Free Tibet
“Non irritare i cinesi” per motivi di realpolitik, cioè di codardo e untuoso opportunismo commercial-schiavistico, pare diventato il nuovo sport planetario, il nuovo slogan dell’ipocrisia globalizzata. Tutti paralizzati, tutti genuflessi, a offrire lo spettacolo pietoso di un mondo cultural-diplomatico che in questo millennio pare seguire, e non solo nel caso della Cina, la dinamica obbligatoria dell’arruffianarsi i bulli, del leccare il culo ai peggiori. Persino certe Fiere del Libro si sono mostrate disposte a mettere vergognosamente alla porta gli Autori sgraditi a quello schifoso regime. Per non irritare i cinesi. E adesso pare che Obama non riceverà ufficialmente il Dalai Lama. Per non irritare i cinesi.
Be’, nel suo strapiccolo, questo dispettosissimo blog è orgoglioso e compiaciuto di irritarli, quei fascisti imperialisti. Non solo gridando Libertà per il Tibet (e per Taiwan). Ma anche regalando ai lettori la seguente battutozza di Zioscriba:
Per conto mio i cinesi non sono neppure terrestri.
Non è razzismo. È Star Trek.
La Apple lancia la versione cinese dell'Iphone sprovvista del collegamento wi-fi e dell'App Store: per il governo cinese sarebbe altrimenti quasi impossibile censurare i siti e le applicazioni sconvenienti, gli hacker sarebbero velocissimi a superare i blocchi.
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