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lunedì 14 agosto 2017

NEL LABORATORIO DELLO SCRITTORE - un flashback calcistico da un Corradino prossimo venturo

Evaristo Beccalossi

Nel 1980 per i calciatori non c’erano le barbe pitturate. Non c’era il tatuaggiume imbrattacorpo. Non c’erano gli scarpini fosforescenti con scritto il nome del sesto figlio appena scofanato dalla quinta moglie pornodiva. Non c’erano le pettinature a zerbino, a polentina sulla testa o a scopino per il cesso. Nel 1980 per i calciatori c’era la permanente. Nell’Inter il permanentato era Spillo Altobelli. E così quel giorno, porcodiaz, non ti vedo entrare in campo due Altobelli, uno col numero 9 e l’altro col numero 7? Non ero preparato: che scherzo era? Non ci capivo più niente. Ma no, spiegò subito il papà di Leonardo, un vero acculturato che tutti i giorni leggeva la Gazzetta al bar. Quello col numero 7 era Domenico Caso. Si era permanentato pure lui. Anche Domenico Caso aveva seguito Spillo Altobelli nella moda della permanente, e aveva scelto per farlo proprio la domenica della mia Prima a San Siro. 
Non sapevo se considerarlo un onore o una mancanza di rispetto.

Peccato che quel giorno mancasse uno dei miei idoli, l’incontenibile mediano-sprinter-panzer Giancarlo Pasinato. Al suo posto era stato schierato a centrocampo col numero 4 Gabriele Oriali, e come terzino al posto di Oriali, ma scalato a destra, c’era Canuti, con Giuseppe Baresi restituito alla fascia sinistra (suo il perfetto cross per il gol di testa, in torsione a sfiorare, di Spillo Altobelli).
I calabresi erano allenati da Carletto Mazzone, e in porta avevano il famigerato Mattolini, da alcuni soprannominato malignamente “Saponetta”. Per la cronaca, vincemmo in carrozza 3-1, con prodezze di Beccalossi – su respinta difettosa di Mattolini – Oriali e Altobelli, e solo a dodici minuti dalla fine il gol della bandiera di Bresciani in più che sospetto fuorigioco, col di solito disciplinatissimo Ivano Bordon che si precipitò imbestialito dal guardalinee dell’arbitro Barbaresco di Cormons, e per poco non gli fece mangiare il berretto che si era messo per via che stava in porta controsole.
A vedere a distanza di anni il tabellino, sarebbe roba da farsi venire i lacrimoni, se non altro per il fatto che su ogni panchina stavano tre giocatori, di cui uno soltanto sarebbe potuto subentrare: i nostri erano il portiere di riserva Cipollini, il difensore Pancheri (che entrò per Beccalossi a pochi minuti dalla fine) e l’attaccante Ambu.
All’uscita di Evaristo Beccalossi scrosciarono applausi da spellarsi le mani. Quella che oggi si chiama “standing ovation”. Vidi comparire uno striscione esagerato ma bellissimo, che diceva:

EVARISTO NON TI FERMA NEANCHE CRISTO



19 commenti:

  1. Ah, ah,ah, fortissimo questo amarcord. Vero, vero, era un calcio senza i divi di oggi, e che pettinature (la permanente, a quei tempi, la provò pure mio fratello,di ritorno da una vacanza da una zia parrucchiera ... non ti dico le risate).

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    1. Quando ripenso alla mia prima volta a San Siro, che fu davvero a 13 anni, da un lato mi sembra l'altroieri, ma dall'altro mi pare una roba da Ritorno al futuro: un viaggio indietro nel tempo lungo secoli e secoli... Dire che era un altro mondo (con tutti i suoi pregi e i suoi difetti) non basta a rendere l'idea.

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  2. E poi c'erano personaggi incredibili come Calloni «lo sciagurato Egidio» (Brera) che fece danni al Milan per 4 anni. Tant'è che Beppe Viola, disse in telecronaca, per spiegare un gol mancato: «Il centravanti del Milan sventa la minaccia».
    Poi la tremenda vendetta in serie B, con una tripletta contro la sua ex-squadra: Palermo - Milan 3-1
    https://youtu.be/dCW_QT-3Q-w

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    1. Incredibili e indimenticabili anche certi telecronisti e giornalisti: alcuni geniali e intelligenti come Brera e Beppe Viola, altri solo pittoreschi e scarsi da morire, ma almeno erano ognuno diverso dall'altro, non come i telecronistelli di oggi, feticisti della statistica e sputacchiati da uno stampino (malfatto), insopportabilmente omologati in basso...

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  3. Ma leccalosso te lo 6 inventato?

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    1. Qualcuno finirà col pensare ch'io mi sia inventato TE. :-))
      Ma da dove cazzo spunti?

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  4. Questo succulento boccone ga venire fame. Ma scopro ora che quella di Spillo era una permanente😱

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    1. :-))))
      Spero di poter presto sfamare le mie Lettrici buongustaie (anche se non è detto sia questo il prossimo romanzo: non ho ancora deciso se sarà il Corradino 4 oppure il 5, senza contare il fatto che NON ho in programma soltanto Corradini!... :D)

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  5. Ah, che nostalgia, quando quel gioco con la palla meritava ancora di essere chiamato "calcio". Ci voleva Corradino (a proposito: quando arriva?????) a ricordarcelo...

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    1. Credo che prima di lui arriveranno dei racconti. Come accennavo ad Amanda, questo Corradino (di nuovo tredicenne per un'avventurosa vacanza estiva nella Svizzera Tedesca, con risvolti horror) non so ancora se sarà il quarto della saga oppure il quinto, preceduto da un Romanzo sul Corradino adulto...

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  6. bello!!! non vedo l'ora che pubblichi il nuovo volume!!!

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  7. Complimenti per questo articolo, un tuffo nel passato che per noi amanti del buon calcio interista sono ricordi indelebili. Cosa resta oggi di questi giovani miliardari che non sono degni di allacciare le scarpette a uno di questi del passato, con i lori vizi, strapagati da tutti e tutto, per la rovina dello sport, Ciao con simpatia, Angelo Battaglia.
    http://www.angelobattaglia.blogspot.com

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    1. Benvenuto a bordo, caro Angelo, e grazie per queste tue gentili parole.
      Ciao!

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  8. Altri tempi, uomini e modi... altri soldi, poi.
    Bel post !
    C'era più ironia...

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    1. Grazie. Scrivere un romanzo sul 1980 è stata davvero un'avventura emozionante e divertente, oltre che molto commovente. Tutte sensazioni che spero di poter presto condividere coi miei Lettori... :)

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  9. Occhio che ti stanno spammando di brutto!

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    1. Tanto poi passo con la ramazza... ;-)
      Comunque grazie. :)

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