"Meglio Capitano della mia zattera di storie di carta che mozzo sul ponte di Achab"

SITO ANTI COPROFAGIA LETTERARIA: MERDA NON NE SCRIVO, E MENO ANCORA NE LEGGO

mercoledì 11 agosto 2021

Tre libri per l'estate. (Per palati fini).


Peter Cameron

Cose che succedono la notte 

Adelphi

(Traduzione di Giuseppina Oneto)

Voto 9

Il contatto con un così delizioso narratore non significa solo godimento, compagnia, consolazione e conforto, ma può costituire un salutare bagno di umiltà. Perché anche se ti chiami Nicola Pezzoli, e credi (probabilmente a ragione) di essere uno dei più originali scrittori europei, anche se ritieni (sicuramente a ragione) che certi stronzetti tuoi connazionali ti abbiano sottovalutato, per non dire ignorato, in maniera clamorosa e imperdonabile, leggendo uno come Peter Cameron ti sorprendi a pensare che scrivere COSÌ TANTO BENE potrebbe risultare difficile persino per te.


Edgar Hilsenrath

Jossel Wassermann torna a casa

Marsilio

(Traduzione di Lorenza Cancian) 

Voto 9-

Che quest’uomo non abbia mai vinto il Nobel per la Letteratura non fa che dimostrare quanto poco, o nulla, valgano i premiozzi conferiti agli scrittori. L’anno in cui premiarono Bob Dylan, io fui tra quelli che, a denti stretti e dopo vari ripensamenti, finirono col dire: massì, forse può starci, in fondo certi suoi testi possono essere considerati poesia… Ma più passa il tempo e più cambio idea. Nobel per la Letteratura a Dylan (e a Dario Fo) e non a Edgar Hilsenrath, a Philip Roth, a Milan Kundera, a Paul Auster, a Cormac McCarthy, a Peter Cameron, a Martin Amis? Allora abolitelo, e premiate il miglior centrino lavorato con l’uncinetto!

Romanzo meraviglioso, pungente, divertentissimo, tremendo. 


Richard Ford

Rock Springs 

Feltrinelli

(Traduzione di Vincenzo Mantovani)

Voto 8

Dieci buonissimi racconti americani, ambientati in un Montana freddo, cupissimo e selvaggio, che mi hanno fatto riscoprire e apprezzare Ford. Chissà perché, in seguito a svagati assaggi lontani nel tempo, lo ritenevo inferiore a Cheever e persino a Carver, mentre probabilmente è migliore di entrambi. Anche se forse sono un po’ sopravvalutati tutti e tre. Peccato per le solita, immancabile incuria e sciattoneria editoriale italiana: addirittura, in un racconto, gli indiani Assiniboin diventano, assurdamente, “abissiniboin”! Che cazzo sarebbero, gli abissiniboin, pellerossa neri?