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venerdì 16 novembre 2018

Edgar Hilsenrath - NOTTE


Marzo 1942. Sul ghetto di Prokov - città ucraina occupata dalle truppe romene, alleate con i nazisti - è sempre notte.

540 pagine di pugni nello stomaco. 
540 crude pagine che ogni persona intelligente dovrebbe trovare il coraggio di leggere. Un libro imperdibile, grandioso, terrificante, quasi intollerabile. E assolutamente necessario. Per capire dove possano arrivare l’abbrutimento e l’orrore. E per riuscire a scovare persino in essi una debolissima scintilla di speranza e umanità. Lo consiglio in particolare a Francesco Spinoglio, il buongustaio scrittore-blogger di Barcellona che apprezza Hilsenrath, Selby junior, Bukowski, Dan Fante, Pollock, Pezzoli (ma quest’ultimo nome fate finta di non averlo visto: è solo un intruso e un fallito), e grazie al quale ho potuto conoscere, qualche anno fa, questo splendido e geniale Scrittore, dalle nostre parti quasi totalmente ignorato (che strano…). “Nacht” è il suo romanzo d’esordio, che in Italiano arriva solo ora, con più di mezzo secolo di ritardo, grazie all’editore Voland, e allo splendido lavoro di traduzione di Roberta Gado.

(E sempre siano lodati gli editori che preferiscono le postfazioni alle prefazioni: quella scritta per questo romanzo da Paola Del Zoppo è molto interessante, e tutt’altro che superflua. Perché se è pur vero che nessuno ti impedisce di leggerla “dopo” anche se è una prefazione, o di leggerla “prima” anche se è una postfazione, a me le prefazioni appaiono sempre come un’invadente mancanza di rispetto, e di gusto, e di amorevole senso estetico nei confronti dell'entità Libro, del Testo e del suo Autore.)

«La vista sul Nistro era idilliaca. Al crepuscolo il colore dell'acqua si sfumava a metà tra il giorno e la notte, grigio e nero e marrone digradanti in un modo speciale; pareva persino che il fiume scorresse più placidamente. Nell'ora in cui il giorno volgeva al termine si aveva la sensazione che il Nistro fosse infinito, non provenisse da nessun luogo e scorresse verso il nulla, quasi fosse solo un fluire indistinto in un paesaggio silente e trasognato.
Due cadaveri galleggiavano pian piano verso valle: un uomo e una donna. La donna precedeva l'uomo. Sembrava un gioco amoroso, con l'uomo che cercava e cercava di raggiungere la compagna senza riuscirci. A un certo punto la donna virò di lato e presentò la faccia all'uomo. Questi ricambiò con la propria. La superò, il suo corpo urtò quello di lei.
I due cadaveri presero a mulinare, rimasero attaccati quasi volessero congiungersi e ripresero infine a galleggiare placidamente. Faceva sempre più buio. I due corpi erano lambiti dal vento che li accarezzava con la stessa dolcezza che riservava all'acqua, alla riva e ai campi di granturco sulla sponda romena.»



5 commenti:

  1. Era da fine gennaio 2010, primissimi mesi di vita del blog, che non avevo un post senza commenti. Quindi vengo io a salutarti con tanto caloroso affetto, meraviglioso Edgar, perché a vederti così solo mi veniva freddo. Forse questo tuo libro spaventa davvero. Com'è giusto che sia. Ciao!!

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  2. Lessi giorni fa il post, di getto avrei scritto che sono diventata fragile e non ho più l'animo di sopportare pugni nello stomaco.E, poi, dato che ho imparato da te ad amare più di uno scrittore, e tu lo consigli e lo giudichi imperdibile, ho pensato scriverò il mio giudizio dopo averlo letto.
    Ora sono qui a ringraziarti della visita e del commento. Sarei arrivata ugualmente, stamani ho scritto nel tuo Commiato , il luogo, la data, 9.11.2018, ho attaccato l'ex libris e sono andata a cercare dove era Quattro soli a motore, per inserirlo a fianco, e sono rimasta basita... tanti anni ha il nostro contatto?
    Complimentoni, l'ho letto in una sera prima di spegnere la luce, non sono brava per i complimenti, ti dico solo che provvedo subito a comprare gli altri tuoi scritti.
    con ammirazione un sincero abbraccio

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    1. In effetti, per chi non ha mai letto Hilsenrath sarebbe forse più consigliabile un approccio attraverso i suoi romanzi più tragicomici, come "Bronsky ricorda" o "Il nazista e il barbiere". "Notte" è da premio Nobel, ma chi comincia da questo rischia poi di considerarla una dose di Edgar più che sufficiente, e sarebbe un peccato. Ma decidi tu.
      Quanto ai miei scritti, non posso che ringraziarti per quelli che hai letto, per il proposito di leggerne altri, e per le tue belle parole.
      Abbraccio ricambiato. Buone letture, e buona vita!

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  3. Hilsenrath una meravigliosa conoscenza. Avevo letto “ Bronsky ricorda” e mi era piaciuto. Ho acquistato “Notte” poco tempo fa, ma ho preferito dare precedenza a “ la fiaba dell’ultimo pensiero” sempre dello stesso autore e devo dire che lo trovo come una ... fiaba struggente.
    Il tuo post mi era sfuggito... ultimamente sto poco in internet e tanto tanto sui libri.
    Un abbraccio

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    1. Se qualcuno mi dice che gli sfuggono dei miei post perché sta più sui libri che su internet, non posso che volergli bene. Come voglio bene agli Scrittori del livello di Edgar Hilsenrath. (Ti consiglio anche il più leggero, ma esilarante e sempre geniale, "Orgasmo a Mosca", sempre edito da Voland.)
      Un grande abbraccio, e un bacino.

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