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sabato 19 settembre 2015

Donald Ray Pollock - LE STRADE DEL MALE

voto:

Se avete al tempo stesso palato fino, cervello grande e stomaco forte, allora non potete perdervi questo romanzo geniale e tremendo.  Dicono che l’autore, Donald Ray Pollock, abbia lasciato la scuola a diciassette anni per andare a lavorare in un macello, e ne abbia poi passati altri trentadue come operaio in una cartiera, prima di decidersi a scrivere. Ma il Dono è il Dono, signori miei (anche se qui da noi, nella patria del pezzodicarta e degli spocchiosetti sempre in cattedra, si fa fatica a capire che “autodidatta” e “somaro” non sono sinonimi, bensì CONTRARI), e mi pare di vederli, gli Dèi della Scrittura, apparirgli in sogno ogni notte per pungolarlo: «Allora, ti decidi o no, ragazzo? Tu sulla carta devi SCRIVERCI, o ti ridurremo in cartapesta a forza di fulmini!» Davvero un romanzo strepitoso, per chi ama le storie sconvolgenti e perverse. A patto che siano, appunto, scritte da dio. O da gente come Donald, che ha avuto il Dono.

Donald Ray Pollock


Peccato solo per l’imperdonabile sciatteria dell’edizione italiana: vari piccoli refusi qua e là, e uno sbragamento finale (il correttore di bozze non c’era e se c’era dormiva?) davvero inaccettabile, quando fai pagare un libro sedici euro e cinquanta: a pagina 223 ci becchiamo addirittura un “«Fra quanto?» chiese Sandy chiesto.” E la pagina dopo leggiamo: “All’improvviso, una sensazione a cui non avrebbe saputo dare un nome improvvisamente gli si ritorse…” Se se ne accorge Donald…

Non sono mai stato esageratamente filoamericano, ma come lettore, quando posso godermi dei Romanzi così, non posso non dire Grazie America! Da noi outsider di genio come Pollock non possono passare, non possono sbocciare. Da loro sì.
(La penosa situazione della Narrativa italiana ha due spiegazioni. Un colpo di stato lento e silenzioso che ha portato a mettere i secchioncelli al posto degli artisti. E il diffondersi di un cancro che potremmo chiamare Feticismo del Brutto. Ma forse la seconda è solo inevitabile conseguenza della prima. Ci vorrebbe una riscossa degli artisti, che però per loro natura sono eremiti e pigri, e non amano brigare, intrallazzare, lobbeggiare. La gramigna trionfa, e i fiori se la sono presa nel culo. Ma forse dovreste essere voi che amate i fiori, a darvi una mossa, invece di andare dal fiorista a comprare gramigna, per poi lamentarvi timidamente perché vi ha deluso, ma insomma, bisognava proprio comprarla perché era di moda e ne parlavano tanto bene sui giornali, e i fiori erano troppo difficili da trovare…)
Chiedo scusa se ho divagato.
Per farmi perdonare, aggiungo al volo qui sotto l’altro libro di Pollock, i racconti con cui ha esordito. Meritano assai pure quelli, ma il Romanzo è migliore.



Non fatemi incazzare.
Parola di Scriba.



6 commenti:

  1. Risposte
    1. Approfitto per ringraziare Francesco Spinoglio, scopritore di Scrittori Veri, per avermelo fatto conoscere. Se aspettavo la balda e "libera" giornalaglia...
      Un abbraccio anche a te, Marina.

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  2. E' da un bel po' di tempo che voglio leggere Pollock, mi sa che è venuta l'ora di farlo! :D

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  3. Segnato! La mia lista e' molto lunga e senza fine. C'è sempre posto... Avrei qualcosa da aggiungere pure sulla situazione delle biblioteche civiche dove spesso, grandissimi Autori, risultano fuori elenco o sconosciuti! Bacio:)))

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    1. In compenso quelli da pescheria del pesce marcio li trovi DAPPERTUTTISSIMO!! :-))
      Bacio anche a te!

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