"Meglio Capitano della mia zattera di storie di carta che mozzo sul ponte di Achab"

SITO ANTI COPROFAGIA LETTERARIA: MERDA NON NE SCRIVO, E MENO ANCORA NE LEGGO

mercoledì 23 dicembre 2015

Corso arretrato di tecniche narrative ammorbanti. Seconda puntanata: i trucchi per scrivere un romanzo NOIOSO.


COME SPAPPOLARE LE PALLE
(by J. Stronkabook)

1 Genealogie e saghe familiari

Se ambite a martoriare gli zebedei del lettore, non mancate mai di dedicare qualche decina di pagine alla genealogia completa del protagonista principale (e magari anche di altri). Il lungo, scrotolesivo flashback di saga (detta anche sega) familiare deve narrare per filo e per segno le peripezie (dette anche pere pe’ zzia) di almeno quattro generazioni: il trisnonno nato in un villaggio della Bulgaria interna, da cui dovette fuggire per evitare persecuzioni e roncolate; la bisnonna ingravidata a quindicianni da un marinaio strabico durante la traversata atlantica in pedalò; il nonno commerciante abusivo di pelli di topo nei Territori del Nord Ovest (con sei pagine di descrizioni su come si scuoiano le pantegane e se ne conciano le pelli sputandoci sopra tabacco ciancicato – e un paio (di dozzine) di ricette per il recupero di code e zampine mediante frittura o marmellata). 
E via frantumando.

2 Pesantezza

Alcuni tentano a volte di spacciarla per “complessità” (che è un’altra cosa), ma la pesantezza, esatto contrario della Leggerezza delle Lezioni Americane di Calvino, ha sulla mente e sui coglioni del lettore lo stesso portentoso effetto che potrebbe avere sul suo stomaco il mangiarsi un cinghiale intero completo di pelliccia e zanne, e soprattutto ancora vivo. Interminabili frasi, lunghe anche tre pagine e piene di subordinate che si attorcigliano e avviluppano l’una nell’altra (che i vostri amici critici, se ne avete, sapranno spacciare per BRAVURA!), terminologia eruditoide, pedanteria, pretenziosità filosofica: niente è più sicuro di tutto ciò, se davvero aspirate ad ammorbare, a spossare, insomma a cagare il cazzo dei malcapitati.
Non è difficile, basta fare appunto al contrario delle Lezioni calviniane: invece di scrivere con leggerezza pensieri eccezionali, create labirintici meandri di elucubrazioni cervellotiche sul ciclo mestruale di vostra sorella.

3 Appiattimento del linguaggio

Essere pesanti e pedanti non impedisce di essere anche poveri, sciatti, stucchevolmente banali (tutte cose indispensabili per i più dotati cantori della Dea Noia). E non c’è modo più sicuro di apparire poveri, sciatti e stucchevolmente banali dell’utilizzare un linguaggio sterilizzato, piatto e moscio. Nei romanzi noiosi, i personaggi non imprecano e non usano il cosiddetto turpiloquio. Al massimo potrete concedervi un’acciderbolina. A patto che dopo l’acciderbolina spunti subito un prevedibile personaggio-marionetta (di solito una mamma nevrotica e semiscema di mente) pronto a esclamare: “Non voglio sentire parolacce!” Se poi ambite al massimo dell’appiattimento, non avete che da parlare e da far parlare i protagonisti come si parla in tv.

4 La pretenziosità poetico-sentimentale

Anche se ci hanno già sguazzato milioni di altri scialbi scribacchini, se davvero volete essere pallosi fino in fondo non fate mai, mai mancare il vostro illuminato contributo sui grandi temi: metterete quindi almeno una volta per capitolo la vostra bella sentenza aforistica memorabile sul tema “che cos’è il vero amore”, “cosa significa amare per sempre”, ecc, ricorrendo a quel collaudato tono che potremmo definire “poesia del deejay brillante-malinconico che raglia sdolcinature artefatte e ruffiane per guadagnarsi furbescamente la figa”. (Naturalmente, conviene che sia amore uomo-donna: fate finta che i vostri lettori siano tutti etero, e le banalità da cioccolatino – o da uazzàpp – vi sgorgheranno più facili). Lo so, vi sentirete stupidi e disonesti più di quanto già non siate, nello scrivere simili amenità, ma ne verrete ripagati: potete scommettere che quelle frasi saranno le prime a venir condivise dai noiòfili, in formato incorniciato e colorato, su ogni genere di social network.

5 E ovviamente, la politica

Ma se aspirate all’apice della Noia (e magari a qualche bel Premio), non potete non scribacchiare testi politicizzati e ideologizzati. Ma politicizzati alla naftalina, come uscissero dall’armadio di una sezione di provincia degli anni Settanta, sotto forma di ciclostilato; e ideologizzati come se ve li dettasse Stalin dopo morto. Ritrite storie retoriche di operai addomesticati che invece di volersi (almeno nei sogni!) liberare dal lavhorror sono grati alla fabbrica, vivono per la fabbrica, amano la fabbrica, si scoperebbero la fabbrica. Che scambiano ciminiere per candele di Natale, l’altoforno per il dolceforno della nonna. Che scrivono quanto bene vogliano alla fonderia che gli fotte la vita, alla tessitura che gli fotte la vita, all’inceneritore che gli fotte la vita. E per i quali la più grande tragedia cosmica possibile è la chiusura della fonderia che gli fotte la vita, della tessitura che gli fotte la vita, dell’inceneritore che gli fotte la vita. E via fottendo (il lettore).

Vi chiedo solo un favore, però: dopo che l’avrete scritto, non venitemi a rompere i coglioni per farmelo leggere. Perché alla noia io preferisco il Piacere. Alla banal sciatteria la Genialità creativa e affabulatoria, alla seriosità l’ironia e la brillantezza. E alla moscia pedanteria, sempre, la signora Bellezza. E di tutto ciò domando umilmente scusa.

J. Stronkabook

p.s. La prima puntanata stava QUI. E il corso introduttivo QUA.
Incredibilmente, è tutto GRATIS. :)

E siccome le Vere Tradizioni (udite udite!) a volte piacciono perfino qui, auguro a tutti voi, anche a nome di Zio Scriba, un Felice Solstizio d’Inverno: l’antica festa nordica e pagana delle popolazioni europee.

quando c'era la Mamma, fata degli alberelli


E se avete voglia di regalarvi qualcosa di poco noioso, date una sbirciata alla colonnina qui a destra, in alto. 


35 commenti:

  1. Avevo letto la prima puntata, non potevo perdermi la seconda!
    Buone feste (quelle che preferisci)

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    1. Diciamo che l'ho fatta attendere un pochettino (vorrà dire che diventerà una tradizione annuale...)
      Buone feste pure a te!

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  2. Complimenti, sai mi ai fatto sorridere, e questo mi fa bene!!!
    Buon Natale amico.

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    1. Grazie! Che grande felicità, poter far sorridere un amico!
      Tanti auguri anche a te!

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  3. Se Proust avesse seguito questo corso di tecniche narrative, io credo che non avrebbe scritto la Recherche du temps perdu. O no? :-)

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    1. Diciamo che lo Stronkabook (che comunque è un birbantello! :D) si rivolge rigorosamente ai contemporanei, fra i quali spesso i più noiosi (e i meno interessanti) sono proprio quelli che imitano i Classici, invece di impararne le lezioni e poi andare oltre (perché sulle spalle dei Giganti si sta più in alto dei Giganti stessi, ma essere nani e imitare i Giganti è qualcosa di davvero penoso e deplorevole). :)
      Ciao carissimo!

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  4. La prima puntanata l'avevo già letta, la seconda è altrettanto divertente! Di sicuro se mi mettessi a scrivere non avrei neanche bisogno di consigli, mi verrebbe abbastanza naturale sfornare un bel mattone! Ma il lavoro di scrittore bisogna lasciarlo fare a chi lo sa fare...e a proposito, non so se te l'avevo già detto visto che non ho proprio una memoria perfetta, ma il tuo "terzo bambino" mi è piaciuto molto, complimenti! Ciao e Buone Feste o Solstizio che sia anche a te!

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    1. Parole sante, che in fondo valgono (dovrebbero valere!) per TUTTI i lavori.
      Grazie anche per quanto riguarda il mio terzo bambino. :)
      E tanti Auguri anche a te, per tutto quello che ami e che desideri!

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  5. "il nonno commerciante abusivo di pelli di topo nei Territori del Nord Ovest " :D

    auguri Zio, passa da me che c'è il tuo regalo

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    1. A parte i capelli lunghi, quel giardiniere della foto che mi hai dedicato sembra mio fratello... Ed è comunque mio fratello chi mette un po' di verde nel deserto, o un po' di colore in questo mondo grigio, di poesia nello squallore, d'intelligenza nell'imbecillità dilagante.
      Grazie, e tanti auguri pure a te, mia cara Amica!

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  6. Guarda Zio Scriba se tu stampassi anche solo quello che hai scritto in questo post io lo comprerei ugualmente , perchè sei riuscito( cosa rarissima in questi frangenti...) a farmi ridere di cuore..
    Quindi ti invito a stilare ancora queste elucubrazioni poetiche per consigli al"giovin scrittore", perchè poi ci potrebbero essere consigli per il bravo blogger, la brava cuoca, la brava mamma e via discorrendo e le mie risate si farebbero ancora più corpose e ridondanti.Ti invito quindi a pensare anche alla categoria dei lacerati alla quale appartengo e a non festeggiare proprio nulla come faccio io, sola e con un cane di 35 kg sulla panza!
    Con tutto il mio affetto come sempre..ti adoro!

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    1. Adorazione reciproca... E quanto al non festeggiare, voglio divertirmi a capovolgere l'invito: festeggiamo TUTTI i giorni, inventandoci una scusa qualsiasi, che sia lo sguardo affettuoso del cane o del gatto o l'ala di un pettirosso intravista alla finestra, e in culo alle tristezze!! :)
      Un abbraccio, e grazie.

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  7. Qui voglio farti solamente gli auguri per un Natale che spero non ti sia troppo noioso. Non ti abboffare troppo, bevi molta acqua minerale NON gasata o gassata, mai capito la differenza, piscia il necessario, svuota l'intestino prima di ricominciare a pappare. Così camperai senza crampi domani e dopodomani.
    Un grande abbraccio Nick.

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    1. Ricambio con grave ritardo, ma con tutto l'affetto del mondo, sia l'abbraccio che gli Auguri!
      Grazie Enzo! Buone feste e buona vita a te e a tutti quelli a cui vuoi bene! :)

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  8. ti leggo e dopo faccio fatica a mettere in fila le parole, hai sacrosantaragione (e non perché è un termine autoreferenziale :))) )
    Feste buone con affetto :**

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    1. Ciao carissima!!
      Sacrosante grazie, e affettuosi Auguri anche a te! :)

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  9. Buon solstizio amico caro.
    Un pò in ritardo per cause familiari, ma ci sono.
    Ti abbraccio forte.

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    1. Ti abbraccio fortissimo anch'io, mia cara Amica! :)
      E che tu possa avere tutta la felicità che meriti.

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  10. Dice Elisabetta Bucciarelli nel suo " Scrivo dunque sono" :[ Siamo quello che scriviamo e rendercene conto a volte è una scoperta, altre un piccolo stupore,altre ancora potrebbe generare uno spavento.] E tu hai aggiunto che potrebbe essere anche una gran rottura di palle. ^_^
    In effetti non hai tutti i torti. Ho lasciato molti libri a metà proprio per questo motivo.
    Il tuo ultimo lavoro sono certa che non mi deluderà, si, credo proprio di si. Lo leggerò su carta stampata. Mi piace tenere il libro tra le mani, sentirne l'odore, fare l'orecchio sulla pagina ogni volta che lo devo chiudere...
    Vabbè, caro Zio Scriba, Auguri Auguri Auguri per Tutto. Davvero.
    Ciao.

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    1. ... e un giorno spero di avere l'occasione di scriverci sopra la dedica che ti strameriti, mia meravigliosa lettrice. :)
      Grazie di esserci, e tanti sinceri auguri di serenità, e gioia, e fortuna, tanti cari auguri di buone letture, buone nuove scoperte, buona vita, buon tutto.
      Ciao! :)

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  11. Queste sono perle per chi vuole scrivere. Ciao auguri di buon anno!

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  12. Eccomi quà...propositi per questo giovane nuovo anno? Più tempo per me!
    Intanto mi sento sempre più leggera e felice visto che ste feste stanno andando, gli ipocriti stavolta non si sono fatti sentire e quindi meglio così, non si può essere buoni solo perchè natale e il giorno dopo merda(scusa il francesismo).
    Però a te voglio fare gli auguri, gli auguri per un 2016 ancor più ricco di soddisfazioni dell'anno appena trascorso: AUGURI Nik, di cuore!

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    1. Amo i "francesismi", soprattutto quando vengono dalle care Amiche come Te! :-)
      Ti auguro a mia volta per tutto il 2016 e anche molto oltre serenità, soddisfazioni e fortune assortite, ma soprattutto di mantenere quella magica sensazione di leggerezza, che vorrei tanto acquisire e mantenere anch'io!
      Un abbraccio grande e un bacio!

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  13. Non sono d'accordo Zio, tu ne sei pervaso altrimenti non riusciresti a trasferirla a noi che godiamo del tuo scrivere!
    Buon sabato ;-)

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    1. Forse hai ragione, ma da bambino incontentabile ne vorrei sempre di più, perché i pesanti tentacoli della normalità mi minacciano di continuo...
      Ma il fatto di riuscire nel magico trasferimento di cui parli, è un motivo in più, e una grande iniezione di forza e consapevolezza.
      Grazie, e buon sabato anche a Te!!!!

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  14. stesso discorso che faccio sempre io per la musica, testi compresi...a parte le genealogie, che generalmente non ci sono, per il resto cambia poco... anche qui c'è troppo poco talento, rivestito di una valanga di pesantezze politico-sentimental-pretenziose, o anche solo ansia comunicativa (traduzione di "ho paura che non mi capiscano"). ma per queste cose c'è già la pubblicità... se un artista non va, o almeno cerca di andare, oltre l'orizzonte di apettative del pubblico (magari non troppo, ma abbastanza per invitare i lettori\ascoltatori a seguirlo), è solamente un giullare (o un juke-box). ah...auguroni per un florido e fruttuoso 2016!

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    1. Sì, c'è davvero molto in comune, fra i "nostri" due campi, a cominciare da quel bisogno di SOTTRAZIONE di cui parlavamo tempo fa: oggigiorno i pagliacci prolissi e verbosi stanno tornando in auge e alla carica!
      Meraviglioso 2016 pure a Te!!!! :)

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