BOHUMIL HRABAL
Una solitudine troppo rumorosa
Einaudi
Voto: 9½
Dalla quarta di copertina: “A Praga, nelle viscere di un vecchio palazzo, un uomo, Hanta, lavora da anni a una pressa meccanica trasformando libri destinati al macero in parallelepipedi sigillati e armoniosi, morti e vivi a un tempo, perché in ciascuno di essi pulsa un libro che egli vi ha imprigionato, aperto su una frase, un pensiero…”
Mi piacciono i libri leggeri che posso leggere con la mano a leggìo, la sinistra, sdraiato sul dondolo coi cuscini di rinforzo dietro la testa, e la mano che regge senza fatica il libro leggero, il pollice e il mignolo davanti, le tre dita centrali che spariscono dietro. I libri come questo, leggeri di peso ma pesanti di poesia e pensiero geniale come un sole concentrato in un’unica goccia, come tutte le stelle e le lacrime dell’universo pressate in un unico punto da una pressa chiamata Scrittura.
A volte uno Scrittore ti colpisce così a fondo che ti assale la paura di non riuscire a trovare le parole adeguate per comunicare agli altri quanto è bravo, quanto ha impreziosito la tua vita e corroborato la tua anima con le sue, di parole. Questo è uno di quei casi, in cui capisco che devo sperare che vi limitiate a cogliere l’onestà e l’urgenza del mio consiglio, e a credere in me a occhi chiusi. Vi dico questo: dopo averlo letto, mi vorrete bene per avervelo consigliato. Dopodiché mi faccio da parte e vi propongo qualche estratto preso quasi a casaccio, ché tanto ovunque l’occhio cada, cade bene.
“… non urto contro i lampioni né contro i passanti, soltanto cammino e puzzo di birra e di sporcizia, ma sorrido, perché in borsa porto libri dai quali mi aspetto che a sera da loro apprenderò su me stesso qualcosa che ancora non so.”
“… mi sono raggomitolato e rannicchiato su me stesso, come un gattino d’inverno, come il legno di una sedia a dondolo, perché io mi posso permettere quel lusso di essere abbandonato, anche se io abbandonato non sono mai, io sono soltanto solo per poter vivere in una solitudine popolata di pensieri, perché io sono un po’ uno spaccone dell’infinito e dell’eternità e l’Infinito e l’Eternità forse hanno un debole per le persone come me.”
“… perché Leonardo già quella volta sapeva che i cieli non sono umani e che l’uomo che si occupa del pensiero non è umano neanche lui.”
“Io, se facessi il bagno, io mi ammalo subito, io con l’igiene devo andarci cauto e graduale, perché lavoro solo a mani nude, così a sera mi lavo le mani, io lo so, se mi lavassi le mani più volte al giorno, allora mi si screpolano i palmi, ma a volte, quando mi prende il desiderio dell’ideale greco del bello, mi lavo un piede e a volte anche il collo…”
“… la invitai a una gita, avevo vinto al lotto cinquemila corone e siccome non mi piacevano i soldi, allora volevo rapidamente farli sparire dal mondo, per non aver problemi col libretto di risparmio.”
“E poi si è allontanata da me quella servetta, perché ieri mentre pagavo mi è saltato fuori dalla manica un topo.”
“Ventuno girasoli erano accesi nell’oscuro rifugio del magazzino e alcuni topi che tremavano dal freddo perché in nessun luogo c’era più carta, uno di quei topi si avvicinò e mi attaccò, il topo piccolino saltava contro di me sulle zampe posteriori e voleva uccidermi con un morso, o forse rovesciarmi, forse voleva soltanto ferirmi, con tutta la forza del suo corpicino di topo saltava e mi mordeva la suola umida, ogni volta lo spostavo teneramente, ma il topo si gettava di nuovo contro la mia suola, per sedersi infine tutto sfinito in un angolo e guardarmi, mi guardava negli occhi e io presi a tremare, vidi che in quegli occhi di topo c’era in quel momento qualche cosa di più che il cielo stellato sopra di me, di più che la legge morale dentro di me.”
“… una luce ricciolina che nasceva dalla morte del legno.”
“Ma qui era incominciata una nuova era con nuovi uomini e nuovi procedimenti di lavoro, una nuova epoca che durante il lavoro beve latte, sebbene ciascuno sappia che una vacca crepa magari di sete piuttosto che bere latte.”
“… sbigottivo di fronte alla fede di quel venditore, che un monco si sarebbe comprato uno scarpino col calzino viola, il venditore credeva che da qualche parte esistesse uno storpio con la sola gamba destra e col numero quarantuno e col desiderio di recarsi a Stettino a comprare una scarpina e un calzino che accrescesse il suo fascino… come s’era chiuso il cerchio, quella mia scarpina e quel calzino viola, come avevano girato il mondo per frapporsi al mio cammino come un rimprovero.”
“… e se ne andò infelice, sognante, forse era quella stessa persona che un anno prima, vicino al mattatoio di Holesovice, m’aveva puntato contro a notte un coltello finlandese e dopo avermi costretto in un angolo aveva estratto un foglio e mi aveva letto una poesia sul bellissimo paesaggio di Ricany e poi si era scusato, che un modo diverso di costringere la gente ad ascoltare la sua poesia finora non lo conosceva.”
“… guardai la macchina con quel sorriso spasmodico e poi sentii lo scatto della macchina che non aveva mai avuto nelle sue viscere la pellicola, così compresi che al mondo non dipende proprio nulla da come le cose finiscono, ma tutto è soltanto desiderio, volere e anelito…”
La seconda parte del quinto capitolo, che narra dell’amore per una piccola zingara poi uccisa dai criminali nazisti, è Poesia allo stato Puro, che più puro non si può, che più triste e più tenera e dolce non si può. Eppure accanto a essa troverete, in questo Gioiello di ottantasei pagine (che si assapora all’inizio con voracità, e poi sempre più centellinando, nella speranza di farlo durare di più), anche tanta, tanta Intelligenza. E tanto Umorismo. Come succede coi veri Scrittori. E florilegi di microstorie che improvvise sbocciano e appassiscono, ognuna un piccolo grande romanzo di una pagina e mezza, a volte meno. Che meravigliosa, tardiva scoperta è stato in questi giorni per me mio Fratello Bohumil Hrabal. Sono quelle scoperte di cui sei grato alla vita, grato con le lacrime agli occhi, di quel genere di gratitudine che ti fa capire che vivere, comunque vada, valeva la pena.
Non fatemi incazzare. Non fatevelo mancare. Vi fareste non dico del male, ma di sicuro del non-bene.
Parola di Scriba.
p.s.
solita avvertenza: questa è Ambrosia per degustatori della Scrittura, non per i fissati della trama. In questo incantevole libriccino non troverete serial killer, indagini, autopsie, effbiài, cia, banda bassotti, mafia, clarabella e quiquoqua. Per fortuna. L’ultimo capitolo mi ha strappato lacrime di piacere e gratitudine, e questa scoperta è stata una gioia che non potevo non condividere con chi la merita: vedrete, verrà voglia anche a voi di continuare a frequentarlo, questo nuovo amico!
Buona lettura, e buona vita.
Mi piacciono i libri leggeri che posso leggere con la mano a leggìo, la sinistra, sdraiato sul dondolo coi cuscini di rinforzo dietro la testa, e la mano che regge senza fatica il libro leggero, il pollice e il mignolo davanti, le tre dita centrali che spariscono dietro. I libri come questo, leggeri di peso ma pesanti di poesia e pensiero geniale come un sole concentrato in un’unica goccia, come tutte le stelle e le lacrime dell’universo pressate in un unico punto da una pressa chiamata Scrittura.
A volte uno Scrittore ti colpisce così a fondo che ti assale la paura di non riuscire a trovare le parole adeguate per comunicare agli altri quanto è bravo, quanto ha impreziosito la tua vita e corroborato la tua anima con le sue, di parole. Questo è uno di quei casi, in cui capisco che devo sperare che vi limitiate a cogliere l’onestà e l’urgenza del mio consiglio, e a credere in me a occhi chiusi. Vi dico questo: dopo averlo letto, mi vorrete bene per avervelo consigliato. Dopodiché mi faccio da parte e vi propongo qualche estratto preso quasi a casaccio, ché tanto ovunque l’occhio cada, cade bene.
“… non urto contro i lampioni né contro i passanti, soltanto cammino e puzzo di birra e di sporcizia, ma sorrido, perché in borsa porto libri dai quali mi aspetto che a sera da loro apprenderò su me stesso qualcosa che ancora non so.”
“… mi sono raggomitolato e rannicchiato su me stesso, come un gattino d’inverno, come il legno di una sedia a dondolo, perché io mi posso permettere quel lusso di essere abbandonato, anche se io abbandonato non sono mai, io sono soltanto solo per poter vivere in una solitudine popolata di pensieri, perché io sono un po’ uno spaccone dell’infinito e dell’eternità e l’Infinito e l’Eternità forse hanno un debole per le persone come me.”
“… perché Leonardo già quella volta sapeva che i cieli non sono umani e che l’uomo che si occupa del pensiero non è umano neanche lui.”
“Io, se facessi il bagno, io mi ammalo subito, io con l’igiene devo andarci cauto e graduale, perché lavoro solo a mani nude, così a sera mi lavo le mani, io lo so, se mi lavassi le mani più volte al giorno, allora mi si screpolano i palmi, ma a volte, quando mi prende il desiderio dell’ideale greco del bello, mi lavo un piede e a volte anche il collo…”
“… la invitai a una gita, avevo vinto al lotto cinquemila corone e siccome non mi piacevano i soldi, allora volevo rapidamente farli sparire dal mondo, per non aver problemi col libretto di risparmio.”
“E poi si è allontanata da me quella servetta, perché ieri mentre pagavo mi è saltato fuori dalla manica un topo.”
“Ventuno girasoli erano accesi nell’oscuro rifugio del magazzino e alcuni topi che tremavano dal freddo perché in nessun luogo c’era più carta, uno di quei topi si avvicinò e mi attaccò, il topo piccolino saltava contro di me sulle zampe posteriori e voleva uccidermi con un morso, o forse rovesciarmi, forse voleva soltanto ferirmi, con tutta la forza del suo corpicino di topo saltava e mi mordeva la suola umida, ogni volta lo spostavo teneramente, ma il topo si gettava di nuovo contro la mia suola, per sedersi infine tutto sfinito in un angolo e guardarmi, mi guardava negli occhi e io presi a tremare, vidi che in quegli occhi di topo c’era in quel momento qualche cosa di più che il cielo stellato sopra di me, di più che la legge morale dentro di me.”
“… una luce ricciolina che nasceva dalla morte del legno.”
“Ma qui era incominciata una nuova era con nuovi uomini e nuovi procedimenti di lavoro, una nuova epoca che durante il lavoro beve latte, sebbene ciascuno sappia che una vacca crepa magari di sete piuttosto che bere latte.”
“… sbigottivo di fronte alla fede di quel venditore, che un monco si sarebbe comprato uno scarpino col calzino viola, il venditore credeva che da qualche parte esistesse uno storpio con la sola gamba destra e col numero quarantuno e col desiderio di recarsi a Stettino a comprare una scarpina e un calzino che accrescesse il suo fascino… come s’era chiuso il cerchio, quella mia scarpina e quel calzino viola, come avevano girato il mondo per frapporsi al mio cammino come un rimprovero.”
“… e se ne andò infelice, sognante, forse era quella stessa persona che un anno prima, vicino al mattatoio di Holesovice, m’aveva puntato contro a notte un coltello finlandese e dopo avermi costretto in un angolo aveva estratto un foglio e mi aveva letto una poesia sul bellissimo paesaggio di Ricany e poi si era scusato, che un modo diverso di costringere la gente ad ascoltare la sua poesia finora non lo conosceva.”
“… guardai la macchina con quel sorriso spasmodico e poi sentii lo scatto della macchina che non aveva mai avuto nelle sue viscere la pellicola, così compresi che al mondo non dipende proprio nulla da come le cose finiscono, ma tutto è soltanto desiderio, volere e anelito…”
La seconda parte del quinto capitolo, che narra dell’amore per una piccola zingara poi uccisa dai criminali nazisti, è Poesia allo stato Puro, che più puro non si può, che più triste e più tenera e dolce non si può. Eppure accanto a essa troverete, in questo Gioiello di ottantasei pagine (che si assapora all’inizio con voracità, e poi sempre più centellinando, nella speranza di farlo durare di più), anche tanta, tanta Intelligenza. E tanto Umorismo. Come succede coi veri Scrittori. E florilegi di microstorie che improvvise sbocciano e appassiscono, ognuna un piccolo grande romanzo di una pagina e mezza, a volte meno. Che meravigliosa, tardiva scoperta è stato in questi giorni per me mio Fratello Bohumil Hrabal. Sono quelle scoperte di cui sei grato alla vita, grato con le lacrime agli occhi, di quel genere di gratitudine che ti fa capire che vivere, comunque vada, valeva la pena.
Non fatemi incazzare. Non fatevelo mancare. Vi fareste non dico del male, ma di sicuro del non-bene.
Parola di Scriba.
p.s.
solita avvertenza: questa è Ambrosia per degustatori della Scrittura, non per i fissati della trama. In questo incantevole libriccino non troverete serial killer, indagini, autopsie, effbiài, cia, banda bassotti, mafia, clarabella e quiquoqua. Per fortuna. L’ultimo capitolo mi ha strappato lacrime di piacere e gratitudine, e questa scoperta è stata una gioia che non potevo non condividere con chi la merita: vedrete, verrà voglia anche a voi di continuare a frequentarlo, questo nuovo amico!
Buona lettura, e buona vita.
Ho letto quel libro anni fa e l'ho ragalato a decine di amici, io andrei oltre il 9 e 1/2, anzi sai che ti dico? questo è un libro che non ammentte voti. Un saluto ;-)
RispondiEliminaurca dai prendo troppo nota.
RispondiEliminaPosso chiederti una cosa?
quando citi un autore straniero puoi nominare anche il traduttore?
E' che sto portando avanti una campagna di questo tipo perchè ho amici traduttori e comunque la traduzione è importante. Una volta non li citavo neppure io, ma dal prox libro che consiglierò lo farò sempre. Ho letto da POlly rock star che sta per uscire un tuo libro. Figo!!!
Caro Nicola come credo che tu abbia capito ho letto pochissimi libri sicuramente sentendo quanto hai scritto viene la voglia di leggerlo, per il momento leggo i tuoi lunghi post che sempre più mi piacciono.
RispondiEliminaBuona settimana caro amico.
Tomaso
Ho letto questo libro qualche tempo fa.
RispondiEliminaRicordo solo che mi piacque.
Forse dovrei riprenderlo tra le mani e sprofondarci di nuovo.
Ho scoperto Hrabal dopo la sua morte, grazie a un coccodrillo letto da qualche parte che mi incuriosì. Ho un mio personale metro di giudizio: se dopo avere finito di leggere un libro per diversi giorni non faccio che ritornarci col pensiero, vuol dire che ne valeva la pena (certo, poi gli standard vanno personalizzati). Hrabal mi colpì tanto che subito dopo corsi a comprare "Inserzione per una casa in cui non voglio più abitare", edito anche questo da Einaudi.
RispondiElimina* Antonio
RispondiEliminaIl voto è un po' un mio vezzo-fissazione, ma in effetti sì, è abbastanza superfluo... E poi si fa una fatica boia a cerare di essere coerenti: dopo aver assegnato dei 10 vieni folgorato a un libro a cui daresti 11, così come dopo aver dato dei 2 avresti bisogno dei numeri negativi per scendere a -2 o più in basso ancora... :-))
* Tomaso
Grazie, caro amico, e buona settimana anche a te.
* Ilaria
Hai ragione, il lavoro dei traduttori è duro, splendido e spesso malpagato. Devo dire che a volte (forse per colpa degli editori che gli mettono fretta) si intuisce, spesso nelle pagine finali, che il traduttore è stato un po’ grossolano e superficiale e ha rovinato il romanzo (per non parlare di quelli, perché ci sono, che lo rovinano dall’inizio alla fine, o perché inetti o perché sono dei tromboni presuntuosi che vogliono per forza lasciare la loro personale impronta sul testo). Però, non conoscendo a fondo le lingue originali, non posso permettermi di trasformare in giudizi queste mie sensazioni: sarebbe ingeneroso. Ed è il motivo per cui di solito non nomino i traduttori, né bravi né meno bravi né bravissimi, pur riconoscendone l’enorme importanza (essendo poco portato, o troppo pigro, per le lingue, dovrei fare un monumento di gratitudine, sia a loro che ai nostri bravissimi doppiatori di film!) perché mi piacerebbe poter dare una valutazione anche al loro lavoro, ma non ne sono in grado.
Comunque, in questo caso la traduzione è di Sergio Corduas.
* mia euridice
Se lo farai sarà un bellissimo risprofondare... :)
* Domenico
RispondiEliminaHo intenzione di ordinare altri due Hrabal, e uno è proprio quello che hai nominato tu... :)
Io ultimamente li giudico anche dai piccoli segni che ci faccio a matita, riportando poi i numeri di pagina in fondo al libro, con diverse sottolineature e simboli accanto al numero... Ci sono libri talmente pieni di queste piccole note che non potrei più svenderli nemmeno volendo (e ovviamente non voglio...)
segnato, appena sarò serena a sufficienza da tornare a leggere lo farò mio
RispondiEliminacapisco il tipo... non sono un fissato della trama, mi interessa la storia e la Scrittura, però ai Hrabal preferirò sempre i Simenon e i Maugham, e a questo tipo di Ambrosia preferisco la TramaEsemplare di Conan Doyle. vorrei appunto proporti un romanzo di basso livello con indagine... quando? la "prossima settimana"? cioè questa? mah...
RispondiEliminaG.A. Monte
* amanda
RispondiEliminaNon aspettare troppo: sembrerà facile dirlo, ma la lettura può essere rasserenante assai.
* G.A Monte
Mah... quando hanno cominciato a "sdoganare" il buon Simenon mi hanno trovato pienamente d'accordo (bel personaggio Maigret, deliziose certe atmosfere descrittive parigine e non) ma quando dallo sdoganamento si è passati alla beatificazione non ho potuto non urlare NOOO!! Uno Scrittore è qualcosa di diverso...
Mi auguro che questo "basso livello" sia in realtà un livello medio, una via di mezzo tra poliziesco e Romanzo... :D
(anche Paul Auster iniziò con un poliziesco sotto pseudonimo: quando poi ci ha messo il suo nome l'ho letto, ma ho capito il perché dello pseudonimo...)
Sei stato troppo convincente:vado a procurarmelo...sarà tra le mie letture di quest'estate.
RispondiEliminaCiao Nick, io credo a te a occhi chiusi:-)))
RispondiEliminama a dire il vero sei riuscito benissimo a spiegare l'unicità di questo libro...anche i pezzi che hai scelto esprimono molto bene quello che vuoi dire...
grazie, lo metto immediatamente tra i primi libri da leggere...
buona giornata!
"così compresi che al mondo non dipende proprio nulla da come le cose finiscono, ma tutto è soltanto desiderio, volere e anelito…"
RispondiEliminaPensa, molto difficilmente ricordo il modo in cui si conclude un romanzo. sarà forse per quello che dice Hrabal...
Meravigliosa lettura ( mi riferisco al tuo post. Ho letto "Treni strettamente sorvegliati", quello di cui parli tu non ancora ).
:)
Un voto così alto da parte tua non può non convincermi!
RispondiElimina:0))
Caspita che entusiasmo, devo proprio segnarmi questo libro.
RispondiEliminaUn abbraccio
Non mancherò all'appello.
RispondiEliminaIo leggo a ciclo continuo: trovo di tutto, da chi non sa scrivere a chi sa scrivere ma non ha niente da dire a chi furbescamente annusa l'aria che tira e sforna libri "alla moda", buoni per il botteghino ma assolutamente inutili per l'umanità. Quando un buon libro mi prende me lo godo. Poi di quando in quando ci sono gli incontri speciali...quei libri che leggo e poi rileggo e per i quali sono grata alla vita, come dici tu.
Spero che il libro da te consigliato possa essere uno di questi.
Prometto che in quel caso te ne darò atto o dirò la mia in tutta onestà.
Intanto grazie!
Nina
Grazie. Prendo immediatamente nota.
RispondiEliminaA buon rendere. :-)
Segno il consiglio zietto :D
RispondiEliminaE grazie!
Per tutto quello che ho letto di Simenon non posso che chiamarlo Signor Scrittore (senza beatificazioni). Maigret mi piace, ma i romanzi senza commissario li trovo migliori. l'ultimo è stato "Corte d'assise". niente ambrosia, ovviamente, ma filo spinato.
RispondiEliminaSempre Monte
Io pure ho preso Treni strettamente sorvegliati (non conoscevo lo scrittore, ero attratta solo dal fatto che ne è stato tratto un film considerato un capolavoro del cinema d'autore), ed da un po' che mi occhieggia nella libreria... Stamane ho finito il mio amato Maugham, vorrà dire che attaccherò il mio Hrabal e nel frattempo comprerò il tuo. Non voglio assolutamente farti incazzare!!! :D
RispondiEliminaBohumil Hrabal sta nel paradiso degli scrittori, con Cortazar, fra gli altri.
RispondiEliminae ci hanno lasciato bellissimi regali.
** mr.Hyde e cristina
RispondiEliminaChe bello sentirsi così ascoltato da splendide persone come tutti voi: i critici di professione finiranno con l'invidiarmi... :)
Un abbraccio a entrambi.
* giacynta
Vedo con piacere che ho avuto buon naso nella scelta dei prossimi due Hrabal: uno in comune con Domenico, l'altro con te. :)
** Sandta e Kylie
Non posso che riciclare la risposta data a mr.Hyde e cristina, e abbracciarvi entrambe!
* nina
Io invece sono più selettivo. Un po’ per edonismo un po’ per pigrizia. Non permetto a nessuno di annoiarmi, o di scocciarmi con la sua pochezza. (C’è stato un periodo in cui ho letto un po’ di robaccia, perché alcuni mi dicevano che ero prevenuto, che giudicavo senza sapere, che avevo pregiudizi, ma ora che li ho trasformati in postgiudizi spendendoci ore e soldi, ora basta).
Attendo con vera curiosità le tue impressioni! :)
** Biancaneve e Melinda
ri-riciclo anche per voi la risposta riciclata poco sopra, e vi abbraccio forte. Grazie a voi!
* Arimonte
RispondiEliminaIo di non-Maigret ho letto “I Pitard”. Un buon romanzo, che però non mi ha entusiasmato. Diciamo un onesto sette e mezzo, se vogliamo continuare a ragionare in voti. Con questo non ho nessuna intenzione di mettermi a denigrare Simenon, visto che in giro c’è di molto, molto, molto peggio. Dopodiché sarà sempre questione di gusti. Però, visto che tu sei un giovanissimo scrittore, lasciami dire che avere (se ce l’hai) come modello Simenon può essere commercialmente allettante, ma artisticamente assai limitante (nonché anacronistico…)
Tornando al discorso su trama e storie.
Leggere Narrativa non è obbligatorio.
Leggere per me dev’essere un Piacere.
Anche a me piacciono le storie, ma per iscritto me le deve raccontare uno che ha il dono, che ha Talento da vendere e Sensibilità superiore alla norma. Uno capace di quella magia meravigliosa in cui confluiscono comicità e drammaticità, uno capace di essere al tempo stesso poetico e visionario, intelligente e originale e ironico, esilarante e struggente, spietato e candido, ingenuo come un bambino e saggio come un santone, cinico e dolce, profondo e tagliente, lucido e folle, e di avere intuizioni folgoranti e geniali. Se devo perdere tempo dietro le frasette abborracciate o stentate o imitative (o impregnate di muffa accademica rancida e stantia, che è pure peggio) di uno scribacchino di quart’ordine, preferisco mille volte vedermi un film. (Non per caso, quando vedo il flm tratto da un romanzo che mi è molto piaciuto rimango sempre deluso, mentre roba come il Codice Da Vinci è un milione di volte meglio vedersela al cinema sgranocchiando popcorn). E continuo a pensare che la Lettura sia un fantastico atto creativo, che necessita di trovare nello scrittore un complice sublime, e non un mestierante mediocre, un pirlotto o un professorone barboso.
* Cri
Bravissima. Vedo che ci siamo capiti... ;-)
Un bacione.
* Franz
Sia di Hrabal che di Cortazar ho, per il momento, letto un libro solo. Grandissimo anche il secondo, ma per i pochi elementi che ho, mi azzardo a dire che il primo è un gradino più sopra (sempre in rapporto ai miei gusti e aspettative, ovviamente, non sono e non voglio essere un critico in grado di dare giudizi assoluti.)
io credo che la buona narrativa (come quella simenoniana) sia sempre attuale. non capisco l'anacronismo... non mi pare ammuffito. neanche Conan Doyle mi pare vecchio. è ovvio che nel caso di C.D. si tratta di genere puro, dove alla fine non resta altro che una trama avvincente, e le parole sono freddine come numeri... ma tra la Bella scrittura che sostiene una storia SCARNA e quei numeri, io tendo a preferire i secondi, ammesso però che dietro la facciata si percepisca la presenza di un'Intelligenza, la mano di un Autore vero, come nel caso, secondo me, di C.D. ma poi mi è piaciuto tantissimo Bruno Shulz, che è poesia allo stato puro... "Le Botteghe Color Cannella". (quanti posti scalerebbero della tua classifica!) quanto ai miei modelli, mi sono (S)formatO su altra Roba: da Fante a Kakfa, da Fenoglio a Buzzati, da Dovlatov a Bukowski. e un po' di romanzieri dell'800. quello che cerco disperatamente di fare è... non farli incazzare troppo...
RispondiEliminaAncora Monte Giovanni
Quante significative sorprese riserva ancora l'arcana Praga!
RispondiElimina* Monte Tre (da non confondere con Tremonti... :D)
RispondiEliminaCon quell'umile e simpatica autoironia del "cercare disperatamente di non farli incazzare troppo" hai guadagnato tanti di quei punti che smetto di polemizzare (anche se qualcos'altro da dire l'avrei) e ti regalo un fraterno abbraccio... :)
* Adriano
L'ho sempre considerata una città benemerita, artisticamente e intellettualmente parlando (ma non solo)...
Un abbraccio anche a te, crepi l'avarizia... :-))
Hai ragione,difronte a libri così qualsiasi "recensione"ci sembra sempre poca cosa, mai capace di riportare nero su bianco,su carta o pc,quel che vi abbiam trovato,quel che ci ha donato,le sensazioni,le immagini..tutto.Però il tuo consiglio è un bel consiglio,sussurrato bene,così bene da invogliare veramente a tener in mano un libricino così.
RispondiEliminaGrazie!In anticipo:-)
* Ele
RispondiEliminaSono davvero felice di averti invogliata col mio consiglio. E felice di questa tua presenza qui. Grazie a te! :)
Anch'io tempo fa ho fatto la recensionedi questo libro... questa è sintonia ;)
RispondiElimina* Stefania
RispondiEliminaBellissima sintonia :)
Ciao!
Come faccio a farmelo mancare, va aggiunto al più presto ai miei libri, devo avere giusto il tempo di andarmelo a comprare
RispondiElimina* Tartarugola
RispondiEliminaEcco, così mi piace... :-))))
Non mi meraviglia il fatto che uno scrittore come te parli entusiasticamente e con vero amore di un libro di un suo bravo collega.
RispondiEliminaNon mi dire che esagero ma secondo me solo i grandi e i puri di cuore lo fanno sinceramente.
Un caro saluto,
aldo.
Simenon però non è solo quello dell'Ispettore Maigret, è anche quello di "In caso di disgrazia" o "L'uomo che guardava passare i treni" e questi sono ottimi romanzi.
RispondiEliminaAnacronistica è anche la traduzione, a volte, e l'aver ritratto comunque un mondo borghese, con i suoi vezzi e le sue "regole", ormai sorpassato, però trovo che certe intuizioni e riflessioni siano universali. Rimane, almeno in alcuni romanzi, uno scrittore intimista in grado di suscitare parecchia empatia nel lettore e proprio perché descrive bene certe impressioni e stati d'animo. Non lo trovo artisticamente limitante.
Come descrive lui certe atmosfere e l'indefinitezza di certi stati d'animo è raro trovarlo in altri autori.
Prendi "l'uomo che guardava passare i treni", è riuscito a raccontare una parabola esistenziale che ha valenza universale, pur giocando con il genere poliziesco.
Di Raymond Chandler che mi dici?
Un saluto :-)
* il monticiano
RispondiEliminaTi dirò: ogni tanto mi prude ancora qualche stroncatura, ma è così bello parlare bene di chi lo merita!!
Ciao Aldo :)
* Biancaneve
Come ho detto a Giovanni, non volevo denigrare Simenon, che è un grande autore, come lo è Chandler. (E per "anacronistico" non intendevo il leggere certi grandi autori del passato, ci mancherebbe, bensì l'ispirarsi a loro invece di capire che se vivessero oggi sarebbero loro per primi a scrivere in modo diverso: io per esempio adoro Dostoevskij, ma sono sicuro che se fosse vivo tra noi non gli passerebbe neanche per l'anticamera del cervello di scrivere esattamente come scriveva allora... Bisogna imparare anche e soprattutto dai contemporanei. Quelli bravi, ovviamente.)
Dico solo che, per questione di affinità, di gusti, e non so che altro ancora, Simenon non lo metto nell’elenco di coloro che mi hanno dato/insegnato qualcosa e che sento Fratelli, e dei quali vorrei leggere TUTTO quello che hanno scritto, liste della spesa comprese.
Un caro saluto anche a te :)
Ho capito. Grazie per la specificazione. E certamente mi rendo conto che, oltre un certo grado di apprezzamento oggettivo, poi entrano in gioco fattori soggettivi, le cosiddette "affinità elettive" e quelle le si possono avere solo con alcuni scrittori.
RispondiEliminaSul linguaggio hai ragione, però, torno a ripeterti, noi leggiamo certi autori in traduzione e quindi a volte la colpa di certe espressioni e termini un po' "invecchiati" la dobbiamo addossare anche al traduttore. Quasi tutto Dostoevskij per esempio l'ho letto in vecchissime edizioni, ma quando poi sono passata ad una traduzione più attuale dei racconti, l'ho trovato modernissimo.
è una meravigliosa immagine quella di te che ti emozioni alla fine di un buon libro... :) :) :) :) questo mi incuriosisce molto e mi segno il titolo!! grazie zietto per i tuoi preziosi consigli!! ^^
RispondiEliminaEmozionante la tua recensione.
RispondiEliminaLo so, è meraviglioso quando scopri che la vita ti ha regalato un Fratello.....
Un abbraccio
Teresa
Mi ha incantato la tua descrizione , e appassionato lo stralcio delle frasi. lo cercherò assolutamernte. Ho letto nei commenti il termine di paragone con cui giudicare che un libro ci ha conquistati, il mio è proprio quello di segnarmi le frasi che mi colpiscono, come in questo caso.
RispondiEliminaGrazie dell'info preziosa. Miaoooo
* Biancaneve
RispondiEliminaAnche questo è vero: spesso le traduzioni hanno bisogno di una rinfrescata. Resta il fatto che certi vecchi testi vanno letti, apprezzati, amati, metabolizzati, magari studiati a fondo, ma non possono venir presi a modello così come sono per una scrittura moderna. Vi è spesso in essi una certa attitudine alla prolissità iperdescrittiva, necessaria in un mondo che non conosceva immagini, e a volte un sovraccarico di similitudini oggi inconcepibile (non credo che se Melville scrivesse adesso Moby Dick inizierebbe ancora centomila paragrafi con la parola "Come" - ma naturalmente di questo non c'è controprova... :D)
* Giulia
Sono uno che si commuove anche al cinema... però solo se ce n'è un buon motivo... :)
Grazie a Te, come sempre!
Bacino
* Teresa
E il bello è che l'avventura del blog mi sta regalando anche tante sorelle... -))
Ti abbraccio anch'io.
* Felinità
Sì, ci sono libri magari brevissimi che ti fanno consumare una matita, mentre altri best seller ti consumano soltanto i cogl****... :-))
Ciao e Miao!!
Se oggi pomeriggio lo trovo in biblioteca, lo leggo subito! Buona giornata Zio Nick!
RispondiEliminaun libro leggero, eppure pesante?
RispondiEliminasembra parecchio interessante...
Grazie grazie, grazie, ah, dimenticavo: grazie!
RispondiElimina:-)
Davvero.
Chi sa leggere con il cuore come fai tu, merita il sole.
Sembra interessante questo libro.
RispondiEliminaAccetto il tuo consiglio, alla tua fiducia, ma non troppo, perché coi pezzetti che hai trascritto mi hai convinto: è uno che mi piace.
RispondiEliminaGrazie del consiglio.
A risentirci.
Ci puoi giurare zione che me lo accatto, sento che potrebbe piacermi un casino... grazie :)
RispondiElimina* cristina
RispondiEliminaBuona lettura, e poi fammi sapere. :)
* Marco
È l'insostenibile leggerezza... dell'essere Artista :D
* La rouge
Grazie a te per le tue bellissime parole: in questo caso il Sole sei tu.
* Cavaliere oscuro
Vedrai che lo è.
* Enzo
Immaginavo che potesse esserci affinità fra voi due...
A presto.
* Maraptica
Un grazie enorme e un enorme abbraccio a te! :)
Ciao Zio
RispondiEliminaMi sembra molto interessante l'argomento del libro, autore e situazione descripta tra la realtà e la finzione, mi piacerebbe leggerlo, l'ho cercato in spagnolo ma non l'ho trovato.
Piacere leggerti
un abbraccio
Dimmi un po': nella seconda risposta a Monte, Arimonte per capirci, nella descrizione dell'autore che ti piace leggere stavi parlando di te?
RispondiEliminaTi ci ho visto tutto.
Dimmelo in un orecchio, perché sono curiosissimo...:)))
* genessis
RispondiEliminaStrano che non ci sia la traduzione... però mi dai l'idea di una che riuscirebbe a leggerlo benissimo anche in italiano...
Un grande abbraccio pure a te!
Ciao!
* Enzo
Be', visto che di solito si scrive, o si aspira a scrivere, qualcosa di molto simile a ciò che piace anche leggere, diciamo che quella può essere la descrizione dell'Autore che VORREI diventare... e diciamo che ci sto pazientemente lavorando... :)
(e grazie per avermi visto GIÀ così!!)
Non mi piace la narrativa, non mi piacciono i serial killer, indagini, autopsie, effbiài, cia, banda bassotti, mafia, clarabella e quiquoqua. Le storie preferisco ascoltarle, non cè nulla di mpiù piacevole d'aSCOLTARE UNA VOCE NARRARE UNA STORIA. Probabilmente è il libro per me, e lo prenderò al piu presto e ti saprò dire. Grazie Nick, grazie di cuore. Un abbraccio.
RispondiElimina* Galadriel
RispondiEliminaPenso ci sia un malinteso sul termine "Narrativa", che per me è una ragione di vita, e NON è sinonimo di thriller o di trama furbetta, stereotipata e incasinata: della Narrativa fanno parte le più belle cose scritte in questo mondo...
Sull'ascoltare non potremmo essere più diversi: io vivo in un mio mondo fatto di memoria visiva, non ho mai acquistato un audiolibro e non lo ascolterei neppure se me lo regalassero... anche perché il bello di quel piacere solitario e creativo che è la lettura sta nel decidere i tempi e i modi, nel potersi soffermare su una frase che ti ha colpito per rileggerla e godersela nel modo più pieno, senza nessuno che "disturba"... Sì, per me le voci sono quasi sempre un disturbo, comprese quelle dei telecronisti quando guardo una partita (una delle poche "tecnologie" che amo è proprio quella che permette di escludere le loro fastidiose chiacchiere mantenendo però i rumori di fondo dello stadio...
Comunque sono felice della tua intenzione di leggerlo. Poi fammi sapere davvero! :D
Un abbraccio, carissima.
Grazie Nick per la lezione. Forse equivoco il termoine "narrativa", come sai la mia cultura in merito difetta, ho solo una grande curiosità. Ma forse mi sono spiegata male per la "voce narrante". Non ho mai ascoltato un audiolibro e non lo farei. Le storie mi piacciono raccontate dai protagonisti che siano o no in grado di raccontarle. Se poi lo sanno fare , mi piace ancor di più.Per quanto riguarda la lettura, ecco non posso dire che sono come te, sarebbe presunzione, ma il piacere di rileggere una frase lo provo anch'io. Ti farò sapere.Ciao.
RispondiElimina* Galadriel
RispondiEliminaSono contento (ma ne ero quasi sicuro) che sia stato un doppio equivoco, non solo sulla narrativa ma anche sulla voce narrante. Alla fine la pensiamo allo stesso modo. Però non chiamarla lezione: mi fa sentire un professorino saccente, di quelli che non ho mai sopportato... io sono uno che ogni giorno cerca di imparare qualcosa, e chissà quante cose potrei imparare da Te! :-)))
Di nuovo Ciao, cara Amica!
Non sto a leggere gli estratti,mi fido sulla parola....anzi sulla scrittura.
RispondiEliminaLeggo ininterrottamente,spesso tornando su libri già letti.
In questo ultimo periodo, credo di aver letto tutto (o quasi) di quel che mi mancava di Saramago.
Non ho mai letto nulla dell'autore che citi, vedrò di "documentarmi" ;)
Grazie per la recensione.
Francesca
* francesca
RispondiEliminaScusa il ritardo, e grazie a te.
Saramago è un grande autore che abbiamo in comune, anche se a me qualcosa di suo manca ancora... :)
E' un caso che anch'io abbia comprato un libro di Hrabal, proprio in questi giorni? A me l'ha consigliato Adam Thirlwell, nel suo pregevole "Mademoiselle O".
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