DUE MARONI
Per me non c’è mai stato niente di più noioso degli scrittori (o peggio ancora degli aspiranti scrittori) che parlano tutto il tempo di se stessi in quanto scrittori: quante stracavolo di cartelle si costringono a sbrodolar fuori ogni giorno, e se si impongono orari fissi da impiegati, e se scrivono con la stilografica o a macchina o con lo scalpello, e se per i loro dialoghi pedestri preferiscono i trattini o le virgolette da sergente (io consiglierei le manette dell’appuntato, per il reato di minchia infranta…)
Uno scrittore deve parlarmi con le sue opere, non coi documentari su come le fa (o NON le fa.)
Di ancor più stucchevole c’è soltanto l’attitudine di certi giornalisti “culturali” a riciclare all’infinito un’insulso articolozzo (che avrò già adocchiato cento volte in tutte le sue minime varianti) su cosa fanno certi “scrittori” italioti ufficiali per propiziarsi quell’Ispirazione che non gli verrà mai. Due maroni: chi si sciampa sei volte al giorno, chi fa free clymbing sulle piastrelle del cesso, chi prepara polpettoni al tamarindo e muffa, chi si spara quarantaquattro seghe una dietro l’altra… Tutto fuorché scrivere, fanno. E si capisce: non ci sono portati.
Avete provato con l’elettroshock? Magari due parolette in croce un po’ originali vi vengono in soccorso… Dovreste iniziare con frasette semplici: “D’autunno cadono le foglie” (sempre meglio che le balle). Mio fratello in prima elementare faceva così. Pagine e pagine di foglie da rastrellare. Non è diventato uno scrittore, però è un ottimo giardiniere.
E voi? Preferite come me un puro e diretto rapporto col Testo (possibilmente ben scritto, e auspicabilmente privo di prefazioni professorali, note erudite, postfazioni sociologiche, filosofiche o fruttivendolistiche) o ambite a entrare a curiosare nel laboratorio dell’autore?
la prima che hai detto..c'è sempre la sindrome da "delusione radiofonica" dietro l'angolo, quando ci si innamorava delle voci e si scoprivano in seconda battuta le foto dei cessi che le emettevano. Così uno scrittore deve rimanere racconto ed emozioni senza mai incarnarsi nel coglione spocchioso, snob e finto problematico quale spesso è. (per quanto esistono eccezioni per cui vale la pena rischiare di approfondire l'umano genio dietro le parole)
RispondiEliminati dirò: mi piace curiosare un po' anche le vite degli scrittori, ma solo dopo essere stata stregata dalle loro opere :-)
RispondiEliminaErofeev, nel suo romanzo "La bella di Mosca", fa dire alla sua protagonista, stupenda pornomodella, che di tutti gli intellettuali che si trova a frequentare i peggiori sono gli scrittori: morti di figa e sempre in tiro.
RispondiEliminaMeglio leggerli che trovarli - voto a favore della tua mozione!
Dei più, mi basta una foto sulla quarta di copertina. Poi per il resto mi piace lasciarmi avvolgere dai racconti.
RispondiEliminaCiao Zio,
RispondiEliminaparole santissime.
Poi considerato il valore medio dei best seller italiani sarebbe molto più interessante recensire le scritte sui muri dei cessi degli autogrill e intervistarne gli autori (specie Jennifer la porca per massaggi speciali, che è ovunque).
PS: frustrato dai millemila blog di sedicenti editor/scrittori che propinano lunghissime guide sulla "scrittura creativa" (ma poi, creativa de'che?) ho deciso che a breve inaugurerò la sezione "Come scrivere di merda", dando consigli su come accontentarsi delle proprie cagate senza sentirsi Saramago.
Un salutozzo
un gran bel post che pone un bel problema... innanzi tutto a me, cazzo (sorry). Una che per far conoscere i suoi romanzi ne scrive uno nuovo di punto in bianco dirattamente sul blog?
RispondiEliminaTremaroni? Quattro?
Assolutamente dritti al testo. E, confessoti, mai letto una prefazione in vita mia ;)
RispondiElimina* Andrea
RispondiEliminaSpero tanto di poter essere un'eccezione, ma in generale il tuo argomentare non fa una grinza...
Ciao!
* Tartarugola
L'importante è non invertire il percorso: sempre farsi stregare dalle opere, e non dal modo furbetto e/o disonesto di imporle all'attenzione.
Un abbraccio, in attesa di stregarti...
* Alessandro Madeddu
Pur facendo parte della categoria, sono propenso a darti ragione: siamo una brutta razza... :)
Dimenticavo: benvenuto a bordo!
* Daffodils
Intanto mi segno un appunto: cercare di venir bene sulla prossima quarta di copertina... ;-)
* Alessandro C.
"Come scrivere di merda" è un'idea a dir poco geniale. Forse fin troppo, in un paese in cui ironia e autoironia non stanno molto di casa...
* Giorgia
RispondiEliminaMa il tuo è il caso opposto: di solito quelli che si parlano addosso non ti concedono mai nemmeno un mezzo assaggio, o per avarizia o per paura di deludere, o di far vedere una voragine di differenza col testo editato il giorno in cui dovessero pubblicarlo... :)
* El Gae
Io ne leggo poche, e quelle che leggo le leggo rigorosamente DOPO (in pratica le trasformo in postfazioni anche quando sono pre) per non farmi rovinare il gusto...
sollevata sospiro. Grazie Zio, per un istante ho creduto ce l'avessi anche con me xo!
RispondiEliminacaro zio assolutamente la prima che hai detto!!!
RispondiEliminati dico solo questo: un mio amico di vecchia data ha deciso di dedicarsi alla stesura del suo primo romanzo. è una settimana che non fa che inviarmi email chiedendomi consigli: se per i dialoghi sono meglio le virgolette, i caporali o i trattini, se è meglio che scriva al presente o al passato, in prima o terza persona, eccetera. diciamo che il fondo della mia pazienza è stato quasi raggiunto. se si può forse scusare lui che in definitiva è un esordiente, non credo che lo si possa fare per quelli che già si definiscono scrittori. ad ogni modo pare che in rete ci siano pagine e pagine di discussioni su caporali e compagnia ^__^
RispondiEliminasecondo me, l'aspirante scrittore, o scrittore affermato che sia ha una caratteristica fondamentale: è egocentrico. C'è chi lo è in modo insopportabile e c'è chi riesce a trasporlo nei suoi racconti, anche in maniera originale, perchè si sà, che quando si scrive, s'inventa, ma ci si basa quasi sempre, sulla propria vita reale. A me non piace chi dedica alla sua autobiografia spazi immensi [che tanto leggi di straforo] sottolineando i sacrifici immensi fatti e le persone che gli hanno dato addosso consigliandogli di mollare. L'Autocommiserazione è insostenibile in e per tutti.
RispondiEliminaIl problema più grave è che si pensa che questo possa aver presa per ottenere un'opera di successo, invece, molti dovrebbero abbandonare l'idea di fare lo scrittore, perchè semplicemente non sono portati a farlo. Tra l'altro si pensa che scrivere sia la cosa più facile del mondo. Il fatto è che tutti abbiamo qualcosa d'interessante da raccontare, ma non sempre siamo capaci e abbiamo le competenze per farlo.
Non mi frega mai una beata fava di sapere chi ha scritto qualcosa che mi appropinquo a leggere.
RispondiEliminaQuando ho finito e mi rendo conto che meriti un occhio meno superficiale, vado a leggere le note biografiche.
Non di rado è scrittore defunto.
E mi dispiace sempre constatare che per una volta che trovo uno che sa scrivere, non potrà farlo ancora.
@Francescast.84: non credo che tutti gli scrittori siano egocentrici. Di certo molti di loro sono mitomani.
RispondiEliminaahahahahahah ... allora si vogliono decisamente male :)
RispondiElimina* Giorgia
RispondiEliminaNo, e come potrei? :)
* Ernest
Ciao carissimo, e grazie di essere passato anche stavolta.
* Guchi
Immagino il tuo imbarazzo, perché se uno che si accinge a scrivere il suo primo romanzo si mette a chiedere ad altri se è meglio scriverlo "al passato o al presente", i casi sono due: o ha 13 anni, oppure l'unico consiglio giusto, anche se doloroso e cattivo, è lasciar perdere...
La frase su mio fratello ottimo giardiniere ha proprio questo senso: ci sono persone a cui sembra sia stato il medico a ordinare di scrivere. Ma essere scrittori è difficilissimo. E non è obbligatorio. (Purtroppo il mondo che li circonda continua a dare a queste persone cattivi esempi, con continui casi di sconfinamenti e mancanze di rispetto per ruoli e mestieri e talenti: gli scrittori non incidono canzoni, ma i cantanti scrivono romanzi; gli scrittori non pretendono di dirigere film, ma i registi scrivono romanzi; gli scrittori non pretendono di condurre programmi televisivi, ma una qualsiasi soubrette scrive romanzi; eccetera...)
* Francescast.84
RispondiEliminaIo, semplificando, sono per quella che definisco fantabiografia: partire da ciò che senti e che hai vissuto e che sai, ma poi usarlo per inventare delle storie. Io nell'autobiografismo puro sono caduto una volta, ma usando tonnellate di spietata autoironia, perché sono d'accordo con te quando dici che l'autocommiserazione, di per se stessa, è noiosa e penosa, e soprattutto, come tutte le cose piagnucolose, interessa pochino...
Ciao!
* Amore immaginato
Allora cercherò di conquistarti col prossimo romanzo... e di non spararmi prima di pubblicarne un altro ancora... :-))
Ciao Nicola, lo sai che ogni tuo post porti sempre cose molto interessanti e non sempre facile ad commentare, buon pomeriggio.
RispondiEliminaTomaso
in genere salto a pièpari la prefazione , a meno che non sia di un autore che già conosco e ammiro, e vado subito a testo anche perchè non voglio essere influenzata da nessuno sull'impatto che deve darmi il testo così come quando conosci una persona senza che nessuno te ne abbia mai parlato prima. Dopo aver finito la lettura, e se mi è piaciuta molto, vado ad approfondire altri dati e cioè la prefazione ed eventuali altre opere, nonchè dati biografici sull'autore. Di certo non mi interessano le menate di lana caprina se usa il pc o la penna stilografica , tanto meno su come fa a farsi venire l'ispirazione perchè se uno deve farsela venire vuol dire che " 'gna fà"
RispondiEliminaIl problema è quando si scopre di aver acquistato il polpettone al tamarindo e muffa anzichè un libro!
RispondiEliminaAnch'io resto dell'idea che sia l'opera, in primis, a dover parlare. Raramente è davvero necessario aggiungere altro (nel bene e nel male).
Un abbraccione!!!
Ho sempre pensato che la grande letteratura sia fatta di metaracconti, ovvero di racconti che parlano di qualcosa per dirti in realtà di qualcos'altro, una sorta di gioco di specchi in cui tu non sai quanto sei distante dall'oggetto riflesso...la sto prendendo larga, spero di farmi capire, la letteratura se è letteratura paradossalmente non dovrebbe parlare (chiaramente) del suo vero oggetto, figuriamoci se penso che ossa produrre letteratura un tizio oppresso da stitichezza narrativa confusa con la secolare "morte del romanzo" in cerca di ispirazione tra le montagne russe di gardaland e devastato da narcisismo progressivo! Non so di chi tu stia parlando ma francamente mi sento di rispondere alla tua domanda con "il Testo", senza dubbio "il Testo". Solo dopo, per mano di altri e non dell'autore, viene l'analisi di quello che la letteratura ha lasciato da qualche parte tra gli specchi. Un saluto. Antonio ;-)
RispondiElimina:) e chissenefrega di chi siano e cosa facciano. semmai è il risultato finale che deve passare, e quello che ce ne ricavo io lettore. poi del resto può anche scriverlo direttamente seduto sul water, tanto che lo faccia o meno, credo a quello che voglio!
RispondiEliminastessa cosa accade con i musicisti...non sarà mica sindrome da "mi nascondo dietro quel che faccio o dico di fare perchè non sono nemmeno io convinto di quanto scrivo/suono???"
bello leggere te! ;)
Per il momento incomincio a rastrellare il giardino.....!
RispondiEliminaDipende se per il lettore è importante quello che è scritto, oppure come è scritto, oppure chi l'ha scritto...
RispondiEliminaA me piace quello che scrivi, come lo scrivi e tu che lo scrivi...
Non c'è possibilità di equivoco!
perfetto zio ecco perchè io, nonostante i programmi ministeriali del piffero, D'Annunzio lo salto a piè pari.
RispondiEliminaGrazie, capitano! Bel vascello, Nicola, sarà un piacere stare qui. Prendo servizio al bar, se non ti spiace. Altrimenti mi tocca trasformarmi nell'ufficiale scientifico - e dopo Spook, Data e 7d9 vi sembreranno mammolette sentimentali.
RispondiEliminaSai che un po' mi piace curiosare sulla vita degli scrittori, ma solo perché trovo questo dono magico, vorrei riuscire ad entrare nella loro testa e capire come fanno a far uscire certe meraviglie (in altre occasione certe schifezze, la curiosità è uguale :D), sicuramente affascina più me che il dono non l'ho, mi succede anche con la pittura, stesse emozioni.
RispondiEliminaTu che possiedi questo dono trovi forse difficile comprendere cosa ci porta ad essere un po' curiosi.
Sono le pagine di un libro a darmi i sentimenti, lo stato d'animo degli abitanti della casa inchiostrata non la capacità di uno scrittore di clonare il suo ego. Quasi sempre, o almeno in tutti i miei libri preferiti,la trama è solo una forzatura,uno scenario dove i protagonisti svelano la loro personalità. Ma a te caro amico tutto è concesso anche l'egoismo culturale.
RispondiEliminaCon affetto,
Pierrot
Farei 2 esempini. Adoro Jonathan Coe non mi spiacerebbe sapere come vive, cosa fa, magari vedere la foto della sua cucina, ma preferirei di gran lunga che uscisse un nuovo romanzo!!
RispondiEliminaDa quasi scrittrice cerco di non cadere mai nell'errore di parlar di me con supponenza. Il problema è sempre quello, un po' per tutti, di prendersi troppo sul serio.
Abbraccione!
mi piace curiosare nella vita e nel modo di scrivere dei GRANDI scrittori. Mi diverte sapere che Simenon usava soltanto matite -adoro le matite-, che però dovevano spuntare dal barattolo alte uguali e ben appuntite, e che gelosa addetta a far le punte alle matite fosse la moglie.
RispondiEliminaSarebbe piaciuto anche a me questo ruolo, adoro appuntire le matite.
Di questi tempi difficilmente trovo un nuovo romanzo che mi possa interessare. E mi interessano solo le vite dei grandi del passato.
RispondiEliminasinceramente non amo molto prefazioni, spiegazioni, manipolazioni, delucidazioni, interpretazioni e tutti gli altri -oni. Sarà banale, ma mi piace pensare che una buona storia, scritta da un autore che a prescindere da quanto sia "bravo" o "famoso", abbia qualcosa di sincero e appassionato da dire, debba essere in grado di raccontarsi senza bisogno di "stampelle" paratestuali, a meno che non sia proprio necessario per via della notevole complessità o particolarità dell'opera. Se mi è piaciuta, poi allora sì che mi vien voglia di curiosare nel laboratorio dell'autore, e magari chiedergli dove ha tratto l'ispirazione per determinate scene, il perché di certi dettagli, o magari avere qualche sua informazione biografica in più per contestualizzare meglio tutto. Poi, può anche essere interessante sapere come funziona il sistema creativo di un Grande Autore. Ma quanto tutto ciò è assimilabile, poi? Cioè, per migliorare DAVVERO la mia scrittura, quanto mi serve sapere che il Grande Autore X scrive meglio alla mattina piuttosto che al pomeriggio o nottetempo? E per quanto riguarda gli aspiranti e sedicenti scrittori, correggimi se sbaglio, ma ho l'impressione che molti, appena pubblicano qualcosa di vagamente passabile, si ritrovano un ego lievitato a dismisura. E da lì a mettersi a fare i guru della letteratura, il passo è più breve di quello che sembra. Scusa la lunghezza, ma una questione complessa merita una risposta complessa :)
RispondiEliminaSì, ascolto poco gli scrittori che parlano, ma quelle rare volte che li sento, mi stanno sul culo - senza mezzi termini -. Questo vale anche per altri artisti, come certi registi.
RispondiEliminaViceversa le interviste ai cantanti le ascolto meglio: meno paroloni e più cazzeggio.
pagine e pagine di foglie da rastrellare
RispondiEliminati abbraccerei :)
* Tomaso
RispondiEliminaTi ringrazio per la visita e ti saluto, caro amico.
* Marina
Il tuo "gna fa" dice tutto in ottima sintesi, e mi trova completamente d'accordo. Così come il tuo approccio alla lettura.
* Giada
Non avevo considerato questo aspetto: spesso il polpettone al tamarindo e muffa non è un intermezzo culinario per aspettare l'ispirazione, ma è proprio il prodotto finito che approda in libreria (e in classifica...)
Brava!
E ciao. :D
* Antonio
RispondiEliminaIo sono per le cose più dirette, meno tortuose. Come scrittore voglio essere chiaro, come lettore pretendo chiarezza (che non significa sciatteria o banalità o superficialità). Poi possono esistere diversi livelli di lettura, per cui un romanzo può voler dire ANCHE altro, però non amo il pensare contorto e lo scrivere contorto. Pane al pane, pene al pene.
Bella l'idea di "stitichezza narrativa", anche se poi ci stanno pure i diarroici, che non sono meglio. Anzi... :)
Un saluto anche a te!
* ElenaSole
Analisi stracondivisibile. Grazie per aver portato un raggio di sole, e per le tue così gentili parole: bello essere letto da persone come te!
* nella
In fondo il Giardiniere è una delle figure più nobili che esistano. E non lo dico solo in omaggio a mio fratello. Lo sosteneva anche il magnifico George Harrison! :)
* mr.Hyde
RispondiEliminaAdesso mi commuovo... anche perché ti so totalmente sincero. Grazie Amico!
* Cirano
Un peto veloso sui tromboneschi programmi ministeriali. È anche grazie alla loro intelligenza e modernità se i nostri ragazzi non leggono. Ma non tutto è perduto. Ho potuto conoscere dei liceali appassionatissimi di narrativa, grazie alla fortuna di aver avuto insegnanti come te, ed è stato assai consolatorio e incoraggiante. Non mollare!
* Alessandro Madeddu
Bene, sei assunto al bar. C'è già lì lo Zio Buk che aspetta impaziente... :-))
* Galatea
Devo essere sincero: entro i giusti limiti, è una curiosità che lusinga. Affascinare e incuriosire non è poi così brutto, specie se a essere affascinate e incuriosite sono belle persone, come spesso sanno essere i lettori, soprattutto i miei... :)
(Ammazza che sviolinata... però è sincera, e lo sapete...)
* Pierrot
RispondiEliminaAffetto ricambiato, caro amico. E vedo con piacere che nella contesa trama-scrittura sei anche tu, come me, dalla parte della scrittura. Se ci sono entrambe, meglio. Ma scrittura senza trama può essere una delizia. Trama senza scrittura è una perdita di tempo a cui non mi sottoporrei, come lettore, neppure se mi pagassero. Allora guardo un film!
* Sandra
Ma che ne è stato di Ilaria?
Voglio chiarire che non sostenevo il totale disinteresse per lo scrittore (ovviamente quello bravo, quello che amiamo e di cui leggeremmo tutto, anche la lista della spesa). Come lettore sarei un bugiardo se dicessi che non mi piacerebbe cenare con Paul Auster e parlare con lui, e come autore sarei un ipocrita se dicessi che non mi importa essere benvoluto e suscitare interesse. Però è vero che, nel primo caso, proprio perché amo quello scrittore, vorrei che avesse più tempo e più pace possibile per scrivere altri libri, e nel secondo caso vorrei limitare al minimo, per lo stesso motivo, le pur importanti e stimolanti occasioni come presentazioni, interviste ecc.
Un abbraccio grande anche a te!
* silvia
Bellissimo e carino il tuo pensiero. Il problema è che a volte ci stanno in giro dei Simenon che invece di restare a casa a scrivere con le loro belle matite passano il tempo in televisione a parlare della moglie che gli fa la punta alle matite, per cui alla fine ti stanno sulle balle lui, la moglie, quello che pubblica, e pure le matite!
Ciao carissima. :)
* Adriano
RispondiEliminaVedrò di fartene trovare uno davvero buono fra un mesetto... ;-)
Ciao!
* Reverend Emi
Scusarti? Direi che il tuo intervento (come molti che l'hanno preceduto) è un'ottima integrazione al mio pezzo, quindi ti posso solo ringraziare.
Quanto ai vaffanguru, il peggio è che stanno pure scadendo di livello: quante volte, su certe pagine culturali, leggiamo pezzi che sembrano compitini di seconda media, ma pieni di supponenza saputella e di arroganza?
* Paòlo
A me i cantanti che parlano interessano ancor meno, anzi per nulla. Se uno scrittore preferisco che scriva, a maggior ragione a un cantante direi di risparmiare il fiato per cantare, invece di ragliar cazzeggi... (Ma anche qui, dipende da chi è: certi mostri sacri del passato li avrei ascoltati molto volentieri, e anche oggi vi sono fior di musicisti che hanno da dire cose più interessanti di certi scrittori).
Spero con questo post di non essermi tirato la zappa sui piedi: dovrò far tesoro di quello che dite, per evitare, in futuro, di "star sul culo" anch'io come certi miei colleghi... :-))))
* amanda
Abbraccio accettato, e ricambiato! :)
a questo punto vogliamo sapere come viene l'ispirazione a zio scriba!
RispondiEliminano scherzo, però un documentario proprio non vuoi farlo? :D
* Marco Goi
RispondiEliminaIl mio problema è l'opposto: trovare il modo di sospendere, ogni tanto, l'assalto dell'ispirazione. Potermi godere una partita in tv senza dovermi alzare dieci volte a prendere appunti per non dimenticare una nuova idea... Sono quello che si dice un "cortocircuitato permanente"... :-))
Ciao carissimo!
Ci sono scrittori che parlano di sè in maniera intelligente, autoironica, critica, non narcisistica. Altri che parlano di sè attraverso le maschere dei loro personaggi. Quello che conta è ciò che uno scrive e come lo scrive. Per il resto non mi interessa sapere quello che uno fa nella realtà per riuscire a scrivere, tantomeno dei suoi problemi d'ispirazione, perchè se li ha vuol dire che non è più scrittore.
RispondiEliminaMi può invece interessare un'intervista a Josè Saramago, non una a Giorgio Faletti. Ma c'è sicuramente chi preferirebbe il contrario.
A ciascuno il suo mondo, basta che non mi rompano i coglioni.
:)
Un abbraccione
Decisamente quello che mi interessa è il libro! La prefazione non è nelle mi letture, molto raramente mi capita di leggerla ma solo dopo che ho letto il libro, per scoprire a volte che non sono assolutamente d'accordo con chi l'ha scritta.
RispondiEliminaCiao
Francesca
P.S. A proposito di libri, ti ho nominato con piacere nel mio ultimo post.
Sono completamente d'accordo con Ruhevoll. Ciò assodato, sono corsa ad acquistare il tuo libro dopo aver ascoltato l'intervista che hai rilasciato a Radio Radicale:)) Consiglio a tutti di sentire la tua voce e...di leggere i tuoi libri.
RispondiEliminaBaci8
Ho sempre saltato le prefazioni, magari poi ci ritorno per curiosità. Quasi mai ci ritrovo lo spirito dello scritto in questi esercizi di maniera del critico di turno (figuriamoci del giornalista di ventura). Ognuno produce il frutto dei suoi pensieri a modo suo e credo che se si scoprisse la banalità di certi processi creativi certuni sarebbero invogliati a provare inflazionando oltremodo lo "pseudomondoculturale".
RispondiEliminaTanta "ciccia" poco "filetto" ed un'apparenza propagandistica che tira il mercato. Banale,no? Ciao
Minchia mi hai fatto morire zio!
RispondiElimina(DALLA PRIMA FINEZZA: io consiglierei le manette dell’appuntato, per il reato di minchia infranta…)
Al polpettone al tamarindo e il free climbing sulle piastrelle del cesso.
Mi piacerebbe sentire le TUE risposte alle domande dei giornalisti del cazzo (perchè per tirare fuori certi articoli non basta che uno dei due sia un coglione... servono entrambi, e la cosa che più mi stupisce è che non sono affatto rari, sigh!)
Spero sempre che tra opera e autore ci sia un fil rouge d'intenti, ma è il testo che passerà alla " storia " anche fosse anonimo ........ certuni però non sono male da conoscere .......miaooooooooùùùù
RispondiEliminaSandra ha ucciso Ilaria, circa.
RispondiEliminaChiamala evoluzione.
baci
In genere le prefazioni mi fanno venire l'abbiocco, quindi preferisco passare direttamente al rapporto col testo, non c'è dubbio. Però sono anche una persona molto curiosa (specialmente nei confronti di un mestiere così particolare) e se quella volta mi sono trattenuta dal chiederti se per farti venire l'ispirazione ti sciampi sei volte al giorno o se scrivi a macchina o con lo scalpello, è stato solo per timidezza... Ciao, Nicola!
RispondiEliminaP.s. Io nei dialoghi sul mio blog uso le "virgolette da sergente", un residuo scolastico...cosa dici, andranno bene? ;-)
Se hai uno Scrittore Mito è abbastanza comprensibile che ti venga la voglia di conoscere di più su di lui (e magari anche sulle sue manie, le sua abitudini ecc.), sebbene questa possa rivelarsi un'arma a doppio taglio (e molto affilata).
RispondiEliminaMa nel caso del Mito la chiamerei devozione. Nel caso invece dello scrittorucolo italiota è solo gossip.
Solitamente curiosare nel laboratorio dell'autore mi interessa... na beata minchia.
RispondiEliminaUn abbraccio. :)
P.S.: il post è formattato alla grande. :P
Ciao Zio, personalmente qualche prefazione la leggo: quella di Conrad su Cuore di tenebra è molto interessante. Ma parliamo di Conrad.
RispondiEliminaIo come aspirante scribacchina preferisco dare in pasto ai miei pochi lettori le parole nude e crude, senza tanti prefazioni, postfazioni e ghirigori; stanno online gratis e ognuno può pensarne ciò che vuole.
Mi piacerebbe avere la tua genialità, ogni post che pubblichi è un salto nel vuoto: mi emoziona.
Ciao carissimo, un abbraccio:)))
* ruhevoll
RispondiEliminaSottoscrivo tutto, ma soprattutto il "basta che non mi rompano i coglioni"... :)
Un abbraccio.
* francesca
Ti ringrazio ancora anche da qui, ma ripeto che per me è stato solo un piacere. :D
* giacynta
Con la mia voce registrata ho qualche problema, nel senso che riascoltandola non la riconosco, e rimango disorientato... Però devo essere grato a quell'intervista, se mi ha permesso di guadagnare una lettrice come te!
Grazie. E baci8
* Roscio
Interessantissima, e condivisibile, anche questa tua analisi.
Grazie.
* Greg
Grazie, carissimo.
Nel caso in questione, la mia risposta dovrebbe essere più o meno quella che ho dato a Marco: che il mio problema, con l'ispirazione, è semmai quello opposto: di riuscire, ogni tanto, a levarmela dai coyotes, facendole perdere le mie tracce... Ma rispondendo così passerei troppo per spaccone, e quindi non so... :)
* Felinità
Forse, rendere l'anonimato una regola servirebbe a scrollarsi di dosso qualche milionata di mitomani... :)
Ciao e Miao!!
* Sandra
RispondiEliminaDi nuovo baci anche a te.
* Ninfa
Se proprio dovessi dare una risposta riguardante l'ispirazione, finirei col menzionare le mie lunghe passeggiate lacustri. Ma non sarebbe una risposta esattissima: in realtà passeggio solo per rilassarmi, e per godere delle bellezze della natura. Per l'ispirazione non servono trucchetti. Comunque la prossima volta non trattenerti: alle amiche è concessa qualsiasi domanda, qualsiasi curiosità.
* Il grande marziano
Pensieri condivisibili anche i tuoi, caro amico. E per quanto riguarda la parte "scrittorucoli italioti", farò finta di aver già ricevuto la Cittadinanza Onoraria Danese che tanto vorrei... :-))))
* LeNny
Grandissimo: non solo blogger, non solo amico, ma anche buon consulente informatico... :)
Abbraccio ricambiato.
* keiko
Non ci crederai, ma anch'io mi emoziono a leggere i vostri bei commenti.
Abbraccio grande! :D
Caro Zio
RispondiEliminaTuo post è interessante, vengo sempre a leggerti benché non lasci niente scritto, a volte per me diventa difficile fare un commento, ma sappi che è un gusto venire al tuo blog.
Grazie mille per la tua visita.
Un abbraccio
e buon fine settimana.
l'alcol fa miracoli, secondo Bukw. Non che l'abbia mai provato. Chissà quante persone si sentono chiamate in causa. anche io. Non che io mi definisca una scrittrice. Per questo ho tirato in ballo l'alcol: per fingere disinvolta battuta.
RispondiEliminaMa tanto io sono giovane!
Ma figuriamoci! Io addirittura sposo l'aforisma di Umberto Eco: "l'autore dovrebbe morire dopo aver scritto. Per non disturbare il cammino del testo."
RispondiElimina* genessis
RispondiEliminaGrazie a te, carissima, ti abbraccio anch'io.
E resta sintonizzata: da queste parti si preparano grandiose novità... :)
* Il Ballo dei Flamenchi
Comunque tu ti definisca, sei un'altra che scrive senza ammorbare mai sul "come " e "quando" scrive... :)
Non ti serve l'alcol, né finzioni di nessun genere: in fondo siamo simili, perché io, un po' per scelta un po' per vocazione, rimango giovane dentro... :D
* Cri
Però, se è molto bravo, è meglio che muoia dopo averne scritti almeno una ventina... :-))
Vedi "Fahrenheit" su Radio 3 ...lì ne senti di autocelebrazioni.
RispondiEliminaCmq. Puro tutta la vita .
Ciao
Il laboratorio mi sa di medico, anestesia, pulizia, sangue...prefeferisco l'Officina con tutta la confusione e lo sporco che mi contraddistingue. ;-)
RispondiElimina* ReAnto
RispondiEliminaBentornato sire... :)
Puro ma non troppo, altrimenti non c'è gusto...
Ciao!
* mark
Fra laboratorio e Officina scelgo di tenermi... lo scriptorium :)
A me piace leggere le storie, poi, se mi piacciono, mi interesso a chi le scrive.
RispondiEliminaCiao, sono giunta per caso.
* Ata
RispondiEliminaLe più belle amicizie di questa splendida avventura da blogger sono nate più o meno per caso...
Benvenuta a bordo, e ciao! :)
ciao Nick
RispondiEliminanon ho ancora letto i commenti perché tanti e per non farmi influenzare. Quindi molto probabile che vada contro corrente.
Condivido la prima parte del tuo ragionamento.
Viceversa, devo ammettere che, quando leggo un'opera che mi prende (e intendo quegli scritti che ti raggiungono nel profondo) dopo, vorrei sapere tutto di come è nata, chi l'ha scritta, come ci è arrivato e perfino come va di corpo.
Va da sé che mi avvento su prefazioni, introduzioni, post-fazioni e se non ci sono, pur di non staccarmi da quel libro, mi leggo i titoli della collana di cui faceva parte.
Riconosco però che non succede spesso...
Un abbraccio
Nina
* nina
RispondiEliminaCiao carissima!
No, non sei poi così tanto controcorrente. Hanno sostenuto più o meno lo stesso gli amici mr.Hyde e Sandra, e pure qualche altro. E anch'io ho finito con l'ammettere di comportarmi allo stesso modo coi (pochi) scrittori che adoro, e dei quali leggerei anche la lista della spesa... :D
Un abbraccio.
Uno dei motivi (non il principale) per il quale ho mollato Facebook è stato proprio il diario di bordo di alcune persone che scrivevano, e dovevano fare sapere a tutti come procedeva: quante righe avevano scritto, di come erano contenti (o dispiaciuti) di aver finito (o di non aver finito) il dialogo centrale del loro romanzo... Come dici tu: "due maroni".
RispondiEliminaL'impressione che avevo era che stessero pensando già al loro biografo - che immaginassero un libro, tra un centinaio di anni, in cui uno studioso scrivesse: "Poi, il 20 marzo, su Facebook comunica di aver completato il romanzo che ora tutti noi conosciamo come il più grande capolavoro di tutti i tempi".
Credo che spesso si confonda il mezzo con il fine. Uno che scrive dovrebbe amare scrivere, e se è davvero amore, dovrebbe farselo bastare....
* grafemi
RispondiEliminaSì, e siamo davvero fortunati noi, che conosciamo questo vero Amore, e ce lo facciamo bastare eccome!
E però, che bello, e quante difficoltà in meno sul cammino, se i mitomani fossero tutti affascinati, che so io, dalla figura del prestigiatore, o dell'inventore, anziché da quella dello scrittore! :)
Un abbraccio.
e io non vedo l'ora di essere stregata da una tua opera :-)
RispondiEliminanon dovrebbe mancare molto... :-))))
RispondiEliminaQuesta me l'ero persa e l'ho trovata per caso. Certo che è una gran rottura di palle sentire sproloquiare uno scrittore su come scrive i suoi capolavori se seduto sul cesso e con la testa dentro la tazza; ma credimi è molto meno pesante che ascoltare un pittore arrivato raccontare agli altri attentissimi e devotissimi discepoli in fieri come cazzo li fa sti quadri.
RispondiEliminaE vedergli fare addirittura le mosse col braccio e le facce davanti alla tela.
Non ti cascono le palle ma le budella.
Ciao.
A volte mi vien da pensare che gli artisti dovrebbero essere, per regolamento internazionale, come i giocatori di quel bellissimo gioco a carte romagnolo che si chiama maraffone: MUTI. :-))))
RispondiEliminaSarà perché leggo pochi aspiranti scrittori, ma non ho ancora la minchia infranta... però condivido ciò che dici, tranne che quando a condividere quante parole ha scritto è la mia amica aspirante scrittrice che sta scrivendo un romanzo, del quale io sono la lettrice e critica n.1. :)
RispondiEliminaun bacio
* Fra
RispondiEliminaGiusta eccezione: chi scrive ha diritto ai pareri dei suoi lettori privilegiati. L'importante è che questi ultimi siano volontari consezienti... :)
Bacio anche a te.