"Meglio Capitano della mia zattera di storie di carta che mozzo sul ponte di Achab"

SITO ANTI COPROFAGIA LETTERARIA: MERDA NON NE SCRIVO, E MENO ANCORA NE LEGGO

mercoledì 30 marzo 2011

Poesie del poeta pentito (5) - un altro piccolo assaggio di versi adolescenziali




DELIRIO



Su tele radio melanzana
Si trasmette nella notte buia
Pensieri ossessivi da isole lontane
E tramonti rossi e gialli sopra fiordi freddi e blu

Forse è il tiglio a farti delirare
La mente gira e gira dentro te
Forse la febbre o il gelo dentro i nervi
Senti vertigini e non sai se scendi o sali su

Dammi brividi
Per impazzire
Non fermarti
Dolce voce

Sulla pelle
Sento caldo
La tua lacrima
Mi vuole

Stai con me
E non fuggire
Dai miei occhi
Amore Amore





SAN MARTINO



Con il cuore appoggiato ad un gelido muro
Indeciso se rimpiangerti o ammirare il panorama
Mi ritornano alla mente le parole della lapide...

La vita migliore era morire con gli Eroi





TRENI DI NOTTE



Case di notte a Roma Tiburtina
Gente che passa e vede la tua luce
Ma non conosce il tuo nome
E non porta con sé il tuo pensiero

Treni vuoti e illuminati a Roma Tiburtina
Guarda il fantasma passare le case
A volte la morte coincide col sogno

Treni di notte a Roma Tiburtina
Forse un giorno voleremo via





MANIFESTO



Noi siamo il meglio del pianeta
Musica, amore e fantasia
Il denaro, un po' ci serve
Ma è più importante la poesia

Siamo
Feeling and Fantasy
Cantiamo
We love Miss Liberty

Nel nostro cuore tanti amori lontani
Ma basta poco per sentirli vicini
Noi siamo matti, diversi e un po' strani
E s'innamorano anche i bambini

Siamo
Sentimento e Fantasia
Cantiamo
Signora Libertà, non te ne andare via

Abbiamo occhi dolci e sguardi sinceri
Se sorridiamo i sorrisi son veri
Meglio un amico che un impiego sicuro
Senza di noi, che mondo grigio scuro!

Viviamo sognando
Sentimento e Fantasia
Viviamo cantando
Signora Libertà, non te ne andare via





OMBRE



Luna quasi spenta e buio sulla spiaggia

Cammino passo incerto sulla sabbia

La pistola fredda pronta sulla tempia

E la mano di qualcuno che mi salva

(Non per molto)

In mezzo ad altri colpi e corpi morti





OGNITEMPO (incompiuta)



Dinosauri e dischi volanti
Sotto un cielo di nuvole nere
Lampi nel buio e bisbigli assordanti
D'imprecazioni, canzoni e preghiere


(...)


Ho udito un'aquila urlare morendo

Ero io in Ognitempo ero io


Ho visto un vecchio scappare piangendo

Era Dio in Ognitempo era Dio




sabato 12 marzo 2011

"Ah, okèi..." (i cujùn in semper quèi)




Adesso qualcuno me lo deve spiegare. Già, perchè avendo io la fortuna di non frequentare certe tv, non ho la minima idea su chi abbia fatto partire questa nuova odiosissima moda. Dell’indizio televisivo sono quasi sicuro: dev’essere per forza da lì che è venuta fuori. Ma chi sarà stato il primo, il modello originale, il caposcimmiotto dello scimmiottismo imitazionale? Una presentatrice stronza? Un coglionazzo da reality? Un guitto di zelig? Un bamboccio di mtv? Una famosa star straniera? Un tormentone pubblicitario? O è invece stato un deejay radiofonico? Ditemelo voi: io non ho modo di saperlo. Mi riferisco, lo si capisce dal titolo, all’inflazionatissimo “Ah, okèi”. Penso che molti di voi l’abbiano orecchiato, no? Ormai da un paio d’anni, tutte le persone che prima dicevano di continuo “Okèi” adesso usano a pappagallo la nuova formula “Ah, okèi”. Che però nel tono si differenzia, dall’espressione originale, per un retrogusto semisfottente, del tipo “Stai dicendo una gran cazzata, però facciamo finta che ci credo”.
“Quanti anni ha detto di avere, quella vecchia?”
“Trentanove”
“Ah, okèi!”
Ma l’”Ah, okèi!” va soprattutto pronunciato con espressione vacua e ritardatella, come di uno che ha (quasi) afferrato il messaggio solo dopo esserselo fatto ripetere una mezza dozzina di volte.
“L’ipotenusa è quella roba più lunga, hai capito adesso, imbecille?”
“Ah, okèi!”
“Per fermarti prima del muro dovevi schiacciare il pedale in mezzo, idiota, non la frizione!”
“Ah, okèi!”
Ricordo una scena d’infanzia nella sala d’aspetto d’una stazione. Una ragazzotta non molto sveglia sta al telefono e ripete di continuo “Okèi... okèi... okèi...” finché non salta su un vecchio a commentare a mezza voce: “Eh, okèi, okèi... i cujùn in semper quèi”...
Ma mentre l’okèi era un semplice intercalare, l’”Ah, okèi” è qualcosa di più (e di peggio): fa parte infatti delle nuove espressioni-jolly, buone per tutto. La gente sta diventando così pigra che, a furia di limar via parole, è capace di trascorrere una vita usandone non più di venti o trenta (un tempo per indicare un povero ignorante si diceva “avrà un vocabolario di 500 parole”, oggi con 500 parole sei un mostro di oratoria...)
Trionfa da tempo, in italia, il fastidioso monoaggettivo-jolly “importante”, che certi imbecilli usano così a profusione che io ormai mi faccio scrupolo di ricorrervi anche quando starebbe a pennello:
“Hanno conseguito una vittoria importante in una partita importante contro un avversario importante, grazie a un gol importante del loro giocatore più importante”. Un commentatore che parla così non viene deriso o licenziato a calci, ma ringraziato per l’importante contributo...
L’”Ah, okèi” è invece diventata la rispostina-jolly. La si può usare al posto di qualunque altra.
Al posto di “Grazie”:
“Che ore sono?”
“Le tre meno venti”.
“Ah, okèi!”
Al posto di “Salute”:
“Eeeetcììììììììììììììììììììììì!”
“Ah, okèi!”
Al posto di “Andate affanculo e vergognatevi!”:
“I referendum sul nucleare e la privatizzazione dell’acqua si terranno a giugno inoltrato”
“Ah, okèi!”
Quello che però non capisco è: se hanno così urgenza di risparmiare parole e quindi fiato, perché poi devastano la minchia con quei cazzo di “assolutamente sì” e “assolutamente no” al posto di Sì e No??!!
Perché lo dice simonaventura?
Ah, okèi...