"Meglio Capitano della mia zattera di storie di carta che mozzo sul ponte di Achab"

SITO ANTI COPROFAGIA LETTERARIA: MERDA NON NE SCRIVO, E MENO ANCORA NE LEGGO

sabato 16 aprile 2011

Assaggi di romanzi inediti - da "gémenteseflentes", un flashback sul primo anno alla scuola materna




Se non vi piace Corradino siete in buona compagnia: neanche a me piaceva il mio nome, e per un qualche tempo m’ero illuso di poter essere chiamato con qualsiasi altro fosse garbato a me. Proprio non mi andava giù che mi avessero battezzato con questo nome così strano e così lungo, che nessun altro all’asilo portava. L’unico nome che avrei amato meno del mio era Stelvio, perché all’asilo c’era un tizio insopportabile che si chiamava Stelvio. Questo bambino Stelvio aveva una testolina a pera che faceva pensierini a pera. Non solo gli era stato appioppato quel nome abbastanza ridicolo, ma siccome aveva appena compiuto gli anni passava il tempo a domandare a tutti gli altri bambini quanti anni avessero, e se dall’oggi al domani le età non cambiavano faceva seguire il suo sconcertato commento: “Ma come, sempre tre?”, “Sempre quattro?” Di giorno in giorno il bambino Stelvio domandava l’età agli altri bambini assumendo sempre più un’aria di superiorità, doveva essersi convinto che cresceva solo lui, il cretino, finché non cominciarono ad arrivare a poco a poco anche i compleanni degli altri a normalizzare la situazione. Altro nome dell’asilo che non avrei mai voluto avere, ma per motivi opposti, era Eligio: l’Eligio mi faceva pena. Era uno scricciolo con un grande neo sulla tempia sinistra. Una mattina era venuto in ritardo, accompagnato dal giovane padre, che nel cortile, davanti a tutti, aveva scartato per lui una succosa gomma da masticare, bella rosea e compatta, che al solo vederla mi aveva fatto venire l’acquolina. Senonché, pochissimi istanti dopo, passata di mano l’Autorità dal papà alle suore, la truculenta Suor Rosa Tutta Spine s’era avventata su di lui come uno spauracchio di stoffa nera, e gliel’aveva fatta sputare prima ancora che potesse cominciare a gustarla.
All’asilo del Ponte di Lavinia, che era quello piccolo dei due che esistevano, c’erano solo due suoracce e una suorina. Delle due suoracce, una si chiamava Suor Mangusta: aveva l’attenuante di essere vecchia bacucca, e i suoi compiti si esaurivano nel sorvegliarci durante il sonnellino sulle sdraio nel salone e nell’impedire, quando si usciva a giocare in cortile, ai maschi di mischiarsi con le femmine (più che altro impediva a me di giocare con mia cugina, cosa che fuori di lì facevo sempre), mentre Suor Rosa Tutta Spine, che doveva essere la direttrice, era una carogna pura. Ci portava spesso nella chiesa adiacente, solo per poterci dire, una volta là dentro, che “chi si volta a guardare indietro brucerà all’inferno per l’eternità”.
La suorina invece era giovane dolcissima e brava, e di conseguenza non contava un put.
Tutti i bambini venivano identificati oltre che col nome con una cosa chiamata “contrassegno”, un semplice simbolo che veniva applicato o ricamato sopra alcuni effetti personali, come la piccola sacca bianca con chiusura a cordicella che conteneva il bavaglino e le posate per il supplizio del pranzo schifoso. I contrassegni degli altri erano quasi tutti carini – leprotti, fragole, orsi, funghetti – ma a me le pinguinacce di stoffa avevano rifilato un demenziale scarabocchio rosso, e questo ghirigoro indecifrabile che mi era stato assegnato lo chiamavano “frusta”. Dunque io avevo la frusta. Dunque io ero la frusta. Me ne sfuggivano motivo, significato e intelligenza. Ma corrispondevo a quell’orribile frusta.
Bella predestinazione, vero?
I giocattoli in cortile erano tutti per le femmine, e difficilissimi da ranzar via. Ci sarebbe voluta l’azione ben combinata di una squadriglia, alcuni a creare diversivi e finte zuffe, gli altri, pochi agenti scelti, a fare da incursori. Ma l’unico duro ero io. Gli altri stazionavano al livello mentale del bambino Stelvio, soffrivano di un’ammirazione smodata e terrorizzata per l’autorità delle pinguinacce di stoffa. Avessi solo accennato al piano, avrei suscitato una mezza dozzina di “Ce lo vado a dire!”
L’unica commistione maschi-femmine avveniva in occasione di certi giochi propedeutici alla competizione della vita, giochi che davano modo ai bambini più sensibili e acuti di decidere fin da subito di non competere affatto. Il più reiterato si chiamava “Dame&Cavalieri”. Schierati a fronteggiarci su due file, una di piccoli esseri umani col pene, l’altra di piccoli esseri umani con la vagina, avevamo come obiettivo la formazione di coppie. Del tutto fine a se stessa: non è che dopo si ballasse, o ci si desse un bacio. Si formavano coppie e morta lì. Il procedimento era di una noia bovina, come solo un gioco inventato e imposto da suore potrebbe mai essere: a turno, pedissequamente, uno scemetto sceglieva una stronzetta e le faceva l’inchino. La stronzetta decideva se ricambiare l’inchino oppure voltarsi simpaticamente a mostrare le natiche. Con matematica spietatezza, i più bruttini di ambo gli schieramenti imparavano subito quale sarebbe stato il loro posto nella vita. I poveri l’avrebbero imparato poco più tardi.
Per fortuna non mi chiamavo né Stelvio né Eligio, ma anche chiamarmi Corradino mi faceva sentire un idiota. E così tempestavo la mamma con pretese di altri nomi: “Chiamami Aldo!”, imploravo. “Chiamami Paolo!” Ma lei non mi assecondava mai. Non accettava cambi. Non voleva chiamarmi con nomi diversi da Corradino neppure per gioco, anzi ci rimaneva male, proprio si arrabbiava, come se ripudiare il nome che aveva scelto per me fosse stato lo stesso che ripudiare il suo amore. La volta che mentre lavava i piatti l’avevo supplicata di chiamarmi Miriam s’era arrabbiata un po’ di più.


65 commenti:

  1. Splendido!
    Leggi tutto d'un fiato e ti accorgi che quando finisci ci resti male.
    Così deve essere un romanzo!
    Sono vere pennellate le descrizioni dei personaggi, dei pensieri, della spietatezza del gioco che ci pone avanti a noi stessi, delle suore che applicano le loro seghe mentali ai bambini servendosene per esercitare il loro potere.
    Bellissima quella del nome!
    Non siamo liberi in nulla.
    Altri decidono se farci nascere o meno, altri ci affibbiano un nome, un simbolo, un numero.
    Mi fermo qui.
    Bravo Nic. Sei eccellente!
    Ciao

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  2. Molto divertente...ti viene proprio da dire ..e poi????

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  3. come lo capisco il Corradino prova tu a chiamarti Amanda alla fine anni 60 inizio degli anni 70 e poi vedi se ti vorresti chiamare Anna, Francesca, Roberta

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  4. come far diventare un bimbetto str... ancora più str... o una bimba p... ancor più p... o, per fortuna, un bimbo fantasioso ancor più ZioScriba? mandandoli dalle suore. Anche se non fosse autobiografico! :*****

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  5. Che spettacolo!! Povero Corradino... Ha tutta la mia solidarietà! ;) Chissà perché l'occhio è stato così rapido da farmi leggere "Silvio", al posto di "Stelvio": come nome da rinnegare, sarebbe andato bene lo stesso, dopo tutto. Presuntuoso, petulante ed illusoriamente divertente, perfetto direi. Molto interessante il contrasto di carattere dei due bambini, oggetto entrambi dell'insofferenza del nostro piccolo eroe. E che dire della suora, il cui nome è davvero tutto un programma, ritratta a tinte fosche, che "salva" in extremis la creatura dall'ira divina o che redarguisce sulla prospettiva di una dannazione sicura, nonché eterna... :D "Pinguinacce di stoffa": giuro che alla stoffa non avrei mai pensato!! Invece l'identificazione, la corrispondenza di un essere umano con un simbolo (o marchio), se avvertite in prima persona da un bambino, vengono percepite in maniera amplificata. Ho poi trovato azzeccatissimo il riferimento al gioco tra maschi e femmine, riprodotto sulla falsariga del ben più crudele meccanismo della vita - o della sopravvivenza -, di cui esso è solo un avvertimento. In ultimo, cosa ci riserva la chiusura?? Un mondo. La mamma che non accetta di cambiare nome al figlio, perché sarebbe come mutarne l'essenza, come potrebbe vederne stravolta la natura?? Detto con leggerezza e quasi in un soffio, arriva ancor di più.

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  6. Sì, avvincente, ma il resto? Ci lasci così fra color che son sospesi?
    Cristiana

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  7. ..quando ho bisogno di mollare un po' di zavorra esistenziale e di riprendere fiducia nella vita, passo di qua..(la zavorra non la lascio qui).
    Qui tutto è più leggero e si sorride, o anche si ride forte..
    Grazie..

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  8. ...vero, anzi mi ricorda un altro asilo, spigliato ed un pizzico demenziale, il finale a me è piaciuto così ...secco ed aperto come lo hai lasciato a infinite supposizioni.
    Mi sono divertita molto a leggerti.
    Ciao.

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  9. Anch'io ho fatto l'asilo dalle chinderpinguì, e credo di avere ancora dei conti da regolare.
    Una la ricordo bene, si chiamava, con eccellente ironia, suor Pia, una specie di incrocio tra la Binetti e Sersecosmi tenuto a digiuno.
    Ovviamente era un diminutivo.
    Pianderculo, credo fosse il nome completo.

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  10. * Gianni
    Grazie, caro amico: nel primo pomeriggio ero vagamente sul depresso, e queste tue parole mi hanno subito tirato su... a volte basta poco... :D

    * Artemisia1984
    Bellissimo anche il tuo "e poi?"... ingolosirvi, incuriosirvi, interessarvi è il mio mestiere... :-))

    * amanda
    E dire che è un nome così dolce e così bello...

    * petrolio
    In effetti pare proprio che le mie ispirazioni migliori (ma forse quelle di tutti, o quasi) vengano proprio dal malvivere: l'asilo, la naia, il mondo del lavhorror, l'odissea editoriale (per non parlare dell'impossibile Consolazione di cui parlava Dagerman)...

    * Refuge
    fra l'altro è un romanzo giocato in gran parte proprio sul "nominare": nomi, nomignoli, soprannomi, e poi parole evocatrici e paurose, formule malefiche, misteri di iscrizioni cimiteriali... se non l'avesse fatto prima Saramago avrei potuto pensare anch'io d'intitolarlo "Tutti i nomi"...

    * Cristiana2011
    Mi tocca farlo: è il destino di questi assaggi... (anche perché io sono il più tranquillo e meno paranoico possibile sul discorso copyright, ma rivelare tutta la trama in questo mondo pieno di scippatori di idee sarebbe francamente troppo...) :D

    * mrHyde
    come dicevo a Gianni, la cosa è reciproca: io riacquisto un po' di entusiasmo e di fiducia nella mia pazza inutile vita di semifallito proprio nel sapermi letto e apprezzato da voi... Grazie!

    * teoderica
    vedi sopra: sono infinitamente felice di averti intrattenuta e divertita. Ciao!

    * Adriano
    inchezzenzo? offesi dal trauma dell'asilo o dal trauma di questa lettura? :-))))

    * web runner
    semplicemente spassosa (oltre che ovviamente terrorizzante) l'idea di suor Sersecosma, che ti spezza la zampina se non fai il bravino... ma avrà avuto anche il pizzetto? :D

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  11. ...io come contrassegno avevo un albero: mi piaceva. Era molto meglio di ciliegie, limoni, palloni e tutti gli altri simboli più o meno infantil-generici! Le suore mi sembrano un po' quei personaggi assurdi dell'asilo di Rat-Man (nello specifico, suor Charles Bronson), se non ci hai mai dato un'occhiata, te lo consiglio assai...

    Ormai dire che son curioso è poco, però a) giustissima la questione-scopiazzatura, e b) svelare tutto bruscamente mi brucerebbe buona parte del piacere di legggere per bene tutta la storia quando capiterà. Però allo stesso tempo vorrei riuscire a collegare tutti questi vari assaggi, giusto per capire un po' meglio dove porta il tutto, come se fossi in libreria e ne stessi esaminando una copia. Magari, un sunto tipo aletta-di-sovracopertina. Idea orrenda? Sfanculami finché vuoi se lo ritieni opportuno :D

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  12. Bello bello bello. :) Mi è piaciuto un sacco. Povero Corradino però... :)

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  13. Il racconto mi è piaciuto molto però...
    troppi brutti ricordi!!
    Non dell'asilo dalle suore, che mi è stato risparmiato (grazie mamma e grazie papà), però al catechismo (stesse suore che avrei avuto se fossi andata all'asilo) è stata dura. Ne avrei da raccontare!!
    Ciaooooooooo

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  14. Povero Corradino!!!!!auhuhahuahu
    Io come stemma avevo una nocciola e le suore da noi erano due: una buona e una cattiva; io ovviamente ero nella classe di quella cattiva -.- un giorno a pranzo mi avevano dato solo mezzo uovo...io ho chiesto l'altra metà perchè avevo fame e la suora mi ha messo in punizione: in piedi per un'ora in un angolo -.- e poi odiavo quando dopo pranzo ci faceva sedere nei banchi e dovevamo cercare di dormire appoggiando la testa al banco -.- e se non avevamo sonno dovevamo stare comunque in silenzio per 40 minuti -.- spero di averti dato maggiore ispirazione x il futuro hahahhauuha scrivi benissimo cmq!Bravo :D

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  15. Ma sai che hai veramente ragione? I giochini che si fanno alla scuola materna sono un infallibile indicatore di spirito competitivo. Io, lo ammetto, mi tiravo spesso indietro. Questo post mi ha fatto riflettere...

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  16. Come sempre un cilindro magico i tuoi ricordi.
    Paolo

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  17. * Reverend Emi
    No, non ti sfanculo per niente ma... ti ho risposto in privato. :D

    * Goccia di Neve
    Grazie, carissima, anche per il fatto di prenderti a cuore il piccolo Corradino, che mi somiglia moltissimo... :-)

    * Giada
    Per sapere cosa penso del katekismo, vedi post più sotto...
    Ciaoooo!

    * Dreamy Melrose
    Grazie per le belle parole! Dunque, per il momento siamo una frusta, un albero e una nocciola: altri contrassegni? Fatevi avanti!
    Pranzo e sonnellino obbligatorio erano davvero i passaggi più traumatizzanti. Il secondo perché era il momento di più stridente contrasto con l'intimità, il calore e la dolcezza che servirebbero a un bambino per addormentarsi. Il primo era una tortura vera e propria: il mio incubo erano certe nuvolette bianco-gommose, puzzolenti, scondite, immasticabili e impossibili da mandar giù, che le maledette suore chiamavano "petti di pollo"...

    * Danilo
    Già: le manovre per farci diventare gli stupidi e cattivi componenti di una stupida e cattiva società devono cominciare molto presto, o c'è il rischio che gli scappiamo di mano e veniamo su magari buoni e, non sia mai, intelligenti...
    :D

    * Paolo
    Amico carissimo: sai che nel postare questo assaggio ti avevo pensato, per il fatto che Corradino dice alla madre "Chiamami Paolo?"
    Un abbraccio

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  18. Bell'assaggio!!!! :-) ho dovuto cliccare sulla foto per memorizzare il titolo e l'autore! :-)
    Ma inediti che quindi non trovo se cerco nelle librerie??? :-S mannaggia...
    PS: ho cambiato il voto al sondaggio perché voglio essere ottimista sull'italiano medio! :-)

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  19. * daisy
    purtroppo l'unico "edito" dello stesso autore è, per il momento, quello in alto a destra (Tutta colpa di Tondelli)... ma dovrebbe rimanere figlio unico ancora per poco: per quest'autunno è annunciato il secondogenito (che però non è - non ancora - quello dell'assaggio in questione...)
    comunque grazie per i complimenti, e ciao! :D
    (e quanto all'ottimismo... speriamo...)

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  20. Ciaoooo, grazie della tua visita
    Piacevolissimo il tuo racconto di scuola materna. Non ho frequentato l'asilo come si diceva ai miei tempi..
    Allora, visto che siamo sotto Pasqua, ti racconto quello che aveva capito la mia nipotina di quattro anni del filmino che avevano proiettato alla scuola materna delle suore...sulla morte di Gesù..
    "Figurati nonna che Gesù era tanto povero che non aveva neppure la macchina...è arrivato a... Gerulemme... con un asinello. DI qua e di là dalla strada c'era pieno di gente con le palme e chiamavano Rosannaaaaaa, Rosannaaaaaa, ma lei non è neppure scesa...insomma alla fine sulla croce di Gesù ce n'erano tre..."
    Buona settimana
    Bruna

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  21. Per sentirsi meglio bisognava insistere, insistere e insistere per chiamarsi Aldo, l'unica soluzione.

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  22. Ah i nomi! Immagina che io, che sono nato il giorno di Pasquetta, ho rischiato di essere chiamato Pasqualino, che mi sarei dovuto succhiare per tutta la vita. Grazie nonna Bianca, che ti opposi.

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  23. * Bruna
    "Rosanna nell'alto dei cieli!"... :D
    Benvenuta a bordo, carissima!

    * il monticiano
    Era anche il nome di un cugino più grande per cui stravedevo... vista la mia statura, l'ho scampata bella: quasi ogni giorno della mia vita sarebbe saltato fuori un pirla a dirmi: "Ma quanto sei aldo!"

    * Alberto
    Visto che al nord lo chiamiamo Lunedì dell'Angelo (anche se ormai la tv ci ha imposto questo orribile "Pasquetta", come se Santo Stefano lo chiamassimo "Nataluzzo"...) ci sarebbe stato bene Angelo... Però Alberto è bellissimo (fra l'altro, è anche il nome di mio fratello)

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  24. Un bel racconto :)
    Da piccola neanche io amavo il mio nome, adesso non mi dispiace, anzi trovo quasi che mi si addica, però non lo dirò mai a mio padre, gongolerebbe dopo anni che gliel'ho disprezzato, non gli darò mai una tale soddisfazione! In realtà ho un nome composto, per cui mi faccio chiamare con uno solo dei due, il più bello: Iris.
    L'altro non lo rivelo mai, ah ah ah..
    Condivido anche l'antipatia per le pinguinacce, da piccola andai un anno in una scuola gestita da suore, con annesso orfanotrofio. Ricordo una bruttissima esperienza, ci farò un post...dico solo che per come la vedo io, tante chiamano vocazione la zitellaggine.

    Un saluto!

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  25. Il gioco del fazzoletto... perdevo sempre, mi sembrava un gioco stranamente violento, con quell'esasperazione dell'uno contro uno. Bambino contro bambino. Ok, lo ammetto: quand'ero piccolo non ero del tutto normale :)

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  26. Ho scritto recentemente di aver avuto un'infanzia felice...forse perché non sono mai stata all'asilo! Niente asilo, ma un nome che mi sarebbe piaciuto cambiare, cosa sarà mai questa storia dei nomi che non ci corrispondono?
    Bel racconto! Ciao Zio :)

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  27. Ciao Nick!! scusa il ritardo nel commentare ma volevo ritagliarmi uno spazio di tempo decente per leggere questo post.... ci tengo a leggere quello che scrivi con attenzione e tranquillità! :D e devo dire che questo è uno dei pezzi che mi piace di più! ahaha povero Corradino!!! Stelvio poi... miiii che scassa palle! ah ah ah spettacolare la descrizione di Dame&Cavalieri non smettevo più di ridire! Letto tutto d'un fiato...!!! complimentoni maestro... ;) ti mando un grande abbraccio!! :)

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  28. ufff a quanto pare l'ora tarda si fa sentire.... :P ovviamente volevo dire "ridere" e non ridire dopo Dame&cavalieri... ahahaha xD sorry!!!! ogni tanto mi sento dislessica...

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  29. * Ernest
    Più che grazie a me dell'assaggio, grazie a te del passaggio da queste parti... Ciao!

    * Iris
    Ti chiamo così, visto che hai detto che è il più bello (ma se non va bene fammi sapere)... grazie anche per aver detto che è bello il mio brano: a questo punto sono curioso di leggere il tuo post sulle pinguine... :D
    Dimenticavo: benvenuta a bordo! Ciao!

    * Danilo
    Io non sono del tutto normale neppure adesso. Per mia fortuna... :D

    * Nou
    Niente asilo? Beata te!
    Sui nomi: in fondo il nome, bello o brutto che sia, è la prima IMPOSIZIONE che subiamo nella vita, e al dna di alcuni le imposizioni garbano poco... Io posso solo essere grato ai miei per uno scampato pericolo, perché il nonno paterno era morto e io ero il primo maschio della discendenza, e se loro fossero stati dei biechi tradizionalisti... il nonno doveva esser stato una persona meravigliosa, e mi dicono tutti che ho molte cose in comune con lui (a cominciare dalla passione per i giochi), ma per fortuna non il nome: si chiamava Abbondio. :D
    Ciao!

    * Giulia
    Grazie per le tue come sempre dolcissime parole.
    Mi sa che sono le tastiere moderne a essere dislessiche: se non ricontrollo un commento prima di postarlo posso scommettere sul sicuro che ci saranno almeno 3 o 4 refusi: nel tuo ce n'era uno solo e pure simpatico, che vuoi che sia?
    Ti abbraccio anch'io! :)

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  30. Ahahahah...l'hai proprio scampata bella!
    Ho chiamato uno dei miei figli Augusto...e solo da poco ha trovato modo di esprimermi tutto il suo disappunto. Gli amici lo chiamano Ago. Però, io sono tuttora convinta che sia un bel nome, importante....:( Ciao, notte!

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  31. * Nou
    Diciamo che sono entrambi dei nomi anticheggianti-impegnativi e dal significato benaugurante. Con la differenza che Augusto fa pensare a un imperatore, mentre Abbondio, per colpa di Manzoni, fa pensare a un prete cagasotto... :D
    Ri-ciao!

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  32. Tutto troppo vero, compreso l'agghiacciante giochino con tragico corollario: "I poveri l'avrebbero imparato poco più tardi."
    Bello Zio, queste ambientazioni e questi toni sono quelli dei tuoi che trovo i più riusciti.

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  33. * Il grande marziano
    In effetti, anche se ci sono singoli racconti e singole parti di altri romanzi di cui sono più orgoglioso e a cui sono più affezionato, devo dire che il gémenteseflentes-Wolfsburg, nel suo complesso, è l'opera che più facilmente mi spinge, se mi guardo allo specchio, a dirmi "scrittore".

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  34. Ahah l'avevo supplicata di chiamarmi Miriam.. conclusione geniale, almeno di questo "assaggio"..
    Mi hai fatto tornare indietro ai tempi dell'asilo; davvero! Mamma mia.. pure io facevo il sonnellino sullo sdraio in una stanza buia in silenzio, e quante altre cose che mi hai fatto ricordare. E pure io andavo all'asilo delle suore, anzi agli asili, perchè il primo lo dovetti cambiare dato che c'era una suora talmente tanto vacca che non riuscivo più a sopportarla e mi mettevo a piangere una volta a casa..
    Per fortuna nell'altro c'erano delle suore davvero stra-buone e mi trovai benissimo :)
    Comunque la morale è che questo pezzo mi piace :)
    Ciao!

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  35. * Andrea
    Mannaggia a Suor Vacca... :D
    Una delle più belle soddisfazioni dello scrivere è proprio il far (ri)vivere ai lettori le loro mille storie parallele a quella narrata.
    Grazie della visita, mon ami!

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  36. Dell'asilo ricordo che le suore (già il fatto di averlo fatto in Egitto potrebbe turbare)ad ogni buona azione o reputata tale ti premiavano con un'effige di qualche santo da appuntare sul grembiuliono, in caso di marachelle te la strappavano senza ritegno. Ero fiero del mio medagliere che però non arrivava mai a fine giornata...altri tempi. Però non ricordo neanche un nome.
    Salutoni

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  37. L'asilo può essere un luogo quasi infernale; se poi è gestito da 3 pinguine... Io non ho che vaghi ricordi, ma mi dicono che ero una gran prepotente e sistematicamente mangiavo la merenda del mio amichetto Paolo Rinaldi che alla fine si organizzò e si rassegnò a portarne due, una per sé e una per me. In cambio, io gli preparavo succosi budini di fango del giardino, che però poi gli imponevo di mangiare. Mi riesce difficile capire dove sia andata a finire quella papera tanto sadica!
    ("noia bovina" è un'espressione meravigliosa; la adotterò!)

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  38. * mark
    Le Suore d'Egitto mi mancavano... :D

    * Duck
    Io avevo il problema opposto: trovare qualcuno che facesse sparire quella carnaccia schifosa che masticavo masticavo ma non voleva saperne di "andare giù". Il problema me lo risolveva un vicino di banco mascelluto e carnivorissimo.
    "Me la mangi?" era la mia frase quotidiana di rito. E lui risolveva, spazzolando in due bocconi quella roba schifosa che io avrei impiegato due giorni a ingurgitare...
    (Anch'io all'asilo e i primi due anni di elementari fui un violento... poi mi trasformarono per un po' in un santerello con il ricatto della religione e del paradiso-inferno... Adesso sono tornato cattivo, ma solo quando scrivo... :D)

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  39. Racconto spassoso come al solito ! Complimenti..
    P.S..rispondo qui al tuo commento nel mio blog :
    Zio....con tutti i canali che trasmettono l'Inter in internet é veramente una prodezza non vederla.Non mi dire che non sai come vedere le partite on line !!! Non ci credo !

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  40. * 4EverInter
    sì, sono un dinosauro un po' imbranato... diciamo che se fosse stato l'anno scorso avrei perseverato un po' di più nella ricerca, mentre di questi tempi mi sono arreso al primo ostacolo: il sito della porca rai che diceva di continuo "contenuto disponibile dopo la pubblicità di merda", e dopo i 30 secondi di pubblicità di merda di prodotti da, ovviamente, boicottare, si impallava e non faceva vedere un beato cazzo, al che ho trovato di meglio da fare, salvo ogni tanto buttare un orecchio alla radio (il gol di Deki l'ho beccato magicamente al volo... :D)

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  41. Ciao Zio! Passo in ritardo, ma ti faccio tantissimi complimenti! Mi è piaciuto molto questo assaggio del tuo romanzo. Tra l'altro mi hai fatto ricordare i tempi del mio trascorso dalle suore, molto simile a quello di Corradino!
    Come lui anche io avevo uno stupido simbolo (un fiore viola, che associavo alla morte a quei tempi) cucito sul grembiule, sullo zaino, sulle tovaglie, da per tutto insomma! mnetre gli altri miei compagni avevano cavalli, delfini, orsi, ecc. ecc.
    Come lui avevo anche delle suore bacchettone che ti obbligavano a fare giochi stupidi e senza senso! Mi ricordo che c'è ne facevano fare uno che si chiamava "sacco pieno e sacco vuoto", dove l'unica cosa da fare era alzarsi in piedi o chinarsi sulle ginocchia! ^_^
    Io ero una tosta, in quell'asilo suore e genitori non mi potevano sopportare, ero troppo movimentata, mi è capitato anche di fare qualche dispetto ai compagni (però di quelli brutti, come catapultarli giù dalle biciclette, per poterci salire io, ecc. ecc. ero leggermente stronza!), ma i miei dispetti erano riservati alle suore, che ogni giorno non si dimenticavano di darmi qualche sberla o scappellotto! Ahahahah!!!
    Inoltre, nel nostro asilo davano anche i premi! Delle caramelle a forma di pesciolini colorati buonissime! L'unico problema è che a me non le davano mai, visto che mi comportavo male! Ahahahah!
    Alla prossima! :)

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  42. * Karma Police
    Davvero gustoso il tuo contributo: sembra un'appendice del mio brano in piena regola...
    Ora che mi ci hai fatto pensare ricordo anch'io l'assurdo saccopieno-saccovuoto, e mi hai fatto venire voglia di regalarti caramelle a forma di pesciolini colorati, per consolarti della cattiveria delle pinguinacce...
    Grazie, e ciao!! :-))

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  43. Ciao, non ti avevo ancora ringraziato per esserti piazzato tra i follower del mio blog, lo faccio adesso. Votato sondaggio, provo ad essere ottimista.
    I nomi???Ho una zia che si chiama Natalina...e ti ho detto tutto.Vado controcorrente, io ho fatto l'asilo dalle suore, e mi ci sono trovata pure bene.

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  44. tolto il verifica parole....finalmente ho capito come si faceva.......

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  45. Fantastico. Tutto di questo blog mi piace...è così GIUSTAMENTE ingiusto, trasformisticamente anti-conformista. E' splendido, perché va oltre pur rimanendo nella norma...è la lezione più bella che l'intero genere umano dovrebbe imparare...

    Poi beh, l'aver affermato che l'anima umana è un qualcosa di assesuato mi ha spinto ad apprezzare ancor di più quello che scrivi...

    Ti vedo vero, privo di illusioni. Coraggioso...
    Grazie per le emozioni che mi hai dato in questi minuti...

    Un saluto.
    Fabio.

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  46. * newmoon35
    Ti ringrazio di cuore, sia per la visita che per quella cosa della verifica... ti aggiungo al blogroll, così non perdo le tue tracce :D

    * Alberto
    Devo dire che sono molto stupito dalla piega che stanno prendendo i risultati di questo sondaggio: tutto questo ottimismo... mah, speriamo bene...

    * Fabio
    Ti confesso che sono emozionato anch'io: a volte ci sono delle prime visite, degli approcci, dei commenti che ti fanno pensare "forse ho aperto un blog proprio nella speranza di incontrare un nuovo amico così, una nuova amica così, di essere letto da questa persona e poter a mia volta leggere i suoi pensieri"... e questo mi sembra decisamente uno di quei casi.
    Grazie!
    Un saluto e un abbraccio.

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  47. Se vuoi che te la dica tutta io ho votato che non si raggiungerà il quorum.

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  48. Ciaoooo G
    oddioooooo come sono infelice!!! Non ho capito che cos'è il...togli verifica parole...e come si fa....
    non hai ancora capito che tecnicamente sono un'asina?
    Dimmi come si fa...e chissà che non ci arrivi....

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  49. * Bruna
    non preoccuparti, sono anch'io un asino e un dinosauro, informaticamente parlando... all'inizio quella scocciatura l'avevo pure io, perché i signori di blogger la mettono in automatico, ma quando commenti sul tuo stesso blog a te non ti appare... poi per fortuna me l'hanno segnalato...
    Dunque: dopo aver fatto l'accesso al tuo blog devi andare su IMPOSTAZIONI, e da lì cliccare COMMENTI. Scendi in basso, e trovi la penultima domanda che è "Mostra la verifica parole per i commenti?". A questo punto devi solo cambiare da Sì a No, e poi premere "Salva impostazioni", che sta giù in fondo.
    Ciao!! :D

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  50. Caro Nicola, che dire dopo questa profusione di complimenti ed apprezzamenti? Indubbiamente, anche se al momento ultima (gli anglosassoni direbbero "last but not least"), mi unisco al coro.
    Vorrei solo sottolineare che il simbolo che le pinguinacce di stoffa (a Napoli le chiamiamo "cape di pezza", ossia teste di stoffa) ti avevano affibbiato non è poi tanto male... Ai tempi d'oggi una sana scarica di frustate se la merita un bel po' di gente...
    Alla prossima!

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  51. * Moderne rivoluzioni
    Ciao, carissima!
    Bello quel cape di pezza!
    Sulla Frusta hai pure ragione: intesa in senso "attivo" sarebbe da attribuirsela come contrassegno o simbolo pure oggi, e anzi oggi farei a gara per "essere" una Frusta (e come scrittore a volte lo sono) invece che un Funghetto...
    Ma il problema di Corradino, nel momento in cui narra (ha 11 anni) è che da un po' di tempo la frusta la vive in senso passivo: è la cinghia dei pantaloni con cui il padre regolarmente lo percuote (cosa, questa, ci tengo a dirlo, NON autobiografica...) :D

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  52. L'asilo delle suore non l'ho mai frequentato,nè ci ho mandato mia figlia.
    Sono realtà oramai fuori dal tempo,perchè adesso di suore non ce ne sono quasi più.Come dici tu,
    ce ne saranno state di buone e simpatiche,ma credo fossero delle eccezioni.
    Mi piace il tuo racconto,di questo "Pierino"
    in quanto mi evoca un pochino il discolo di Piero Chiara,un grande scrittore che sull'argomento ha espresso giudizi netti,pur con l'ironia che lo contraddistingueva.
    Formidabili i nomi dati alle suore.

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  53. Quando esce nelle librerie "gementeseflentes", faccelo sapere. Forse perché io l'asilo infantile non l'ho frequentato che per tre terribili giorni, ma mi fa incuriosire questa storia.

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  54. Bello questo racconto!!!
    Mi fa tornare alla mente gli anni dell'asilo e delle elementari passati dalle suore..... :-/

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  55. Bello leggere di questi ricordi, Zio Scriba:) Mi hai, inevitabilmente, fatto tornare alla mente i miei lunghi e duri 8 anni di insegnamento in una scuola di suore. Ero, quindi, dall'altra parte della cattedra.....e le pinguinacce rompevano parecchio le scatole anche a me (oltre che ai bambini come te!) ;)
    Buona domenica di Pasqua, a presto.

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  56. * luly
    benvenuta a bordo, e grazie!
    e tanti auguri anche a te!
    a prestissimo! :)

    oggi ho l'adsl che va e viene... approfitto per fare gli auguri e salutare al volo anche Costantino, Roby Bulgaro, la grande Stefy, e chiunque dovesse transitare qui dopo di me...
    UNA PRIMAVERA DI SERENITA' E FELICITA' PER TUTTI VOI!!!!

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  57. Cosa hai evocato! "Dame e cavalieri", il pisolino pomeridiano obbligatorio ed il contrassegno( io avevo uno spoglio, tristanzuolo rastrello rosso )! Grandissima la definizione che dai della quadriglia da cortile dei piccoli feroci, nonchè il binomio nome-fisionomia e necessario destino...
    :-)))

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  58. * giacynta
    sembra quasi di aver frequentato lo stesso asilo... l'incubo dell'omologazione incombeva già ai miei tempi e ai tuoi, figuriamoci adesso... brrrrrr!!

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  59. Mi hai fatta tornare indietro nel tempo...ah come lo detestavo il "Ce lo dico!"...
    E quanto lo odiavo l'asilo!
    ...Invece Corradino...a me piace!!! (eh eh...)
    Bacio!!

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  60. Sarebbe un bellissimo incipit per un romanzo sull'educazione sessuale di un cardinale, diventato tale dopo essere stato nominato vescovo, che prima era monsignore e ancora prima pretino-ino-ino diventato pretino per volontà altrui -materna magari- per difendersi dal mondo.
    Tu saresti capace di scriverlo un romanzo così, con tutte le peccata nascoste sotto la tonaca cardinalizia eccetera eccetera.
    Pensaci.
    Da parte mia ho pensato -merito tuo- al mio lontanissimo assai breve soggiorno in un asilo di monacacce -ma suor Gilda era un sogno, e che sogno- dove mia mamma mi aveva parcheggiato per una settimana.
    trucchetto per farmi guadagnare un anno, dato che sono di febbraio, così sono andato in prima a cinque anni e mezzo.
    In quell'asilo si pregava sempre. Fui contentissimo di andare a scuola dove si pregava molto meno.
    Ciao, amico mio. È sempre un piacere leggerti.

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  61. * Enzo
    Da noi si pregava tutte le mattine pure a scuola. Scuola elementare STATALE, naturalmente... Bah...
    Ciao caro amico!

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  62. Oggi mi è arrivata una notifica di un commento a questo post di tanti anni fa', ovviamente spam, perché infatti non compare sotto a tutti gli altri... Pretesto per rileggere questa bella descrizione che mi fece piacere allora e mi ha fatto sorridere e molto piacere ancora oggi. Sei riuscito a trovare un editore, hai pubblicato?
    ...spero di sì. Buone cose e tanta felicità :)

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Questo blog è Nemico dichiarato di ogni censura. Ma sono costretto mio malgrado a ricordare che rimuovere insulti gratuiti, scorregge occulte o minacce vigliacche non è censura: è nettezza urbana. Voglio che qui da me vi sentiate esattamente come a casa vostra: quindi Liberi, ma non di pisciare sul pavimento, o mi toccherà pulire. :)