Dopo il film, che quella sera era adatto, dopo la fine dei titoli di coda, quando apparvero quei loghi che mio padre chiamava “i scatulìtt”, andai in camera per chiudere bene le persiane. Se mi attendevano visite notturne del vecchio K., non era il caso di facilitargliele. Il crepuscolo si attardava, placido e liquefatto di blu intensi, viola accesi e ori sparsi. Non era ancora sceso il buio. Sembrava non dover scendere mai. I mostri verdi erano lì, più minacciosi del solito. Non sembravano un cuscino di protezione fra me e K. Sembravano piuttosto avanguardie, di K. Forse sarebbe stato prudente provare a dormire a pezzetti: un quarto d’ora e poi sveglio, un quarto d’ora e poi sveglio, un quarto d’ora e poi sveglio… Quarti d’ora: non di più. Buttai uno sguardo oltre il granturco, il più fugace possibile, perché se K. fosse stato là, fermo in piedi a spiarmi, preferivo non vederlo. Ma non potei non pensare all’avventura di otto notti prima. A tutto quello che io e Gianni avevamo visto attorno a Villa K. A tutto quello che mi aveva colpito con la sua stranezza. Le panchine, ad esempio. Cosa ci facevano tutte quelle panchine di pietra in un posto dove non andava a sedersi mai nessuno? Strano.
Anche nel giardino della nonna e della De Ropp c’era stata, anni prima, una panchina di pietra così. Una sola. Un giorno erano venuti a trovare la De Ropp una signora riccona e il suo figlio pettinatino, che aveva la riga da parte e un paio d’anni più di me. Il pettinatino mi trovò lì ginocchioni, intento a rivestire la panchina di un altro colore che a me pareva più bello. Lo facevo con grande cura, picchiettandoci sopra lo spigolo estremo di un mattone tenero e friabile tenuto in mano di sbieco, che cedeva alla superficie grigia il suo bel rosso argilla, pigmento per pigmento, millimetro per millimetro. Un lavoro da certosino di cui andavo ogni minuto più fiero. «Sei diventato pazzo tutto insieme, o è stato un pvocesso gvaduale?» mi aveva chiesto il pettinatino. Non gli avevo badato più di quel tanto. Del mio rivestimento color mattone ero proprio orgoglioso, ma poi mentre eravamo distratti erano spuntate la De Ropp e la madre riccona del pettinatino, che aveva pensato bene di sedersi proprio lì con la sua gonna da venti milioni, e allora non dico di aver smesso di essere orgoglioso, ma di certo avevo diminuito un bel po’. Era un’eventualità a cui non avevo pensato, che sulla panchina qualcuno avrebbe potuto volersi sedere! Noi artisti siamo fatti così. La De Ropp aveva guardato molto male i miei capelli e stava per avventarglisi contro, ma la riccona era una donna con un suo insospettabile corredo di nobiltà d’animo, e l’aveva fermata. Aveva detto che non era niente, e che per una gonna in tintoria non era mai morto nessuno. Io alla fine al pettinatino avevo detto “Ciao” anche se la sua riga da parte mi stava leggermente sul culo, lui invece mi aveva risposto “Cavo debosciato a mai più”, e la madre aveva fatto finta di rimproverarlo, ma col sorriso. Poi la De Ropp mi aveva concesso due ore per far tornare grigia la panchina.
Anche nel giardino della nonna e della De Ropp c’era stata, anni prima, una panchina di pietra così. Una sola. Un giorno erano venuti a trovare la De Ropp una signora riccona e il suo figlio pettinatino, che aveva la riga da parte e un paio d’anni più di me. Il pettinatino mi trovò lì ginocchioni, intento a rivestire la panchina di un altro colore che a me pareva più bello. Lo facevo con grande cura, picchiettandoci sopra lo spigolo estremo di un mattone tenero e friabile tenuto in mano di sbieco, che cedeva alla superficie grigia il suo bel rosso argilla, pigmento per pigmento, millimetro per millimetro. Un lavoro da certosino di cui andavo ogni minuto più fiero. «Sei diventato pazzo tutto insieme, o è stato un pvocesso gvaduale?» mi aveva chiesto il pettinatino. Non gli avevo badato più di quel tanto. Del mio rivestimento color mattone ero proprio orgoglioso, ma poi mentre eravamo distratti erano spuntate la De Ropp e la madre riccona del pettinatino, che aveva pensato bene di sedersi proprio lì con la sua gonna da venti milioni, e allora non dico di aver smesso di essere orgoglioso, ma di certo avevo diminuito un bel po’. Era un’eventualità a cui non avevo pensato, che sulla panchina qualcuno avrebbe potuto volersi sedere! Noi artisti siamo fatti così. La De Ropp aveva guardato molto male i miei capelli e stava per avventarglisi contro, ma la riccona era una donna con un suo insospettabile corredo di nobiltà d’animo, e l’aveva fermata. Aveva detto che non era niente, e che per una gonna in tintoria non era mai morto nessuno. Io alla fine al pettinatino avevo detto “Ciao” anche se la sua riga da parte mi stava leggermente sul culo, lui invece mi aveva risposto “Cavo debosciato a mai più”, e la madre aveva fatto finta di rimproverarlo, ma col sorriso. Poi la De Ropp mi aveva concesso due ore per far tornare grigia la panchina.
Bel testo,
RispondiEliminapeccato non aver potuto dire al pettinatino di andave a pettinavsi fuovi dalle balle
e peccato non abbiano capito il senso artistico del protagonista
:-))))
Di sti tizi con la riga di lato sui capelli che si sentono altolocati, insieme alle loro madri riccone ne ho incontrati a scuola, al supermercato, anche per la strada! Molti li ho visti all'asilo (dalle famose suore)!!! :)
RispondiEliminaLa cosa che mi da più fastidio di questa gente, è che ha la presunzione di poterti guardare dalla testa ai piedi, per capire a quale rango e ceto sociale appartieni! E se succede qualcosa (tipo buttavi giù dalla bicicletta i loro figli, si sentivano autorizzarti a sgridarti, incitavano quasi le suore a prendere provvedimenti! Certo non dico sia stato giusto aver buttato i loro pargoli dalle bici, ma ci vuole un limite a tutto)! Il problema è che queste persone allora si sentivano i padroni del mondo, come se avessero talmente tanto potere da poter controllare tutto e anche da poter comprare quell'asilo che era poi un convento di suore!
Molti dicono che il senso del potere, dei soldi si scopre verso i 10,11 anni, io credo di averlo già capito all'età di 5 anni! XD
Grande Zio! mi fai sempre sorridere e riflettere con i tuoi racconti! :)
Pezzo molto gustoso, ma che ti lascia in bocca la voglia di sapere il resto...
RispondiElimina("Versione" finita. Sono rimasto a fissare la copertina per mezz'ora come un ebete, con il desiderio irrefrenabile di ricominciare daccapo...)
In realtà adoro le panchine grigie.
RispondiEliminaMolto meno i pettinatini :)
E' un dono prezioso leggere i tuoi ... inediti.
Ciao Zio Scriba!
Lara
Ha ragione AleCava ho appena fatto a tempo a mordere e sentire il gusto di quel... pesce? :) Immagino i capelli, più o meno come i miei!
RispondiEliminaLa De Ropp me la sono immaginata simile alla Moratti (metafora della sua sconfitta o sono troppo politico?).
RispondiEliminanon ti facevo panchinaro... ahah!
RispondiEliminaScusa Zio, mica ho capito, è un'altra tua pubblicazione? Se sì, la si trova in libreria? Questa pagina m'intriga e vorrei leggere il resto.
RispondiEliminaGrazie
Cristiana
Una solitudine affollata ( di mostri, di veglie interrotte dal vuoto del sonno, di un uomo con un seminome ). Il crepuscolo lucido e liquido / il plumbeo delle panchine. Tu avrai scritto il passo con altre intenzioni, io lo vedo così, con tanti ossimori. Se non ci fosse quella luce densa che stupisce come un miracolo, la vista delle panchine plumbee e dell'insulso dorato sarebbe insostenibile.
RispondiElimina* Itsas
RispondiEliminain generale, viene capito poco anche il senso artistico dell'autore... :-)))
un grande abbraccio, amico caro!
* Karma Police
è sempre un brutto trauma, scoprire quanto conta in questo stupido mondo la cretina moneta, che dovrebbe essere solo un valore simbolico per scambiarsi oggetti e servizi... l'anno scorso al mare ho captato senza volerlo una conversazione fra due tizi che parlavano, con adorazione e rispetto, di Signori con la S maiuscola... Quando ho afferrato che per Signori intendevano Ricchi (e non in senso ironico) mi sono allontanato velocemente per non trovarmi costretto a prenderli a calci...
* Ale
speriamo venga presto il momento... La versione di Barney è davvero qualcosa di grandioso, un capolavoro dell'intelligenza... chissà i rifiuti che avrebbe collezionato Richler, se avesse avuto la cattiva idea di nascere in italiA...
* Lara
il dono prezioso me lo fate voi leggendomi, e ti assicuro che non è retorica.
ciao!!
* petrolio
ti piace la foto artistica in copertina? ai tempi l'avevo attribuita a un fantomatico fotografo di nome Klas Pedersen, ma naturalmente è opera mia...
quanto ai capelli, il bello è che la riga da parte l'ho quasi sempre avuta pure io, ma naturalmente quella del pettinatino è da intendersi particolarmente scolpita, ordinatina, impeccabile e imbrillantata, ed è per questo che "sta sul culo" a Corradino... :-)))
* Ally
RispondiEliminain effetti sì: adesso che la Brichetto Arnaboldi non è più impegnata a fare il sindaco, le si potrebbe proporre la parte della De Ropp nel film che prima o poi verrà tratto da questo romanzo...
* robydick
evidentemente era una predestinazione, visto che poi lo sono stato sia nel calcio che nel basket... :)
* cristiana2011
purtroppo è davvero sanguinosamente INEDITO... ma non è detto che debba rimanerlo per molto... portiamo pazienza (e chi te lo dice è il primatista mondiale, di pazienza!)
* giacynta
ciò che apprendo con gioia dal tuo commento è di essere (abbastanza) riuscito a creare l'atmosfera che volevo creare... :D
Bacione!
Pezzo molto ma molto invogliante ^^ il resto quando apparirà? :-)
RispondiEliminaE.
L'espressività dei tuoi racconti é sempre formidabile: sembra di toccare tutto con mano!
RispondiEliminaDavvero interessante, spero di poter leggere presto il seguito.
RispondiEliminaun caro saluto
Un assaggio veramente gustoso, un frammento che ho "visto" come fosse una scena di un bel film, perchè le parole non descrivono solo situazioni e figure ma fanno immagini. Poi, ad un certo punto, una perla, che ti ho sinceramente invidiato perchè secondo me è semplicemente ed inspiegabilmente stupenda:
RispondiElimina"e allora non dico di aver smesso di essere orgoglioso, ma di certo avevo diminuito un bel po’"
Quel diminuito è un piccolo capolavoro!
«Sei diventato pazzo tutto insieme, o è stato un pvocesso gvaduale?»
RispondiEliminaAh me la devo ricordare questa battuta! Come sarebbe bello pronunciarla con disinvoltura nel caso in cui qualche qualche pettinatino (o anche non pettinatino) mi rompesse gli zebedei.
Saluti allo Zio!
Passerò tutta la giornata a pensare cosa ci facessero tutte quelle panchine vuote, in un posto dove nessuno andava a sedere..hahaha.Ormai gli effetti speciali hanno ammazzato la fantasia delle persone, mentre una immagine così semplice cattura l'attenzione del lettore..
RispondiEliminaMa quanto mi piace "Il crepuscolo si attardava, placido e liquefatto di blu intensi, viola accesi e ori sparsi."?? Sono incantata. :) Atmosfera davvero coinvolgente, con particolare attenzione agli oggetti (le panchine)... e proprio in merito a questa particolarità del tuo racconto, mi è sovvenuta alla memoria una figura retorica, sebbene non abbia la sicurezza che sia esatta o perlomeno pertinente. Il "correlativo oggettivo", che Eliot definì: "una serie di oggetti, una situazione, una catena di eventi pronta a trasformarsi nella formula di un'emozione particolare". Illuminami! ;) La riflessione sulla loro inadempiuta funzione è la premessa ad un episodio irriverente, in cui la scala d'importanza ci appare rovesciata e in cui un gesto viene "zoommato" fino a diventare mania... Ma chi lo dice che sia opera di un pazzo?? L'ultimo che potrebbe permettersi di parlare!! :D Grande Zio.
RispondiElimina* Emanuele
RispondiEliminaancora niente di sicuro, ma ho delle buone sensazioni, anche se vaghe...
* Adriano
vorrei risponderti che è il mio Mestiere, ma qualcuno continua a non essere d'accordo, e a pensare che dovrei imparare da moccia e dalla tamaro... :-(
* iulia lampone
la mia speranza è farvelo finalmente leggere tutto insieme, e ben rilegato... :D
* ruhevoll
grazie, grazie davvero. Quando un brano piace a tante persone, e a ognuna per un motivo diverso, una frase diversa, una parola diversa, l'autore intuisce di essere sulla buona strada, e ne trae immenso conforto.
* Duck
direi che il problema non si pone: se uno viene a rompere a una cara persona come te, già così autocertifica la propria totale e innata follia... :-)
* mr.Hyde
guarda, io sarò anche un illuso e un inguaribile ottimista ingenuo, ma comincio a pensare che uno dei risultati, per esempio, dell'orrido 3D sarà di spingere un sacco di gente a riscoprire il piacere intelligente della lettura!
* Refuge
come spessissimo accade, sei stata tu a illuminare me! "La riflessione sulla loro inadempiuta funzione è la premessa ad un episodio irriverente..." E' bellissimo quando una cosa scritta tanto tempo prima sembra riguardare da vicino qualcosa che tu, del tutto ignaro, hai fatto dopo! Quella frase sembra riguardare proprio le mie panchine! :)
Ti faccio un saluto veloce da Praga zione, questa settimana sono qui! Ieri sera quando sono arrivato in albergo dopo mezza giornata di peripezie (un'ora di ritardo il primo volo e due ore il secondo, con danze del ventre in volo per tutto il tempo a causa delle condizioni atmosferiche)...dicevo, quando sono arrivato ho aperto un attimo e ho visto che avevi postato, ma ero troppo stanco a mezzanotte passata per poter continuare a leggere...e così è stata la prima cosa che ho voluto fare stamattina...e oltre alla voglia di abbracciarti dal vivo, mi è rimasta quella, irrefrenabile, di sedermi su quella panchina grigia! :-) Ti abbraccio amico mio, speriamo di vederci nei prossimi giorni (l'11 non riesco a salire, ma spero prima del 24 di riuscirci)
RispondiElimina* nico
RispondiEliminaattento che la panchina non sia sporca d'argilla, però... :D
intanto buon soggiorno praghese, amico mio, e speriamo di farcela a ritrovarci a giugno (mi pare che l'11 non potesse comunque roby... ma prima o poi si farà, come si è fatto l'altra volta...)
un superabbraccio!
zio ci fai sempre dei regali preziosi!
RispondiEliminaA Zi, purtroppo anch'io fino a vent'anni so' stato un "pettinatino" imbrillantinato. Me sa che
RispondiEliminape' questo ero antipatico. Meno male che mò so' pelato e puro da un pezzo..
Mi hai ricordato le Simpatiche Canaglie.
RispondiEliminaE di un pò tu lo sei ?
Paolo
Zio, lascia perdere le panchine ma pensa agli sdrai, quelli che si mettono sotto l'ombrellone...
RispondiEliminaQuando vai in vacanza?
:)
* Ernest
RispondiEliminaForse perché li meritate... :)
* il monticiano
Io proprio non ti ci vedo, antipatico, con nessun tipo di acconciatura... e poi mi sa che a quell'epoca ce l'avevano tutti, mentre il mio pettinatino (1978) era un po' fuori tempo...
* Paolo
Simpatico? Secondo alcuni tantissimo, secondo altri per niente. Canaglia? A volte vorrei tanto esserlo. Ma in fondo son contento di essere un buono, un onesto, uno che si fa fregare... Se poi rimettiamo insieme le due parole, allora ti dico che le Simpatiche Canaglie da piccolo le guardavo anch'io, alla tv, e mi piacevano tantissimo...
* Stefy
Ciao, carissima!
Ti ho risposto in privato... :D
ahahaha il pettinatino!! che testa di cazzo lui e quella baldracca di sua madre... buahahah se ne vedono anche troppi in giro di questi esemplari e tu li hai descritti come meglio non si poteva!!! però adesso voglio sapere di più sul misterioso K........ :P fantastico Nick!
RispondiEliminaAccidenti, ma lo conoscevo anch'io un pettinatino così! Il "mio", di pettinatino, crescendo è diventato un pelatone (e pure un po' panzone) e gli sta bene!!
RispondiEliminaTornando al racconto, molto bella la prima parte in cui sono mischiati elementi "ordinari", tipo la visione del film ed il chiudere le persiane alla sera, ad altri straordinari e surreali (ancora più inquietante dei mostri verdi e di K. è la descrizione del tramonto, con quei colori velenosi).
Ciaooooooooo :)
Bellissimo testo. Ho fatto +1. Non conosco esattamente il significato di questa nuova funzione, ma mi sembra utile per esprimere apprezzamento :)
RispondiElimina* Giulia
RispondiEliminagià, odiosetto soprattutto il figlio, anche se al cospetto della De Ropp diventa quasi simpatico... per il vecchio K ti terrò ancora un po' sulle spine... chissà mai che non si muova qualcosa...
Un abbraccio!
* Giada
Un abbraccio e un saluto anche a te, e grazie per la tua lettura come sempre illuminata e illuminante (e molto attenta, come ti si addice, ai colori!)
* Danilo
Se non l'avessero aggiunta in automatico probabilmente non l'avrei neanche messa, però grazie per avere cliccato... Ciao!
Davvevo ivvitante questo pettinatino! ;P
RispondiEliminaCome al solito, complimenti, zio!
Ma poi ce lo fai leggere qualche altro passaggio o ci lasci così?! ;)
un bell'antipasto, grazie !
RispondiEliminadaccene ancora Nick :)
RispondiEliminaNik, prima che il pettinatino aprisse bocca sapevo che avrebbe parlato con la evve moscia, e che avrebbe usato un'espressione altamente qualificante. Come vedi comincio a capire il tuo stile e a riconoscerlo: Buon segno per entrambi.
RispondiElimina"Ma che ci fanno tante panchine se nessuno ci va a sedersi sopra?" citazione a memoria pperché troppo pigro di andarla a ricercare.
Mi è piaciuta più di tutto: una osservazione estremamente sottile, anche se a qualcuno -certamente, di quelli che conosciamo entrambi- sembrerà melensa.
Ciao
Ho letto tutto il libro, in un'unica soluzione, durante un weekend trascorso tra Padova, Trieste e poi di nuovo Padova. Ho stima di te, Nicola, e tu lo sai - e sai anche, però, che non intendo scendere a compromessi - non servirebbe né a me né a te.
RispondiEliminaIl mio giudizio finale, di lettore, è che il tuo libro sia meraviglioso. Te l'ho già scritto via mail, ma credo che lo debbano sapere in tanti - almeno tutti quelli che passano di qui, e si trovano tra le mani un pezzettino di qualcosa, che è come avere la tessera di un mosaico bizantino in mano: guarda come luccica! Ma ci si perde tutto il resto.
Personalmente, non lo mettere qui, a pezzi - hai avuto la bravura di scrivere un vero romanzo, che non può essere ridotto alla somma di tanti piccoli racconti. I personaggi crescono, si ingrandiscono, con il passare delle pagine - che non sono mai abbastanza...
Ora, si deve trovare un editore - uno serio, capace di apprezzare la grande scrittura...
Un abbraccio fraterno (e ammirato),
Paolo
hai la capacità di farceli vedere, i tuoi personaggi, caro zio! Non so come fai, non sei tipo da minuziose descrizioni. Eppure, un riga di lato e un difetto di dizione et voilà: pettinatino ha tutta una serie di caratteristiche specifiche, nonostante tu abbia insinuato tra le pieghe della nostra esperienza solo un'immagine appena abbozzata. Un grande!
RispondiEliminaMi scuso per il ritardo, ma la piattaforma Blogger si sta divertendo a tenermi fuori da tutto, mio blog compreso...
RispondiElimina*** Vince Symo / giardigno65 / amanda
Come potrebbe dire il mio pettinatino, vi "vingvazio" tantissimo... temo però, con gli assaggi di questo particolare romanzo, di dovermi fermare qui: se andassi avanti dovrei svelare troppo della trama, il che su internet non è mai consigliabile... Spero di darvi modo al più presto di leggerlo TUTTO! :)
* Enzo
Mille grazie anche a te... oggi riproverò a venire dalle tue parti, sperando che Blogger non torni a escludermi dagli accessi ai commenti per ore e ore...
* Paolo Z.
Ti ringrazio e ti abbraccio per queste tue parole che, come ti ho già detto in privato, mi hanno profondamente commosso... Come detto agli altri, hai ragione tu, gli assaggi del Taccuino vanno sospesi, in attesa (speriamo) del lieto evento (espressione quanto mai precisa: per me un libro è come un figlio!)
Abbraccio altrettanto fraterno e altrettanto ammirato.
* TuristadiMestiere
Il tuo commento è un altro di quelli che restituiscono a uno scrittore (sicuro di essere a sua volta, con tutti i suoi limiti, uno ScrittorediMestiere) la voglia di scrivere, cioè di andare avanti a vivere...
Grazie!!!!!!!!!
Un racconto molto bene partorito!
RispondiEliminaTi lascio un salutino. :-))))
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