Riceviamo dal nostro J. Stronkabook e ovviamente pubblichiamo, perché non siamo mica pirla.
CÈKKICCIÀ 4 SOLI
CÈKKICCIÀ 4 SÒLE
A 400 giorni dall'uscita del Romanzo "Quattro soli a motore", di Nicola Pezzoli, desideravo proporre e condividere con voi (per farli rivivere a chi li ha letti, per farli desiderare a chi deve ancora farlo) 5 brani fra i miei preferiti del libro. Curiosamente, nessuno di questi è stato mai citato nelle tante bellissime recensioni apparse sul web, che però ne hanno scelti in gran quantità e tutti altrettanto belli. A ulteriore dimostrazione dell'immensa ricchezza e generosità di questo straordinario e originale Romanzo, vero forziere pieno di cose preziose, imperdonabilmente IGNORATO dalla critica italiosa più incallita.
"I magna furmagìtt"
«Non capisco perché te la prendi così» mi fece a un tratto Gianni, squadrandomi con sospetto nell’oscurità di via Roccolo. «Non era mica l’Italia!»
Non gli dissi che io per l’Olanda avevo tifato già prima, quando aveva battuto quella che ai miei occhi era solo juventinaglia d’azzurro vestita, introdotta da una mamelata d’inno brutto come il peccato, grazie a due poderose bombe da lontano che avevano fatto fesso Dino Zoff.
Anche se Gianni era mio amico, preferii non confessarglielo.
Non sono cose che si possano confessare a cuor leggero. Sono cose gravi, imperdonabili – cose per cui potrebbero picchiarti, cose per cui potrebbero chiamarti Scrofa. Anche se sul versante Scrofa con Gianni mi ritenevo abbastanza tranquillo. C’era una specie di tacito accordo, fra noi due: lui non mi chiamava Scrofa, e io non lo chiamavo Spalone.
«Insomma che te ne frega» disse, «di quei magna furmagìtt?»
Non risposi. Io tenevo all’Olanda per lo sgargiante colore arancione delle loro casacche. Tenevo all’Olanda perché giocavano tutti all’attacco, compreso lo stopper che nelle altre squadre era solo un mastino, uno scarpone, un maniscalco, un rozzo mazzulatore. Tenevo all’Olanda perché già allora consideravo gli olandesi più civili degli italiani. Tenevo all’Olanda per i bei capelli lunghi e biondi che rendevano i loro terzini e le loro mezz’ali simili a guerrieri vichinghi. Tenevo all’Olanda, in ultima analisi, perché la mia era una scelta – una semplice, libera, scelta. E per questo capivo che era meglio star zitto.
Però, porcudìghel, io li amavo e stravedevo per loro, e lui, il mio migliore amico, me li chiamava “magna furmagìtt”. Mi faceva venir voglia di chiamarlo Spalone.
"Gelosia"
La decisione era presa: l’avrei sposata, e gliel’avrei messo dentro diciannove volte, e le sarei marcito addosso febbricitante di passione prima di decidermi a tirarlo fuori, e saremmo morti di febbre e di fame noi e i nostri diciannove figli come nei film con gli irlandesi conigli. Ma lei si divertiva a tenermi sulle spine con la tortura della gelosia. Mi raccontava che sul Veneto aveva un fidanzato che la stava aspettando e che si chiamava Alberto, e per farmi impazzire aveva chiamato un pulcino Cristinalbert e io per la rabbia una sera che non mi vedeva nessuno tranne il Cane Nero lo avevo preso a calci sotto il portico e il pulcino era diventato tutto strano e s’era messo a pedalare con le zampette verso l’alto e le orbite come albumi, e io m’ero sentito in colpa e avevo invocato aiuto, “Venite a vedere, il Cristinalbert fa degli strani movimenti”, e il Cane Nero abbaiava così forte che avrebbe potuto ammazzarmi di paura e soprattutto denunciarmi, ma siccome abbaiava sempre così nessuno si accorse della differenza. E poi, per fortuna, il povero pulcinetto che non c’entrava niente e mica lo sapeva di chiamarsi Cristinalbert non era morto e, anche se ci aveva impiegato un po’ di giorni di convalescenza dentro uno scatolone con la paglia, alla fine si era ripreso – che sollievo! – altrimenti sarei diventato non solo un assassino ma un assassino stronzo e vigliacco, che è pure un pochettino peggio. Come un cattivo di Tex che aveva sparato a un pulcino in un ranch per fare il gradasso e dopo Tex quando lo rincontrava lo disprezzava e gli diceva: “Toh, chi si rivede, il giustiziere di pulcini”.
"Gelosia"
La decisione era presa: l’avrei sposata, e gliel’avrei messo dentro diciannove volte, e le sarei marcito addosso febbricitante di passione prima di decidermi a tirarlo fuori, e saremmo morti di febbre e di fame noi e i nostri diciannove figli come nei film con gli irlandesi conigli. Ma lei si divertiva a tenermi sulle spine con la tortura della gelosia. Mi raccontava che sul Veneto aveva un fidanzato che la stava aspettando e che si chiamava Alberto, e per farmi impazzire aveva chiamato un pulcino Cristinalbert e io per la rabbia una sera che non mi vedeva nessuno tranne il Cane Nero lo avevo preso a calci sotto il portico e il pulcino era diventato tutto strano e s’era messo a pedalare con le zampette verso l’alto e le orbite come albumi, e io m’ero sentito in colpa e avevo invocato aiuto, “Venite a vedere, il Cristinalbert fa degli strani movimenti”, e il Cane Nero abbaiava così forte che avrebbe potuto ammazzarmi di paura e soprattutto denunciarmi, ma siccome abbaiava sempre così nessuno si accorse della differenza. E poi, per fortuna, il povero pulcinetto che non c’entrava niente e mica lo sapeva di chiamarsi Cristinalbert non era morto e, anche se ci aveva impiegato un po’ di giorni di convalescenza dentro uno scatolone con la paglia, alla fine si era ripreso – che sollievo! – altrimenti sarei diventato non solo un assassino ma un assassino stronzo e vigliacco, che è pure un pochettino peggio. Come un cattivo di Tex che aveva sparato a un pulcino in un ranch per fare il gradasso e dopo Tex quando lo rincontrava lo disprezzava e gli diceva: “Toh, chi si rivede, il giustiziere di pulcini”.
"Un prete poco lucido"
Il fatto di essere non rachitico ma quasi, a propulsione più nervosa che muscolare, aveva completato il mio ridimensionamento.
E poi, c’era il fatto che a Cuviago la mia personalità aveva subito il suo bel disinnesco religioso. Sì, perché dovete sapere che a Lavinia la religione era stata soltanto andare a Messa con la mamma ogni sabato sera alla chiesa del Ponte. Dove c’era un prete di duecento anni che stava messo male con la lucidità ma gli lasciavano celebrare la Messa lo stesso perché altri più a posto non ne trovavano. E così questo duecentenne non più molto lucido che però non andava in pensione passava tutta la Messa a barcollare e caracollare e biascicare uggiolii e lamentii e tremolio tremens e frasi incomprensibili che capiva solo lui, sempre ammesso che le capisse. Il momento peggiore era quando se ne stava in piedi per venti minuti di fila a ciancicare e pencolare, e quella era l’omelia o l’omelette che dir si voglia. Durante l’omelia, che sbiascicava a se stesso con vocina stridula e impastata, come se la stesse ripassando mentalmente davanti a uno specchio poco lucido, a un certo punto s’inclinava e pendeva e avevi paura che cadesse ma non cadeva mai, era come l’Ercolino Sempreinpiedi però conciato peggio, e alla fine la mamma diceva sempre Ma poverino, non lo dovrebbero far soffrire così, e io credevo che intendesse abbatterlo come i cavalli feriti nei Tex, e mi rappresentavo la scena, e in fondo non la trovavo neanche poi così tanto sbagliata.
L’unico momento bello era se c’erano i canti, perché allora potevo sentire la voce della mamma, così intonata e dolce che certe persone si voltavano a guardare anche se voltarsi in chiesa era peccato.
"Donna o istituzione?"
Ma ancora oggi, se chiudo gli occhi e penso “chiesa”, la prima cosa che mi viene in mente è don Gioele con la sua bellissima voce da baritono, e un brivido mi percorre da capo a piedi nel risentirlo cantare, fremendo di commozione, quella strana, lunga, disperata parola: “Geementesefleeentes…” che sta nel cuore del Salve Regina. Sono sicuro che in quei frangenti, su quegli acuti, lui ci facesse l’amore, con la sua Regina. Guardandolo intuivo che l’amore puro era qualcosa che poteva esistere veramente, che gli angeli asessuati non erano degli esseri con qualcosa di meno, ma con qualcosa di più. Ma gli ignorantoni del paese queste cose non potevano capirle, e spettegolavano che don Gioele si scopava (che schifo) la De Ropp.
La De Ropp vista da noi non era una donna, ma un’istituzione come il catechismo, l’acquedotto, il passaggio a livello. Non era roba che si potesse scopare.
"La spugnetta"
Affrontai la scala a pioli esterna e montai su per quella interna. Gianni era già lì che mi aspettava. O forse no, non mi aspettava per niente. Aveva portato con sé una radiolina, piccola e nera, da cui usciva una canzone che faceva grosso modo “Gud babburèscion”. Mi avvicinai a lui. Aveva uno sguardo strano. Una luce malandrina negli occhi. Io non vedevo l’ora di sentire il proseguimento della storia dei dieci pianeti. Mi sedetti poco distante e aspettai che la spegnesse. Ma lui invece del quaderno nero tirò fuori il piccio. Cosa diavolo aveva in mente? Pisciare sul fieno? Però non si alzava a pisciare. Rimaneva seduto. Prese a strofinare, mentre quella cavolo di radiolina continuava a fare Babburèscion Babburèscion, senza molti guizzi di fantasia. Restai stupefatto da quel che stava accadendo. Mica lo sapevo che si potesse fare anche a mano. Io, che della cosa ero un neofita assoluto, quelle poche volte, in gabinetto, sistemavo una spugnetta per terra, mi sdraiavo a pancia in giù, e poi ci davo di addominali. Era più realistico, ma faticoso. Sfiancante. Io con gli addominali ero debole da fare schifo. Forse perché mi nascondevo sempre quando in palestra si facevano determinati esercizi. Finito lo stupore, pensai bene di imitarlo. «Per piacere, metti via quel cetriolo» mi sfotté lui. «Che mi viene da ridere». In effetti le misure non erano comparabili. Io però ero più piccolo di un anno, e a quell’età un anno fa tutta la differenza del mondo. Il bagno me lo faceva ancora la mamma, e quando me lo lavava lo chiamava Pirillino, e io non ci trovavo niente da obiettare. Però non ci pensavo nemmeno, a quel punto, a rimetterlo via. La faccia di Gianni si faceva sempre più stranita. Era come se stesse guardando un film che gli piaceva ma gli metteva paura, e continuava a darci dentro di polso. Non capivo perché invece di metterlo via non mi avesse chiesto di andare via. Non erano cose da farsi in privato, quelle? Credetti fosse una cosa che aveva inventato lui, che fosse il primo al mondo a sperimentarla, e per la prima volta. Io come ho detto mi rinchiudevo e mettevo la spugnetta rosa per terra e me la scopavo. Poi la risciacquavo ben bene. Di certo non avevo mai creduto potesse essere una cosa per comitive. Anzi. Le poche volte che m’ero dato da fare a mettere incinta la spugnetta, ero convinto d’essere l’unico al mondo in preda a tali perversioni, e dopo, ogni volta, promettevo a Dio di non caderci mai più.
E ora, in regalo per voi, un po' di "oggettistica" del romanzo. Stavo per aggiungervi le fotografie di qualche location, ma poi ho deciso di non farlo, per non interferire con le vostre fantasie di Lettori e con le magie evocative della Parola Scritta.
Il libro di Saki |
La cartolina del signor Vecchio |
La Ciopy |
Il Salve Regina di Francesco Suriano |
Che altro dirvi, miei cari? Non fatevi sfuggire, e non fate mancare ai vostri amici, la magia di Quattro soli a motore. E alla larga, nello scegliere i regali, dalle solite quattro sòle!
Con affetto,
J. Stronkabook
toh sono la prima oggi :-) è normale perché è notte e sono di turno!!!! me lo sono proprio goduto questo revival!!!!! ciao, buona domenica!!!
RispondiEliminaLieto di aver reso più piacevole il tuo turno di notte.
EliminaBuona domenica pure a te!
Me lo sono regalato. Primo perché ti fai leggere che è un piacere. Secondo perché tengo agli orange anch'io... ;)
RispondiEliminaAdesso che so che la paternità di quella battuta sul semaforo - così carina, originale, divertente, e persino struggente - è tua, sarà un'emozione ancora più bella sapermi letto da te.
EliminaGrazie! (Ma da scrittore non finto modesto sono sicuro che poi anche tu ringrazierai me... :D)
E forza Olanda :)
Nico', me so' riletto i cinque brani e me so' convinto sempre de ppiù che er romanzo tuo è una vera propria cannonnata. T'aringrazzio pe' avecceli rifatti legge'.
RispondiEliminaUn caro saluto,
aldo.
ps. c' è ckkiccià è un'Arborata?
Sì, il Cèkkiccià è un dolce, nostalgico ricordo di INDIETRO TUTTA: Frassica cominciava elencando alcuni "Cèkkiccià", e da lì si originava uno stacchetto danzato-cantato da tutto lo studio, sotto la direzione del geniale "signor Alberi". Mitico Arbore!
EliminaPer il resto, grazie a te carissimo Aldo! :)
Quattro soli mi ha fatto stare bene, quando l'ho letto.Rileggendo questi passi (quello del prete potrebbe essere una scena da film di Totò) mi sono accorto che con grazia ed eleganza si raccontano tante cose di sè, anche segrete, che però si vuole fare sapere e tu sei un maestro in questo. Un abbraccio e grazie. Ora aspetto il prossimo!
RispondiEliminaQualcuno ci deve pur provare a far stare bene i maltrattati e turlupinati Lettori italiani... :)
EliminaSe mi daranno il permesso e l'opportunità, ci proverò qualche altra volta.
Grazie, caro amico!
Buongiorno Nicola,
RispondiEliminanon ho ancora letto il post, ma ho letto due volte il tuo Romanzo. Sì, avevo già pensato di regalarlo a Natale agli amici che frequento di persona, non sono molti (mi dispiace per te), ma buoni. L'episodio di La spugnetta e quel Gud babburèscion in sottofondo, mi fa sorridere e forse è uno dei primi episodi che mi viene in mente pensando a Quattro soli.. Proprio di recente, leggendo La pastorale, me ne sono ricordata. Ricordo con altrettanta frequenza e tenerezza il corteggiamento e l'innamoramento per Cristina e quel bacio sfuggito, mannaggia!
Buongiorno a te, e grazie!
EliminaCome dico spesso, sei allo stesso tempo una buongustaia letteraria e una persona generosa.
Il sogno di ogni artista!
Indimenticabile e sempre a portata di mano.
RispondiEliminaNe parlerò su face book, dalle mie nipoti che hanno molti amici.Spero di incuriosirli.
Cristiana
Sarebbe bello. Anche se io là non bazzico (o forse proprio per quello?) il tuo potrebbe rivelarsi un formidabile aiuto alla buona causa.
EliminaUn ringraziamento e un abbraccio.
E io che sono così stronzo che ancora non ce l'ho, ma l'ho cercato e in libreria non lo avevano più!
RispondiEliminaMoz-
Io sono un amico delle librerie (magari non tutte... :D) ma ti do decisamente il permesso di comprarlo su internet... :)
Eliminaps.volevo essere certo del tuo riferimento a Renzo Arbore giacché
RispondiEliminanostalgicamente, proprio in questi giorni su internet mi sto rigustando le sue ben note trasmissioni e, fino ad oggi, ho rivisto tutte le puntate di 'Quelli della notte' e sono alla puntata 13 di 'Indietro tutta'.
Di "Indietro tutta" ho il ricordo affettuoso di un divertimento intelligente. Anche se già allora confinato in seconda o terza serata (e infatti del precedente, "Quelli della notte", vidi poco o nulla, perché mi alzavo prestissimo per andare al maledetto liceo, e me lo sono goduto più avanti grazie a videocassette prima e internet poi).
EliminaCi vorrebbe un'ora per elencare personaggi, situazioni, tormentoni e trovate di "Indietro tutta": dal Riccardino di Marenco alle Ragazze Coccodè, dal Cacao Meravigliao al professor Pisapia, dai "quizzer" demenziali alla finta radio della polizia, ma la cosa più spassosa erano per me le telefonate (e ricordo che molti telespettatori sprovveduti chiedevano davvero "in edicola" il numero per chiamare! :D)
"Pronto? Sono la moglie del Porco. Le passo il Porco".
"Pronto sono il Porco... "
Esilaranti. Irripetibili.
Indietro Tutta è la mia trasmissione preferita, di tutti i tempi. vidi 63 puntate su 65. mi persi solo quella di capodanno, che durò due ore, (troppo casino in casa per vedere la tv) e un'altra...
Eliminaquanto al tuo commento sul tuo libro devo farti i complimenti per la tua grandissima proverbiale umiltà... ;)
ciao!
Monte.
L'umiltà (che alle giuste dosi ci vuole) non esclude la consapevolezza di aver svolto un ottimo lavoro (altrimenti cambierei mestiere). E soprattutto non va confusa con lo stucchevole viscidume della falsa modestia.
EliminaCiao carissimo! :)
Letto e, come da consiglio, riletto! Anche prestato, sebbene io detesti prestare i miei libri.
RispondiEliminaSo cosa pensi degli imbrattacarte, ma io sono talmente orgogliosa di aver pubblicato il mio primo romanzo che te lo dico ugualmente: navigo nel tuo stesso mare, sebbene la mia barchetta sia minuscola...
Ciao Nicola, sei un grande:))
Ma io sono felicissimo per te! E non è detto che tu sia un'imbrattacarte... :)
EliminaIl problema dell'italiA è l'avere delle riviste di nautica in mano a gente che odia le belle navi... E così le classifiche destinate ai Velieri sono dominate da motocarri, trattori, tricicli e motozappe... :D
Ciao, e grazie!
Questo libro andrebbe citato tutto ... e allora leggetelo! (rivolto a chi deve ancora, disgraziatamente, leggerlo).
RispondiEliminaPer compensare quesa tua presa di posizione così decisa, ho mobilitato nientemeno che Sredni Vashtar per far trionfare il tuo Chievo al 92°... :)
EliminaAh, ah, ah, memorabile, grazie Zio. Soddisfazione incredibile, una vittoria che ne vale 10. Non sai che soddisfazione ;)))))))))))))
EliminaDa oggi, non più zona Cesarini, ma zona Lazarevic ;)
Eliminap.s. scusa la divagazione
Ma figurati... e poi ho cominciato io... :D
EliminaNo, non ti scusare...è giusto essere orgogliosi dei propri figli artistici quando riescono bene come questo tuo romanzo! L'ho letto ed apprezzato già diversi mesi fa e mi è piaciuto rileggere nel tuo post i brani scelti da te. Non solo Corradino, ma anche gli altri personaggi sono delinati alla perfezione. Come mi ha divertito il prete "Ercolino Semprein piedi"...Ciao Nicola, buon sabato e ancora complimenti!
RispondiEliminaGrazie per le belle parole. Anche perché i miei libri io li considero veramente FIGLI. Buona domenica!
EliminaIl bello dell'arte è che ognuno ha le sue scelte, preferenze, proiezioni in essa. Se qualcosa d'artistico riesce a farsi amare, ma anche "estrapolare " vuol dire che ha saputo colpire nel profondo, emozionando. Il tuo scrivere appartiene totalmente all' Arte, inevitabile che ognuno di noi lettori vi colga anche mondi personali . Fusa felinissime a te e al tuo amico neresco.
RispondiEliminaDifficile immaginare qualcosa di più bello e magico dell'Arte, e di tutto ciò che può essere e DARE.
EliminaFusa crepitanti, anche isidoresche, al tuo indirizzo... :)
Per fortuna "Quattro soli a motore" non si è rivelato "quattro sole a spinta manuale"
RispondiEliminaPeccato solo che le sòle a spinta manuale (o a pedate pedestri) vengano spesso spinte verso i posti al Sole... :)
EliminaRileggo con piacere qualche passo del libro e ... mi viene in mente che devo andare a recuperarlo (l'ho prestato a mia sorella e non è ancora tornato a casa).
RispondiEliminaIntanto aspetto con trepidazione l'uscita del prossimo.
Buona serata
Francesca
Grazie infinite per la diffusione del verbo... :)
EliminaBuona domenica!
il mio pezzo preferito è quello della gara. Non scusarti: è il tuo blog, è il tuo libro, insomma dove sta il problema? Un bacio
RispondiEliminaLa corsa campestre? Sì, è uno dei tanti brani che piacciono molto anche a me e a Stronkabook. Era solo un po' troppo lungo per proporlo qui.
EliminaBaci!
Mi ha fatto molto piacere rileggere queste pagine, mi convincono sempre di più che la tua scrittura ha un suono originale.
RispondiEliminaResto convinto che l'originalità sia un requisito imprescindibile, anche se viene di continuo vituperata da chi originale non potrà mai essere. (La vecchia storia della Volpe e l'Uva...)
EliminaMi è riscappato più di un sorriso a rileggere questi brani. Grazie. Hai fatto molto bene a non pubblicare foto delle location perché sta alla fantasia dei lettori immaginarsele. Invece l'oggettistica ci sta tutta. Ciao.
RispondiEliminaHai ragione: "illustrare" il romanzo sarebbe stato un errore madornale, e un piccolo dispetto (se non addirittura un sabotaggio!) nei confronti di chi ancora deve leggerlo. Ci sono romanzi che "mettendoci le figure" potrebbero solo migliorare, ma a costo di sembrare di nuovo immodesto mi pare di poter dire che questo non ne abbia proprio nessun bisogno. :-))
EliminaGrazie a te, e ciao!
Il mio pezzo preferito lo sai già; ora che ci penso, sono molto diversa da quella che ero l'anno scorso, forse dovrei rileggermelo per vedere se mi ritrovo di più in altri brani, adesso... E' questo il bello dei buoni libri, che non hanno mai finito di dire quello che hanno da dire (mi pare lo dicesse anche Calvino a proposito dei classici, mi viene in mente ora all'improvviso e mi sembra così appropriato!). In quanto ai regali di Natale... Io a Natale non faccio regali, a NESSUNO, ormai nemmeno ai miei figli perché Babbo Natale non viene più; e il tuo libro, anzi, i tuoi libri, li ho già comprati... Mannaggia, mi tocca aspettare che esca il prossimo ;)
RispondiElimina:*
Sono d'accordissimo: un bel romanzo è qualcosa di "vivo" (proprio come i vini), e successive degustazioni possono offrire al palato emozioni completamente nuove e diverse.
EliminaMa speriamo anche in nuove vendemmie e in nuove bottiglie, naturalmente... ;-)
Zio, tra i migliori letti nell'anno. Farò la classifica definitiva a fine anno. Intanto per Natale lo porto con me, lo leggerò ad alta voce a mio nipote Federico che ha quasi quattro anni. Lui sa già leggere e sono sicura che ci proverà anche con il tuo.
RispondiEliminaPer intanto ti ringrazio per avermi fatto tornare indietro nel tempo e per avere dimostrato ancora una volta che sono pochissimi quelli che riescono con le parole che sono musica a trasmetterci la palese sensazione di non potere mai essere uomini dimenticando di essere stati bambini.
Ti voglio bene.
Bacio Nick.
Grazie per le tue dolcissime parole.
EliminaSull'essere adulti o bambini mi spingo più in là: non solo non bisogna dimenticare il bambino che siamo stati, ma dovremmo continuare a esserlo il più possibile (anche se ovviamente non conviene esserlo proprio "sempre", o entreremmo nel campo della patologia e del ritardo mentale...)
In troppi casi il vero significato di "ADULTO" è "bambino ADULTERATO". (Quando non addirittura "cadavere di bambino")
Ti voglio bene anch'io. :)
Io sono la pecora nera caro Zietto mio, io sono quella che pur avendo letto e riletto e regalato a destra e a manca il tuo libro e aver avuto l'onore di assaporarne le bozze, non sono stata capace di scegliere un racconto , un pezzo di esso che mi piacesse più degli altri.
RispondiEliminaE ancor oggi ti confesso, non ne sono capace, sarebbe come tagliarti un pezzo di braccio perchè lo preferisco alla gamba e io ti preferisco tutto intero, così come sei!!
Punto e fine della trasmissione..
Non ho potuto, non sono riuscita e non taglieggio quella che oggi è diventata la mia creatura!
tvb + di prima!
Ciao "bravo scrittore"!!!!!
Fossero tutte così le pecore nere... :)
EliminaGrazie per la tua affettuosa vicinanza!
Lo sto leggendo in questi giorni, perciò ho evitato di leggere i brani in anteprima... Ciao!
RispondiEliminaPoi fammi sapere: quando si hanno Lettori del livello dei miei, il cosiddetto feedback è sempre MOLTO interessante. :)
EliminaBuona lettura!
Lo farò sicuramente, ciao! : )
EliminaCiao carissima! :)
Eliminaanche io sono un fan della corsa campestre: avevo scritto anche io una cosa del genere, anche se con risvolti diversi, che poi mi ha fornito buona parte dell'ispirazione per il concetto dietro l'album degli Unwise...
RispondiEliminaah, e poi sono un fan della Ciopy! (forse te l'avevo già detto, ma la nostra "padrona di casa" felina ha quasi lo stesso nome - Chupi) :) come dicono qui a Milàn...bella zio!
Grazie.
EliminaPeccato solo che la Ciopy non ci sia più... Sarebbe stato bello presentarle, e vedere se nasceva un'amicizia Chupi-Ciopy... :-)
non si sa mai...anche se la Chupi ha un caratteraccio che manco lo Scrondo...sopporta noi solo in virtù delle decime che le versiamo (in croccantini)
RispondiEliminaAdesso al posto della Ciopy regna il tremendo (e solo con me affettuosissimo) Isidoro. Mi sa che se li "presentiamo" finisce a graffi e soffiate... :)
Eliminada quello che ho capito, e non dalle mie ridottissime nozioni di geologia, sono solo un po' territoriali. se li metti in campo neutro, non succede nulla. cmq nel caso avvertirei cmq, preventivamente, un veterinario... :)
Eliminaeheh... :-))
Eliminal'Isidoro è già castrato, altrimenti Matrigna Natura e le brutte strade qui attorno me l'avrebbero già ucciso da un pezzo... :)
pure la Chupi è zippata, difende il territorio per partito preso....e anche perchè è un tantino stronza :)
EliminaMi piacciono i suoi racconti, come mi piacciono quelli di Piero Chiara: sanno farci riportare la memoria indietro,a far riaffiorare ricordi il più delle volte affievoliti,a farci rivivere le emozioni di allora, ed a farci sorridere. Mi perdoni,se non gradito, l'accostamento a Chiara,ma le emozioni suscitate - per me - sono state le stesse . Grazie per l'attenzione, cordialmente,Ambrogio
RispondiEliminaCome scrittore sono io a BENEDIRE l'attenzione di cui ogni nuovo lettore mi fa dono.
EliminaGli accostamenti con artisti che suscitano emozioni sono sempre e comunque graditi. Nel caso di Piero Chiara, anche se siamo un po' diversi, anche se magari non è il mio preferito (ma abbiamo, credo, anche molto in comune, dal senso dell'umorismo ai luoghi che narriamo) lo considero, con molto affetto, un vero e bravo scrittore.
Grazie ancora, Ambrogio.
Io ci avevo già pensato di mio di regalarlo a Natale. Pochi e ben scelti, ovviamente....i destinatari, intendo.
RispondiEliminaA costo di sembrare ancora spaccone e immodesto, credo di poter dire che li renderai felici!
EliminaUn abbraccio, cara amica. :)
grande romanzo, che ho amato fin dal primo giorno, che ho consigliato e regalato più volte
RispondiEliminae mi sembra giusto celebrarlo così - bravo Stronkabook, e bravo Nicola! ;)
Stronkabook è un carissimo amico e un fine intenditore. Ma in confronto a te non è niente... :)
EliminaQuando leggo "sul Veneto" sorrido sempre; la famiglia Stevanato è uno dei punti di forza del romanzo:)
RispondiEliminap.s.
La cartolina del signor Vecchio!!!!!:))
Quando presi la decisione, sofferta ma vincente (e, ci tengo a precisarlo, autonoma) di dimezzare gémenteseflentes per ottenere Il taccuino rosso di Wolfsburg (poi diventato Quattro soli a motore) tagliai anche un'intera pagina di descrizione della cartolina del signor Vecchio. Magari uno di questi giorni ve la propongo sul blog. Magari sotto le feste, come regalo ai Lettori... :)
EliminaUn bellissimo regalo di natale!:)
Eliminabaci8
Baci8 anche a te :)
EliminaUn gran bel libro, io me lo sono autoregalato ;)
RispondiEliminaUn abbraccione.
E nel far regali a se stessi si è sempre molto esigenti... :-))
EliminaTi abbraccio anch'io.
Fatto!
RispondiEliminaForse potrai vedere qui, forse no
https://www.facebook.com/cristiana.moro13?fref=ts
Ciao.
Cristiana
No, non mi è concesso entrare (e ben mi sta... :D), però vado sulla fiducia.
EliminaQuindi GRAZIE!
Io, guarda, ho la mia copia del tuo libro ancora sulla scrivania, mi fa piacere di tanto in tanto, leggerne qualche pagina... e poi, poi, vuoi mettere... conoscere un Autore che non si dà arie da inconsolabile ma gliele canta a questo sistema del ... ?
RispondiEliminaCorradino direbbe: "sistema del put". :)
EliminaUn abbraccio, carissima.
Si legge d'un fiato, e non si vuole smettere più. Confermo quanto detto sul sito Tutta colpa della maestra.
RispondiEliminaBenvenuta a bordo, e grazie per le tue belle parole, sia di là che di qua. E vedrai che il mio Corradino ti ricompenserà regalandoti un natale di piacevoli emozioni. :)
EliminaLo comprerò nel week end...
RispondiEliminaUn abbraccione
Sono sicuro che poi TI ringrazierai per il regalo... :-))
EliminaAbbraccione anche a te!