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sabato 23 marzo 2019

MALEDIZIONE DEFINITIVA DEL POLITICALLY STRONZETT - parte prima

GIÙ LE ZAMPE DAI DWEM

Miniquiz. Sapete cosa sono Isaac Newton, Albert Einstein, Enrico Fermi, Stephen Hawking agli occhi dei razzistelli alla rovescia del politically stronzett? Null’altro che DWEM (maschi bianchi europei defunti). Ora, se nelle facoltà statunitensi di Fisica si pretendesse, con una smorfia sprezzante, di condannarli, liquidarli e accantonarli in quanto tali, e di studiare esclusivamente teorie enunciate da “femmine nere americane vive”, la cosa apparirebbe a chiunque una paradossale ridicolaggine (il che non significa che quell’ultima categoria non possa annoverare a sua volta nuove menti geniali, intendiamoci). Ebbene, nelle facoltà umanistico-letterarie sta già succedendo qualcosa di molto simile, e non solo nell’aberrante America.

All’università di Manchester c’era una poesia di Kipling (la famosissima “If”) scritta su un muro. È stata cancellata, e sostituita coi versi di un’autrice cosiddetta “di colore” (espressione, questa sì, fra le più brutte e più stupide che siano mai state concepite: quale cazzo di colore? E gli altri cosa sono, trasparenti?). Il motivo? Kipling è accusato dallo studentame iconoclasta e burino di essere stato “colonialista e razzista”. Come se non fosse altrettanto (o anche più) razzista decidere che la nuova poesia debba PROPRIO essere, guarda caso, opera di un’autrice “di colore”… Ma così, ai loro occhi miopi e imbecilli, giustizia è stata fatta. E mai come in questo caso io trovo sublime il fatto che nella mia Lingua “giustizia sommaria” e “giustizia SOMARA” siano espressioni spietatamente contigue…

Forse il Politically Stronzett non è che una delle tante facce di quel triste fenomeno dei nostri tempi che potremmo definire come virulento revanchismo degli zucconi, degli ultimi della classe, dei bocciati, dei somarelli infingardi, dei velleitari semianalfabeti e misalfabeti. 
Già, perché studiare (dalla tastiera m’era uscito “stupidiare”) i testi di un manipolo di agguerriti bulletti contemporanei (la cui smania di correggere tutto e tutti potrebbe fargli meritare l’appellativo di “correggioni”, con o senza “s” davanti) in fin dei conti, SARÀ ANCHE MOLTO PIÙ FACILE che sgobbare sui polverosi testi di tutti quegli altri cattivoni imperialisti e patriarcali.

Come quasi tutti sanno (o dovrebbero sapere), per i parametri odierni risulterebbe PROFONDAMENTE razzista persino l’illuminato presidente Abraham Lincoln. E allora cosa facciamo, lo sbattiamo nel girone degli infami criminali dell’umanità equiparandolo a Hitler? Oppure, tanto per fare una cosina davvero nuova e un po’ diversa, proviamo a usare il cervelletto? 

Niente è più stupido e sciagurato di un’interpretazione troppo estensiva, permalosa, arrogante, maniacale e totalitaria dell’idea di “Rispetto”.  
Certi malati di mente sarebbero capaci di costringerci ad abolire il sostantivo “destrezza” e gli aggettivi “sinistro” e “maldestro” nel nome del “Rispetto” dovuto ai mancini!!
E se uno si chiama Ammazzalorso di cognome? Lo obblighiamo a chiamarsi Rispettalorso?

Il giorno in cui capirete che “RISPETTARE SEMPRE TUTTO E TUTTI” equivale, se portato alle estreme conseguenze, a NON POTER DIRE PIÙ UN CAZZO DI NIENTE, sarà sempre troppo tardi. 

E per chiudere in bellezza questa prima parte, direi di divertirci a sparare a un bersaglio grosso, cioè nienteippopotamodimeno che a sua maestà “l’insulto sessista”.
Nessuno sembra rendersi conto di come l’espressione “insulto sessista” sia spesso un pleonasmo, una ridondanza, una menata stucchevole, un meme automatico e non pensato, caratteristico di quest’epoca petulante che ha sostituito ai pensieri una social sarabanda di riflessi condizionati burattineschi, di etichettine accusatorie da applicare con la bava alla bocca e il cervello in stand by. (Come tutto ciò che è politically stronzett, del resto). Un insulto è un insulto. È qualcosa di violento, greve, gratuito, volgare, infamante, cattivo, che dovremmo far di tutto per evitare, sempre. Ma è anche qualcosa a cui ti lasci andare quando sei fuori dalla cosiddetta graziadidio. E, quando ci vuole (ammesso che qualche volta ci voglia) dev’essere il più duro e sporco e “liberatorio” possibile. Se saltasse fuori che la maestra d’asilo del vostro adorato bambino è un’aguzzina violenta e una sadica torturatrice, voi, sinceramente, la chiamereste “scemotta” o ci andreste giù (tutti, maschi e femmine) un po’ più pesantelli, scomodando omonimie zoologiche con l’antica città di Ilio?

(Fine prima parte – continua)


10 commenti:

  1. Sottoscrivo e aggiungo che mi sembrano tutti impazziti e il buon senso sia andato a puttane... (a no scusa, a professioniste del sesso).
    Dal lato opposto troviamo vecchie connazionali rincoglionite capaci di insultare chiunque, compresa una ragazzina di 16 anni con la sindrome di Asparger.

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    1. Verissimo: in questo che non a caso chiamo Il Secolo Cretino non ci sono più vie di mezzo, e non si capisce più un cazzo (pardon, un pene). Da un lato c’è chi vomita insulti su una ragazzina preoccupata per l’imminentissima catastrofe ambientale. (A proposito: sospetto sempre più seriamente di essere un Asperger, magari lieve, pure io, così come sospetto, anzi SO, di avere una leggera Sindrome di Tourette, per cui non mi si scassi troppo la minchia se dico parolacce!) Dall’altro c’è chi è talmente preso dal fanatismo correggione e antirazzista da considerare che la cosa mille volte più grave, nel recente fatto di cronaca, NON sia che un tizio con precedenti per molestie a minori e guida in stato di ebbrezza fosse al volante di un autobus pieno di bambini e abbia cercato di bruciarli vivi, bensì che dei giornalisti cattivoni abbiano osato ricordarne le origini senegalesi invece di definirlo più correttamente “italiano”. Non se ne verrà fuori più: se provi a sostenere le ragioni di Greta vieni sommerso dagli insulti dello schieramento A. Se provi a far notare quanto siano ridicoli certi fanatismi vieni sommerso dagli insulti dello schieramento B. E così lo schieramento C sarà sempre più piccolo e ininfluente. E sempre più zitto.

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  2. Ma ci deve essere per forza uno schieramento?! Cazzo!!

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    1. È quello che mi dico di continuo: ogni cazzo di argomento crea in automatico due cazzo di schieramenti opposti e non pensanti, che si massacrano a colpi di slogan, insulti, fake news e immagini. A volte mi sembra di essere l'unico a cercare terze e quarte vie, ma soprattutto l'unico che, dovendo proprio scegliere, trova più ragionevole uno schieramento su certi argomenti e l'altro schieramento su altri.

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  3. Il mio commento preferito ? Che troie, se si tratta di donne come , ad esempio, le maestre d'asilo troie, appunto. Per un uomo , il peggiore insulto mi sembra FASCISTA , anche se ormai vado contro corrente.
    Ho visto per la prima volta , il libro in alto a destra.
    L'ho ordinato e lo aspetto con piacere.
    Cristiana

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    1. Personalmente, l'unica critica che posso muovere a un insulto è di non essere abbastanza colorito, o abbastanza fantasioso. Poi l'insulto può non piacermi (specie se rivolto a me... :D) ma non sarò mai così patetico da definirlo "scorretto", o da voler prescrivere agli altri gli insulti che si possono o non si possono usare.
      Complimenti (e soprattutto GRAZIE) per l'acquisto. Vedrai che non ti deluderà. E comunque, se vorrai, fammi poi sapere.
      Un abbraccio grande grande.

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  4. Qui da noi il "politically stronzett" ancora non sta prendendo piede al punto di spingerci a cancellare prodotti artistici dei NOSTRI personaggi storici (che, ma guarda un po', sono italiani, europei, bianchi). Nei paesi anglosassi (sì, non "sassoni": ormai hanno le teste più dure di un sasso) il fenomeno è ormai preoccupante. E tra l'altro, questi SJW (Social Justice Warrior, peuh) sono razzisti nei loro stessi confronti: ho letto di recente che un regista che intende girare un film biografico su un personaggio nero (scusa, ma non mi ricordo chi) vuole assegnare la parte del protagonista a Will Smith, grande attore e nero pure lui; questi emeriti stronzi si sono lamentati che Will Smith non è abbastanza nero! Disgusto totale.
    Quanto alla questione degli insulti, mi ricorda il cosiddetto "femminicidio". Come se un omicidio fosse diverso se inflitto a una donna! Eppure, c'è sempre qualcuno che uccide e qualcuno che muore, in un omicidio!

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    1. Quando penso a noi che abbiamo subito (l’altroieri!) l'unico, vero, lurido Sessismo di Stato, facendoci rapinare un anno di vita (e uno dei più belli!) per il fatto di essere nati col pisello…
      E stai tranquillo (si fa per dire): dagli un po’ di tempo e il putrido cancro mentale si diffonderà definitivamente anche qui (ci sono già le metastasi, stupide e fanatiche) e allora sacrificheremo di tutto, brandelli di Divina Commedia compresi.

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    2. E su questo sessismo (nonché schiavismo) di stato ti capisco, urka se ti capisco!

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    3. Se poi penso a cosa (non) mi ha dato in cambio questo simpatico paese talentofobico e leccaculòfilo...

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