito.
Dal canto suo Gabriele, per sfuggire agli sgherri dello strozzino che si son fatti più violenti, sarà costretto a sparire e a rifugiarsi in un’infima pensione, così da rendere in apparenza impossibile il ricongiungimento. In apparenza, poiché a distanza di mesi, grazie all’aiuto del più improbabile dei personaggi – da cui nessuno si sarebbe aspettato niente di buono – i due riusciranno a ritrovarsi in circostanze fortunose e drammatiche, e a iniziare una fuga in treno verso il mare e verso una tragedia annunciata, in un finale movimentato e non certo avaro di colpi di scena, fra inseguitori che si moltiplicano, telegiornali sciacalli e sconvolgenti rivelazioni (la principale riguarderà la madre, divenuta “Pamela della Finestra sul porcile”).
Con questo nuovo romanzo, Nicola Pezzoli ha voluto sperimentare una narrazione a più voci, nel solco di Mentre morivo di William Faulkner. Ne scaturisce un coro multiforme in cui la freschezza gergale di Mattia, la dolcezza un po’ ingenua di Gabriele, e la poesia (mai retorica e scontata) dei pensieri dei ragazzini morituri vanno a cozzare contro la stupidità, banalità, avidità e violenza degli altri personaggi, producendo scintille e stridore, generando effetti di contrasto ora comici, ora drammatici, ora grotteschi.
Con una bella storia nella storia (una fra tante, perché questo è un autore pirotecnico che non lesina spunti): quella (vera) del “Beijoqueiro”, uno svitato baciatore compulsivo brasiliano il cui principale record non sono le migliaia di baci dati a sconosciuti, ma i ricoveri ospedalieri e le nottate in gattabuia con cui veniva ripagato per il suo imperdonabile affronto.
Vi ricordo che i link sottostanti non servono solo per l'eventuale acquisto, ma anche, volendo, per assaggiare gratuitamente i primi capitoli.
Lo sapevo, io, che non potevi adagiarti sugli allori dopo l'ultimo romanzo. Mo' 'spetta che lo ordino!
RispondiEliminaL'alloro lo uso per cucinare.
EliminaBuona lettura! :)
Accattato al volo (mi arriva mercoledì prossimo).
RispondiEliminaBuona lettura a me!
Buona lettura a te. E grazie.
EliminaSi può dire Auguri?
RispondiEliminaAd maiora semper, per quel tuo modo di farci vivere i pesi della vita con "pungente" leggerezza...
Puoi dire tutto quello che vuoi: le tue parole sono sempre così belle, e così sincere.
EliminaUn grande grande abbraccio, amica mia. E grazie di esserci.
Voglio sempre più bene al mio blogghettino, che ha appena compiuto DIECI ANNI. È uno dei pochi porti sicuri in cui posso ancora rifugiarmi durante la navigazione quando il mio scafo è danneggiato. Uno dei pochi luoghi liberi da intrusioni escrementizie e infestazioni nevrotizzanti di ogni tipo, specialmente quelle (odiosissime) che devi cliccare sulla croce per levartele di torno e nel frattempo slittano in basso a tradimento e ti fanno cliccare dove non vuoi, che non ho ancora capito come possa non finire in galera chi le vende e chi le usa, o come possano non aver deciso, tutti i naviganti in blocco, di boicottare senza pietà le aziende così veicolate, quali che siano.
RispondiEliminaHo troppo rispetto di questo blog medesimo e dei miei lettori per mettermi a sfornare un post sul “compleblog” (non giudico chi lo fa, sono io che la penso così e vale solo per me stesso), ma mi è venuta così, volevo dirvelo almeno in un commento che non leggerà quasi nessuno.
Grazie di cuore a chi ancora mi segue, premiando la mia fatica e la mia arte, la mia voglia di esprimermi onestamente per quello che sono. Grazie a tutti. E scusate se parlo troppo spesso dei miei libri. Sono tutta la mia vita. E ho la presunzione di continuare a pensare che potrebbero abbellire la vostra, anche se sono autoprodotti, più di tanta sottomerda che vi dicono di comprare. Ciao!
E invece ti faccio gli auguri: questo è un blog di un autore che conosco da troppo tempo. Perdonami se ho commentato il commento :-D
EliminaFaulkner è un maestro per me. Io sono più dalla parte di Hemingway, ma devo dirlo chiaramente I Rolling Stones stanno a Hemingway come i Beatles stanno a Faulkner
EliminaIntanto grazie per gli auguri al blog: il commento al commento è stato graditissimo. :)
EliminaHo letto più Hemingway di Faulkner, ma un libro geniale come "Mentre morivo" mi spinge a far pendere la bilancia proprio dalla parte di Faulkner (anche se nel mio file di schede di lettura, dove gli diedi 9-, a proposito di un passaggio del libro di estenuante lunghezza, scrivevo: "Ma dopo le indigeste, interminabili pagine centrali sull’attraversamento del guado, si sente disperatamente il bisogno che arrivi un Hemingway a dire: tentarono di guadare il fiume ma un tronco travolse il carro. Punto!")
Se poi devo tenere per buono anche il tuo parallelo musicale, non posso che dire: viva i Beatles (per me mille volte meglio degli Stones, anzi, semplicemente imparagonabili) e viva Faulkner!
Un abbraccio.
Aggiungo anch'io un commento al commento, semplicemente con un incoraggiamento: continua così, col blog e coi libri.
EliminaDanke. Non mancherò, promesso. :
EliminaArrivato in anticipo! Lo sto già divorando, ed è bellissimo. (Non che nutrissi dei dubbi, eh.)
RispondiEliminaMi fa piacere che tu dica "bello". C’è un gran bisogno di libri belli (che non vuol dire superficiali e ruffianamente “piacioni”, ma originali, toccanti, forti e intensi, e al contempo divertentissimi). Anche se oggi i libri belli interessano a 24 persone, fra cui te. Se questo romanzo l’avesse “scritto” una cosiddetta influencer, e s’intitolasse “Il culo un po’ rotto negli angoli” ne parlerebbero in tv, e dominerebbe le classifiche. Ma non sarebbe un libro bello. Quindi chi se ne frega.
EliminaGrazie di esserci.
Bravo zio, vado!!!
RispondiEliminaGrazie magico Ernest.
EliminaChe i miei Angeli siano con te! :)
Come non comprarlo!
RispondiElimina"LA CAMPAGNA PLAXXEN" mi ha divertita e commossa.
Mi piace questa tua alacrità.
Cri
Credo che questo sia ancora più commovente e ancora più divertente, ma mi dirai poi tu.
EliminaGrazie di esserci, Cristiana, meravigliosa come lo sono i miei lettori, pochi, ma tutti di serie A.
Un abbraccio grande.
I miei complimenti per la tua nuova opera.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Danke. :)
EliminaTi ringrazio della visita e della segnalazione, sai che ci tengo.
RispondiEliminaAppena l'avrò letto passo a trovarti nuovamente per dirti le mie impressioni, ma sono sicura che mi piacerà molto;-)
Un saluto, ciao zio!
Se ci fossero i cuoricini come su Fb te ne piazzerei qui tre o quattro, ma in effetti non ce n'è mica bisogno, sono più che sottintesi.
EliminaBuona lettura, e attendo notizie!
Ricambio il saluto e ti abbraccio forte, carissima.
Una fauna umana incredibile, tante storie, direbbe De Andrè, più o meno sbagliate proprio come è nella realtà Sembra davvero interessante.
RispondiEliminaGrazie, e benvenuto a bordo.
Elimina(E benvenuto nel mio blogroll, ché di letture intelligenti ho sempre sete.)
Il mio commosso Grazie a tutti quelli che hanno capito che, in questa fase della mia vita d’artista, comprare i miei libri su amazon significa anche “sostenermi” (verbo usato da molti di voi nei messaggi privati che ho ricevuto). Fossero libri bruttini e scritti male non lo permetterei, perché mi farebbe sentire a disagio. Con un moto d’orgoglio smetterei, sparirei, farei perdere le mie tracce. Ma sono libri divertenti, toccanti, onesti, originali e intensi, e allora vado avanti, finché voi sarete accanto a me.
RispondiElimina(E il bello è che ce n’è per tutti i gusti, perché non amo rifare il verso a me stesso).
Fa sempre piacere passare di qui. Non solo per conoscere i tuoi libri e le loro sempre intriganti trame, ma anche per la fantasia e la simpatia che emerge dalle pagine del tuo blog. Un salutone a te e... In bocca al lupo.
RispondiEliminaGrazie per le tue belle parole. Anche la lettura del tuo blog è diventata per me una piacevole abitudine. A presto!
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