J. Krishnamurti
Lettere alle scuole
(Ubaldini Editore)
Forse il testo più accessibile e meno criptico fra quelli del geniale autore di Libertà dal conosciuto, cioè Jiddu Krishnamurti, l’anti-guru per eccellenza. Allevato in gran segreto da una Supersetta di “Illuminati” per rivelare al mondo le Verità Definitive, il giovane Krishnamurti mandò la setta a carte e quarantotto rivelando che, ovviamente, non c’era un beato cazzo da rivelare. E che nessun essere umano ha il diritto di ergersi a guida spirituale di altri esseri umani. L’autore sostiene che le tanto esaltate Tradizioni sono malefica, orrenda zavorra di cui liberarsi per poter cominciare finalmente a ricostruirci da zero, a pensare cose nuove. Che il nozionismo e l’erudizione sono roba da scimmiette ammaestrate. E che ideologie e religioni sono le due facce altrettanto odiose dello stesso sciocco e fetido inganno. Ma soprattutto ci spiega che l’Intelligenza ha sempre avuto ben poco a che vedere con le attitudini logico-analitiche che determinano il cosiddetto Q.I. (buone tutt’al più per diventare servi di lusso di qualche multinazionale dell’informatica militare). L’Intelligenza è, molto più semplicemente, saper pensare sempre e comunque con la propria testa. Liberi da ogni condizionamento. Se ci sembra una cosa facile è perché forse, in realtà, non ci abbiamo mai veramente provato.
pag 39: L’imitazione, o conformismo, è uno dei grandi fattori di corruzione della mente; il modello, l’eroe, il salvatore, il guru, è il fattore di corruzione più rovinoso. Il seguire, l’obbedire, il conformarsi, negano la libertà... Quindi l’autorità è corruzione.
pag 44: Non vi è alcuna tradizione buona o cattiva: vi è solo la tradizione, la vana ripetizione di rituali in ogni chiesa, tempio o moschea. Essi sono assolutamente privi di senso, ma l’emozione, il sentimento, il romanticismo, l’immaginazione gli donano colore e illusione. È la natura della superstizione e ogni prete al mondo la incoraggia.
pag 50: Il pensiero può essere il fattore principale della degenerazione della mente, mentre l’intuizione schiude la porta alla totalità dell’azione.
pag 56: Dio è disordine. Esaminate gli innumerevoli dèi che l’uomo ha inventato, o il dio unico, l’unico salvatore, e osservate la confusione che ciò ha creato nel mondo, le guerre che ha causato, le innumerevoli divisioni, le credenze, i simboli e le immagini che dividono... Noi ci siamo abituati, lo accettiamo prontamente, perché la nostra vita è così pesante per la noia e il dolore che cerchiamo conforto negli dèi evocati dal pensiero. Questo è stato il nostro sistema di vita per migliaia d’anni. Ogni civiltà ha inventato gli dèi ed essi sono stati la fonte di una grande tirannia, di guerre e distruzione. I loro templi possono essere straordinariamente belli, ma all’interno vi è oscurità e la fonte della confusione.
pag 58: Ci occupiamo del desiderio e della comprensione di esso, non del fattore abbrutente di reprimerlo, evitarlo o idealizzarlo. Non potete vivere senza il desiderio. Quando avete fame avete bisogno di cibo. Ma comprendere, che vuol dire esaminare tutta l’attività del desiderio, è dargli il posto giusto. In questo modo non sarà una fonte di disordine nella nostra vita quotidiana.
pag 59: Ciò che l’uomo ha fatto all’uomo non ha limiti. Lo ha torturato, lo ha bruciato, ucciso, lo ha sfruttato in ogni modo possibile – religioso, politico, economico... Lo sfruttamento di un altro – uomo o donna – sembra il sistema della nostra vita quotidiana. Ci usiamo l’un l’altro, e ciascuno accetta questa consuetudine. Da questo rapporto particolare ha origine la dipendenza con tutte le sue sofferenze, confusioni, e l’angoscia che le è connessa. L’uomo è stato sia interiormente sia esteriormente sleale verso se stesso e gli altri; e come vi può essere amore in queste circostanze?
pag 78: L’arte suprema è l’arte di vivere, superiore a tutte le cose create, con la mente o la mano, dagli esseri umani, superiore a tutte le scritture e ai loro dèi. Solo per mezzo di quest’arte di vivere può nascere una nuova cultura. Darle origine è la responsabilità di ogni maestro, particolarmente in queste scuole. Quest’arte di vivere può risultare soltanto dalla libertà assoluta.
pag 80: Il pensiero crea divisioni perché è limitato in sé stesso. Osservare interamente implica la non interferenza del pensiero – osservare senza che il passato, sotto forma di conoscenza, freni l’osservazione. In questo caso non vi è un osservatore, poiché l’osservatore è il passato, la natura stessa del pensiero.
Be’, se le scuole private italiane fossero come quelle di Krishnamurti, anziché cacchetta cattolica per somarelli figli di papà, sovvenzionata dal governo leccapapa coi soldi dei contribuenti (cacchetta che a quanto pare piace tantissimo a Peto Taccuto da Arcore, poiché inculca i “Valori” gretti e ipocriti del rivoltante famiglismo bigotto e fascistoide, e alleva squallidi schiavi kompetitivi, in vista di una tomba più grossa al cimitero del cazzo), direi anch’io “Evviva le scuole private”, e se avessi dei figli ce li iscriverei di corsa.
pag 39: L’imitazione, o conformismo, è uno dei grandi fattori di corruzione della mente; il modello, l’eroe, il salvatore, il guru, è il fattore di corruzione più rovinoso. Il seguire, l’obbedire, il conformarsi, negano la libertà... Quindi l’autorità è corruzione.
pag 44: Non vi è alcuna tradizione buona o cattiva: vi è solo la tradizione, la vana ripetizione di rituali in ogni chiesa, tempio o moschea. Essi sono assolutamente privi di senso, ma l’emozione, il sentimento, il romanticismo, l’immaginazione gli donano colore e illusione. È la natura della superstizione e ogni prete al mondo la incoraggia.
pag 50: Il pensiero può essere il fattore principale della degenerazione della mente, mentre l’intuizione schiude la porta alla totalità dell’azione.
pag 56: Dio è disordine. Esaminate gli innumerevoli dèi che l’uomo ha inventato, o il dio unico, l’unico salvatore, e osservate la confusione che ciò ha creato nel mondo, le guerre che ha causato, le innumerevoli divisioni, le credenze, i simboli e le immagini che dividono... Noi ci siamo abituati, lo accettiamo prontamente, perché la nostra vita è così pesante per la noia e il dolore che cerchiamo conforto negli dèi evocati dal pensiero. Questo è stato il nostro sistema di vita per migliaia d’anni. Ogni civiltà ha inventato gli dèi ed essi sono stati la fonte di una grande tirannia, di guerre e distruzione. I loro templi possono essere straordinariamente belli, ma all’interno vi è oscurità e la fonte della confusione.
pag 58: Ci occupiamo del desiderio e della comprensione di esso, non del fattore abbrutente di reprimerlo, evitarlo o idealizzarlo. Non potete vivere senza il desiderio. Quando avete fame avete bisogno di cibo. Ma comprendere, che vuol dire esaminare tutta l’attività del desiderio, è dargli il posto giusto. In questo modo non sarà una fonte di disordine nella nostra vita quotidiana.
pag 59: Ciò che l’uomo ha fatto all’uomo non ha limiti. Lo ha torturato, lo ha bruciato, ucciso, lo ha sfruttato in ogni modo possibile – religioso, politico, economico... Lo sfruttamento di un altro – uomo o donna – sembra il sistema della nostra vita quotidiana. Ci usiamo l’un l’altro, e ciascuno accetta questa consuetudine. Da questo rapporto particolare ha origine la dipendenza con tutte le sue sofferenze, confusioni, e l’angoscia che le è connessa. L’uomo è stato sia interiormente sia esteriormente sleale verso se stesso e gli altri; e come vi può essere amore in queste circostanze?
pag 78: L’arte suprema è l’arte di vivere, superiore a tutte le cose create, con la mente o la mano, dagli esseri umani, superiore a tutte le scritture e ai loro dèi. Solo per mezzo di quest’arte di vivere può nascere una nuova cultura. Darle origine è la responsabilità di ogni maestro, particolarmente in queste scuole. Quest’arte di vivere può risultare soltanto dalla libertà assoluta.
pag 80: Il pensiero crea divisioni perché è limitato in sé stesso. Osservare interamente implica la non interferenza del pensiero – osservare senza che il passato, sotto forma di conoscenza, freni l’osservazione. In questo caso non vi è un osservatore, poiché l’osservatore è il passato, la natura stessa del pensiero.
Be’, se le scuole private italiane fossero come quelle di Krishnamurti, anziché cacchetta cattolica per somarelli figli di papà, sovvenzionata dal governo leccapapa coi soldi dei contribuenti (cacchetta che a quanto pare piace tantissimo a Peto Taccuto da Arcore, poiché inculca i “Valori” gretti e ipocriti del rivoltante famiglismo bigotto e fascistoide, e alleva squallidi schiavi kompetitivi, in vista di una tomba più grossa al cimitero del cazzo), direi anch’io “Evviva le scuole private”, e se avessi dei figli ce li iscriverei di corsa.
una bibbia! salvato a fuoco nei bookmark.
RispondiEliminapotremmo dire, facendo una risata, che Krishnamurti piazza un sonoro Chitammurti a quella gente che nomini che emette più flatulenze dalla bocca che dal culo? e diciamolo va'! :)
ho sentito oggi che, nella valutazione che viene data da non mi ricordo che cazzo di organismo europeo alle scuole, come loro valore formativo, la media punteggio di quella italiana viene abbassata da quelle private, non pubbliche, capito mister B? je venisse 'n canchér
Mmmhh... interessante! Non conoscevo questo tizio... approfondirò. Merci! ;)
RispondiEliminapag.39 è praticamente identica a un mio testo, scritto quando ancora mrK non sapevo chi fosse...bellissimo ritrovare il mio pensiero nelle parole di cotanto uomo!
RispondiEliminalo slogan sarà uno solo: Krishnamurt'echit'èstrammurt'!!! :)
Ecco un testo che farò leggere ai miei figli. Grazie.
RispondiEliminaFantastico.
RispondiEliminaKhrishnamurti sarà il mio prossimo modello, eroe, salvatore, guru, la guida spirituale che eleverà la mia mente, cioè il mio Q.I..
Funzionava così, no?
(no, davvero: un'altra bella fonte da approfondire, grazie Zio!)
Molto interessante...
RispondiEliminaL'unica cosa poco accessibile è il suo cognome, eheh!! Lo cerco su Amazon.
Hare hare! :)
Buongiorno! sono ancora fuori fuso!.. Che piacere leggere le parole di Jddu. Hai scelto un bel libro, e come hai detto tu è tra i più accessibili, meno criptico. Che bella cosa la Libertà quando non è più un concetto.
RispondiEliminaSei adorabile amico mio, splendida fine giornata e buona vita sempre
EVVIVA! BRAVO Zioooooo! son discorsi seri ma son morta a leggere i commenti in pugliesozzo! scusate!
RispondiEliminaOra libera da ogni condizionamento, ché mi son sfogata per bene, posso dire che se fossero attenti osservatori della realtà che ci circonda sarebbero dei legislatori e dei governanti e dei ministri di dio più degni… ma loro che parlano tanto di libertà e amore sanno che sono i meno liberi e i minori conoscitori dell'amore? Pretendo troppo e pure tu Zio bello e fuor di ogni compassione un bel chitestramurto glielo invio anch'io… mé! 666)
Perché si accetta un'autorità? Per pigrizia e comodità essenzialmente. Lo diceva Kant e lo dici anche tu quando affermi : "L’Intelligenza è, molto più semplicemente, saper pensare sempre e comunque con la propria testa. Liberi da ogni condizionamento. Se ci sembra una cosa facile è perché forse, in realtà, non ci abbiamo mai veramente provato. ". Gli illuministi, non a caso, avevano come obiettivo polemico la pigrizia mentale e chi la incoraggiava ovvero la Chiesa, la tradizione, il potere costituito che trovava ( e trova )in se stesso o nella divinità la sua giustificazione. Kant, nel Settecento, invitava ad "osare" ovvero a pensare semplicemente con la propria testa. Chiamava la condizione di chi si assoggetta al pensiero od alla autorità altrui " stato di minorità". Sembra che la battaglia illuminista sia necessaria oggi più che mai. Io insegno in una scuola pubblica. Nei programmi c'è ancora Kant,Voltaire ma per quanto ancora? Poco, penso, visto che, adesso, a sentire quello che dice il premier, a parlare di laicismo e libero pensiero si rischia di essere additati come cattivi maestri. Io, intanto, do da leggere "Candido"...
RispondiEliminaL'avrebbe letto anche il nostro amico Hank, sempre contrario ai guru e ai padri spirtuali, ma seguace del vero e unico spirito, quello alcoolico...
RispondiEliminaGrande Nicola
RispondiEliminaho scritto anch'io qualcosa tempo fa per sottolineare la differenza tra la saggezza e l'erudizione, tra la vera conoscenza e la "cultura".
La mente non è altro che ricordi, memoria. Non è affatto comprensione.
La vera conoscenza è proprio ciò che non diventa memoria, che diventa parte della tua esistenza.
La vera ignoranza è inconsapevolezza, pensare con la testa degli altri.
In tal senso nè la scuola pubblica nè quella privata, oggi come oggi, possono fare granchè per "illuminare" (neanche con una lampadina d 10 w) l'essere umano.
Magnifico Krishnamurti (io ci aggiungo anche Osho).
p.s. Odio tutto ciò che è privato, amo tutto ciò che è pubblico.
Ammetto, lo conoscevo solo0 di nome. Chissà se questo libro riesco a trovarlo in libreria.
RispondiElimina* robydick
RispondiEliminaYeah... quando si dice che un commento arricchisce il post... in *ulo ai dementi petogeni! :D
* unwise
:-)))))
**** Vice Symo, Harmonica, Nez, web runner
felice di avervelo presentato: è bello quando un blog può avere anche una funzione, diciamo così, "di servizio"...
* I Am
ma che splendide parole! altrettanto a te, amica mia, e grazie!
* petrolio
allora inviamoglielo tutti insieme...
667 ;-)
* giacynta
se va vanti così nei programmi ci mettono simonaventura... :-(
* Ally
Prosit!! :D
* Gianni
purtroppo viviamo in uno dei paesi più oscurantisti del globo: non bastassero i fascioaffaristi, c'è pure Kaga Kazzinger che quando deve tirare in ballo le PIAGHE dell'umanità invece, che so, del lavoro minorile tira fuori... l'Illuminismo!!!!!!!
* Alberto
è una vecchia edizione del 1983, ma è ancora reperibile un po' dappertutto... ho appena visto che si può ordinare, con un piccolo sconto (7,35 invece di 8,26), anche su ibs
Ti devo ringraziare di cuore Zio perché da ignorante quale sono non conoscevo questo maestro di vita che oggi leggendo questo tuo post ho iniziato ad amare! mi sono già salvata queste frasi e il prima possibile acquisterò il libro perché sento di doverlo assolutamente leggere!! grazie ancora Nick!!!!
RispondiEliminami piace la citazione (su tutte) a pagina 39. L'imitazione o il conformismo corrompe la mente. E ho detto tutto.
RispondiEliminaOk, io non conoscevo questo Krishnamurti, e confesso la mia ignoranza. Ma (e qui faccio il rompiballe) rivelando che non c'è un cazzo da rivelare e spiegando perchè, non sta a sua volta rivelando. E illustrando il modo in cui si dovrebbe osservare ed elaborare, non sta facendo dottrina? E' una semplice domanda perchè - veramente - non è completamente alla mia portata di ragionamento.
RispondiEliminaTuttavia condivido la definizione di intelligenza, come capacità di libertà di pensiero. Ed è per questo che gli esseri umani davvero intelligenti sono davvero pochissimi.
Boh...
*Dopo il secondo "rivelando" c'era un punto interrogativo. Ma s'era capito, vero?
RispondiEliminaSenza alcun spirito polemico ma non vedo la "rivalità" tra "la saggezza e l'erudizione, tra la vera conoscenza e la "cultura". Sono concetti non in antitesi tra loro, al limite possono essere presenti contemporaneamente.
RispondiEliminaScusa se ho commentato un commento e non il tuo post.
Grande robydick, ecco cosa mi faceva venire in mente, Chitemmuorte, si vede che ce l'avevo dentro!
RispondiEliminaE bel post, Nick, a volte parole come queste servono a fermare la giostra e a mettere a fuoco i pensieri. Anch'io vorrei una scuola così (pubblica o privata) per i miei figli, se ne avessi.
Lo metto senz'altro in lista ;-) grande Scriba! "L’imitazione, o conformismo, è uno dei grandi fattori di corruzione della mente; il modello, l’eroe, il salvatore, il guru, è il fattore di corruzione più rovinoso. Il seguire, l’obbedire, il conformarsi, negano la libertà... Quindi l’autorità è corruzione." Come posso non essere d'accordo.
RispondiEliminaE.
Mi piace troppo quando ciò che leggo richiama qualcos'altro... come in questo caso. I pensieri (e non li chiamo così a caso ;) ) di pag. 39 e 44, mi hanno ricordato quella che è la visione della cristianità di Pascal, secondo il quale gli uomini, essendo anche "macchine" oltre che spiriti, possono trovare ciò che non possiedono naturalmente - la fede ad esempio - nell'abitudine o, per meglio dire, nei riti, poiché essi preparano i cuori ad accoglierla. "La religione cristiana eleva il popolo all'interiorità ed abbassa i superbi all'esteriorità". Mentre il frammento di pag. 59 mi ha rimandato ad Hobbes e al suo celeberrimo "Homo homini lupus", anche se qui l'autore ci dice di più, cioè che l'uomo è sleale anche verso se stesso, cosa che completa una considerazione facilmente condivisibile. Insomma... Un libro mooolto interessante!
RispondiEliminadavvero grazie per questo post
RispondiEliminaGran post, di quelli che fanno ragionare.
RispondiEliminaPremetto che di filosofia me ne intendo come di motori - non vado oltre una conoscenza pluriessenziale. Però ci tengo a dire i my two cents, perciò parlo seguendo ciò che mi dice l'istinto:
pag. 39: ...detesto profondamente i guru, anche se per Mourinho avrei quasi fatto un'eccezione. Però, come assunto, mi sa un po'troppo di assoluto.
pag. 44: può anche essere che abbia ragione, ed è una conclusione\dubbio nella quale ho incocciato un sacco di volte. Ma, ohè, che ci posso fare se nel profondo 'sta tesi non riesce a convincermi del tutto?
pag. 50: se per pensiero s'intendono tipi e sottotipi di seghe mentali, beh, in linea di massima siamo d'accordo, anche se mi sento un po' come un tabagista che predica contro il suo vizio :)
pag. 56: vedi pag. 44, idem con patate.
pag. 58: "il posto giusto", ciò dice tutto. Very good.
pag. 59: sad, but true.
pag. 78: oooook, I get the point ma mi piacerebbe che spiegasse meglio cosa intende per "libertà assoluta": cioè, mi piacerebbe vedere bene cosa c'è nella pars construens di una didattica della libertà :)
pag. 80: sinceramente - eh?
Per quanto riguarda il concetto generale su scuola e tradizione, ribadisco quello che dico sempre anche a costo di sembrare noioso e qualunquista: per dare risposte così definitive, secondo me sarebbe necessario che i confini dei concetti di tradizione, erudizione, nozionismo, erudizione e intelligenza fossero molto più definiti di quanto sono in realtà.
A questo punto, mi sa che andrò a leggere il libro, per fugarmi tutti i dubbi :)
* Giulia
RispondiEliminaGrazie a te per il tuo entusiasmo, e stai tranquilla che ignoranti lo siamo tutti: il bello è potersi aiutare a vicenda con dritte, segnalazioni, proposte, ognuno dà il suo contributo con una cosa ed è ignorante (almeno, io lo sono) in altre dieci... :-)
* TuristadiMestiere
Sì, è anche di gran lunga la mia preferita.
* Lu
La tua obiezione è molto logica, ma anche paradossale... Mi hai ricordato Nietzsche quando scrive che "chi disprezza se stesso, continua pur sempre ad apprezzarsi come disprezzatore"... A quanto pare non se ne esce, amico mio... :D
* Gap
Figurati, lo spazio commenti è fatto anche per confrontarvi fra di voi... l'importante è che nessuno faccia a botte, visto che siete tutti amici miei... :)
* knitting bear
Mi sta venendo la tentazione di fondarne una. Sì, in Vatikalia? Naaaa....
** Emanuele/Listener
Sono contento di aver suscitato il vostro interesse, grazie a voi che mi leggete!
* Refuge
Lo schifo è che l'Homo homini lupus, l'uso degli altri, lo sfruttamento, la slealtà sanguinosa dei forti e dei furbi e dei disonesti e dei ricchi venga oggi chiamato "Liberismo" (libera volpe in libero pollaio!) e propagandato proprio da persone che si "richiamano" a ogni parola che sputano ai cosiddetti "Valori cristiani"... (altro pericolo del conformismo: anche quando il modello iniziale è almeno parzialmente buono, poi con le etichette si possono fare giochi di prestigio a piacimento - o a pensarla "come Cristo" ci arrivi da solo o rischi di essere comunque fottuto, perché la kiesa cristiana è una delle cose più anticristo della Terra, ma tu non te ne accorgi...)
* Reverend Emi
Mi limito a difendere dal tuo "attacco" semiserio il brano di pag 39, che mi piace a tal punto da averlo messo da tempo fra i miei gadget nella colonna di destra, e lo faccio chiedendomi: se non si è "assoluti" contro il conformismo, che per me è la Bestia mangiacervelli per eccellenza, contro che cosa lo dovremmo essere? E' come accusare qualcuno di essere troppo assoluto contro il nazismo: ci sono cose contro cui bisogna essere assoluti. Credo che il mondo sia spesso brutto, stupido e pericoloso proprio perché gli uomini sono scimmiette imitatrici, pappagalli e pecoroni.
Non conoscevo,grazie.
RispondiEliminaPensare con la propria testa,seguire il proprio intuito,sono cose che condivido.
Tra i commenti poi ho trovato la frase latina che preferisco,"Homo homini lupus",che,all'insaputa del grande filosofo
che l'ha partorita secoli fa, è oggi il vessillo
di tanti politici.
beh, ma è logico che ci siano cose inaccettabili e incivili sul quale è giustissimo essere assoluti: e non sto nemmeno dicendo che il conformismo mi piaccia. Dico solo che leggendola così, questa tesi non mi lascia del tutto soddisfatto. L'autorità è corruzione? Un momento: quale autorità? Cosa si intende per autorità? Un'entità semplicemente autoritaria o che viene ritenuta, per qualsiasi ragione, autorevole? In che contesto? Sarò limitato io, ma la mia motor-filosofia diesel pensa che la realtà sia troppo molteplice, e richiede un po' più di contestualizzazione per digerire serenamente certe affermazioni.
RispondiEliminaDovresti inviarla al Ministro o alle scuole di specializzazione dell'università.
RispondiEliminaUn abbraccio e buona giornata!
Che figura incredibile Krishnamurti, una vera guida, proprio per questa sua sana e coraggiosa ribellione a un ruolo che altri volevano lui ricoprisse.
RispondiEliminaChe dire? Zio Scriba come ministro del'istruzione!
(questo tuo post mi ti ha fatto proprio volere bene, lo sai?)
* Costantino
RispondiEliminaE' vero, e la cosa peggiore è che invece di usare come vessillo il Lupo sono così merde da usare l'Agnello... agnello mannaro, naturalmente...
* Reverend Emi
Forse (e dico forse perché sono davvero incerto come te, non ho interesse a propagandare niente) potremmo provare a distinguere fra autorità e Autorevolezza. Individui onesti, intelligenti e saggi possono proporre idee e spunti di rifessione che siano d'aiuto, senza con questo dire agli altri Seguitemi ciecamente, Imitatemi in tutto, Obbeditemi, senza spacciarsi per figli di dio... Insomma Prestate attenzione, se volete, a quello che ho da dire, ma poi rielaboratelo e trovate la Vostra strada... (Non è facile, certo: vidi delle interviste a maestri delle scuole di K, e molti di questi, avendo menti troppo limitate, ripetevano a pappagallo i suoi concetti, alla lettera, parola per parola)... Volendo fare esempi volutamente estremi, mussolinI è autorità e Socrate Autorevolezza... Ricordo dei vecchi filmati di K (è morto nel 1986) in cui proprio si incazzava se vedeva qualcuno pendere passivamente dalle sue labbra: "Non sono il vostro guru!", gridava. Ancora un po' e li prendeva a calci. E ti assicuro che non era una posa. Forse proprio perché da ragazzino ci era passato...
* Kylie
quando ho letto Ministro, per un istante ho avuto un brivido... cavolo, una figura così importante... poi mi è venuto in mente che si trattava della gelmini... tanto vale inviarla alla mia fruttivendola e vedere che ne pensa lei...
Un abbraccissimo!
* Duck
... ora qualcuno sospetterà che ho aperto un blog per iniziare una carriera politica... però grazie per le tue bellissime parole... mi sa che ti voglio bene anch'io: un bacio e un saluto.
p.s. dimenticavo la cosa più importante che ha detto robydick:
RispondiEliminate credo che la media delle nostre scuole viene ABBASSATA di brutto da quelle private! è uno dei tanti "si sa ma non si dice" di questo nostro merdoso paese: si sa ma non si dice che queste sqhuole esistono anche e soprattutto per promuovere a pagamento le testoline di rapa! ci sono asini che con le scuole private ancora un po' fanno otto anni in tre settimane, pagando profumatamente... però vogliono anche i soldi dello Stato (e perché non dovrebbero, visto che lo Stato è in mano LORO?)
disgustorama
Ignoravo queste perle di saggezza.
RispondiEliminaNe farò il mio vangelo, grazie Nicola.
Cristiana
Mi hai messo una gran voglia di andare a recuperarlo in biblio....che dici qui in trentino ce l'avranno?
RispondiEliminaGiamp
* cristiana 2011
RispondiEliminagrazie a te, cara amica... anche se immagino che a lui la parola vangelo sarebbe piaciuta poco (non per il vero significato di lieta novella, ma per quello, antipatico, di perfezione e conseguente cieca obbedienza che gli è stato attribuito nel tempo...) :)
Ciao!
* Giamp
Spero proprio di sì... anche perché mi risulta che oggi le biblioteche siano tutte in qualche modo collegate, facenti parte di vasti circuiti, per cui nella peggiore delle ipotesi dovrebbero impiegarci qualche giorno per fartelo arrivare... (in casi estremi, come ho detto ad Alberto, lo trovi scontato su ibs a € 7,25)
Un caro saluto anche a te!
assolutamente da leggere!
RispondiEliminaun saluto zio
Per essere una sorta di illuminismo adeguato alla nostra epoca presenta qualche intrinseca contraddizione, perchè dalle citazioni qui riportate ad esempio mi pare batta un po' troppo sul tasto dello spiritualismo, ma rappresenta con tutto ciò un possente faro di luce nell'oscurità creata dalle troppe coscienze addormentate di questo Paese.
RispondiEliminaNella scuola privata dei Chitemmurtisti di Krishnamurti sarei disposta a lavorare anche col misero stipedio della scuola statale..e ho detto tutto :)
RispondiEliminaCarissimo,
RispondiEliminami sono piaciuti molto gli estratti sulla religione e su come l'uomo abusa del suo simile, hai fatto una bella selezione e mi hai incuriosito!
Ma una domanda, al di là del pubblico e privato dal punto di vista dell'etichetta e delle competenze...chi non avrà i soldi per una scuola privata, resterà analfabeta? Forse è questo che vogliono!
Ci sono scuole private e "squole" private !
RispondiEliminaQuest'ultime sono le migliori...;-) !
A buon intenditor.....
Esperienze di vita di una mia amica !!!!
Per motivi su cui non mi dilungo ho dovuto iscrivere mio figlio alle primarie in una scuola privata (preferivo elementari).
Io vivo in provincia e ho scoperto che delle quattro scuole primarie della zona non se ne salva una.
2 sono gestite da suore: una è quasi un lager, l'altra non so
1 è dei Cl e i commenti non sono dei migliori
1 è a Metodo Montessori ma di Montessori ne ha perso la filosofia e no solo...
Eppure la lista di attesa di queste scuole è lunghissima. Sarà proprio colpa del facile rimpiazzo degli alunni che permette a queste scuole di non alzare il livello di attenzione qualitativo?
Bah! Devo dire che sono veramente delusa. E non sono la sola.
* Ernest
RispondiEliminasaludos! :D
* Adriano
no, forse ti ha tratto in inganno qualche passaggio, o qualche termine, ma spiritualismo in Krishnamurti direi porprio di no...
* Grace
Dài, fondiamola 'sta scuola Chitammurti e poi vediamo che succede... :-))
(secondo me il vatikano ci bombarda con scorregge tossiche e onde radio cancerogene...)
* Sleeper
Credo sia perfettamente in linea col paesucolo feudale che siamo: ai figli dei ricchi l'istruzione, agli altri la televisione!
Ciao carissimo amico!
* 4EverInter
A buon intenditor non ho capito un kazzo...:D NO, SCHERZO: non ho resistito alla battuta, ma in realtà si capisce fin troppo...
Buonanotte a te, e anche alla tua amica!
mi trovo in una situazione quantomeno buffa, Tullix il mio socio a delinquere ha scritto di uno studio degli anni 50', molto serio che riporta le colpe della degenerazione sociale alla famiglia tu porti questa bella testimonianza su religione, sottoscrivo tutto,ho avuto una piccola esitazione su "tradizioni" perchè avevo fame, e per me tradizione è associata al cibo, quello di nonna ( dai perdonami ).Insomma La triade FAMIGLIA,CHIESA E PATRIA ( non so se è l'ordine giusto ) è decimata …resta la patria e me la terrei stretta quella.
RispondiElimina* stellarossa
RispondiEliminanon per completare l'opera di demolizione, ma per me patriA è parola anche peggiore delle altre, mi puzza di divisioni, violenze, di macelleria di ragazzini mandati al fronte da generali stronzi a scannare altri ragazzini con la divisa d'un colore diverso... sarà che vivo in una "patria" che mi fa particolarmante schifo, ma io la chiamo sempre cagnapatria... so anche che ce ne sono di ben peggiori, ma io, da bravo ingenuo romantico e utopista, preferisco provare a chiamare patria, anzi, Casa, qualcosa che non sia più piccolo dell'Universo, o, in alternativa, che non sia più grande del mio cuore... purché non sia roba che puzza di retorica ammuffita e di parate militari tipo quelle che certamente faranno il 17 di 'sto mese...
Buonanotte cara amica, ti abbraccio!
Per anni non ha fatto altro che visitare chiese. Da piccolo mi ci portava mia nonna: "così diventi buono...beh, almeno passabile".
RispondiEliminaPoi per il mio assoluto desiderio di ARTE, e mi dicevano che nelle chiese di Roma, di Firenze e di Venezia ne trovi in gran quantità. Vero: arte accumulata sugli altari come nei musei.
Cosa mi ricordo di tutte quelle ore?
La puzza di chiuso e il buio.
Cazzo! Con tanti quadri e cose belle che cavolo significa sto buio?
Eppure il buio è imperante in quasi tutte le chiese cattoliche, diciamo il 95%, va bene in difetto.
Per salvare il mondo pregante dal buio qua e là candele accese, che ammorbano l'aria di quella odiosissima puzza di cera.
Questo è quel che mi è rimasto dentro di tante chiese che ho visto e visitato -e ne ho visitate!-: puzza e buio fitto.
Mi ci ha fatto pensare la citazione di pag. 56, naturalmente.
Buio e confusione, caos assoluto, ma forse proprio per questo divino, come cazzo fai ad escluderlo?
No,non voglio tenermi stretta quella Patria li'la penso come te! Patria è casa,amici,unità di intenti,solidarietà, comunanza,umanità ,tutto fuorchè parate militari e retorica del cazzo..cupole e cupoloni e coppole.
RispondiEliminaBuona giornata,ti abbraccio.
Intervengo liscio liscio, scivolando muro muro per non dare fastidio per dire una mia impressione sul concetto di patria (mamma mia che parolone ampolloso "concetto"); beh, vabbé, buona la prima.
RispondiEliminaNik, è sacrosanta la bava che ti sale in bocca quando pensi di pronunciare la parola patria -i tedeschi la chiamano "Vaterland" terra dei padri, la stessa cosa di patria, ma vuoi mettere dà più l'idea, soprattutto per la nota ignoranza della lingua latina dell'italico gregge- per tutte quelle cose annesse e connesse alla misera Italiuzza nostra.
Io posso darti un contributo: il concetto di italianità, o meglio il sentirsi italiano, che, in patria, si ha solamente quando l'Italia del pallone vince un mondiale, quindi assai raramente, lo si appretta all'estero.
Non quando vai in vacanza da beato turista pagante, ma quando arrivi con lo zaino in cerca di un lavoro.
Il primo bassotto, scuro di pelle e di capigliatura che ti si avvicina e ti chiede, con fare guardingo, "Bist Du italiener?", "Sie italiano tu?", in quel momento cominci a capire cosa significhi appartenere a questo mondo infilato dentro uno stivale del '700.
E quando poi il crucco di turno all'Ufficio stranieri "Anmeldamt" ti chiede "Woher kommen Sie?" allora ti è chiaro cosa veramente significhi quel "aus Italien" che tu gli rispondi, scandendo bene e guardandolo negli occhi.
Fa tanto romanticismo, fa tanto paccottiglia, ma credimi Nik, succede a tutti, perché -ci crederesti?- è successo anche a me, e non me ne vergogno.
Certo tutto cambia quando ritorno giù: dopo due giorni tutto mi sembra una immensa cagata quelle che sono le caratteristiche della nostra gente, nostre purtroppo, di tutti noi, intelligenti e stupidi, colti e zoticoni semiabalfabeti il menefreghismo, il lassismo, l'incontinenza cerebrale, la mania da autolesionisti che manifestiamo ad ogni elezione popolare del parlamento.
Fatto. Siamo così, fatti per incazzarci e fare incazzare. Ti pare poco?
* Enzo 1
RispondiEliminaIn quanto agnostico e amante del Dubbio non escludo il divino, però escludo un divino circoscrivibile dentro un cazzo di umanissimo tempio. E oso dirti di più: credo che l'Arte sacra, che è quella che crea la vera suggesione, sia davvero meravigliosa, ma credo pure che se nella storia ci fossero stati più committenti e mecenati NON religiosi il patrimonio artistico dell'umanità sarebbe mille volte più vario e più splendido: quanti geniali artisti han dovuto SPRECARE nove decimi di carriera e ispirazione a dipingere 'sti cazzo di cristi e madonne, perché era l'unico modo per guadagnarsi la pappa?
* stellarossa
Sì, in realtà non dubitavo che intendessi quello, ne ho solo approfittato per scrivere qualcosa sull'argomento... come la intendi tu piace anche a me, però allora dico che sarebbe meglio cambiare parola, perché questa ormai è stata troppo segnata e usurata dalle brutture che ha provocato... Ti riabbraccio!
* Enzo 2
RispondiEliminaNon so, a me il concetto di patria continua a sembrare troppo artificiale, una cosa che se non venisse inculcata nessuno si sognerebbe mai. Al massimo chiameremmo patria il nostro quartiere. E per un italiano, per assurdo che sia, è già abbastanza facile, perché pur essendo da sempre una strana accozzaglia di popoli parliamo pur sempre (più o meno) un’unica lingua. Ma il patriottismo di uno svizzero? Uno svizzero tedesco compatriota di uno svizzero italiano solo perché qualcuno con matita e righello ha disegnato un confine così invece di cosà? Io per esempio non sono svizzero italiano per una ventina di chilometri, che forse in linea d’aria son meno di dieci! Che cazzo di patriottitudine dovrebbero mai comportare quei pochi cazzo di chilometri, se non cagate trombonesche inculcate a scuola? Fossimo ancora ai tempi in cui la cagna patria di merda mandava i ragazzini a farsi macellare in trincea, e una di queste guerre di trincea fosse fra Italia e Svizzera, ti rendi conto della pura, ridicola casualità anagrafico-geografica che mi porterebbe a scannare altri ragazzi e a farmi scannare per l’una o l’altra delle patrie di merda? Ma per fortuna non succederebbe, perché sarei un Disertore, italiano o svizzero, cioè l’unico vero (e sempre infamato!) tipo di EROE!
Capisco il tuo discorso, di come un immigrato viva certe cose sulla sua pelle. Ma anche qui: è nazionalità o etnia? Il tedesco non ti tratterebbe da “italiano” anche se tu fossi di Lugano? O non è forse vero che è portato a trattar male il lavoratore immigrato, italiano o francese che sia, e a leccare il culo allo stilista miliardario, parigino o milanese che sia?
C’è poi il fatto degli stereotipi. Io un tempo mi incazzavo nel vedere nei film stranieri l’italiano dipinto come cazzone, mafioso, arretrato, ignorante, furbetto, disonesto, incivile, superstizioso, pecora leccaculo ecc. Ma adesso, l’italia tutta non si sta forse impegnando forsennatamente, a cominciare da quella caccola di premier, per confermare in blocco la verità di simili stereotipi? Lo confesso: è brutto dirlo, ma se andassi all’estero il complimento più lusinghiero che, oggi come oggi, uno straniero potrebbe farmi sarebbe dirmi: “Italiano? Non si direbbe”!
Io sinceramente preferirei la fisica e la matematica. Dovremmo insistere perchè la cultura scientifica (che è CULTURA con la C maiuscola) divenga patrimonio condiviso e non continui a rimanere una cosa da sfigati, antisociale e diseducativa secondo il sentire comune.
RispondiElimina* Greg
RispondiEliminaCredo che nelle scuole concepite e fondate da Krishnamurti si insegnino soprattutto cose pratiche (ben più che in quelle nostre, pubbliche o private), e che non siano affatto scuole con una troppo forte impronta umanistica, artistica o spirituale.
Io amo le discipline scientifiche e il progresso che possono dare all'umanità, ma credo pure che i gerarchi italioti in questo siano fin troppo d'accordo con te: vorrebbero una scuola quasi solo matematico-economico-scientifica, in quanto utile a kompetere, produrre e fare soldi del cazzo, eliminando via via tutto ciò che è Inutile, cioè Intelligente e Bello, cioè "umanistico"...
Se dall'adorazione di Cristo e Buddha dobbiamo passare all'adorazione della Matematica come vorrebbe Odifreddi, personalmente preferisco ancora Cristo e Buddha...
Bella questa selezione di pensieri. Non conosco l'autore e mi pare meriti di essere conosciuto. Il problema di solito con tutti i pensatori è che c'hanno sempre dei seguaci che poi ne fanno dei santoni, naturalmente non è colpa loro ma del bisogno di idolatria. Mi torna in mente la scena del film Brian di Nazareth (dei Monti Python) quando Brian, con suo enorme disappunto, viene seguito da una torma di seguaci, lui alza sempre di più il passo nel tentativo di fuggire ma ad un certo punto cade e la folla gli chiede "Maestro dicci dove dobbiamo andare", lui esasperato prende respiro e dice "Andatevene affanculo", la folla appare sconcertata e dopo un timido scambio di sguardi uno prende coraggio e dice "Maestro indicaci la via". Ecco, quella scena racconta gorosso modo la storia dell'umanità!
RispondiEliminaIn alcuni passi, mi sembra di ricordare le regole di Epicuro e della sua atarassia (mancanza di agitazione mentale, raggiungingimento della quiete priva di desiderio). Perché anch'egli dice che il desiderio porta all'errore quindi è bene procurarsi un piacere catastematico (cioè quello che previene i problemi che derivano dal rincorrere vanamente i desideri).
RispondiEliminaMa va bene anche l'atarassia degli scettici che spiega come non vi sia alcuna conoscenza perfetta, che solo ritenere di avvicinarsi alla verità sia una follia: tanto vale sospendere il giudizio (letteralmente: lasciarlo cadere).
Questo non per fare sfoggio di (inutile) cultura. Ma per dire che - a mio parere - gli obiettivi di Krishnamurti sono (stati) presenti in molti dei periodi fondanti della civiltà umana.
Ti chiedo scusa, ma io sono dell'idea che, proprio perché l'uomo ha straordinarie (non divine!) facoltà, ha la possibilità di fare il bene. Anche se, poi, ne fa ben poco, purtroppo...
Capisco la tensione all'anarchia (nel senso della giusta opposizione a qualsiasi autorità) ma non riesco a vedere Krishna come figura differente da altri notevoli intellettuali della nostra storia,
e, come tutti gli intellettuali, anch'egli basa il suo pensiero sul ragionamento, pur sconfessandolo a ogni passo, sulla dialettica delle opposizioni e delle aporìe.
Ogni punto del tuo post è condivisibile, ma a patto che non si veda in esso un nuovo vangelo, quanto piuttosto lo stimolo per essere più liberi che si può. Oggi, sarebbe già una conquista straordinaria.
Ma, ti chiedo scusa, io non riesco a vedere la cultura (e la memoria) come un ostacolo alla felicità. Capisco che possa essere d'intralcio e che possa rappresentare a volte anche un peso, ma la ricchezza che permette (senza essere ricchi) è un dono enorme.
* Cristiana Curti
RispondiEliminaBe’, diciamo che sarei un ben strano (e sospetto) esemplare di artista e scrittore, se odiassi la cultura in senso lato. Credo si tratti di raggiungere un certo equilibrio, che si spera Diverso da individuo a individuo. Io, da un lato non vorrei mai imbottirmi il cervello di polverose nozioni, magari scelte e imposte da altri a discapito di altri miei interessi, curiosità e inclinazioni (su questo K. è molto chiaro: ti puoi realizzare se riesci a fare qualcosa che sia il più vicino possibile a ciò che senti con urgenza dentro te, mentre se fai l’avvocato – ma anche il calciatore, o qualsiasi cosa che per un altro sarebbe bellissima, ma non per te – solo perché lo vuole tuo padre potrai pure diventare milionario, ma sarai sempre un fallito e uno scontento). Dall’altro lato non vorrei mai fare tabula rasa, cancellando le migliaia di cose che via via mi hanno emozionato e appassionato o anche solo divertito, o che mi hanno aiutato a capire qualcosa di me stesso e degli altri e del mondo (e fra queste c’è anche la Lettera sulla Felicità di Epicuro…)
Penso che il nocciolo del discorso di K. sia il rifiuto della Bestia Conformismo, la presa di coscienza e la libertà da ogni condizionamento, dal seguire bovinamente schemini inculcatici da altri per mezzo di dogmi, precetti, credenze, ideologie preconfezionate, tradizionalismi ecc., ma anche, ai giorni nostri, modelli televisivi banalizzanti, inferiorizzanti e così via.
Ma il fatto stesso che parlasse con tanta passione di scuole e di maestri deve farci capire in modo chiaro come egli non intendesse certo auspicare l’avvento di bestioline allo stato brado, analfabete, ignoranti, egoiste e irreponsabili… Sognava Uomini Nuovi, non cavallette cretine.
Si è parlato molto, in questi commenti, di patrie. E proprio a tale proposito mi torna in mente un’altra bella citazione di K.: “In realtà prendersi cura di qualcosa vuol dire prendersi cura come se lo steste facendo per un albero o una pianta, annaffiandola, studiando i suoi bisogni, il miglior suolo, curandola con attenzione e tenerezza; ma quando preparate i vostri bambini a introdursi nella società li state preparando a essere uccisi”. LI STATE PREPARANDO A ESSERE UCCISI! Vale per chi alleva piccoli soldatini patriottici, ma vale anche per chi alleva schiavetti bigotti e competitivi, che schiavi saranno sempre e comunque, che abbiano la frusta dello sfruttatore o la catena dello sfruttato.
* Antonio
RispondiEliminaSono d'accordo. E guarda caso hai citato uno dei miei film strapreferiti! (Un film che rischio in futuro di non godermi più, perchè al momento di passare dal vhs al dvd i deficienti italioti hanno pensato bene di sostituire il vecchio ottimo doppiaggio con uno moscio, malfatto, escrementizio... il web è pieno zeppo di proteste per 'sta cosa, ma a quanto pare non c'è verso di riuscire ad avere una versione dvd col vecchio doppiaggio!! Qualcuno faccia qualcosa!!!!)
Zione, solo un saluto... Sono di corsa ed è un periodo di merdissima... Mille cose da fare e la giornata che non basta mai. A presto.
RispondiEliminaUn abbraccio. Ciao grande.
LeNny.
:)
* LeNny
RispondiEliminaSei perdonatissimo. Ti abbraccio anch'io.
Ciao e a presto! :)
Nik, non riuscirei a darti torto nemmeno sotto tortura.
RispondiEliminaInnanzi tutto un piccolo equivoco da rimuovere: quel "come cazzo fai ad escluderlo?" di Enzo 1 era riferito a me medesimo.
Giustissimo il tuo punto di vista sui committenti di arte nei tempi antichi: se i nostri mostri sacri Michelangelo, Giotto, Raffaello e compagnia bella avessero avuto committenti laici posso solo immaginare che razza di pittura ne sarebbe uscita fuori. Guarda "la gioconda" e la "donna con ermellino" di Leonardo; guarda "dopo la tempesta" del Giorgione e te ne puoi fare subito un'idea.
Per quanto riguarda il concetto di patria, è certo che sia stato strapazzato e violentato un po' da tutti. "Dio, patria e lavoro" era il grido di qualche deficiente e figlio di gran puttana: Dio dov'è? La patria è quella che conosciamo e il lavoro va a farsi fottere.
Bella la trovata della guerra agli svizzerotti del tuo confine, mi è proprio piaciuta! Potresti salvarti solamente disertando alla grande.
Concludo con la tua conclusione a Enzo 2.
Sapessi quante volte in tutti questi anni mi sono sentito dire: "Italiano? Non lo avrei mai creduto", solo perché sono alto, capelli castano chiari, guardo la gente negli occhi mentre parlo, pronuncio correttamente la loro lingua e -soprattutto- mi comporto da persona civile.
Ebbene NIk, ogni volta era una coltellata.
Vallo a capire: invece di inorgoglirmi, una simile constatazione mi faceva star male.
Che gentaglia complicata siamo noi artisti e scrittori.
Ciao, amico mio.
Come darti torto, Zio? Hai ogni ragione (tu e K.). E se il messaggio che arriva è come dici tu, sarebbe magnifico. Certo, è la cosa più complessa pensare con la propria testa. Non c'è sport più difficile (e meno remunerativo...).
RispondiEliminaUn altro appunto, dato che sono in vena (simil-)polemica (meglio, dialettica): non concordo con te circa la questione del condizionamento della committenza in arte. Non c'è dubbio che molti nei secoli abbiano vivacchiato fra madonne e gesù bambini, martiri e sante, tuttavia io credo profondamente che non solo il soggetto sia indifferente al genio, ma che anche la costrizione (del soggetto) sia di stimolo al talento. Le madonne popolari di Caravaggio che combattevano contro la luce divina (scura, ambigua e sofferente), le potenti sibille o la pietà Rondanini di Michelangelo che danno un'idea di umanità così in lotta contro la morte, così attaccata alla terra... non so se senza un conflitto fra tensione all'arte e disperata ricerca di una soluzione (personale) ai problemi filosofico religiosi si sarebbero raggiunti certi vertici. Come in ogni luogo e in tutte le epoche: le scarpe restano scarpe anche se dipingono le più fantasmagoriche composizioni, e i geni si esprimono anche solo nel disegno di un avambraccio o di un ricciolo di bimbo.
L'arte migliore, senza poter naturalmente generalizzare, di rado fiorisce nella libertà totale di soggetto e tecniche. Libertà su cui si dovrebbe discutere, perché il condizionamento per l'artista alla ricerca di legittimi attenzione e riconoscimento c'è sempre stato e sempre ci sarà.
Oggi, con la "morte dell'arte" decretata da una serie di saggi critici perlopiù americani (ma anche italici) della seconda metà del XX secolo che si soffermano sulle infinite possibilità espressive tutte ugualmente valide e tutte coesistenti dopo aver esplorato di tutto (dal concetto al gesto, dall'astrazione alla nuova realtà), si è in una fase di confusione e di disperata ricerca di punti riferimento. Cosicché il riferimento primo, e anche qui generalizzo un poco, ma non troppo, è diventato quello dettato dal mercato, che non è più quello della committenza (in genere colta) del passato, ma quello delle mode e del profitto.
Fortunatamente, in Italia siamo dei poveri cristi in questo senso e non ci possiamo permettere di stare al passo degli anglosssoni, cinesi, arabi, ecc. Ma è un dato di fatto: l'arte in questo particolare periodo della civiltà occidentale si preoccupa troppo di sopravvivere a se stessa autoalimentandosi economicamente.
Ma tutto questo, secondo me, sta già finendo, grazie al cielo.
* Enzo
RispondiEliminaNessun problema, avevo capito che quel "come cazzo fai ad escluderlo" era impersonale e non rivolto a me, ma poi, anche se lo fosse stato, ci stava benissimo. Sulle "coltellate" ti capisco: in fondo fa parte del diverso sentire di ciascun individuo.
Sì, siamo gentaglia complicata: è al tempo stesso il nostro bel privilegio e la nostra condanna... :D
Ciao amico!
* Cristiana Curti
Bellissimo il tuo contributo sull’arte. È vero: essendo l’Artista quasi sempre un individuo ricco di talento e povero di soldi, finisce spesso col dipendere dai committenti, e in questo senso, fra l’accontentare un re facendo il ritratto a regina e principaglia, o il seguire i capricci e le mode di un sempre più squallido mercato dell’arte (così come in editoria si cerca di convincere lo scrittore talentuoso e outsider a sfornare dozzinali thriller), è ancora preferibile la tensione intima e spirituale dei temi religiosi. Il mio discorso, come sempre un po’ provocatorio, era naturalmente volto ai danni della “saturazione” e dell’accumulo, e del fare tutti pedissequemente la stessa cosa: come discutere certi singoli inarrivabili capolavori? Poi, inevitabilmente e per fortuna, si torna pur sempre al capitolo gusti e preferenze, che nel mio caso mi fanno dire che un qualsiasi Van Gogh mi colpisce più di qualunque madonna per quanto perfetta, intensa e sublime. Ma se un qualche iconoclasta le volesse bruciare, le difenderei.
Un grande abbraccio a te!
Nicola, sono venuto a rileggermi queste perle. Come dicevo, pagina marcata a fuoco.
RispondiEliminaE' che mi sono letto (quasi) interamente i commenti e volevo solo farti i complimenti perché, ciumbia!, reggere tante e copiose osservazioni è un impegno mica da nulla.
Un'ultima cosa: la Ubaldini è una casa editrice particolare, pubblica tutto e il contrario di tutto. Tra i testi religiosi che grazie a loro ci sono pervenuti ce n'è uno straordinario che ti consiglio: "I dialoghi del Re Milinda". E' il confronto dialettico tra Menandro, re greco che invase l'india ai tempio, e un saggio indiano, tale Nagasena se ricordo bene. Un confronto all'arma bianca (della parola) fra i fondamenti del pensiero occidentale (almeno, quello greco dovrebbe esserlo, poi vabbe', arrivò costantino...) ed il pensiero orientale, e ai tempi l'india ne era depositaria ufficiale.
* robydick
RispondiEliminaGrazie della ri-attenzione e soprattutto della segnalazione! ma... sei sicuro che sia Ubaldini? su ibs non ho trovato nulla, mentre con ricerca più estesa mi è venuta fuori un'edizione Isis del 1923, mentre da un'altra parte è solo citata una fantomatica riedizione del 1989, ma dice solo "Genova" senza nome della casa editrice... entriamo nell'angolo del Mistero... :-))
E allora proveremo a cercarlo nelle biblioteche perché mi sembra un testo che da un po' cercavo. Nel senso di un confronto antico fra oriente e occidente.
RispondiEliminaguarda, l'ho comprato almeno 10 anni fa. confermo ubaldini, però il titolo è: MILINDAPANHA - LE DOMANDE DEL RE MILINDA. scusa, a memoria... ora a casa l'ho cercato in libreria. se non lo trovi te lo presto quando ci vediamo con Nico ;-)
RispondiEliminaciao
Fatemi sapere: per me buio totale anche col nuovo titolo... Vorrà dire che Roby me lo presterà in cambio di una dedica sulla sua copia del tondellarum... :-))
RispondiEliminaè sicuramente fuori catalogo, anche ai tempi fu dura trovarlo. lo comprai tramite la "libreria esoterica" di milano, cercala nel web si trova. alberto può anche andarci, è vicino p.zza duomo.
RispondiEliminaahah! la dedica è ad ogni modo graditissima :)
Se avessi un figlio gli direi che non importa quale padre o quale madre l'abbia concepito, gli direi che conta solo la sua intelligenza.
RispondiEliminaPaolo
* Paolo
RispondiEliminaMagari proprio "solo" quella no, ma certo un figlio non intelligente sarebbe una grande tragedia. Peggio ancora un figlio potenzialmente intelligente ma reso cretino da genitori-società-scuola-televisione: quella sarebbe addirittura una catastrofe!
(Non ho capito se il tuo dire "non importa quale padre e quale madre" era polemico, ma per esempio nel caso di un figlio adottato si può benissimo non saperlo, e lo stesso volergli bene e volerlo far screscere libero e intelligente...)
Ups, questo me l'ero perso.
RispondiEliminaKrishnamurti me l'avevi già segnalato e l'avevo già messo nella mia lista di lettura, ma è un periodo che non riesco andare molto avanti con le letture causa impegni vari e dunque procedo a rilento, senza contare che il comodino non ce la fa più, sotto il peso della torre di pagine in attesa.
Per questo ti ringrazio ancora di più, per questo anticipo di pillole più che significative, considerato anche il modo in cui viene considerata la scuola...
* Il grande marziano
RispondiEliminaprego, prego... :-))
Ho appena letto il passo che citi (pag.56) a mio figlio, qui vicino a me. Lui fa seconda media e queste riflessioni già gli vengono istintive.
RispondiEliminaE' sufficiente leggere la storia dall'anno zero ad oggi con senso critico per capire. E condivido il fatto che sia questa la vera intelligenza.
Il libro di cui parli me lo compro. Subito.
Ma la tua conclusione è di una squisitezza, come sempre, unica!
Certo, l'editoriale di Jovaotti appare anche a me, ora, in colori pastello...grazie per essere passato da me!! Baci!
quoto simo!!
RispondiElimina(tranne per la parte del figlio, che non ho, altrimenti gli leggerei p. 39 che ritengo qualcosa che tutti si dovrebbero tatuare in fronte!) :)
* Simo
RispondiEliminabella questa lettura in diretta al figlio: fa sentire il blog qualcosa di vivo e di utile, e il blogger ci va in brodo di giuggiole... :D
Bacioni!
* Fra
Benvenutissimissima!!
Le parole di pag 39 sono il non plus ultra anche per me: le ho tatuate sul cuore... :D
Sono d'accordo su tutto...tutto! L'istruzione italiana fa schifo...è troppo tempo che non funziona più nulla!
RispondiElimina