"Meglio Capitano della mia zattera di storie di carta che mozzo sul ponte di Achab"

SITO ANTI COPROFAGIA LETTERARIA: MERDA NON NE SCRIVO, E MENO ANCORA NE LEGGO

mercoledì 12 maggio 2010

Non avrai altro divertimento all'infuori di me


QUANTEBBELLA RINCOTECA

CHE IL CERVELLO PORTA VIA



Questo è uno di quei post che a volte hai già lì semipronti, sempre in cantiere e sempre rimandati. Lo spunto decisivo me l’ha dato l’amico Grande Marziano, che ieri ne ha dedicato uno alla nuova moda degli studentelli di marinare la scuola in massa il venerdì mattina per andare in discoteca.

Queste povere generazioni di bovini ugualozzi stanno riuscendo a togliere la poesia persino al verbo bigiare. Anche ai nostri tempi si bigiava. Ovviamente per motivi diversi e per andare in posti diversi: chi scendeva giù al lago in dolce compagnia, chi si rintanava in un baretto a sparare agli Space Invaders, chi prendeva il treno per andare in città e girare per negozi di dischi o di modellismo… Adesso bigiano tutti insieme, e tutti per andare a ingrassare i già grassi gestori delle rincoteche. Poi fra qualche anno questi giovani somari, diventati muli, si lamenteranno dello sfruttamento sanguinoso che subiranno sui posti di lavhorror. Quando uno le cose se le va a cercare e se le MERITA


Potrei riempire cento pagine per dire cosa penso delle discoteche, per dire quanto disprezzi queste sovraffollate stie del divertimento obbligatorio in cui si fanno volontariamente stipare a migliaia i polli stravolti e sudaticci, costretti a bere e impasticcarsi per resistere fino all’alba allo sfiancante orrore. Potrei descrivere con cinico ghigno le code di lamiere interminabili e tubi di scappamento velenosi che si formano il sabato notte sulle stesse strade in cui si formano di mattina presto dal lunedì al venerdì, con la sola differenza che nei feriali i poveracci stanno in coda per andare in posti brutti e inumani dove almeno ti pagano, mentre il sabato notte stanno in coda per andare in posti brutti e inumani dove per entrare devi pagare tu. La faccia sabatoseriale delle stesse catene settimanali, dello stesso incubo mortifero. Non sempre ne consegue una strage sulle strade. Quasi sempre ne consegue una strage dei cervelli. E il bello è che li prendono anche per il culo, perché più li omogeneizzano, più li appiattiscono, più li uniformano, ‘sti poveri ragazzi, più li abituano alla rincoteca attirandoceli la domenica pomeriggio fin dall’età di dodici anni, e più gli insegnano a chiamarla “trasgressione”. Ma quale cazzo di trasgressione, se è un obbligo per tutti peggio della naja?

Anche noi ai nostri tempi cominciavamo a venir rincoglioniti dalle discoteche, ma riuscivamo a conservare e praticare un’altra ottantina di modi di divertirci. Oggi, se di sabato sera un ragazzetto omologato ti dice che va a divertirsi, e tu gli chiedi quale tipo di divertissement, verrai fulminato da un’occhiataccia, o smontato da una smorfia di compatimento. Ma come, non lo sai, stupido matusa? Divertirsi vuol dire, è sinonimo strettissimo, di “andare in discoteca”. Dove si danno convegno a milioni, come diceva il “poeta” Caliceti, “i suini e le vagine”, bevendo o sniffando per resistere alla stanchezza e alla musica di merda che vi rimbomba fino all’alba, stordendosi fino al punto di confondere lo scorfanetto sbavante che ti si dimena appresso da cinque ore con la bellissima marionetta guardare-e-non-toccare pagata per troieggiare su quel cazzo di cubo, da cui purtroppo non cade mai.

Conosco un sacco di trentenni che, sospirando di contentezza e sollievo, mi raccontano di come sia bello, da un po’ di tempo a questa parte, passare i sabatosera a casa in compagnia di pochi amici scelti, a mangiare giocare chiacchierare bere ascoltare musica guardare film, finalmente lontani dal delirio sudaticcio delle stronze discoteche. Tutte le volte, davanti a una confessione così disarmante, gli rispondo: Ma non eravate mica obbligati neanche prima! Al che mi fissano con superiorità e disprezzo e ribattono: Cazzo dici?


Però non è questo il punto: se a uno piace andare in rincoteca, è giusto che ci vada. Affari suoi.


Ma un giorno mi capitò di leggere un ben triste articolo, e ne restai colpito. Riguardava un ragazzo morto in una schianto sulla tangenziale, una delle tante tragedie che i giornalistozzi etichettano come “stragi del sabato sera” ma che in realtà avvengono la domenica mattina. (Forse hanno paura che se le chiamassero “stragi della domenica mattina” il lettore, noto ritardato, penserebbe si tratti di persone che avevano una gran fretta di andare a messa…)

La madre del ragazzo era doppiamente disperata, perché, rivelò fra le lacrime, “mio figlio le odiava, le discoteche, ne aveva schifo, ci si annoiava, ci andava controvoglia. Ma se io gli dicevo Allora non andarci, lui mi rispondeva MAMMA, TUTTI I MIEI AMICI CI VANNO, E IO NON VOGLIO ESSERE DIVERSO DAI MIEI AMICI”.

Non voglio essere diverso!!

C’è qualcosa di più raccapricciante del morire di conformismo? Del lasciarci le penne per omologarsi forzatamente allo stupido branco? Forse sarebbe ora che qualcuno insegnasse a queste generazioni di pecore schiave, tatuate e disalfabetizzate, che stiamo tirando su (o che stiamo lasciando tirar su dalla televisione inferiorizzante e livellante in basso) che Diverso è la parola più bella e più nobile di tutte le migliaia di migliaia che compongono il vocabolario della lingua italiana, che l’omologazione fa schifo, che il conformismo è morte, che la normalità è merda. Insomma chi lo suggerisce a questi poveri ragazzi che Diverso lo si scrive con la D maiuscola, e se si ha la miseranda sfiga di non essere abbastanza Diversi bisogna lottare con tutte le forze per diventarlo almeno un po’?

Essere Differenti e Diseguali non dovrebbe costituire una semplice possibilità, ma un Sogno e una Missione. Altrimenti, tanto vale affibbiarci numeri e sigle invece che nomi. Se rincoglionimento totale dev’essere, se lobotomia dev’essere, che almeno sia indolore: chi se ne frega se muore XRW743863 invece di KBH152937? Se una formica viene calpestata, nel formicaio nessuno piangerà.

Ma noi siamo (dovremmo essere) Uomini. Cioè INDIVIDUI. Unici e irripetibili.


63 commenti:

  1. Omologazione e Diversità hanno a che fare con l'Identità e la Sicurezza di sé. L'Uniformizzazione dei cervelli è rassicurante perché non deve rendere conto di niente al prossimo, in primis gli amici. Non ci sono opinioni da far valere (tutte uguali), non ci sono aspetti su cui discutere (tutti uguali), non ci sono pensieri da confrontare (tutti uguali).

    L'abitudine, non tanto alla Diversità, quanto piuttosto al Rifiuto dell'Omologazione e quindi alla Rivendicazione di se stessi come persone Uniche è qualcosa che comincia dall'infanzia, e si costruisce piano piano, un mattoncino alla volta, con lo sviluppo della capacità di fare e di pensare in autonomia. E soprattutto evitando, come dici tu, di farsi risucchiare il cervello dalla Grande Omologatrice.

    Credo sia la sfida più grande, oggi, per un neo-genitore. La cosa più efficace sarebbe eliminare la tivù.

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  2. ola zio.
    seeee, trasgressione.
    farsi di eroina, trent'anni fa era una trasgressione. pessima. ma una trasgressione.
    oggi, io, che vivo una vita che più media non si può (vedi mio post di oggi), sono considerata una trasgressiva perchè non ho la televisione, leggo libri, oltre a non andare in chiesa come tutti non ho neanche battezzato le mie figlie. Non mi drogo neanche. Che palla di ragazza, eh! ;)

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  3. sai che la penso esattamente come te, anch'io su diversità e "normalità" ho scritto di recente.
    condivido tutto.
    un "nanetto" sulla domenica mattina: da bambino andando a messa (fino ai 10anni ci sono andato, n.b.) vidi una scena indimenticabile. 2 papà che conoscevo, uno aveva appena parcheggiato, l'altro parcheggiando gli urta la macchina. danni? forse un piccolo segno sul paraurti del 128. non puoi immaginare quante se ne son dette e i santi che son caduti dal cielo, ahahah!

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  4. @polly: normalità, omologazione, diversità, trasgressione ecc. sono definizioni mutanti. Se normalità è una cosa nella "norma" e la "norma" non è Marilyn Monroe, bensì "statisticamente" è un sinonomo di "moda", ovvero del fattore maggiormente ricorrente.

    Quindi se "normali" sono i comportamenti più diffusi, qualunque essi siano, va da sé che - abbi pazienza, niente di personale - tu sei "anormale". E pure io. E mi sa anche Zio. Ma siamo una minoranza, un fattore percentuale irrisorio, schiacciato in fondo alla gaussiana...

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  5. il grande marziano: intanto grazie di essere passato da me ;) passerò anch'io!
    e poi, io ho una filosofia di vita personalissima: "fagli credere di essere dei loro". Faccio finta di essere normale. Studiare il mondo "normale" da dentro è un'esperienza antropologica, te la consiglio!

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  6. * il Grande Marziano
    sono ancora più contento di averti citato, perché il tuo intervento completa alla perfezione il mio pezzo. E' come se su un giornale, dopo la provocazione dello scrittore, arrivasse l'approfondimento di un esperto di quelli tosti. Tu parli di "anormalità" in maniera umile, io dico che l'anormalità mia, tua, di Polly e dei tanti-pochi che la pensano come noi sia una sorta di meravigliosa (anche se spesso scomoda e faticosa) Onorificenza.

    * robydick
    be', l'elogio dell'anormalità (sempre in senso buono) vale anche per te... :D
    io in chiesa ci sono andato per qualche anno in più, e in un certo senso ne sono contento, perché quando discuto su questo argomento posso spiazzare l'interlocutore (che in questi casi parte in tromba credendoti uno indottrinato da piccolo all'ateismo) mostrandogli come la "svolta" sia avvenuta solo e unicamente pensando con la mia testa

    * Polly
    "palla di ragazza?"
    niente tv, leggi libri, niente chiesa, niente rito stregonesco del battesimo... per me più che una palla sei il modello della ragazza perfetta... :D

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  7. con me sfondi una porta aperta... penso che l'omologazione sia uno dei mali peggiori del mondo. non ho mai capito l'ansia di appartenenza a nessun gruppo, incluse tifoserie, partiti, religioni e ideologie. fra l'altro, piccolo spot promozionale, il nostro album di prossima uscita parla proprio di questo... :)

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  8. L'omologazione purtroppo avanza inesorabile. La cosa che a me dà più fastidio è la trasgressione pianificata e plastificata. Questa di bigiare la scuola per andare in discoteca il venerdì mattina è veramente demenziale!
    Per fortuna ho un figlio che è cresciuto indifferente a queste menate.

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  9. * unwise
    l'unico gruppo cui mi senta di appartenere è quello degli interisti, ma il tifo, si sa, è una malattia...

    immagino che sull'album in uscita ci farai un post che attendo con impazienza di leggere, però a 'sto punto qualche anticipazione (almeno il titolo...) direi che s'impone già qui :-)

    * Lucien
    a proposito di malattie, per fortuna l'intelligenza è ancora una malattia contagiosa, anche se il virus si va via via indebolendo (la tele-farmacologia mondiale sta facendo di tutto per debellarlo!) e ai padri intelligenti riesce ancora di avere figli intelligenti... :D

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  10. visto che è l'unicità il tema, si chiamerà "one"!
    ah...quel quadratino bianco nella mia homepage è un bozzetto per la copertina..:)))

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  11. @Zio: è stato un gioco di squadra. ;-)

    @Polly: ho capito, fai il doppio gioco. Non male... ;-)
    Per quanto mi riguarda, con le mie quattro braccia e il pungiglione in fondo alla coda, per quanto mi sforzi, io non riuscirò mai a farmi passare per uno di loro. Mi limito a osservare da quassù e a prendere nota...

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  12. Zio: un paio di spunti.
    - cerco sempre di evitare di "parlare male dei giovani d'oggi": ti rendi conto che le stesse identiche cose (mutatis mutandis, è ovvio) le dicevano di noi 30 anni fa? E lo stesso succedeva ai nostri genitori, e così via fino ai Sumeri ed ai Babilonesi? (e sospetto che anche i Neanderthal si lamentassero dei giovani di allora, che portavano la pelliccia troppo corta o non erano più così bravi a mazzolare i mammuth).
    I giovani d'oggi, come tutti i giovani, sono composti da persone intelligenti, persone normali e stupidi, in percentuali che mi sembrano costanti nel corso dei secoli.
    Una delle frasi peggiori che si possono dire è, a mio parere, "ai miei tempi...". Sono questi i miei tempi (come diceva Mafalda)
    - omologazione, trasgressione, diversità: ognuna di queste cose ha i suoi tempi, ed è giusto ed inevitabile che ognuno passi attraverso tutte queste fasi.
    Però per associazione di idee mi torna in mente ancora Mafalda, e mi rendo conto che alla fin fine anche noi non siamo altro che parte della massa che crede di non fare parte della massa. Siamo di meno, ma sempre omologati a qualcosa siamo... :(

    Il grande marziano: secondo me la sfida più grande per un genitore è far si che i figli decidano di spegnere la tv. Per eliminarla (o per gridare "spegni la TV") non ci vuole molto impegno... :)

    unwise: complimenti per la marchetta auto-promozionale, non è che di mestiere fai il giornalista? :)

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  13. Io,alla soglia dei trent'anni,sono andata in discoteca...5/6 volte,credo.Ai tempi del liceo mi ci trascinarono alcune mie compagne di classe incredule che non ci fossi mai andata.Io il sabato sera preferivo andare al cinema.Non mi sono mai sentita una diversa o una sfigata.L'ultima volta è successo un mese fa'...sono stata obligata...festa di compleanno della mia datrice di lavoro...imbarazzante!Io odio ballare,odio il genere di musica che mettono e sono astemia..il che vuol dire che sono l'unica a rimanere lucida per tutta la serata...
    -la metà femminile dell'orecchio-

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  14. @allelimo: se facessi il giornalista metterei su una tribute band ai Kiss (visto che avrei la lingua adatta)

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  15. * allelimo
    ciò che rende la situazione attuale peggiore e più pericolosa è che prima, "dai tempi dei Babilonesi", quelli che di volta in volta erano "i giovani d'oggi" passavano attraverso le LORO fasi e assumevano atteggiamenti che in gran misura sceglievano LORO. Influenze esterne ovviamente non mancavano (magari vissute anche alla rovescia, come ribellione e contrapposizione) ma in gran misura erano i giovani a ESSERE così. Se oggi non ci rendiamo conto della macchinazione planetaria per renderli come si vuole che siano (come li vogliono dei luridi vecchiacci, non dei loro più o meno coetanei!), rischiamo di essere assai più ciechi, passivi e conformisti di chi dice "ai miei tempi". Non sono certo un nostalgico di nulla, dico solo che mi spaventa vedere milioni di persone tutte uguali che fanno tutte le stesse cose. Le eccezioni continuano a esserci, ma se gli anticonformisti e i diseguali "ai miei tempi" erano centinaia di migliaia oggi li puoi contare a poche centinaia, e domani rischierai di far fatica a trovarne anche solo uno.
    Pensa solo ai sogni per il futuro: anche noi ne avevamo di più o meno stupidi e assurdi, ma provati a interrogare i quindicenni di adesso, e poi dimmi se a risponderti, come diceva ieri Ernest "Voglio fare il calciatore e sposare una velina" non sarà almeno il 90%...

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  16. @allelimo: se hai anche solo una tivù in casa, sei fottuto, a meno di non circondarla con cavalli di frisia e filo spinato... ;)

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  17. * Euterpe
    a quanto pare siamo in tanti, ad aver bisogno del Buttadentro per finire in quei posti... :D

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  18. concordo pienamente con tutto quello che hai scritto (e anche con quello che ha scritto il marziano), sarà che a casa mia siamo cresciuti con l'idea che le differenze e l'unicità sono una risorsa... :-)
    una sola cosa: sono d'accordo con le responsabilità della tv ma se i genitori continuano a latitare il problema maggiore mi sembrano i genitori!
    ciao :-)

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  19. @Zio e @allelimo: anch'io non credo sia solo una questione della ricorrente "distanza" generazionale. Voglio dire, non mi pare sia un aspetto che emerge solo dal confronto 40enni Vs. 20enni. E' una cosa dei 20enni Vs. 20enni, ovvero un modo di porsi del 20enne rispetto ai suoi coetanei e a se stesso.
    Poi è probabile che la componente generazionale in parte esista, ma è difficile negare che la situazione attuale contempli delle "anomalie" sociali di carattere del tutto nuovo e peculiare.

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  20. @lumaca: se dici così, è perché la tv ha preso anche te, e non te ne sei accorta. ;)
    La tivù è come il cavallo di troia. La tv ti educa ad assolverla...

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  21. Argomento complesso e interessante... al quale, per certi versi, era un po' dedicato il mio racconto "Goliardia...", ora non posso ma prometto osservazioni migliori in serata, con più calma! :)

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  22. * Lumaca a 1000
    sì, come dicevo a Lucien, i (rari) genitori intelligenti hanno ancora, per fortuna, un ruolo decisivo. Purtroppo l'omologazione ha già intaccato generazioni ben più anziane dei quindicenni, basti pensare ai milioni di ultraquarantenni che non si perdono una puntata del grandebordello, o Finestra sul porcile che dir si voglia...

    (e sia chiaro che se parlo di "generazioni" è solo per semplificare, perché trattasi di categorzzazione mentale facilona che spesso dà fastidio pure a me)

    Ciao! :D

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  23. @marziano ma io mica la assolvo!!! credo solo che non sia l'unica responsabile...troppo facile dire che è solo colpa della tv! e quelli che i figli davanti alla tv ce li parcheggiano?

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  24. @Lumaca: in queste cose non c'è mai un unico responsabile, e la faccenda del parcheggio è vera. Ma il ruolo nefando della tv (anche negli adulti) è ben maggiore di quanto la maggioranza non sia portata a pensare. E soprattutto se elimini la tv, elimini anche la tentazione del parcheggio.

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  25. @marziano sono d'accordo sul ruolo nefando della tv! ma probabilmente questi genitori così "attenti" troverebbero subito una valida alternativa, quello che intendo è che se uno usa la tv come parcheggio per suo figlio, se non avesse la tv, crescerebbe un figlio ugualmente imbecille usando altri mezzi...

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  26. Mah, secondo me Allelimo non ha torto. L'omologazione c'era anche ai nostri tempi: ve li ricordate i paninari? e i metallari? e i dark? Tutte tribù legate dal look e, a volte, dalla venerazione di un genere musicale. Poi anche all'epoca c'era la grande, enorme, massa dei discotecari, affascinata dall'idea dello sballo e dal miraggio mistico della trombata.
    E poi c'erano quelli come voi (e come me) che finivano per essere più trasversali e per non identificarsi precisamente con nessun gruppo, se non con quello - più ristretto - degli altri trasversali loro simili... sì perchè "chi si somiglia si piglia", e infatti i miei amici erano degli outsider più o meno come me, e questo, effettivamente, a volte mi dà l'impressione che a quei tempi i giovani fossero meno conformisti, ma in realtà è un'impressione illusoria: anche adesso ci sono un sacco di giovani intelligenti, brillanti, non omologati, capaci di prendere le distanze e di non sottostare passivamente alla lobotomia televisiva, solo che noi giudichiamo la massa dall'esterno, e come tutte le masse ci sembra ottusa e indifferenziata, ma anche ai nostri tempi era così.
    Venendo alla tv, io credo che trasmetta un 95% di merda e un 5% di cose belle, utili e interessanti. Ora, la cosa migliore che può fare un genitore, a mio avviso, non è vietare la tv, ma insegnare ad avere un rapporto attivo con la tv. Sì perchè la tv ti annienta se la guardi passivamente, se la accendi e fai zapping, ma se ti compri un giornale con i programmi, ti segni quelli che ti interessano (che ne so, Report e un film che danno alle 3 di notte), te li registri e poi te li vedi con calma quando e se ti va, beh, in questo caso la tv diventa una risorsa, soprattutto adesso che ci sono i nuovi canali del digitale terrestre, come RaiSat Storia e RaiSat Cinema.

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  27. io dico solo che devo ancora conoscere una persona che è grata, veramente felice, o che ricorda con piacere il fatto che qualcuno gli abbia VIETATO di vedere la tv...

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  28. @Lumaca: anche se è chiaro che queste cose non sono leggi fisiche e sono soggette a tante sfumature quante sono le sfumature dell'essere umano, non riesco a vederla così semplice.

    Quello che dici può valere per i bambini molto piccoli (quelli che dove li metti più o meno stanno – sempre che ciò sia possibile!), ma quando cominci ad andare a scuola e ad avere una certa autonomia, davanti alla tv ti ci parcheggi da solo. Del resto, come dicevo, lo stesso vale anche per gli adulti, che nel dopocena (e non solo) si parcheggiano davanti allo schermo. E non è perché sono adulti, che sono immuni dalle nefandezze catodiche.

    Comunque già la rinuncia alla tv in casa, dovrebbe dimostrare che il genitore è tutt'altro che imbecille e quindi difficilmente potrà cresce un figlio tanto imbecille quanto quello che cresce con la tv. Comunque se proprio gli andrà male sarà "diversamente imbecille". Ma in positivo. ;)

    @Simone: fare con la tv quello che dici, sarebbe bello e nobile, ma secondo me lo faresti per tre giorni. E soprattutto per il resto della giornata che fai, la lasci spenta? Ovvero il tuo eventuale figlio la lascia spenta anche quando non ci sei? Mi pare una bella teoria, ma di utopistica applicazione. La tv ti chiede di essere accesa...

    @Reverend Emi: la tv non dovrebbe essere vietata. La tv non dovrebbe esistere. L'unica concessione che posso fare alla tv è di averla scollegata da antenne e decoder e di utilizzarla solo per vedere in DVD quello che decido io. Che poi è più o meno quello che faccio.

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  29. @ Il Grande Marziano: guarda, io ho imparato ad avere un buon rapporto con la tv seguendo l'esempio di un mio amico: questo amico, da quando lo conosco (scuola elementare), non l'ho mai visto guardare la tv in modo passivo. Alle scuole medie gli regalarono il videoregistratore, e da allora si è sempre studiato la programmazione e registrato ciò che voleva vedere e solo quello. Oppure accende la tv se c'è qualcosa che gli interessa, altrimenti fa altre cose.
    Io ci sono arrivato più tardi (e a volte ricado nello zapping) ma anch'io mi regolo in questo modo. Adesso che ho il Dvd Recorder, poi, è diventato comodissimo: posso immagazzinare ore e ore di registrazioni, senza limiti di durata, e poi decidere se vederle o cancellarle.
    Io a mio figlio insegnerei questo, cercando allo stesso tempo di interessarlo ad altre cose.
    Poi, è chiaro, non potrei obbligarlo, ma non potrei neanche negargli del tutto la tv (né potrei negarla a me stesso) perchè il 5% di cose belle che trasmette è comunque importante (basterebbero solo Report, i film di Fuori Orario e le partite della nazionale).
    E poi, guarda, facciamo un discorso più generale: anche su internet il 95% dei siti è merda; ma allora cosa fai, gli neghi anche internet? E se poi passa tutto il suo tempo al computer? E anche con i libri e i film le cose non cambiano molto: sempre il 95% sarebbe meglio evitarlo (pensa ai libri di Moccia, Bruno Vespa o Bevilacqua, oppure ai film con Chuck Norris!).
    Insomma, tv, libri, film, internet... sono tutti stumenti che vanno padroneggiati con intelligenza, in modo attivo, ed è questo che, secondo me, va insegnato ai bambini.

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  30. diverso sempre! Logicamente bisogna esserlo naturalemnte diversi e non farlo forzatamente altrimenti si è conformisti lo stesso.
    Davvero triste la storia del ragazzo.
    Ottimo post Zio!!

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  31. Fa sempre un enorme piacere azzeccare un post che fa discutere così tanto gli amici fra di loro, e tutti con toni garbati e intelligenti, anche se le posizioni sono contrapposte (ma neanche così tanto) e le esperienze, per fortuna, diverse. Quindi intervengo senza rispondere a nessuno in particolare ma aggiungendo qualche spunto in libertà.

    Sulla tv (anche se il mio post era più contro le discoteche) condivido sia l’approccio marziano di usarla come supporto del lettore dvd, sia quello, in realtà molto simile, di Simone dell’essere iperselettivi e accenderla solo per vedere quel dato programma, documentario o film (o partita di calcio, sono costretto ad aggiungere data la mia malattia). Possibilmente senza sorbirsi un solo nanosecondo di pubblicità. Ben detto anche il discorso di estendere la selettività a libri e film, ma il fatto è che i figli – incolpevoli e indifesi – del popolo “tv sempre accesa” rischiano di arrivare a 16 anni senza sapere che esistono, i libri e i film, (che non siano action-merda o cacatine mocciane), e a quel punto rischia di essere troppo tardi.

    Il mio pezzo era soprattutto contro l’omologazione, e non contro i “giovani d’oggi”, ma va da sé che proprio in quanto giovani siano quelli più in pericolo, e quelli per cui ci si preoccupa di più.

    Vero che il conformismo è sempre esistito, ma forse le tribù erano più numerose, e più numerosi i “fuori tribù”, mentre se trapiantassimo i ragazzi di adesso negli anni Ottanta avremmo un buon 99% di paninari…
    Ci sono studi antropologici che definiscono impietosamente l’essere umano cucciolo come scimmietta imitatrice, se su ciò innestiamo un pesante condizionamento mediatico, e ci aggiungiamo il fatto che essendo figli del benessere tendono più a deificare i genitori per puro tornaconto materiale (motorini, merda griffata, concerti, computer, ipod, iphone…) che non a contestarli…

    Butto là un’altra provocazione: si potrebbe analizzare la tendenza al pecoronismo non solo in base all’età, ma anche all’essere italiani (e te pareva che un antiitaliano come me non ci arrivava...). A metà degli anni Ottanta, quand’ero in quinta liceo, si diffuse fra noi teenagers la ridicola moda di fare in fondo ai pantaloni dei ridicoli e vistosi risvolti. Io ero l’unico maschio della mia scuola a tenermi i pantaloni così com’erano, perché la trovavo una moda a dir poco cretina. Quando poi andammo in gita a Strasburgo, i miei compagni, con un misto di scandalo e malintesa superiorità, si dicevano l’un l’altro che la moda del risvolto in Francia non era ancora arrivata. Non era vero: francesini col risvolto ai pantaloni se ne vedevano, ma erano uno su trenta. Forse perché appartenenti a un popolo storicamente meno pecoroide del nostro?

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  32. Qualche mese fa..Giovanna e Mariachiara, due mie bambine di seconda elementare, durante la ricreazione, si sono baciate sulle labbra.
    Ho urlato: - Ma che fate?
    Le piccole, sorridendo: - Ci baciamo sulla bocca come Tizia e Caia del Grande Fratello!!!
    Nell'era del GieFfe..sta sparendo l'UNICITA'...

    Io mi domando...CHE FINE HA FATTO LA TATA?

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  33. Zio, è verissimo che i bambini sono indifesi e molto ricettivi, e proprio per questo i genitori hanno il (difficile) compito di educarli bene, il che comporta un sacco di cose (io non son certo un esperto in materia)
    fra cui, direi, trasmettergli valori e non disvalori, insegnargli il senso del dovere (oltre al principio di piacere), porgli dei limiti, insegnargli a padroneggiare attivamente gli strumenti che li circondano, anche quelli culturali... ecc.ecc.ecc.ecc.
    Poi, per carità, se nonostante tutto mi ritrovassi un figlio teledipendente, allora magari arriverei anch'io a privarmi della tv, ma sarebbe proprio l'estrema ratio.

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  34. Zio, un 99% di paninari è un vero incubo, spero che la gioventù di oggi non sia messa così male. :D

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  35. Sono capitato qui per caso. Mi ha incuriosito l'argomento, perché sono sempre stato un nemico giurato delle discoteche.
    Penso che il post sia perfetto, davvero sono luoghi dove la gente viene ammassata come bestiame (e poi magari questo bestiame viene macellato dalla guida in stato di ebrezza).
    Ma tutta l'industria culturale e del "divertimento" è all'insegna delle attività più demenziali, basta guardare quello che ci propone la televisione, tra grandi fratelli, ciao darwin e altra robaccia dello stesso tipo dove la gente è pronta a umiliarsi pubblicamente pur di comparire di fronte a una telecamera.
    Ci vogliono tutti stupidi e ignoranti perché se siamo stupidi e ignoranti possono controllarci meglio, e del resto gli effetti già si vedono.
    Aggiungo che è anche un luogo che dovrebbe odiare chiunque ami la musica, perché la musica ad alto volume, posso capirla se si tratta della Nona di Beethoven, ma quando si tratta di porcherie come l'House, Techno e altra spazzatura di questo tipo, allora, davvero non c'è giustificazione.
    Sarà un caso che una certa degenerazione sociale e culturale è cominciata dagli anni '80, quando ha iniziato a diffondersi un certo tipo di musica (ed è stata la morte per il rock, e il folk che avevano prima raggiunto vette inarrivabili)?

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  36. * Grace
    però, vedi come tutto è complicato e multiforme? io per esempio ti dirò che, a mio molesto parere, se fosse stato spontaneo, il bacettino lesbico l'avrei trovato tenero e strapositivo (se c'è una cosa che intossica i cervelli degli attuali teenagers è proprio l'omofobia più ottusa, violenta e fascistoide, e forse in questo senso i loro successori saranno più sereni e illuminati...) Disarmante (ma meglio sarebbe dire ARMANTE, nel senso di armarsi di randelli per andare in cerca di certi telegenitori) che fosse invece stupidina imitazione della più becera cacca tv, da cui bambine di quell'età andrebbero difese e preservate, NON, ripeto, per il messaggio omosex o bisex, ma per la sua banalizzazione e imbecillizzazione.

    * Simone
    un incubo... ma non per i venditori di timberland... :D

    * Matteo
    benvenutissimo tra noi... e non offenderti se non ti dedico una lunga risposta: il fatto è che hai detto cose talmente condivisibili...

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  37. Zio: non sono per niente d'accordo con il tuo 99% di paninari. E' molto più realistico (in ternmini di percentuali) quello che scrive Simone.
    Ed è molto facile, guardando dall'esterno, non cogliere le differenze: guarda che noi ultra-quarantenni per un sedicenne siamo semplicemente dei vecchi, figurati cosa interessa a loro di far vedere a noi quello che sono davvero.
    Ripensate a voi stessi sedicenni e a quali rapporti avevate con il mondo adulto.
    O con i ragazzi un po' più grandi che ti guardavano con aria di schifo dicendoti "sì sì, noi abbiamo fatto il '68, voi siete una massa di pecoroni".

    Marziano: la tv è un elettrodomestico, e ha un tasto, di solito di colore rosso: tu lo spingi e lei si spegne.
    Sono ancora d'accordo con Simone: la percentuale di buona tv non è molto diversa da quella di buoni libri, buona musica, buon cinema, buoni siti web, etc.
    Dipende da come usi tutte queste cose, e da come educhi i tuoi figli. Il mio alla sera di solito mi chiede di giocare o di leggere insieme, non di guardare la tv.

    Poi mi sfugge come si possa parlare male della tv senza prima guardarla... :)

    Matteo: "Sarà un caso che una certa degenerazione sociale e culturale è cominciata dagli anni '80, quando ha iniziato a diffondersi un certo tipo di musica (ed è stata la morte per il rock, e il folk che avevano prima raggiunto vette inarrivabili)?"
    Eh?

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  38. * allelimo
    forse a volte ti sfugge quanto io sia del tutto fuori dagli schemi (non lo dico per vantarmi, ma per presentarmi meglio)
    dici che per i sedicenni siamo dei vecchi e che i nostri rispettivi mondi non hanno punti di contatto? Ma io ho un'infinità di meravigliosi amici di quell'età, li frequento e li conosco, forse perché è la mia età interiore di REALE Peter Pan, ed è anche per quello che mi prendo a cuore certi argomenti!
    ho forse più amici sedici-venticinquenni (così come ne ho cinquanta-settantenni) di quanti non ne abbia della mia età!

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  39. Beh zio...mi hai dato, in un certo senso, dell'omofobica e non lo sono!
    Che senso ha un bacio dato sulle labbra per imitazione?
    Per me il bacio, come l'abbraccio hanno un grande valore...sono tenera come non so cosa, ma ho sempre baciato i miei amori non le mie amiche...sulle labbra intendo.
    Poi che uomini possano amare e baciare uomini e donne altre donne...ben venga..qui me ne frego dell'UNICITA'...e dico che siamo TUTTI UGUALI!

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  40. Non ci sono dubbi che andare a messa, specie di fretta, sia dannoso e controproducente. Però te lo dico da "giovane" dalla bocca buona. Non è colpa loro (nostra). L'omologazione parte da molto lontano, le mia generazione e quelle che seguono sono tutte influenzate in maniera massiccia dai media. La televisione ha una colpa principe nel disinformare, distorcere e mostrare. Ma anche il resto si omologa e si adegua per smerciarsi via un po cosi alla brutto dio. Non solo i discotecari sono influenzatissimi da questi processi di rivoluzione sociali incompiuti (per ora perchè non mi sembra di vederne la fine), solo che loro sono i più evidenti, forse...

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  41. * Grace
    mi dispiace per il malinteso, ma non intendevo per niente accusare te di omofobia! L'ho detto pure io quanto sia assurdo dare quel bacio per sciocca imitazione! abbiamo detto quasi la stessa cosa ma non ci siamo capiti :D

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  42. * Greg
    hai detto un sacco di cose giuste e sagge, però il premio mi tocca dartelo per la battuta d'esordio, non posso proprio esimermi... hai ragione, andare a messa è periculùs! :-))

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  43. Nelle sue "Satire" Giovenale (intorno all'anno 100 DC) già rimpiangeva ed idealizzava un utopico "passato migliore", criticando costumi ed usanze dei "giovani".

    A me i discorsi sui "giovani d'oggi" mi facevano venire l'orticaria quando il "giovane d'oggi" ero io, e adesso l'effetto non è cambiato neanche un po'... ;)

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  44. @Simone: il tuo comportamento "responsabile" nei confronti della TV fa parte dell'"anormalità" di cui parlavamo nei primissimi commenti. Per questo a un certo punto ho detto che è utopico. Lo fai tu. Lo fa Zio. Lo faccio io. Infatti siamo qui a parlare di cose intelligenti e non a rincoglionirci a guardare la Pupa e il Secchione! ;-)

    Quanto agli altri media, non li allineerei esattamente alla TV. Internet contiene molta merda, e può far tendere a processi simili allo zapping (googling?). Da questo punto di vista può essere abbastanza simile alla TV. Ma c'è da dire che il ruolo del "navigatore" è senza dubbio più attivo di quello del "telespettatore". E questo è (almeno) un punto in più a favore di Internet.

    Sono invece abbastanza in disaccordo sui libri. Va bene anche Moccia, purché tu legga e usi il cervello. Dopo che avrai letto 10 simil-moccia magari ti verrà voglia di dare un'occhiata a qualcosa di più interessante e così via. Un libro, qualunque esso sia, non sarà *mai* sullo stesso piano della TV.

    @allelimo: so bene che la TV la puoi spegnere, ma con lo stesso tasto la accendi. Vale quello che dicevo a Simone in alto. Lo "spegnimento" responsabile della TV è cosa da "anormali", ovvero di una minoranza. Come la storia della selettività dei programmi. Non illuderti che lo faccia molta gente.

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  45. Le pecore di cui parli sono spesso figlie di altre pecore. Ormai non mi stupisco più, perché non sono solo i giovani a ridursi in questo stato, ma gli stessi genitori. Se mio figlio mi dice che fa una cosa per essere uguale agli altri, è la volta che gli impedisco di farla.
    Se poi è troppo grande per poterglielo impedire, mi rendo conto che l'ho cresciuto davvero male.

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  46. * allelimo
    non offenderti, ma dal tuo ultimo commento sembra che ti si sia un po' incantato il disco sui "giovani d'oggi". Non era solo quello l'argomento di tutto il discorrere che s'è fatto fino adesso, e in ogni caso non lo era certo nel senso e nel tono dei vecchi parrucconi che giudicano e liquidano una gioventù che non capiscono e che sotto sotto invidiano perché loro non ce l'hanno più ecc. ecc., perché quelli l'orticaria la fanno venire anche a me, che come ti ho spiegato più sopra mi sento non giovane ma giovanissimo... :-))
    insomma non mi sembra che né il mio post né i tanti interventi che si sono succeduti possano essere fatti passare per vuoti borbottii da arteriosclerotici (un po' da lettera al direttore del giornale, per intenderci) contro "quei brutti giuvinàster"...
    credo che sostenendo questo si farebbe un po' un torto all'intelligenza di tutti coloro che si sono espressi, e che per il momento, prima di andare a nanna, ringrazio. Come naturalmente ringrazio te e la tua voce un po' gracchiante e fuori dal coro, MA PROPRIO PER QUESTO ULTRAGRADITA :D :D

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  47. * Sleeper
    i nostri ultimi due si sono sovrapposti: grazie anche a te per il tuo contributo. La pensiamo uguale: il punto sono i belati di omologazione, e non tanto se vengano più alle pecore, dai montoni o dagli agnelli.
    (accidenti, che brutto scrivere agnelli per un interista, guarda cosa mi hai fatto fare...) :D

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  48. @ Il Grande Marziano: sono d'accordo con te sul fatto che un certo rapporto maturo e consapevole con i media rimarrà sempre appannaggio di una minoranza, però credo che i nostri figli avrebbero tutte le carte in regola per far parte di questa minoranza; anzi, a dirla tutta, credo che ne farebbero parte automaticamente, proprio per la grande ricettività dei bambini: vivendo con genitori non stupidi, si abituerebbero presto a ragionare con la propria testa, e verrebbero su svegli e intelligenti, come d'altronde vedo che accade ai figli dei miei amici.
    Purtroppo, le vere vittime della tv - quelli che si inebetiscono davanti alla D'Eusanio e alla De Filippi - sono le persone più deprivate dal punto di vista culturale, che proprio per questo hanno poche alternative alla televisione generalista più becera. Se hai la capacità di discernimento, però, la tv di oggi ti offre di più rispetto a quella con cui sono cresciuto io; nei giorni scorsi, ad esempio, RaiSat Cinema e Iris hanno dato parecchi film di Ferreri, di Fellini, e poi gialli, horror anni '70, poliziotteschi, ecc. Per non parlare dei canali tematici per i più piccoli (tipo Rai Gulp), che fanno cartoni animati molto più intelligenti ed educativi di quelli giapponesi che mi sorbivo io.
    Sul discorso della differenza fra i vari media, in realtà, ho semplificato un po': anch'io penso che ci siano delle differenze. E' un argomento affascinante, ma forse parlarne per iscritto è difficile, perchè richiederebbe un sacco di distinguo. Sicuramente la tv è il media più a rischio di essere utilizzato passivamente, però credo che i libri, in molti casi, godano di una "beatificazione" eccessiva, soprattutto nella cultura "di sinistra" (ma anche qui si aprirebbe un discorso lungo).
    P.S. Complimenti per l'immagine che hai scelto: il mitico Hal 9000, uno dei "personaggi" più affascinanti della storia del cinema.
    Saluti :)

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  49. @ Zio Scriba:
    Zio, ormai sei un matusa, rassegnati ;oD

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  50. per farla breve, così come la musica rock mi ha salvato la vita, devo dirti che fortunatamente ha salvato anche mia figlia dalle discoteche!
    Ciao Grande Zio.

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  51. * Simone
    morirò bambino, ma in effetti qualche pelo della barba comincai già a farsi bianco (cosa che tra l'altro trovo BELLISSIMA!) :-))

    * Harmonica
    felicissimo sia per te che per lei.
    Ciao Grande Harmonica, Cuore Viola e Poeta del Rock.

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  52. Uè zio, "incantato il disco"?
    Lo so che qui gli argomenti sono almeno tre, ma se sugli altri due non ho più altre cose da dire che devo fare? Non dico più nulla del tutto o posso parlare lo stesso dell'argomento che mi interessa affrontare? :)

    Poi, come dice qui sopra Simone: rassegnati, sei un matusa anche tu...
    E ci sentiamo tutti, nessuno escluso, assolutamente unici ed eccezionali. E giovani "dentro", 14enni o giù di lì.
    E' l'unico modo che abbiamo per restare vivi.
    Però la poetica del fanciullino lasciamola pure a Pascoli, e la sindome di Peter Pan non è una cosa così positiva, se ci pensi bene.
    Ed esistono gli specchi, e ti rendi conto che i 14 anni sono passati (in senso metaforico, non sto parlando solo dell'aspetto fisico).

    Ma davvero non ti ricordi come ti sembravano i 18 enni quando di anni ne avevi 14?
    O cosa immaginavi volesse dire avere 40 anni quando ne avevi 18?
    Io me ne ricordo. Erano mondi separati. Potevano essere persone interessanti, divertenti, intelligenti. Ma erano di un altro mondo.
    Avendo una figlia affidataria di 16 anni, credo di sapere di cosa parlo: le differenze generazionali esistono, è inutile illudersi che non sia così.

    I borbottii arteriosclerotici e parrucconi contro i giuvinàster io li sento sia nel tuo post che nei commenti, se sento male meglio così, sarà colpa dell'età... :)

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  53. * allelimo
    credo che in fondo sia una questione di dosaggi: io ho davvero, e sempre avrò, 14 anni per quanto riguarda il dare più importanza alla libertà che all'ossigeno, per la passione viscerale per il gioco, per una certa sana (o insana?) incoscienza, per il saper vivere alla giornata (anzi, alla giornata ci vivevo prima, dopo quello che è successo a mia madre vivo AL MINUTO), per un'ingenuità naif che non potrò superare neanche volendo;
    Ma al tempo stesso ne ho 800-900 per quanto riguarda la profondità di esperienze di vita interiore, date dal vissuto, dal pensiero, dalla lettura, dall'arte ecc., insomma quella certa forma di "saggezza" senza la quale più che un fanciullino pascoliano (immagine che comunque apprezzo) sarei un povero stupido bamboccione ritardato...

    Sul discorso di come immaginarsi o vedere le altre età ti seguo solo se applicate a me bambino: sì, a dieci anni un cinquantenne mi pareva un vecchio, e mi vedevo a 24 anni (chissà perché 24) come uomo fatto, posato e sposato, con casa propria e lavoro fisso (poi per mia fortuna non è andata così...)

    il disco incantato era ovviamente una battuta, e vedo con piacere dalle tue faccine sorridenti che te ne sei reso conto, come sempre, benissimo... :-))

    p.s. sì, mi sa che ogni tanto senti male per colpa dell'età, te sé un po' dré a rincujuniss... :-)) :-))

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  54. p.p.s.
    mi son rincoglionito anch'io lasciando un pensiero a metà: dopo averti detto le mie percezioni da bambino, volevo chiudere aggiungendo che invece a 18 vedevo TUTTE le età successive come un continuum della stessa condizione, e i quarantenni non mi parevano affatto dei matusa.

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  55. Causa impegni non ho tempo per leggere..un saluto si ,però

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  56. * ReAnto
    per questa volta ti perdono, anche perché 'sto cazz di software blogghettaro s'è rimesso a fare gli scherzetti rimpicciolenti: quando l'ho caricato il post era in corpo 12, e mò, senza nessun ragionevole motivo, me lo ritrovo ristretto a corpo 8, se non meno... (va a finire che je meno)... :D

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  57. Mai bigiato una volta. Se non mi sentivo pronta per interrogazione/compito in classe, bastava dirlo ai miei, e non prendevo il treno per andare a fare un giro per vetrine.
    Per la disco, anche io ho avuto il mio momento ma secondo me era tutta un'altra cosa. Ora ho idea che sia tutto degenerato. Ai tempi si andava per divertirsi e ballare NON sballare!
    E sono sempre tornata a casa intera.
    :-)

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  58. * Stefy
    Ragazza virtuosa... :D
    io qualche bigiatina l'ho fatta, soprattutto, dalla quarta liceo in poi, per evitare la noia di certi prof che ne sapevano meno di me...
    Le mie preferite però sono sempre state quelle "à la maison": simulare la febbre scaldando il termometro, per stare al calduccio sotto le coperte a leggermi i fumetti...

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  59. Far sega a scuola da noi si dice "andare a salare".
    Io ho salato tante di quella volte, sa solo, ma spesso in compagnia, anche di ragazze, che posso dire che a quei tempi la scuola era una cosa meravigliosa e ciascuno di noi era in grado di falsificare la firma del proprio padre.
    Quello che mi manda in bestia è il resto: qui ci sono stronzetti che vanno in discoteca invece di andarsene all'aria aperta. Gli stessi che alla sera rivanno in discoteca a fare stronzate per poi ammazzarsi sulle strade di notte. Un gran bel sistema per combattere il precariato e la disoccupazione futura.
    Mi fa rabbia pensare che qui dove sto io, in Cruccolandia, è pieno di discoteche (mio nipote ci va almeno il sabato sera); qui i ragazzi si impasticcano come da noi, ma le stragi del sabato sera sono solo un fenomeno italiano, almeno non sono un fenomeno tedesco. Non ne capitano mai.
    Una volta mi è capitato di andare a una festa in un disco: eravamo una trentina. Io ho preso una pils, altri birre o bevande alcoliche varie; ce n'erano tre che non bevevano alcoolici.
    Siete astemi? Ho chiesto.
    No, dobbiamo guidare le macchine. Abbiamo tirato a sorte ed è toccato a noi.
    Hai capito, che roba?
    Questa forma di intelligenza alberga solo qui in Cruccolandia? Pensarlo mi fa schifo, ma qualcosa di marcio ci deve essere da noi, qualcosa che non funziona più nel cervello di questi stronzetti.

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  60. * Vincenzo Iacoponi
    In Svizzera c’è addirittura un’associazione di volontari: se non ti senti in grado di guidare li chiami e vengono loro a portarti a casa. Da noi anche se ci fossero non li chiamerebbe nessuno: verrebbe percepito come un disonore.
    Ma non credo neanche sia solo questione di alcool. In italia impazza la sottocultura del motorshow, obitorio non solo simbolico delle giovani menti: migliaia di ragazzi sono convinti che pestare sull’acceleratore sia un modo di dimostrarsi maschi e cazzuti. Cazzuti sì: nella testa. E guarda caso, quando si verificano queste carneficine all’alba, al volante della mortifera Triturbo 148 valvole non c’è quasi mai una ragazza.

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  61. marò zio....dovresti fare dei "reading" (come cazzo si dice in italian?). faresti il tutto esaurito (NON tutti esauriti, eh?!)

    che palle, me lo son letto tutto il pezzo! :)))
    love, mod

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  62. * modesty
    mi sa che l'Esaurito alla fine sarei io. Pensa che alla prima presentazione del mio libro feci il pieno di spettatori, di risate e di applausi. Ma ero così esausto e spremuto che alla fine mi dissi: "Bene. La perfezione al primo colpo. Paganini non ripete". Io sono davvero, come dico nel romanzo, uno che scrive per non parlare. La disposizione ideale prevede me alla tastiera e voi al monitor, o meglio ancora con un mio libro fra le mani.
    Però è anche vero, checché ne dicano gli altri amici commentatori, che io sono ancora (quasi) a tutti gli effetti un bambino, per cui non è detto che da grande...

    love, nick

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Benvenuti a bordo!!
Questo blog è Nemico dichiarato di ogni censura. Ma sono costretto mio malgrado a ricordare che rimuovere insulti gratuiti, scorregge occulte o minacce vigliacche non è censura: è nettezza urbana. Voglio che qui da me vi sentiate esattamente come a casa vostra: quindi Liberi, ma non di pisciare sul pavimento, o mi toccherà pulire. :)