"Meglio Capitano della mia zattera di storie di carta che mozzo sul ponte di Achab"

SITO ANTI COPROFAGIA LETTERARIA: MERDA NON NE SCRIVO, E MENO ANCORA NE LEGGO

martedì 28 agosto 2012

ARS GRATIA ARTIS. Beata inutilità: il servire lasciamolo ai servi! – risposta a un ragazzotto sulla letteratura che (per fortuna!!) non “serve”.



Raramente riciclo commenti miei lasciati altrove per scriverci dei post. Lo faccio stavolta perché mi pareva significativo, e soprattutto perché quando lo feci NON dette origine a infuocati dibattiti (in quei casi si rischia di dare la sgradevole idea di riparlarne in casa propria per “avere ragione”).
Era la mia risposta (indiretta) a uno studentello che sbatteva in faccia con arrogante sicumera, a una mia Amica insegnante, il fatto che secondo lui la letteratura “non serve”.
L’ho naturalmente preso in parola, e mi sono quindi concentrato sulla visione utilitaristica e meschinamente materiale del “servire”, senza addentrarmi in più elevati discorsi sul servire al cuore, alla mente, all’anima ecc…
La riporto (quasi) pari pari:

Se quello sciocchino si degnasse di venir qui a leggere, gli direi che fra le cose che (per fortuna!) non "servono a nulla" ci sono la Letteratura, il Cinema, la Pittura, la Musica, ma anche il Gioco, e il saper contemplare le Bellezze naturali, e persino i Sentimenti! Cos'è che "serve"? Serve essere bravi schiavi della produzione, della riproduzione e del consumo, serve essere conformisti e nonpensanti. In definitiva SERVE ESSERE SERVI. Le mie condoglianze a questo servo del futuro. I Padroni e il Dio Denaro staranno già brindando alla stoltezza sua e dei suoi miseri consimili. (A meno che, avendo la fortuna di un'insegnante come Te, non sia ancora in tempo a salvarsi e a svegliarsi...)

Aggiungo solo una citazioncina del professor Keating, meraviglioso protagonista dell’Attimo fuggente (probabilmente un film “che non serve”, per quel povero ragazzotto dall’anima in pericolo):
“Noi non leggiamo e scriviamo poesie perché è carino: noi leggiamo e scriviamo poesie perché siamo membri della razza umana; e la razza umana è piena di passione. Medicina, legge, economia, ingegneria sono nobili professioni, necessarie al nostro sostentamento; ma la poesia, la bellezza, il romanticismo, l’amore, sono queste le cose che ci tengono in vita.”

[Essere Scrittore in quest’epoca assurda è comunque, me ne rendo conto, come essere un Cavaliere con l’armatura al tempo del treno, dell’automobile e dell’aereo. È una follia romantica, ma io sono orgoglioso e felice di incarnarla!]

p.s.
Uno dei pochi motivi per cui valga ancora la pena di sentirsi con orgoglio italiani è la nostra splendida Lingua. Ma le recenti genuflessioni tipo Politecnico di Milano davanti all’angloide danno da pensare. Dopo la Narrativa, metteremo in disarmo anche la nostra Lingua? Perché non lecca abbastanza? Come si può rinunciare alla propria Lingua nelle proprie Università? Anche l’Italiano non serve più, perché non abbastanza SERVO?
Ahi serva italiA…

[Su questo argomento ho sempre ammesso di avere una posizione abbastanza schizoide: se mi avessero insegnato l’inglese nella culla, oggi, ne sono sicuro, sarei uno scrittore felice. Perché l’Italiano è meraviglioso, ma il sistema-italiA è uno schifo.]


50 commenti:

  1. ma chi se ne frega della lingua madre e del sistema italia, noi siamo scriventi felici alla faccia del mondo che, diciamocelo, sta fuori come un balcone. se riesci a trovare una strategia utile per impiegare il tuo tempo a scrivere, allora il sistema italia si fotte, perche' non ti ha fregato costringendoti a fare il servo e a rinunciare a questa spassionata intimita' che ci coinvolge tramite noi stessi col mondo e tramite il mondo con noi stessi. ecco, per il resto sposo in pieno il tuo post riciclato. fanfare, avanti con la marcia nunziale! e ai servi lasciamo il riso, che notoriamente abbonda sulla faccia degli idioti. ps essere scrittori in quest'epoca assurda, renditene conto, e' probabilmente l'unica cosa sensata che stiamo facendo.

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  2. Caro Nick, temo che questo "servo del futuro" abbia la strada segnata come la locomotiva in Bufalo Bill (De Gregori).
    Diceva Einstein che "La mente è come un paracadute. Funziona solo se si apre".
    A mio figlio in prima superiore gli hanno dato "Le ultime lettere di Jacopo Ortis" da leggere. (Ma il Foscolo in letteratura non si faceva l'ultimo anno?)
    Come stroncare sul nascere passione e motivazione!
    Purtroppo non tutti i professori usano le chiavi giuste per aprire le menti.

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  3. Caro Nicola io sono ignorante della lingua italiana ciò che ho imparato nelle elementari mi servono per farmi capire, ma sicuramente l'italiano accademico deve essere molto complicato e tutti vogliono sapere di più.
    Forse la mia opinione è sbagliata ma da quanto sento pochi sono contenti.
    Buona serata caro amico.
    Tomaso

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  4. Lo stupidino non capì che la cultura è piena di' non serve': sono le persone intelligenti che ne trovano un utilizzo!!
    Attenzione all'inglese obbligatorio: guardate che affetto ha avuto su Marchionne..
    Un abbraccio.

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  5. Strano come a volte un bel post di altri - come il tuo - sia sintesi perfetta di post che hai in mente di buttar giù, ma che non riesci a coordinare o dei quali non è agevole fare una sintesi.
    Ho regalato ad una mia amica croata un cuscino con su scritto "ti voglio bene" e ne voleva la traduzione in inglese. Come spiegare (magari è mia ignoranza della lingua d'Albione) che è diverso dall'"I LOVE YOU" perché la lingua italiana è così attenta alle sfumature?
    E come dimenticare che, saputo della morte di mia madre in un incidente stradale quando avevo 17 anni, la prima persona che ho voluto chiamare - di domenica pomeriggio - è stata la mia insegnante di italiano e latino, cui si dava del "Lei" e che ti dava del "Lei" chiamandoti per cognome... Penso spesso alla mia professoressa, al suo amore per la parola, per la costruzione di una frase, per il suono di un verso: non finirò mai di ringraziarla per tutte le inutilità che è stata in grado di farmi apprezzare.

    E grazie a te, Zio Scriba.

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  6. I nostri ragazzi sono figli di un tempo che fa tutto in funzione di...e la funzione deve dare subito l'effetto desiderato, il fatto che tutto letteratura ,storia,arte,musica serva, in modo trasversale e in tempi molto lunghi, a vivere bene,a farci condurre una vita interessante e in continua crescita non è contemplata nei loro schemi mentali.

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  7. L'arte, la letteratura, il cinema e tutta la " roba inutile" hanno fatto di me una persona migliore.
    Preferisco vivere senza amici che senza libri: non mi hanno mai tradita.

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  8. Quanto avrei voluto riempirmi la testa il cuore e l'anima di quelle cose "inutili". Quanto avrei voluto avere insegnanti come te, come la tua amica, come Keating che mi facessero sentire "inutile". Invece sono diventata una brava serva che serviva e saerve. Assimilata dal lavoro al punto da non potere farne a meno.Ci ho provato nella mia vita a diventare inutile, ho comprato e letto tanti libri, ma il lavoro è sempre stato più forte, ha cancellato dalla mia mente almeno la metà di quello che ho letto. Purtroppo sono ancora utile e io vorrei andarmene.Ciao carissimo Nick, ti voglio bene.

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  9. Ai miei studenti dico semplicemente ciò che diceva Hans-Georg Gadamer: "Chi ha linguaggio, ha il mondo".
    Di certi libri ti resta sempre qualcosa. A volte ti cambiano la vita, a volte ti dimentichi quel libro, ma poi la scintilla del cambiamento, a distanza di anni, e tutto si riaccende. Ed è meraviglioso attendere che il libro decisivo, il libro-messia-che-viene, scopra se stesso e per un oscuro travaglio ostetrico del destino ti capiti tra le mani.
    Qualcuno ti ha constatato che la cultura non serve a nulla. Sì forse tranne che a dare un senso alla vita.Già che farsene dunque di parole scarse, e forse senza sole come le definiva Sandro Penna, o magari di qualche debole storta sillaba e secca come un ramo... povero Montale.
    Bonne soirée Nicola.

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  10. Un insegnante illuminato ha messo come regola di non usare anglicismi nei nostri elaborati all'incontro settimanale di scrittura creativa. Il gruppo era costituito da lavoratori che avevano conseguito il diploma di terza media in virtù delle legge che consentiva le 150 ore di studio. Terminate le 150 ore erano molto dispiaciuti di aver completato. Non rassegnati, ebbero l'idea di fondare un'associazione per continuare a studiare e, in quest'ambito, la letteratura era privilegiata. Ho avuto la fortuna di entrare a far parte della "classe" in cui si viveva l'amore per la conoscenza e il desiderio di scrivere, "per imparare bene a scrivere". L'insegnante aveva il dono di suggerire anziché correggere e noi, sentendoci liberi di esprimerci, scrivevamo davvero dei testi apprezzabili, trovando sempre degli analogismi per i termini inglesi e sinonimi colti alle parole sciatte e non adatte a un componimento. Molto spazio era dato alla lettura di poesie. Quel ragazzo e anche tanti altri, son sanno quanto dovrebbero ringraziare la letteratura e le arti se se ne "servissero" per la loro formazione. Negli ultimi decenni è stata data una mazzata alla cultura, appiattendola.
    Ciao Nicola
    Un abbraccio
    Nou

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  11. Perchè leggere di queste cose mi mette una tristezza infinita? Viviamo, lavoriamo, andiamo avanti come bestie da soma ma basta un semplice post a farti ricordare cosa conta e a toccare le corde di quei sentimenti che ti danno ragione di vita o che ti fanno sentire
    orgoglioso di provarli e di crederci.
    Francesca

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  12. Il tuo post lo stamperei e lo farei leggere a quanti ritengono che la letteratura sia solo "qualcosa che si legge tanto per"..A coloro che "se non serve,non vale".E dove il servire è sinonimo di utilità pratica e immediata,chè l'interiore umano non è cosa di cui preoccuparsi..se non quando poi ci si suicida..ma a questo servono gli psicologi..l'anima non si coltiva,non si eleva,non la si nutre,al massimo la si studia con la psicologia.Ed è un peccato ma credo che sia difficile,oggi,convincere persone così.Perchè non ci sono che pochi,pochissimi esempi di Maestri in grado di trasmettere questo amore per la letteratura,l'arte,la poesia..Si pensa e si parla sempre e solo di quel che serve,dell'utile nel mondo "pratico" ed è per questo che la nostra lingua viene eliminata dalle università(dove,devo dire,molti eccelsi prof non sanno esprimersi in senso compiuto..):l'inglese serve,è utile,nell'immediato.Ecco,sto leggendo in libro che analizza la cultura tedesca a partire dalle parole della sua lingua,quella nella quale si esprime.Se c'è una cosa a cui tengono, i tedeschi,più d'ogni altra cosa,è la propria lingua.E' quasi impossibile che vi rinuncino.E non è qustione di egocentrismo,ma di amore. Studiano l'inglese tanto e molto meglio di noi,ne introducono lo studio,seriamente,fin dalle scuole dell'infanzia.San parlare inglese perfino gli ottantenni con una cultura media.Ma al tedesco non rinunciano.Sanno cogliere quel che c'è di buono nelle altre culture e nelle loro lingue,ma non rinunciano alla loro Muttersprache.

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  13. Io sono pure laureata in lettere, di letteratura ne ho masticata in abbondanza e dopo di quella sono riuscita a fare lavori al pari di persone con cultura scolastica diversa. Mi è servito ad aprire la mente e ad adattarmi a tutto.

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  14. Ormai non è più lingua madre, ma lingua matrigna. E lo stupidotto, visti i precedenti, ce lo troveremo un giorno ben piazzato in alto, senza saper né leggere né scrivere, poiché qualche servo preposto a tali 'inutili' incombenze si troverà sempre. Ma, visto che oltre al leggere e allo scrivere, esiste anche il parlare, continueremo a sghignazzare (amarevolmente) delle caxate verbali che sforneranno. E, finché studiano (si fa per dire), forniranno materiale abbondante al maestro Perboni per i suoi "Perle ai porci".
    Ciao, zì.

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  15. Forse perchè credo nelle cose inutili, più che in quelle utili, sono determinata, certo romanticamente, dati i tempi, a non nascondere in classe il mio amore per la Letteratura ( che non è merce, almeno lei, sebbene l'attuale sistema editoriale stia cercando di renderla tale... ).
    Ci sono ragazzi "ammaestrati" come tanti adulti, e ragazzi che non lo sono. Si offre agli uni e agli altri quel che si è, più che quel che si ha. Devo dire che tanti anni di insegnamento non mi hanno ancora tolto la voglia di leggere. E' già abbastanza di questi tempi. Si può sperare, nonostante tutto.
    Grazie, Nick, di esserci!:)

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  16. Ridimensioniamo l'affermazione del giovine: Gran parte della letteratura è inutile e lo sappiamo tutti .
    Hanno fatto bene invece al politecnico; un'università ( a maggior ragione scientifico\pratica) deve dare strumenti concreti ai sui studenti perchè possano confrontarsi con il resto del mondo senza necessariamente limitarsi a parlare delle vacanze, del bacon o di cani e penne sopra sotto e dentro fantomatici e sporchissimi tavoli.
    Hai idea di come si dica in inglese "anisotropia della suscettibilità magnetica" o "attuatore elettromeccanico" avendo imparato inglese al liceo?

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  17. Condivido in pieno quanto scritto da Greg Petrelli.

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  18. "L'unico comportamento degno di un uomo superiore è la persistenza tenace di un'attività che si riconosce inutile, l'abitudine ad una disciplina sterile, l'uso fisso di norme del pensiero filosofico e metafisico che comprendiamo non essere di alcuna importanza." Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine, pensiero n. 86.
    Il resto, breve per carità, è qui.
    Ciao

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  19. * alpexex
    Ottime parole le tue, e lo sabbero anche in giapponese... io poi sono così totalmente pazzo che cerco anche di sorridere, a rischio di sembrare idiota... :-))

    * Lucien
    A me per fortuna consigliarono ESERCIZI DI STILE di Queneau: non solo divertentissimo, ma anche in grado di farmi capire la formidabile energia pirotecnica della parola scritta, la sua malleabile e modellabile incandescenza. Che bello!

    * Tomaso
    Buona serata pure a te, anche se un po' in ritardo, amico carissimo!

    * mr.Hyde
    Già, facciamo molta attenzione... Che poi, ancora gli va di lusso che (chissà fino a quando) si tratta dell'inglese, ma quando fosse il turno del cinese? :D
    Abbraccio ricambiatissimo!

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  20. * Bastian Cuntrari
    Benvenutissima a bordo, e grazie davvero per la tua testimonianza. Hai ragione: il nostro "Ti voglio bene" è un'espressione fantastica, grazie alla quale si può dare e ricevere tanta tenera felicità. E non è che uno dei mille esempi della nostra ricchezza linguistica.
    Grazie ancora!

    * lucietta1
    Se fosse davvero così, che poveri schemi, e che poveri loro! Potremmo quasi dire poveri schemi per poveri scemi. Ma per fortuna le eccezioni continuano a esserci, ed è quello che conta.

    * keiko
    In certi brutti momenti (tantissimi) mi è capitato di condividere queste parole. Però agli Amici continuo a non voler rinunciare. Sono un ingordo: voglio i libri E gli amici. E quelli che tradiscono, peggio per loro! :)

    * Galadriel
    Sei così spietata con te stessa che quasi mi sento in colpa. I veri servi sono tali nella mente e nell'anima rattrappita. Non definirei mai servo chi come te ha fatto bene e con passione il suo rispettabilissimo lavoro.
    Ti voglio bene anch'io.

    * Pierrot
    Come hai ragione... Se penso a persone e cose che hanno influito in positivo sulla mia vita, gran parte di queste sono Scrittori e Libri!!

    * Nou
    Sapessi come ammiro le persone come te, che non perdono mai la curiosità, la passione, la voglia di imparare, e che vogliono arricchirsi dentro anche avvicinandosi "dopo" a quella cultura e a quell'arte che per mille motivi non hanno potuto conoscere prima...
    Ti abbraccio anch'io!

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  21. * francesca
    Sì, mette tristezza, soprattutto se si è capaci di empatia. Perché uno potrebbe dire: "In qualche modo mi sono salvato, quegli altri si fottano". E invece che tristezza, sapere di certi abissi di miseria interiore...

    * Ele
    La penso come te: un'altra lingua la si può studiare e la si può amare e apprezzare, ma non ce la si fa imporre dall'alto. Certo che se si comincia coi bambini di due anni, per teleconvincerli che invece di "che bello" è meglio dire "uau"... Allora, un conto è se si lavora per un'unica lingua mondiale (che per certi versi è una bella utopia), ma finché ognuno avrà la sua trovo piuttosto squallido prostituire la propria lingua madre, o sminuirla, tradirla, farla prendere prigioniera da chi ha solo più potere, armi, arroganza o denaro merdoso.

    * Marina
    Grazie. Un caro saluto anche a te!

    * Kylie
    Menti aperte e menti chiuse. Spesso la differenza è tutta lì.
    A volte si chiude anche la mia, sia chiaro. Ma lo fa a mia insaputa.

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  22. * gattonero
    Sullo stupidotto in alto, nella patria della meritofobia, ci scommetto anch'io tutto quello che vuoi.
    Ma la situazione sta diventando più grave e paradossale del concetto di "perle ai porci". Oggi si ha l'impressione di dare perle a gioiellieri che preferiscono, pure loro, le ghiande!!

    * giacynta
    Peto veloso su certa editoRAGLIA odierna, o finirei col dar ragione al ragazzotto... :-(
    Grazie di esserci anche a te! Averne avuti, di insegnanti simili, così appassionati! :D

    * Greg
    No, perché al liceo ho fatto francese.

    Credo però che il problema di quelle bruttissime (ma di certo necessarie!) parole si risolva prevedendo corsi di inglese tecnico-scientifico, e non obbligando i docenti a tenere le lezioni in inglese, sapendo poi benissimo che se il docente non è di lingua madre la sua lezione non potrà non impoverirsi di sfumature e di idee, con grave svantaggio (e disagio) suo, degli studenti e di tutti.

    * allelimo
    Io no.

    * Antonio
    Un libro che ho comprato da pochissimo.
    Grazie, e ciao!

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  23. I libbri non servono melo hanno imparato anche a squola.

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  24. "Fatti non foste per vivere come bruti.." ma forse non è valido per tutti... purtroppo.

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  25. Ciao Caro zio Nick, alla mia età non credo più alle cose che servono e continuo a ripeterlo a Lorenzo, mio figli maggiore, che ha lasciato il liceo s. optando per un istituto professionale turistico. Più utile? ...
    Con una mamma romantica e poco pratica come me mi domando anche che lavoro hanno fatto i suoi prof. in questi ultimi due anni.
    Io non capisco come siano riusciti a farlo scappare a gambe levate contribuendo non poco a fargli odiare il sistema scolastico...
    Comunque, a parte questo, io rimarrò sempre dell'idea che per vivere sono necessarie tutte le cose che non servono a niente...;-)
    tipo poesia, letteratura...schizzi di colore sui muri...mondi fatati ...
    e tutto il resto.
    Un caro saluto, ciao Nick!:-)

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  26. * Gap
    Lo sepre deto e l'ho ripetto: laffiga se cuca coa motto, mika koi libbbri! :D

    * El Gae
    Qualcuno (magari molto in alto) finirà con l'insinuare che quel NON è un pericoloso refuso, che mette bastoni fra le ruote alla produzione e alla krescita del mio ca***...

    * cristina
    Per consolarti ti dico che anche un istituto turistico o alberghiero può sfornare dei veri Artisti (per esempio dei bravi chef)... e chissà, magari tuo figlio, anche col tuo aiuto, saprà poi scoprire tardivamente, anche da cuoco, da cameriere o da operatore turistico, quella sensibilità per l'arte e quel piacere per la lettura che i nostri licei e le nostre università, a ben vedere, ti sanno dare ben raramente. Anzi, quasi mai. Hai idea di quanti laureati italioti hanno come unico passatempo i videogiochi, e non sono in grado di scrivere una lettera alla propria zia? :)

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  27. O bella.
    Vediamo un po' cosa ha detto Greg Petrelli.
    "Gran parte della letteratura è inutile".
    Pensavo che fossi assolutamente d'accordo anche tu.
    Non hai mica sostenuto più volte che in italiA ci sono solo tre scrittori cui dovrebbe essere permesso scrivere, Zio Scriba e Tondelli, il quale però è morto?
    (Battuta riciclata)
    Seriamente: c'è un marea di puttanate in tutti i campi "artistici", musica, cinema, teatro, etc.
    Figurati se non c'è anche nella letteratura.
    Posso dire Moccia e Faletti, per cominciare?

    Inglese al Politecnico (che vuol dire architettura e ingegneria) per i corsi del triennio (ovvero il biennio è in italiano, poi il triennio in inglese).
    Stiamo parlando di facoltà scientifiche, non di filosofia e di letteratura.
    Come ex-insegnante di italiano, non potrei essere più d'accordo con il Politecnico, che non ha fatto altro che adeguarsi a quanto già succede in numerosi altri paesi europei.
    L'inglese è la lingua internazionale, non l'italiano nè l'esperanto.
    In Italia la parliamo mediamente da schifo, e non mi sembra che nessuno venga danneggiato dallo studio e dalla conoscenza di un'altra lingua.

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  28. * allelimo
    In realtà la mia battuta provocatoria e paradossale (che battuta provocatoria e paradossale rimane) era anche più restrittiva, perché diceva che gli Scrittori italiani contemporanei si contano sulle dita di una mano che sta facendo le corna. Quindi non 3 ma 2. :-))

    Mai detto che il mio presunto sosia fosse uno dei Grandi: i suoi scritti non mi hanno mai entusiasmato.

    D'accordo su moccia e faletti (e chi più ne ha più se li tenga).
    Ma fra il dire che la letteratura (o qualsiasi altra Arte) "non serve" e il dire che gran parte di essa fa schifo non vi è una questione di sfumature. Sono due affermazioni che non c'entrano un bel niente l'una con l'altra. Per dire che gran parte fa schifo devi esservi interessato e avere dei gusti. Se, come fece quel ragazzo, la liquidi in blocco perché "non serve" sei un povero carciofo, ed era questo il senso del discorso.

    Sono d'accordo anche sul fatto di studiare l'Inglese, non lo sono per nulla sull'imporlo in qualsiasi scuola di qualsiasi tipo AL POSTO dell'Italiano.

    Passo e chiudo, perché se hai intenzione di avviare una delle tue polemiche simil-stalking (tipo questa malevola e velenosetta menata sul "permesso di scrivere" che riserverei solo a me, non come battuta-sparata, ma come cosa che penserei veramente!) il sottoscritto ha altro da fare. Grazie. :-)

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  29. Scusami per il disturbo, se hai altro da fare fallo pure.

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  30. Ciao zione bentrovato! Mi è piaciuto molto questo dibattito, che ho trovato molto interessante e che mi trova d'accordo sia con le tue motivazioni e su quelle di praticamente quasi tutti gli altri, sia con il senso che secondo me ha voluto dare Greg al suo commento, che si riferiva sicuramente più a certe schifezze che si trovano in giro e che anche tu conosci :)
    Vorrei però uscire un po' fuori tema, anche perché me ne dai l'occasione, e spezzare una lancia a favore della Matematica! Infatti ci si infervora parecchio (giustamente) quando si parla male della letteratura, ma chissà perché non si esita un secondo a condividere e ad apprezzare il pensiero di chi spara a zero sulla Matematica dicendo che fa schifo! Eppure anche la Matematica serve, eccome! Così come serve la letteratura! Tu che ne pensi amico mio? Scusami per la piccola polemica non richiesta :-)))
    Ti abbraccio e speriamo di rivederci prestissimo!
    Nico
    PS. Quel "Serve essere servi" è una delle tue perle migliori, grande Nick!

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  31. a me serve sempre passare di qui. Leggere cose intelligenti, ridere o incazzarsi empaticamente fa bene al cuore. Una breve fuga dal mio "servizio servile" in azienda ;)

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  32. * nico
    Ciao carissimo!
    Pensa che io alle elementari e alle medie ero una specie di genietto in matematica. Motivo per cui scelsi lo scientifico, salvo poi scoprire ben presto ben altre passioni e inclinazioni... :)
    Ma per quel che mi riguarda continuo a considerarla una materia affascinante.
    Un abbraccio anche da parte mia, e a presto!

    * Andrea
    Però a quanto mi risulta tu sai "fuggire" benissimo anche scrivendo...
    Grazie per le belle parole, e speriamo di vederci presto anche con te... :)

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  33. Difficile in ogni caso fare cambiare idea a "stupidotti" prevenuti. Non sono sufficienti, temo, gli infiniti modi in cui si può declinare l'amore per la letteratura.

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  34. se apri su wp fai un fischio, che io ci sono sbarcato gia' e mi sento solo.

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  35. Bravo , bene , bis.... e poi ricordarmi "L'attimo fuggente" è stato veramente un colpo basso....Grazie zio....

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  36. Povero chi non sa decollare con un libro, è il mezzo migliore per sopravvivere quando la vita pesa troppo. Grande zione

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  37. dire che la letteratura "non serve" così in blocco è una considerazione praticon-nichilista che alla fine è sullo stesso piano di "il mondo fa schifo", "la politica è una vergogna", "la religione è una cavolata", "il calcio è tutta fuffa", e via all'infinito. Ci si potrebbe perdere su ore facendo complicati ragionamenti per vedere quanto è vero e quanto no, o come una siffatta provocazione viene inquadrata nel multiforme contesto della società odierna, ma... :)

    Per quanto riguarda il discorso delle lezioni di argomento scientifico in inglese, io sarei tendenzialmente a favore. Adesso non so bene come sia stata applicata, ma l'idea di fare alcuni corsi così mi pare sensata. Visto che la comunità scientifica - articoli, conferenze, pubblicazioni - si esprime così, far pratica a lezione è un buon metodo (le liste terminologiche non sono una soluzione, credimi): studi la materia e fai esercizio. Funziona davvero e l'ho sperimentato personalmente. Posto, ovviamente, che l'inglese delle lezioni DEBBA essere un inglese di qualità e non una minestra zoppicante e stentata "tanto per". Così sarebbe, paradossalmente, una mancanza di rispetto ancora più grave nei confronti della nostra bellissima lingua.

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  38. * alpexex
    Per ora resto qui: Blogger aveva una tale paura di perdermi che ha ripreso a permettermi di centrare-giustificare ecc... :D

    * nella
    Quello del grande Peter Weir rimarrà sempre nella mia galleria di film preferiti.

    * Maraptica
    Sei stata geniale a evocare la parola "peso": certa gente finisce con l'essere la zavorra di se stessa, e non se ne rende conto.

    * Reverend Emi
    Temo che "la letteratura non serve" sia ben peggio di un luogo comune o di una considerazione nichilista: è un rifiutare la bellezza e l'intelligenza a priori e definitivamente, è come esporre sul cervellino il cartello "CHIUSO PER CESSATA (o mai iniziata) ATTIVITÀ".

    Sull'altra cosa hai le tue ragioni, ma insisto nel dire che se l'insegnante non è di madrelingua inglese la lezione non potrà non impoverirsi, di sfumature, di contenuti, di chiarezza e di efficacia. Poi, se è molto bravo, l'impoverimento sarà quasi impercettibile, ma sempre impoverimento sarà. È come con le traduzioni dei romanzi: per tradurre dall'italiano all'inglese o al francese non basta un italiano bravissimo e laureato in lingue col massimo dei voti, o che parli correntemente quelle lingue tutti i giorni: ci vuole un madrelingua punto e basta.
    In certi ristretti campi la lezione in inglese può avere il suo perché, ma non è difficile immaginare che poi la moda si diffonderà come un contagio: in italiA nei confronti dell'inglese si respira una tale piaggeria provinciale, un tale gregariato da leccaculo, una tale propensione alla genuflessione... Per non parlare di chi vi intravvede la rivincita e la scappatoia dei somari: perché imparare centomila parole di Italiano, quando nel nuovo mondo banal-semplificato ne basteranno, per essere servi efficienti, cinquanta o cento d'Inglese?
    Ma direi che per essere un p.s. ne ho discusso abbastanza: il Politecnico faccia come gli pare, tanto non ho nessuna intenzione di iscrivermi... :-))))

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  39. * Adriano
    Perdonami, ti avevo dimenticato.
    Credo anch'io che agli "stupidotti" sia impossibile far cambiare idea, anche perché è probabile che di "idee" non ne abbiano avute mai... :)
    Ciao carissimo!

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  40. Senza sfumature è un mondo inutile, tutto può essere pratico e reale e tutto avere arte e fantasia in sè : una scena di cinema fruito facilmente come nella finestra dello zio Hitch la donna che sta tentando il suicidio si ferma incantata da una melodia suonata al piano mentre i protagonisti del film la spiano un po' per noi e mentre noi incorreggibili vooyers guardiamo tutti loro come entomologhi - in una scena possiamo constare che l'arte ha mille sfumature e può parlarci al cuore e salvarci, può insegnarci che c'è unn mondo al di fuori di noi mai da sottovalutare, può aprirci anche ai meandri più oscuri in noi e aiutarci a vivere meglio accettandoci e cercando di migliorarci. Ma allo stesso tempo si può essere un ingegnere molto pratico e razionale tanto da creare una torre altissima fatta solo di metallo e bulloni, una mega antenna che però diventa il simbolo di una città, si ammanta di poesia, sogno, sospiri, fascino e simboli sfidando il tempo come è successo alla Torre Eiffel. Niente è mai inutile, solo il pensiero asfittico e sterile di credere che si possa vivere senza arte, sentimenti, sogni, illusioni, fantasie, gioco, ironia, piacere del non far niente e restare a pensare, tendere una mano senza contropartita, regalare un sorriso ad uno sconosciuto , bè quello è veramente inutile perchè fa sopravvivere un essere umano in un aridità che secca ogni giorno della sua vita . Io resto nella mia follia di perdermi in questo momento senza un motivo a guardare la piogggia assaporare il profumo della terra che rivive sentire il fresco delle goccie che mi sfiorano e ascoltare quel suono cadenzato che non mi dà nulla, forse mi sta facendo perdere un quarto d'ora da impiegare in qualche altro modo utile, ma mi fa sentire bene e sentire che oltre al mio viso anche il mio sorride ancora malgrado tutto .
    Un bacio Nicola continua essere un folle gentile

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  41. * Felinità
    I tuoi pensieri sono così belli che li copincollerei per inserirli nel mio post... (anche se nella panultima riga ti è saltata una parola: era "cuore"?)
    Un bacio anche a te.
    Ciao! :)

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  42. si era cuore ..... lo sai che mi perdo anche le lettere oltre che nei miei meandri folli e fellini.
    Miaooooooùùùùùùùùù

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  43. * Felinità
    In compenso io ho scritto "panultima" (me ne accorgo solo adesso) invece di "penultima"... accidenti a 'ste tastiere... (e tu "fellini" invece di "felini", ma questo è un bellissimo lapsus! :D)
    Ri-ciao!! (e ri-miao)

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  44. Di mio posso solo aggiungere che mi sta profondamente sul cazzo chi guarda cultura e istruzione con un occhio puramente utilitaristico.

    Ci si sta involvendo verso un modello di dis-educazione umanistica che ha già fatto sfaceli in mezzo mondo.

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  45. * Alessandro C.
    Già. L'alveare e il formicaio sono ottime organizzazioni per le api e per le formiche. Ma qualcuno vuole ridurre l'umanità a un alveare/formicaio pieno di scimmioni senza cervello e senz'anima...

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  46. Quella citazione del professor Keating nel bellissimo film "L'Attimo fuggente" a me è parsa meravigliosa.
    Quanto all'angloide sono pienamente d'accordo con te e sono stufo di dover essere costretto a tradurre titoli, avvertenze o altro scritti sopratturro da italiani.

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  47. Da ingegnere, con aspirazioni vagamente artistiche, conosco entrambi i mondi - quelli che servono, e quelli che non servono (nell'accezione di utilità pratica). Alla fine, sono arrivato alla conclusione che l'incomprensione spesso è reciproca - l'arte e la "professione" si guardano, ciascuna, dall'alto al basso.
    Io non farei grandi distinzioni. Ci sono giorni in cui la soluzione di un problema ingegneristico ha più arte e bellezza di tante cose che leggo in giro.. l'arte è un'attitudine dello spirito, e sta necessariamente dentro di noi. La razza umana ha inventato anche la scienza, la medicina, la matematica, e spesso in questi campi ha raggiunto il sublime... La teoria della relatività ristretta di Einstein, o le equazioni di Maxwell, sono finestre aperte sull'assoluto. Dire che la letteratura non serve è sbagliato tanto quanto dire che la scienza non ha nulla a che fare con la parte più nobile dell'animo umano...
    Un abbraccio,
    Paolo

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  48. * il monticiano
    Non faccio mistero di considerarlo uno dei film più belli di sempre.

    Non sono contrario al reciproco fecondarsi delle lingue, che può essere un arricchimento, un divertimento e un accrescimento della forza espressiva e della gamma di colori a disposizione degli autori e di chiunque. L'importante è non cadere nel ridicolo, nella piaggeria, nell'inginocchiarsi, nell'autoinfinocchiarsi, nel negare la lingua che ci è Madre.

    * Paolo
    Come ho detto a nico a proposito della matematica, sono sempre stato affascinato dalle splendide intelligenze degli scienziati, e dal loro essere, molto spesso, Spiriti Liberi anche più di certi artisti. Se non fossi uno scrittore sarei, credo, un ricercatore (all'estero, probabilmente... :D). Forse nel campo dell'ingegneria genetica.

    "Aspirazioni vagamente artistiche"? Mmmm, adesso prendo il vocabolario e controllo il significato di "vagamente"... :-))))
    Ti abbraccio anch'io.

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  49. "...sono cortesie minuscole,
    un fiore in boccio, un libro,
    sono loro a deporre i semi del sorriso che sbocciano nel buio"...per dirla con Emily. Sta come sottotitolo al mio blog, sicché...

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Questo blog è Nemico dichiarato di ogni censura. Ma sono costretto mio malgrado a ricordare che rimuovere insulti gratuiti, scorregge occulte o minacce vigliacche non è censura: è nettezza urbana. Voglio che qui da me vi sentiate esattamente come a casa vostra: quindi Liberi, ma non di pisciare sul pavimento, o mi toccherà pulire. :)