Compatisco (ma bonariamente, lo giuro, bonariamente) chi non conoscerà mai il potere delle parole scritte. Adoro il cinema (arte sublime ed emozionante) e guardo in media un film al giorno, spesso con estrema soddisfazione e goduria, ma coloro i quali qualche decennio fa sostenevano che i film erano destinati a sostituire i romanzi (come se ne rappresentassero una semplice “evoluzione” tecnica) erano dei poveri fresconi che non capivano un beato cazzo.
Il potere evocativo e magico delle parole scritte: ne fai cozzare una contro l’altra anche solo due o tre, ed ecco sprigionarsi scintille capaci di creare un nuovo mondo a sé stante, in cui ti puoi immergere, bearti, estasiarti, perderti, spaventarti, commuoverti, consolarti. Una semplice combinazione di venti o trenta parole particolarmente energica, originale, geniale, può farti rimanere imbambolato, incantato per tutto il tempo che vuoi, a leggerle e rileggerle e riguardarle e ripensarle e trarne ispirazione per una durata superiore all’intera scena di un film, all’intera puntata di una serie tv diluita nella furba insulsaggine come vino annacquato da un vinaio imbroglione.
Ultimamente leggo molto di più (e leggevo già parecchio) e cerco di scrivere meno, ma meglio, sempre meglio. (Quanto a riuscirci, non starà a me giudicare). In un mondo con miliardi di libri, di cui il 99,99% è fuffa per non dir di peggio (e lo stesso vale, purtroppo, per i film), si dovrebbe scrivere solo in uno stato di grazia e di ispirazione esaltata e semidivina, per contribuire a creare nuovi mondi meravigliosi, e se in quel dato momento o in quel dato periodo non ti trovi in tali condizioni, se non sei all’altezza di concepire un capolavoro o almeno di provarci, tanto vale ricaricare le batterie e nutrirsi di ambrosia infuocata leggendo i mondi creati dalle migliori scintille degli altri, tanto vale fermarsi un attimo nell’ozio benedetto e fecondo, piuttosto che diventare impiegatucci della parola semitruffaldini, che scagazzano la loro ulteriore insulsa superflua diarrea di pagine da spacciare per letteratura presso gente che non capisce un cazzo, o che non vuole, preferisce, ha convenienza a non capire un cazzo, per bassi, sempre più bassi e deprimenti motivi commerciali, di convenienza più o meno mafiosa o di personale vanagloria.
Non mi stancherò mai di ripeterlo: proprio perché le Parole possiedono un potere evocativo e magico, non c’è bestemmia peggiore dell’usare parole deboli o mediocri. (E perder tempo a leggerle è forse pure peggio, a meno che non capiti per sbaglio, e non troppo spesso).
Perché anche le parole deboli o mediocri hanno il potere di creare mondi. Mondi di merda. Aborti imperdonabili.
Naturalmente parlo per me. Da artista individualista quale sono, non ho nessun interesse a propormi come leader di un nuovo movimento o di una nuova corrente, né tantomeno come uno stronzo capo cosca o capo conventicola, con la pretesa di dire agli altri cosa debbano fare. (Quale altro stramaledetto “ismo” dovrei mai fondare? Il perfezionismo? A volte la perfezione è noiosa. E poi chi la definisce, la perfezione? Io no di certo). È solo una pura questione di coscienza personale. E di spietata onestà autocritica: se in un certo campo mi sentissi un bluff o un mediocre, cercherei di fare qualcos’altro, perché la vita è breve, e peggio del passarla a prendere per il culo gli altri c’è soltanto il passarla a prendere per il culo se stessi. Fino a qualche mese fa ero convinto che bastasse essere bravi, avere qualcosa da dire e fare del proprio meglio (chi vuole, colga pure della grande ironia in quel “bastasse”, vista la mediocrità imperante che ci ammorba, neanche il titolo per la nostra Era fosse “Colpo di Stato dei mediocri”!) Adesso ho capito che essere molto bravi non basta – e più quest’aspirazione a eccellere suonerà in controtendenza col mondo, più mi ci avvinghierò! – ho capito che con me stesso dovrò essere molto, molto, molto più esigente. Ma nessuno è costretto a seguirmi. Per carità. Anche perché mi è ben chiaro che io, per uno strano e misterioso destino (potrei chiamarlo Destino-Morselli), resterò un fallito (inascoltato, incompreso e deriso) anche il giorno in cui dovessi riuscire (e non è detto vi riesca) a diventare il più bravo di tutti. Tutto è vano. Tutto è inutile. Ma ci sono inutilità meravigliose come galassie luminescenti. La grande scrittura è una di queste. E se qualcuno preferisce scorreggiare nel buio, in cambio dei disgustosi applausi (e dei disgustosi soldi) di qualche stupido imbecille, affari suoi. Gli affari sono affari. E, come tutti sanno, nel mondo di oggi non vi è affare più redditizio della spazzatura.
Ciao zio, tu sai scrivere e leggerti mi da modo di pensare, mi fa ragionare per cui è un ottimo esercizio per il mio cervello.
RispondiEliminaÈ necessario riflettere, in un mondo di persone tutte uguali e senza personalità, masse manipolate che hanno cuore e cervello in tasca.
Il potere non vuole che la gente capisca, si faccia domande perché potrebbe capire..per questo dovremmo vergognarci di buttare via la nostra vita ingannando noi stessi e di conseguenza gli altri.
Sento sconforto e tristezza nelle tue parole, non essere troppo severo con te stesso né troppo esigente..vai bene così, continua a farmi/ci ragionare che è necessario (anche se a volte sarebbe meglio non capire ma allora sarebbe stato inutile vivere).
Ti lascio il mio saluto e l'augurio sincero per un altro anno di impegno gratificante, buona giornata!
Grazie per le tue bellissime parole, cara Maura.
EliminaE quanto allo sconforto, non preoccuparti troppo: il mio sentimento è, come spesso mi accade, duplice e un po’ schizoide, perché parte da uno scoramento e da un disgusto molto simili alla resa definitiva per poi attingere a nuova forza, e a nuova linfa, che faranno scaturire una nuova, indomabile, belligeranza. Se davvero nel mondo artistico e culturale il Colpo di Stato dei mediocri è avvenuto (non parlo d politica, anche se pure lì la situazione è grave, perché troppo spesso la politica è lo scudo che serve ai mediocri come scusa per usurpare indegnamente i troni degli artisti puri), la mia sarà Resistenza, sulle alte montagne e all’arma bianca, e pazienza se sarà una Resistenza solitaria. Sarà ancora più vana, ma ancora più eroica.
Auguro anche a Te il più felice e fecondo degli anni possibili.
p.s. Avevo dato per abbandonato il tuo splendido blog, ma mi accorgo solo ora con grande piacere che è resuscitato. :)
EliminaVado subito a ri-sbatterlo nel mio blogroll!
Quello che ti ha scritto Maura è piaciuto molto anche a me Nick, se ha un blog la seguo subito! :) Credo che abbia colto molto bene il tuo essere, quello che io già conosco da tempo, e te lo ripeto, tu per me sei un grande scrittore! E c’e secondo me un indicatore che lo conferma pienamente...il modo in cui sai usare le parolacce :-) Sembra una cosa scontata, ma non lo è...tu non sei volgare nemmeno quando dici cazzo :-) Buon anno amico mio, ti abbraccio. E buon anno anche a Maura ;)
EliminaSì, il blog di Maura merita davvero: il suo amore per gli animali sarebbe contagioso persino per chi già non li amasse a sua volta (ed è meraviglioso che ami anche gli scrittori, ma in fondo noi scrittori siamo proprio delle stranissime bestie... :D)
EliminaBellissima la cosa che hai detto sulle parolacce: la condivido in pieno, naturalmente! :)
Un immenso abbraccio, Nico, e tanti auguri per un felice 2019 anche a te e alla tua amatissima Maria.
p.s. A proposito di blog che meritano visite, ti consiglio quello di cui parlavo nel post precedente, Il ballo dei flamenchi: Cristina è una persona meravigliosa, e la sua scrittura è incantevole.
Elimina
Eliminahttps://cristycrusty.blogspot.com/
Scrivere è prima di tutto un piacere, no? Così come lo è leggere, va detto. A quelli che si bombano di film facciamo presente che anch'essi sono basati sulla parola scritta, la sceneggiatura, e se questa fa cagare di conseguenza il film potrà essere inzeppato di effetti speciali 3D a gogò, ma farà pure cagare. A quelli che si bombano non di film, ma di video beoti su TuTubo, e non leggono una scritta con più di 3 caratteri perché dal quarto in poi troppa fatica, ecco, posso solo raccomandare di andare a stabilirsi dalle parti di Ultima Thule. Tu scrivi, e non sentirti un fallito, perché non lo sei.
RispondiEliminaSì, scrivere e leggere devono essere anche (e soprattutto) dei Piaceri, anche se troppi saputelli editoriali la pensano diversamente, e questo baratro filosofico si ripercuote sui loro atti.
EliminaLa vera tragedia è che ormai per un numero sempre maggiore di persone persino guardare un film è cosa troppo sorpassata e troppo intellettuale, e stanno virando in massa verso le serie televisive e verso i videogiochi (a meno che i film non siano cagate action senza nessun testo scritto alle spalle, ma basate solo su un ulteriore insulso giochino del cazzo). Ciò che fa piangere e indispettire (da qui il mio “Compatisco”) è che sempre più spesso queste persone sono giovani e brillanti laureati, dei superficiali di successo che di non leggere si vantano, e che in vita loro hanno aperto libri solo per ottenere il massimo dei voti spappagallando a memoria: per loro la lettura è sempre stata null’altro che un pesante sacrificio fatto in vista di un pezzo di carta MONETIZZABILE. Si credono una nuova élite e invece sono solo degli schiavi.
Grazie anche a te per il tuo sostegno. E buon 2019.
Caro Nic, Prendo subito nota dei tuoi consigli e ti giro un libro che mi sto divertendo un sacco a leggere.
RispondiElimina"Il profumo bruciò i suoi occhi" di Michael Imperioli.
Ah... e tanti auguri di cuore!
RispondiEliminaGrazie, prendo nota molto volentieri, caro Lucien, e con grande curiosità. E ricambio gli auguri (da raddoppiare, per Flavia) aggiungendo un grande abbraccio.
Eliminail più delle volte le parole si accoppiano molto meglio di come ci accoppiamo noi. scrivere, sempre. chi può, chi sente.
RispondiEliminaVero. Senza parole saremmo scimmie, ma di un tipo più violento e pericoloso. Chi ha parole si esprime, propone, dissente, discute, si confronta. Chi non ha parole picchia, o spara. (Oppure obbedisce a chi ce le ha, e le ha levate a lui per dominarlo meglio...)
EliminaAuguroni per prima coda.
RispondiEliminaChe dire se non buone letture e scritture...
Altrettanto a te, mio caro amico.
EliminaSe fallito è colui che pensa, che si mette in discussione, dibatte e s'infiamma, che fa di un foglio inanimato un aeroplano, preferisco di gran lunga i falliti e suggerisco a Treccani di cambiarne il significato.
RispondiEliminaContinua a far scintillare parole che di "piattume" si muore... Scrivi e ri-scrivi anche questo 2019. Buona vita, 365 abbracci e uno sberleffo all'insipidità :*
Grazie, Santina mia bella.
EliminaA Parole così meravigliose e incoraggianti non si può che rispondere "Obbedisco". (Ma con molto più entusiasmo rispetto al secco "obbedisco" garibaldino... :D)
A volte penso anch'io che se i parametri della "realizzazione" sono quelli squallidi e patetici che ci propone la nostra società, allora Fallito andrebbe scritto quantomeno con la F maiuscola, e con orgoglio...
Ti abbraccio forte forte, e ti auguro un gioioso e magico 2019 di resurrezione, pieno di tante cose belle, e se alcune di queste saranno scritte da me ne sarò ancor più felice!
Mai trovato un film migliore del libro. Se ci pensi è anche logico, visto che i film si ispirano ai libri e non mi risulta capiti il contrario. o forse non ne sono a conoscenza.
RispondiEliminaDimenticavo: buon anno, buona scrittura e buona lettura.
RispondiEliminaHai ragione: per quanto io abbia trovato tantissimi film adorabili, emozionanti, intelligenti, bellissimi, ogni volta che prima di vedere il film avevo letto il libro rimanevo profondamente deluso dal film, mentre quando vedo prima il film non riesco poi a godermi il libro, dal momento che il ricordo delle immagini e delle voci del film esercita una violenza limitativa su quell'atto CREATIVO che è la Lettura. Anche se un'eccezione che conferma la regola, a mio personalissimo parere, l'ho conosciuta: il romanzo "L'eleganza del riccio" è - ripeto, per i miei gusti - un testo spocchioso, ripetitivo e petulante, che mi ha spinto a odiare quelle protagoniste che pretendeva (dava per scontato) di farmi amare, mentre invece è stato il film (guarda caso contestato dalla presuntuosa autrice) a restituirmi l'empatia e la simpatia. (Mi dicono che un'altra eccezione è "La sottile linea rossa", ma in quel caso non posso confermare né dissentire perché ho visto solo il film).
EliminaE senza dimenticare che i migliori film, anche quando non sono tratti direttamente da un libro, hanno sempre alle spalle robuste sceneggiature SCRITTE da autori di alto livello...)
Felice anno anche a te, cara Silvia, e auguri di belle cose, anche e soprattutto nel campo delle Parole.
Bene, allora mi vedrò questa eleganza del riccio e questa sottile linea rossa.
EliminaSulla recensione del libro mi sento in perfetta sintonia.
Da lettore incallito mi trovi concorde al centouno per cento.
RispondiEliminaMa con simili esternazioni non ti renderai un po’ troppo antipatico nel tuo ambiente?
Buon anno, e felice scrittura!
Io non so neanche se esista, un “mio ambiente”.
EliminaE comunque, dire sempre quello che si pensa è di sicuro svantaggioso. Ma che cos’è “vantaggioso”? Essere ipocriti? Essere furbi? Leccare ani? Brigare instancabilmente? Adulare i mediocri? Titillare l’ego degli stronzi? Scendere a dieci compromessi al giorno? Aderire a una sorta di “the mafian way of fame”?
Preferisco accumulare svantaggi!
(Mi verrebbe da aggiungere che i cavalli migliori corrono a handicap, ma io non partecipo a nessuna corsa: io scrivo).
Tanto se è destino è destino: ho esordito spedendo un dattiloscritto a una casa editrice in cui nemmeno sapevo quali persone lavorassero (nessun “all’attenzione di…” nelle mie quattro righe di presentazione, scritte a mano!). Per questo non sopporto chi per farsi largo briga, intrallazza e laccaculazza.
Felice 2019 anche a te!
p.s. Tanto per cambiare, stamattina ho dovuto sopportare la recensione di un romanzo pubblicato da un grande editore e scritto da… un attore! E non parla di cinema, pretende di essere narrativa! Naturalmente c’è una serie di delitti. Naturalmente c’è un nuovo commissarriotto che indaga. Naturalmente non ho nessun bisogno di buttarci via dei soldi per capire che NON MI PUÒ INTERESSARE. I miei “colleghi” continuino pure ad accettare questo stato di cose, per rimanere “simpatici” nel LORO ambiente. Io non ci sto.
Elimina"Fino a qualche mese fa ero convinto che bastasse essere bravi, avere qualcosa da dire e fare del proprio meglio (chi vuole, colga pure della grande ironia in quel “bastasse”, vista la mediocrità imperante che ci ammorba, neanche il titolo per la nostra Era fosse “Colpo di Stato dei mediocri”!) Adesso ho capito che essere molto bravi non basta – e più quest’aspirazione a eccellere suonerà in controtendenza col mondo, più mi ci avvinghierò! – ho capito che con me stesso dovrò essere molto, molto, molto più esigente."
RispondiEliminaParole più i meno simili devo averle scritte si ogni parete di casa mia. Buon anno!
Dovrebbero essere scritte sulle pareti di casa di ogni persona che scrive, e coloro che non le sottoscrivono dovrebbero - per dirlo nel modo più elegante possibile - fare il santo piacere di levarsi dai coglioni.
EliminaBuon anno anche a te, mio caro amico!
Un omaggio che sottoscrivo in pieno: un'unica eccezione, ho amato L'eleganza del riccio, e trovato il film assolutamente non all'altezza... ma de gustibus, non sputazzella..come suol dirsi a Roma.. ahah Auguri!!!
RispondiEliminaeheh... ne sarà felice ed esultante la signora barbery, che per me è una "collega" come potrebbe esserlo per Mozart la pausini...
EliminaImmodestie a parte hai ragione: de gustibus autovelox indesit, come potrebbe dire il meraviglioso Totò (altro grande incompreso, ai suoi tempi...)
Auguri, amico carissimo!
Ogni vlta che ho letto un libro dopo aver visto il film mi sono ricreduto in negativo sul film stesso. La lettura non sarà mai superata e anche il caro libro cartaceo penso che rimarrà a lungo in auge, io sono uno degli accaniti che continua a leggere e su carta!
RispondiEliminaNon solo siamo in due, ma sono contento di poterti dire che siamo in molti: ho infatti potuto direttamente constatare, attraverso le mie ultime produzioni che propongono sia l'elettronico che il cartaceo, che un buon 70% dei lettori preferisce il secondo, anche se costa di più.
EliminaD'accordo anche sull'altra annotazione, cioè sul fatto che se si vede prima il film e poi si legge il libro (pur con le limitazioni alla libera immaginazione che questo ordine di addendi comporta) si finisce col ridimensionare il valore del primo. A me è successo anche con un memorabile film come Qualcuno volò sul nido del cuculo. Capolavoro, certo. Ma il romanzo di Ken Kesey è un super-super-super-capolavoro. Non c'è confronto! (Ma leggendolo dopo non ho potuto non vedere Jack Nicholson imperversare tra una riga e l'altra: beato chi lo ha letto prima!)
Un abbraccio.
Ciao Nicola. Ti leggo ora. Concordo con quello che scrivi, parola per parola. Ho preso nota delle tue letture pre e post natalizie. Ma non mi basteranno tre vite per leggere tutto quello che vorrei ... Anche perchè, anche se ho 101 anni e mezzo, non potrò ancora andare in pensione a settembre, perchè ho la colpa di aver cominciato a lavorare da giovane. Buon tutto.
RispondiEliminaP.s. Sto adoperandomi, tra l'altro, per leggere due tuoi scritti.
Per un attimo avevo creduto che 101 fosse l'età: ne possiedi tutta la saggezza, ma non certo l'aspetto fisico... :)
EliminaBuon tutto anche a te, e, se vorrai, fammi poi sapere!
Ben detto Nicola. Io faccio il tuo stesso ragionamento per la mia arte. Non importa se non arriverà mai un apprezzamento di grandi masse. Quello che conta è l’estasi di praticare il proprio talento. Riguardo al perfezionismo...mi sembra che non si possa applicare alla scrittura perché è un fatto troppo soggettivo. Proust impiegava frasi interminabili ( pure io quando facevo i temi è ancora non avevo letto Proust. Tuttavia i professori mi accorciavano le frasi e nei miei confronti avevano certamente ragione) eppure in tutte queste lunghe frasi c’è poesia, filosofia, luce. Tu sei un grande scrittore: chi ha letto i tuoi libri lo sa e già questo è un successo. Neanche per iperbole devi definirti uno sfigato ciao, un mega abbraccio e continua così!!!
RispondiEliminaA proposito del "risollevare il morale", cui si accennava nel tuo commento al post tarzanesco più sopra... Grazie per queste tue parole, carissima Marina!
Elimina