"Meglio Capitano della mia zattera di storie di carta che mozzo sul ponte di Achab"

SITO ANTI COPROFAGIA LETTERARIA: MERDA NON NE SCRIVO, E MENO ANCORA NE LEGGO

giovedì 5 giugno 2014

Paolo Zardi - IL SIGNOR BOVARY


Paolo Zardi
Intermezzi, collana “ottantamila”
e-book
pagg 76    € 3
VOTO: 10

Il Paolo Zardi che non ti aspetti, o forse sì: scoppiettante e divertito, scatenato e irriverente, eppure sempre autentico e profondo, sempre struggente, e soprattutto sempre, sempre meravigliosamente bravo a Scrivere. E a pensare. Pensare quella povera, fragile stupida cosa che è l’uomo, pensare la vita, pensare la Scrittura.

Quando dico che leggere DEVE essere sinonimo di godere (o almeno lo è per me, troppo edonista per accettare di infliggermi noia e scorregge canine), mi riferisco a scritture così: la prosa impeccabile di un Flaubert (ma ovviamente aggiornato negli stilemi e nei riferimenti, ci mancherebbe), l’eleganza di un Nabokov, il beffardo e al contempo amaro cinismo di un Martin Amis, e insieme l’effervescenza di uno Shteyngart o di un Donleavy, e la disperazione esistenziale di un Aleksandar Hemon. Paolo ci dà tutto questo con naturalezza, senza rincorrere nessuno stile altrui, senza plagiare nessun autore, e quando alla fine cita Cechov tu sei portato a pensare che si tratti di un suo parente stretto, e non un maestro irraggiungibile. 
Lo fa con spontaneità disarmante, semplicemente dispiegando talento, passione e intelligenza (chi SA leggere bene ha capito da un pezzo che il potere di sondare il mistero dell’animo umano appartiene ai veri Scrittori, non certo agli psicologi, non certo ai preti) come un tappeto magico intessuto e istoriato per noi. Paolo, così agile e abile nel suo vivido evocare e descrivere, ti riconcilia con la Narrativa italiana, entità oggi così malamente alla deriva, così in disgrazia, così in disarmo, così sabotata dall’interno…

Intermezzi ha avuto un’idea brillante e coraggiosa: novelle di ottantamila caratteri (“ottantamila” è appunto il nome della collana) in formato elettronico.
76 pagine in effetti sono una lunghezza inconsueta. Spesso le si considera troppe per un racconto, e troppo poche per un romanzo. Ma io non dimentico che due fra i migliori testi che ho letto negli ultimi anni erano uno di 52 pagine (I segreti di Brokeback Mountain, di Annie Proulx) e l’altro di 86 pagine (Un bacio, di Ivan Cotroneo).
Certo, l’idea da sola non basta. Poi devi avere anche la fortuna di trovare gli Zardi…
L’unico rammarico è proprio che il bel gioco finisce troppo presto, come un gelato squisito che però devi leccare in fretta per non farlo sciogliere al sole.

Il Signor Bovary è la storia comica e geniale di un banale adulterio (uno sposatissimo direttore di banca e una malsposata donna delle pulizie) che finisce in tragedia, perché tragico è il suo terreno di coltura: la vacua esistenza dei benestanti nonpensanti (e dei meno benestanti ancor meno pensanti) soffocata dal dilagare standardizzato del Nulla.

Non farò, qui, “parlare il testo”, perché nessuna parte separata è abbastanza rappresentativa (si farebbe torto a quelle mancanti, oltre a sviare il lettore), e perché siamo di fronte a un insieme delicato e impossibile da scomporre, come una di quelle leggendarie partite fra grandi Maestri riproposte integralmente sui manuali scacchistici (le immortali sfide con protagonisti gli Steinitz, gli Alekhine, i Capablanca, i Fisher), mirabili e memorabili dall’inizio alla fine, dalle mosse di apertura e sviluppo allo scacco matto, dal primo pedone sospinto in avanti alla sanguinosa disfatta del Re. Inutile isolare un frammento, inutile dire “guarda qui com’è bravo a preparare l’attacco della Torre”).

Come si percepisce che Paolo si è emozionato e divertito come un matto, nel confezionare quest’opera d’arte! E io mi sono talmente emozionato e divertito nel leggerla che questa non è una recensione, ma un ringraziamento. 
Vi assicuro che mi fa bene alla mente, al cuore e all’anima, potermi sentire così pieno di ammirazione per un Collega (io, spesso così incazzato, a dispetto della mia indole bonaria e mite, davanti al trionfo della più sfacciata e insulsa e superflua e spocchiosa mediocrità!): per me poter leggere questo piccolo, delizioso capolavoro è stata una medicina, un antidolorifico, come un glassato pasticcino alla morfina, capace di farti dimenticare le fitte di sofferenza provate davanti a certe brutture che ti danno bullescamente il malvenuto quando entri in libreria.

Ben raramente (forse mai) a uno scrittore originale e orgoglioso come me era capitato di dirsi “questo vorrei averlo scritto io”. Be’, stavolta è capitato.
Sappiamo che “sul breve” è vietato sbagliare, ma qui Paolo Zardi è così implacabilmente perfetto che più che scrivere un racconto lungo, o un romanzo breve, sembra aver scolpito un haiku a orologeria. Il Signor Bovary è il sonetto cesellato in sogno da un orefice divino.

Chi mi conosce, e sa del mio amore viscerale per i libri-libri, a questo punto dirà: TU che ti metti a parlare di e-book? Confesso di aver avuto l’incredibile privilegio (per il quale vi prego di non odiarmi né invidiarmi) di gustarne una rara copia cartacea, numerata e fuori commercio. Da cui non mi separerò nemmeno se mi sparano. Ma per i molti di voi che già da tempo hanno scoperto l’universo e-book, farsi sfuggire questo prelibato gioiello sarebbe un errore imperdonabile, un misto di autolesionismo e peccato mortale: tecnicamente un suicidio.
Anche perché è evidente che qui ci troviamo di fronte al miglior rapporto qualità-prezzo di tutta la storia dell’umanità.
Per cui non e-fatemi e-incazzare.
Di corsa a comprarlo. E l’ultimo che arriva… è un lettore di kuoki!
Parola di Scriba.

Grazie Paolo!



37 commenti:

  1. Come contraddirti... e poi sai bene che faccio felice la consorte.. grr!

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    1. eheh... la passione di tua moglie per Paolo potrebbe rendermi geloso, se non fosse che io non sono MAI gelosi dei grandi scrittori... (mentre m'incazzo come una bestia per il successo di cocker & affini...)

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  2. Ne ha parlato anche Barbara Gozzi su Lankelot.
    Ed io trovo lodevole l'iniziativa editoriale di Intermezzi!

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  3. Intrigato dalla tua recensione e anche dal binomio sublime Bovary-Flaubert ho provato proprio adesso a scaricarlo. Ma qualcosa è andato storto. Riprovo dopo.

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    1. Mannaggia a 'sta tecnologia a pedali... :)
      Fammi sapere.

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  4. Mi hai interessato, lo leggerò senz'altro con piacere. A proposito di libri corti, uno che ho scoperto l'anno scorso è stato il bellissimo "Trou d'eau douce. Buco d'acqua dolce" di Manuela Monguzzi, una storia di 45 pagine.
    Leggilo e dimmi cosa ne pensi.
    Baci

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  5. Gli e-book mi stanno un po' antipatici, anche se in giro per e-book c'è il mio primogenito, ma io adoro la carta e scriverei volentieri ancora lettere al posto delle asettiche mail. Non ti prometto niente, quindi. Vedrò una volta retour d'Italie se mi capita lo prendo, anche perché mi hai incuriosito.
    Comunque per quanto concerne libri brevi io sono rimasto a "Il vecchio e il mare", un testo grandioso scritto nel modo stringato di una cronaca sportiva con tre personaggi immortali: un uomo che pesca col filo arrotolato intorno a una mano, un pesce spada che lotta per la vita e il mare. Poi arrivano gli squali. Insuperabile e magistralmente filmato in bianco e nero e interpretato dal miglior Spencer Tracy che io ricordi.

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    1. Non insisto, ma ti dico solo che se mai vorrai assaggiarne uno questo è quello che fa per te.
      Il vecchio e il mare non è così corto, è un romanzo breve ma pur sempre un romanzo. Mi viene piuttosto da pensare, come brevità, a una delle mie letture infantili, Il gabbiano Jonathan Livingstone... :)

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    2. Vero, vero, verissimo! Grandissimo il gabbiano Jonathan Livingstone....grande libro, grande veramente.

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  6. Come ben sai, io continuo e continuerò a comprare libri di carta. Fino alla fine dei giorni (miei o loro chissà). Contenta di poterlo rileggere. Del resto il mio primo Zardi lo devo a te.
    E dopo il breve romanzo di un giovane autore torinese che tu non ami ma che a me piace tanto, leggerò il breve romanzo di Paolo Zardi.
    Lo so che ora ti arrabbi, ma non ho resistito :-)

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    1. Non vedo perché dovrei arrabbiarmi se ti piace il giovincello torinese :)
      Solo che ormai è un vecchio discorso: un outsider sconosciuto come me, se parla male di uno che sta in classifica ci fa la parte dell’invidioso, anche se così, nel mio caso, non è. Quindi mi sono stancato di dire cosa penso di certi libri, sia direttamente, sia mandando avanti Bukowski (“Altri sbadigli e merda di cane morto sulla povera anima già in frantumi”.) Posso solo dirti che quando il corrieruzzo cultura si è sentito in dovere di anticipare il primo capitolo del nuovo bestseller del giovincello torinese (per l’ansia che i lettori ci impiegassero tre o quattro giorni a spedirlo in classifica, anziché solo due) io me lo sono sorbito, e l’ho trovato superfluo e noioso, e mi ci sono assopito (e sì che era mattina dopo una leggera colazione, ed ero reduce da una bella dormitona di dieci ore…)
      Baci :)

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    2. Strano che non ci abbia pensato Il Giornale a recensirlo visto che ci scrive. Zio, io non penso che tu sia invidioso, non e' nella tua natura. Invece credo che ci potrebbe essere posto per tutti e non riservare il palco solo ai solito noti. Ma questo e' un vecchio e lungo discorso molte volte affrontato qui da te. Mi piacerebbe vedervi tutti e due in classifica. Ognuno di voi con il suo lavoro e ognuno di voi con la capacita' di fare molto bene al mio cuore. Abbraccio del venerdi :-)

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    3. Se è per quello, guarda caso, scrive anche sul corrieruzzo. Ed è proprio attraverso certi suoi pretenziosi pezzi da professorino (oltre che attraverso la lettura, fra lo sgomento e il superdeluso, dei numeri primi che tanto VI sono piaciuti) che ho capito il suo mediocre livello, sia come scrittore che come giornalista. Naturalmente secondo la mia opinione, che vale zero. Così come zero sarà sempre lo spazio concessomi dall'oligopolio mafiosello. Per fortuna possiedo una saggezza interiore che mi fa gustare la vita a prescindere. Leggo bene e scrivo il meglio possibile, e poi non mi dispero più di tanto per cose che non dipendono da me. Tutto è vano, tranne l'amore e la dedizione che mi esplodono nel cuore.
      Abbraccione ricambiato! :)

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  7. Che bella recensione. La terrò a mente.

    Buona giornata!

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  8. azz, 10!
    bisogna tornare al Monte de "Il maestro" per una scrittura di quel livello!
    finisco Kaputt e lo compro con l'ibucco di papà

    il Troll bianconero
    uno che t'ama, non ricambiato, tipico degli amori più passionali. - anche nel reparto femmine mi va così... ;)

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    1. azz... se almeno quel "bianconero" significasse CESENA... Ma mi sforzerò di volerti un po' più di bene, dài... :)

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  9. Bella recensione.
    Concordo sulla scrittura di Zardi, sempre bellissima e dalla sintassi inconfondibile, modulata su un pensiero profondo, vitale, vero. Riesci a seguirlo anche nei luoghi più squallidi e disperati proprio perché sai che prima o poi ti apre visioni di struggente bellezza, di agnizione estrema. E questo è tipico della vera arte.

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    1. Benvenuta a bordo, carissima Bea.
      E dicendo a bordo non intendo solo questa mia zattera-blog, intendo soprattutto la ristretta ma felice comunità dei lettori intelligenti.
      Ciao!

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  10. Ciao zio, ogni tanto ritorno proprio come la peperonata non digerita :)
    Prima della tua recensione a incuriosirmi è stato il titolo del libro. Perchè il Signor Bovary? Cosa avrà mai in comune con Madame Bovary? Forse tutto e forse niente ma questo lo scoprirò solo leggendo la storia.
    Grazie per la chicca proposta... Anche questo autore potrebbe entrare di diritto tra quei libri che a scuola potrebbero affiancare la letteratura di libri un pò ammuffiti.
    Un abbraccio
    Xavier

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    1. Oggi come oggi ci sono meno Scrittori viventi in italiA che nani nella favola di Biancaneve. Paolo Zardi è uno di loro. (Voglio dire uno degli Scrittori, non dei nani. :D)
      Ti abbraccio forte.

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  11. Ritrovo nella tua appassionata, perfetta recensione tutti i fattori che fanno dei racconti di Paolo degli scritti così ben congegnati e ispirati che ogni singola parola ha un valore e una ragion per essere proprio lì dove si trova.
    Non ho l'e-reader ma posso sempre acquistarlo:)
    baci8

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    1. Vorrà dire che poi, per farti ammortizzare l'investimento, vedrò magari di e-pubblicare qualcosuccia pure io... :-))
      Baci8

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  12. questo non vedo l'ora di leggerlo!!!!!! un tema che ricorre pure in me il "bovarismo altrui" ma naturalmente non saprei esprimerlo scrivendo :-)

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  13. Nicò, c'è così tanto entusiasmo in quello che hai scritto riguardo il racconto-romanzo di PaoloZardi che devo correre a procurarmelo per non incorrere nelle tue ire (esiste il plurale di ira? Boh!).
    Un salutone,
    aldo

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    1. Spero che prima o poi anche Paolo ricapiti a Roma per una presentazione. Ti piacerebbe tantissimo anche come persona.

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  14. Allora hai scoperto che anche Paperino il mitico incommensurabile scalognato perenne Paperino è del 1934? Uscito a marzo il primo numero mi pare, quindi primo scaglione come me. Io quel numero certamente non l'ho letto subito, ma io avevo un fratellone di 13 anni e li leggeva lui, Tom MIx, Mandrake, L'uomo mascherato, Topolino e finalmente Paolino Paperino, come si chiamava inizialmente il nostro eroe. Di tutti a me il più simpatico. Lo leggo ancora adesso e non mi vergogno a farmi vedere con un albo di Paperino ridere come un matto. E che la gente pensi che sono un vecchio rincoglionito, chi se ne frega. Ricorda Nick: rispetto per tutti, ma innanzi tutto rispetto per se stessi e credere e combattere per le proprie idee (ho tolto obbedire sennò pensavano tutti a Mussolini). Io credo in me stesso con la stessa forza con la quale tu credi in te stesso. Adesso che scopro che oltre alle mille affinità che ci uniscono c'è la milleeunesima, cioè Paperino il grande mi sento ancora meglio. Ci vediamo a Paperopoli. Ciao Nick!

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    1. eheh... se ci mettevi l'obbedire del nefasto maialetto mi obbligavi a sfoderare il mio "dubitare, disobbedire, disertare"... :D

      devo confessarti che da anni non riesco più a interessarmi ai fumetti (non per una posa di superiorità intellettuale, è solo un dato di fatto) ma sarò sempre colmo di gratitudine per i regali ricevuti da Paperino (e da Tex) nella mia infanzia e adolescenza.

      Ciao Enzo, ci vediamo di sicuro a Paperopoli!

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  15. Non ho ben capito se esiste una versione cartacea alla quale, vista la tua ottima recensione,sarei molto interessata. Non credo che riuscirei mai a leggere un ebook, sono computer dipendente ma non per ciò che concerne la lettura e i programmi di scrittura.
    Francesca

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    1. In questo sei esattamente come me.
      La versione cartacea non è direttamente in commercio, ma a quanto ho capito viene venduta in occasioni particolari come le presentazioni, fino a esaurimento delle rare e preziose copie. Dovresti tenere d'occhio il meraviglioso blog di Paolo (si chiama GRAFEMI) per vedere se ne capita una nella tua zona (a giugno ce ne dovrebbe essere una a Padova)
      Ciao!

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  16. arrivato al 50% del libro ebookizzato gli avrei forse potuto mettere un 6,5, per quello che mi suggeriva il mio gusto personale, magari 7, facendo uno sforzo di obiettività. il tema trattato è poco intrigante, per me, e le pagine che avevo apprezzato di più erano quelle che descrivono il rione di Orietta, eccellenti.
    però dopo la storia accelera improvvisamente e diventa un noir pieno di suspense, sempre più straziante, e si spinge pagina dopo pagina verso l'abisso inevitabile, e ci si chiede col cuore in gola quale sarà l'epilogo...
    alla seconda parte potrei dare anche 8 o forse 8,5
    così al racconto intero mi sento di dare un 7,5.

    il 10 io faccio fatica a darlo pure a un capolavoro del 900 come Kaputt, appena finito. forse a fine mese, quando farò la classifica dei libri del mese, si meriterà un 9,5

    Troll Bianconero - non cesenate...

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    1. Vedo con piacere che almeno su qualcosa siamo d'accordo: la descrizione dello squallido quartiere di Orietta è semplicemente Magistrale.
      Per il resto, i voti dei recensori (persino quelli dilettanti ed "emotivi" come me) non sono mai sindacabili. Però in un certo senso ti capisco: io ad esempio m'incazzo quando vedo sui giornali voti interi positivi riferiti a della merda che dovrebbe prendere, a essere generosi, -20 (meno venti) o -30 (meno trenta)... (Anzi, visto che esiste il 30 e lode, dovremmo introdurre il -30 e frode... :D)

      Viva il Cesena (58 scudetti sul campo, 27 coppe dei campioni all'osteria... :D)

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  17. Ovviamente è in lista di lettura (ma, incasinato come sono, non mi ero accorto che si tratta di e-book), cartaceo solo in occasioni particolari. Cercherò una presentazione vicina, è sempre un piacere vedere Paolo live, quasi come una rockstar ;)

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Benvenuti a bordo!!
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