"Meglio Capitano della mia zattera di storie di carta che mozzo sul ponte di Achab"

SITO ANTI COPROFAGIA LETTERARIA: MERDA NON NE SCRIVO, E MENO ANCORA NE LEGGO

domenica 25 ottobre 2015

SIAMO BUCH-MESSI MALUCCIO



Si è parlato poco o nulla, nelle nostre lande codin-bigotte, della Buchmesse di Francoforte dedicata quest’anno al supremo e pericolante Valore della Libertà di Pensiero e d’Espressione. 
La Fiera, avendo invitato Salman Rushdie a tenere il discorso d’apertura, è stata boicottata dall’Iran (che è un po’ come se l’Honduras boicottasse i mondiali di slittino: con tutto il rispetto, dell’assenza dei libercoli autorizzati da quel teocratico regime non si saranno accorti neppure i teutonici moscerinen.)
Si sa che gli italioti, che alla LORO prossima Fiera volevano invitare come ospite d’onore (!) l’Arabia Saudita (dove le Libere Menti vengono massacrate con la frusta, ma solo di tanto in tanto, e mai mentre si lavano i denti) si distinguono spesso per l’attitudine a blandire i beduini accoppadissidenti, o i fascisti russi omofobi, o i cinesini ammazzatibet, per farci affari e denari che incrementino la krescita (non certo quella dei cervelli, per i quali la parola chiave italica continua a essere non crescita ma FUGA…) 

O forse il vero motivo del poco parlarne è stato che quest’anno a Francoforte la nostra “grande editoria” (ultime strepitose uscite: Power Romina, Dandini Serena, Veltroni Walter, Venier Mara)  è stata giustamente e pesantemente declassata, in favore di Paesi che agli Scrittori (e ai Lettori!) vogliono più bene? (Non che ci voglia molto, a volergli più bene che da noi…)

Diciamolo: il nostro attuale lignaggio ci rende a malapena degni della Fiera del Mandolino… (come non pensare agli italiani-chitarra-mandolino di fantozziana memoria, davanti a una glande editoRAGLIA che sforna quotidianamente “romanzi” made in television/cinecittà, o quando vedi che alla cosiddetta “BOOK city” gli ospiti principali sono un politico, un regista, un cantante, una politichessa, n’artro regggista, un sèndeco, giornalisti vari, n’artro cantante, un ex politico-regggista-giornalista-pitùr, il cocker del regista – e opss, che strano, pure tre o quattro scrittori (!), cazzo ci fanno costì, li avranno invitati per sbaglio?)

L’unica cosa su cui non concordo con Rushdie è quando paventa l’avvento del bollino rosso (non in senso pornografico, ma in senso politically-laccaculistico: lo si applicherebbe a Hitchens, non alle 50 flatulenze vaginali) per i libri. Il bollino rosso avrebbe un tale APPEAL che fra i migliori scrittori si scatenerebbe una corsa per ottenerlo. Perché terrebbe lontani i lettori dalla mente ristretta, e attirerebbe, con più efficacia di una pubblicità luminescente, quelli curiosi e intelligenti.
Nel film di Mario Martone su Leopardi, il povero tenero Giacomo provoca sconcerto nella bigotta famiglia filopretonzola, solo perché nel tradurre a braccio Omero fa uso (con esattezza!) della parola “ombelico”. Per certi cavrones, sarebbe a tuttoggi da bollino rosso persino quella.


mercoledì 21 ottobre 2015

L’AMORE AI TEMPI DELL’APOCALISSE disponibile da oggi!



Oggi vede finalmente la luce questa bella, sfiziosa antologia curata dal grande Paolo Zardi, che contiene il mio sconvolgente racconto “Le scimmie che c’erano prima”, vietatissimo ai minori.
Ma qui vi propongo l’incipit, che invece – per fortuna o purtroppo – è da bollino verde.

Mio padre, lo scrittore fallito, sosteneva che Dissipatio H.G. di Guido Morselli – un uomo si ritrova solo sulla Terra, tutti gli altri semplicemente svaniti – non fosse un incubo, ma un sogno. A margine di una pagina di quel postumo romanzo d’autore suicida, aveva scritto a matita una delle sue battute che non facevano ridere nessuno, tranne qualche volta me: “Ci vulesse un po’ Calisse pecchè lu manità calasse”.
E adesso “Calisse” è venuto, e ha esagerato, se n’è portati via un po’ troppi. Se li è portati via tutti tranne uno, ma l’ultimo sopravvissuto non è colui che lo sognava: è il suo figlio sedicenne, sono io, che di quel sogno avrei fatto volentieri a meno.




venerdì 9 ottobre 2015

Supplementi d'Eresia



1
Non esiste parola più illogica e obsoleta di “ateo”. Cosa significa quella “a” privativa? Come ci si può deprivare di un essere inconoscibile? E se io l’eventuale dio lo Lasciassi Essere come lui lascia essere me, senza bisogno di INVENTARMI che Lui mi ha detto di non toccarmi il pisello, di non mangiare pistacchi il giovedì, di non nominare il “suo” nome (appioppatogli da qualche arcaico bipede invasato), di non amare ragazzi mancini che succhiano crostacei, o che mi ha ordinato di offrirgli in sacrificio agnelli carbonizzati, criceti strozzati o lucertole spiaccicate, o di ripetergli in ginocchio venti volte al giorno quant’è bravissimo e bellissimo e perfettissimo?
“Ateo” è l’arrogante e patetica offesa che il credulo rivolge al Dubbioso (che incredibilmente ci sta!) credendosi superiore a lui, e senza mai dubitare che forse così non è.
Ma non si può spacciare per sensibilità mistica l’essere conformisticamente sottomessi a un Apparato umano che più umano non si può! 
Dopo l’ultimo sinodo, in cui in pieno 2015 si sono riuniti a discutere di “amore” e di “famiglia” 270 Maschi Decrepiti (nonché celibi e teoricamente, molto teoricamente, casti), almeno le Donne, mon dieu, dovrebbero cominciare ad aprire gli occhi.

2
La consolazione (amara, ma pur sempre consolazione) è che il mondo civile cambia molto più velocemente, rispetto al guano fossile in cui siamo incagliati noi. Il governatore (cattolico!!!!) della California ha finalmente firmato una legge in favore dell’Eutanasia. E il 40% degli studenti inglesi fra i 18 e i 25 anni si dichiara “gender fluid”, cioè NON MONOSESSUALE. Dalle nostre parti, dettano ancora legge i talebani paleopitechi del “si è sempre fatto così”. Quando essi saranno diventati un lontano ricordo stratificato nelle rocce, e archiviato sotto la voce “comicità grottesca”, spero solo che qualcuno rammenti che anche in lobotom-italy c’era chi si dissociava, e teneva il cervello acceso.
Mi avete sbattuto acqua fredda in faccia quand’ero un neonato, facendomi rischiare la polmonite per un rituale stregonesco? Chiedetemi scusa, invece di impormi ancora leggi basate su mitologia e superstizione. E sulla vostra fottuta fifa di morire.

3
Un normalozzo che ritiene di dover scendere a latrare in piazza con la bava alla bocca contro un’ipotesi di Legge sulle Unioni Civili (mostrando cioè null’altro che bullesca prepotenza e arroganza fanatica nei confronti di una cosa che non toccherebbe la SUA vita e le SUE scelte!) non è semplicemente qualcuno che non ha ragione: è qualcuno che non ha scusanti. (E meno di lui chi ne aizza e ne manovra la pecoronaggine).
Nella migliore delle ipotesi, dovrebbe vergognarsi.



domenica 4 ottobre 2015

Eresia Flash: NON amatevi l'un l'altro





Il problema, l’errore del teologo polacco non è, ovviamente, l’essere gay, ma l’aderire a un sistema di pensiero (la religione istituzionalizzata) inevitabilmente arcaico, sessista e omofobo. Nella migliore delle ipotesi ha compiuto una scelta (il sacerdozio e il voto di CASTITÀ) che l’ha costretto a vivere una vita da IPOCRITA. Polemizzare perché la kiesa ti sbatte fuori dopo aver detto che sei gay è come stupirsi perché vieni espulso dal partito nazista dopo aver rivelato che sei ebreo. E svegliarsi prima?

p.s.
A proposito di ipocrisia, e di uso distorto delle Parole, leggo che il simpatico ruinI, nel parlar (male) delle Unioni Civili, dopo aver detto che in Francesco rivede papa Giovanni ha precisato che lui però condivide «la SENSIBILITÀ di Wojtila e Ratzinger».
Ma perché devi dire "SENSIBILITÀ" se quello che intendi è "OMOFOBIA"??!!