"Meglio Capitano della mia zattera di storie di carta che mozzo sul ponte di Achab"

SITO ANTI COPROFAGIA LETTERARIA: MERDA NON NE SCRIVO, E MENO ANCORA NE LEGGO

venerdì 30 settembre 2016

PENSIERO PER EMILIE, SUICIDATA DAL BULLISMO E DALL'IMBECILLITÀ

[Fotografia scaricata dal web]
Ormai è certo: per quanto riguarda l’homo (mica tanto) sapiens, la selezione naturale funziona esattamente alla rovescia (l’effetto Darwin-reverse di cui parlo da anni). 
Come nel caso di Emilie, splendida ragazzina francese, dolce, delicata, intelligente, prima della classe, amante della lettura e degli animali, una che se aveva qualche soldino non lo buttava certo in stupidi straccetti modajol-firmajoli. Isolata, perseguitata e massacrata con perfidia giorno dopo giorno, ora dopo ora, da bulli escrementizi per il suo essere bruttina e “secchiona”, e da bulle escrementizie per il suo non aderire al vomitevole codice conformista e superficiale delle pecore insulse in perenne sculettosa sfilata. Mai un momento di pace, in una scuola che per crudele ironia si chiama “Notre Dame de la Paix”. 
Credete forse che la selezione naturale abbia operato con una bella pestilenza selettiva che decimasse le spietate sottomerdoline col cervello piccolo? 
Ovviamente ha operato all’opposto: depressione e suicidio della vittima.
Ora i suoi genitori ne stanno pubblicando lo struggente diario sulle pagine di un giornale. Se diventerà un libro, lo comprerò e lo raccomanderò a chiunque (ma forse dovrebbero essere i ministri di tutta Europa a raccomandarlo alle scuole).
Leggo questi sconvolgenti stralci del tuo calvario, guardo la tua foto mentre accarezzi un cagnolino, in un momento tenerissimo ma non abbastanza da consolarti (il tuo viso è tanto triste e cupo) e non so se piangere più per la rabbia, per la tenerezza, per la compassione, o per il vuoto di amicizia e di empatia che incredibilmente ti circondava, rendendo la tua vita un buco nero d’ingiusto supplizio, un’adolescenza trasformata in gogna quotidiana. 
Per quel che ormai può valere: ti voglio bene e ti abbraccio forte, mia povera, tenera, fragile, perduta sorellina Emilie!


giovedì 22 settembre 2016

“Donna” lo lasciamo o preferite “uoma”? – UNA NUOVA PIAGA (E NUOVA LAGNA): LA PENSIERA LOGOCLASTA


PRINCIPA LO DICI
A TUA SORELLA


Ricapitolando, mi pare di aver capito che i sostantivi terminanti in “essa” siano d’un tratto visti come offensivi, o sminuenti, per il genere femminile. 
Il problema sarà riuscire a distinguere, per non scontentare nessuna. Perché magari la professoressa vorrà davvero esser chiamata professora (non tutte, credo), ma siamo sicuri che chiamare principa la principessa, e conta la contessa, non le farebbe un pochettino incazzicchiare? 
Spero almeno che queste farneticazioni siano riservate in esclusiva all’ambito bipede, e che le geniali cime del pensiero (o pensiera?) insulsally correct risparmino l’affascinante “leonessa”, e non ci impongano il ridicolo e loffio “leona”. 
E che domani non stabiliscano magari che anche la “gn” di cagna nasconde risvolti spregiativi, o ci toccherà mandar giù “il cane e la cana”. 
E che nella furia dell’entusiasmo logoclastico non vengano rasi al suolo anche i femminili che terminano in “trice”, o i nostri bimbi a scuola dovranno imparare a scrivere attora e scrittora, tuffatora e pattinatora, pittora e scultora, e chi più ne ha più se li tenga. Anzi, se li metta. Nella cula che usa per ragionare.
Perché il Rispetto e l’Amore per tutto ciò che è Femminile (dentro e fuori di me, dentro e fuori di noi) non ha NULLA a che vedere con la supponente e querula presunzione di un imbecille delirio logoclasta. Perché ad esigere e meritare per prima rispetto è per l’appunto la più femminile delle cose: la Parola stessa! 
Il che, naturalmente, non significa blindare i vocabolari fino a farli puzzare di muffa: se c’è uno che ama considerare la Lingua una cosa viva e che ama giocare coi neologismi sono io. Ma le novità non possono e non devono essere imposte dall’alto da un trombonismo politico più o meno boldrinesco, né tantomeno dal basso dagli sconcertanti ragli insulsally correct.
(E comunque, la mia dottoressa si metta il cuore in pace: piuttosto che chiamarla dottora mi lascerei morire senza curarmi.)

Ne approfitto, infine, per conferire la medaglia all’idiozia assoluta: essa va senza alcun dubbio a “presidenta”, dal momento (dalla momenta?) che “presidente” può significare sia “colui che presiede” sia “colei che presiede”: IL presidente, LA presidente (e in questo caso ha ragione chi vuol abolire “presidentessa”, ma perché è inutile, non perché è “sessista”!!) 
Una parlamentare donna si chiama onorevole, mica onorevola!
Presidenta è veramente (veramenta?) una parolina deficienta!


domenica 18 settembre 2016

ANGELI DELL’EUTANASIA vs DEMONI DELLA MALAMORTE (ma a considerarsi “Buoni” sono i secondi!!!!!!!)


Immancabili saette chiesaiole sulla Dolce Morte data, in Belgio, a una persona di 17 anni malata terminale che soffriva di dolori atroci e insopportabili (ci sarà un motivo se la Legge esiste da più di due anni ma questo è il primo caso di RICHIESTA da parte di un malato minorenne!). 
Il solito porporato (naturalmente non belga ma nostrano) ha usato la ritrita e sconcertante formuletta “la vita è sacra e deve essere ACCOLTA sempre”, confondendosi forse un pochettino fra “VITA” e “TORTURA”. 
[Addirittura farneticante, poi, la scelta del verbo “accogliere”: forse nella fretta ha sbagliato bigliettino e ha usato quello per i casi di aborto...]
Cosa stai cercando di difendere (oltre al tuo potere sui poveri di spirito)? 
Il diritto del TUO “dio” (che, ti ricordo, non è “obbligatorio” per chi non ci crede) di torturare chi gli pare finché gli pare? 
Ci stai per caso dicendo che è LUI (per i suoi “imperscrutabili disegni”) che manda il cancro (e altri regali consimili) ai ragazzini, e che quindi essi devono solo prendere e ringraziare e soffrire il più a lungo possibile, per meritarsi la “salvezza”?
Ma allora dovremmo sentire il DOVERE Illuminista di dire almeno una bestemmia al minuto! Altro che andare a leggere il labiale degli allenatori quando imprecano!
Per fortuna esistono Paesi Civili dove ti aiutano, nei casi estremi, ad andartene in modo dignitoso e compassionevole, e che dal basso della nostra teocrazia mascherata possiamo soltanto guardare con invidia.
[Ma a proposito di teocrazia, aggiungo due parole sul nostro essere volontariamente proni di fronte a questo potere: si parla sempre, e giustamente, di ingerenza della chiesa, ma scorrendo l'articolo apprendo con sommo sdegno che il porporato è stato "raggiunto telefonicamente" dai tizi dell'agenzia di stampa!] 
Ne approfitto per rinnovare il mio anatema contro tutte quelle belle persone convinte che la sofferenza, specie se insopportabile e prolungata, sia una cosa “salvifica”. A tutti costoro ne auguro tanta, di siffatta “salvezza”.
Ma tanta.
Ma tanta.
Ma tanta. 


mercoledì 14 settembre 2016

RIGURGITI D'ESTATE (E QUALCHE CONATO)


1 FAN COOLING
Amo il caldo con tutto me stesso. Ma non vedo l’ora che rinfreschi per non dover più sopportare (oltre alle zanzare) gli omologati telecronistelli italioti che vanno in brodo di giuggiole nello spiegarci, in disciplinato e stucchevole coro, che la pausa della partita per bere si chiama (o meglio, viene chiamata dagli asserviti linguistici, indegni della meravigliosa Lingua Italiana) “cooling break”. Ma vaffancooling!

2 PARLARE DEL TEMPO AI TEMPI DELLO SMERDOFONO-PROTESI CEREBRALE
Fino a pochi anni fa, “parlare del tempo” era sinonimo di patetica mancanza di argomenti. Oppure era l’amaro auspicio fra persone poco affini, affinché non toccassero tasti che le facessero litigare: “Parliamo del tempo, che è meglio”.
Ma adesso, una delle grandi rivoluzioni culturali portate dallo smerdofono-protesi cerebrale è che le persone ormai non parlano d’altro, neanche fossero tutti contadini col raccolto in balia delle perturbazioni. 
“Domani piove dalle 8.12 alle 13.44” informa dettagliatamente X. “Poi torna soleggiato per tutto il pomeriggio e ripiove dalle 20.35”. E ti mostra pure un’animazione smerdofonesca, con tanto di rumore degli scrosci!
“No” controbatte Y, dopo aver sditeggiato la sua psicoprotesi sempreintasca e sempreaccesa. “Mattina bello. Precipitazioni a carattere temporalesco nel pomeriggio. Grandinata fra le 15 e le 15.30. La sera migliora”.
“Balle” annuncia Z sbocchinando il suo ultimo modello, quello con le batterie che forse potrebbero scoppiare: “Piove tutta la mattina. Poi dalle 13 arriva il caldone. Vedete? Mette sole rosso e trenta gradi. Però alle 17.45 è prevista neve”.
Non ci azzeccano mai. Ma loro ci credono.
Il mio telefono non sbaglia mai” dice orgoglioso (arrivando a confondere smerdofono e sito, o smerdofono e applicazione) quello che ha appena previsto la neve in spiaggia il 20 di luglio.
La vera paura è che domani possano comportarsi allo stesso modo con le previsioni finanziarie, o con suggerimenti sulla loro salute.
“Perché hai investito tutto nelle azioni farlocche di quella banca sospetta?”
“Me l’ha detto il telefono”.
“Perché ti sei fatto operare se eri sano?”
“Me l’ha detto il telefono”.
Sento spesso la gente affermare: “Una volta riconoscevi i matti perché camminavano parlando da soli, adesso invece sembra che parlino da soli, ma stanno tutti telefonando”.
Come se fossero due cose così tanto diverse…

3 SUINTEISMO e 4-4-2
La mia profonda e totale solidarietà al bravo allenatore del Chievo Maran, squalificato dalla santa inquisizione sportiva per aver detto una bestemmiola, fra l'altro captata col solito metodo ignobile e contorto (e aleatorio) della “lettura del labiale” mentre in un momento di tensione si sfogava per conto suo imprecando in panchina come aveva stradiritto di fare.
Capirei se avesse detto “cooling break” (allora di giornate ne meritava venti…) 
Che poi, se è il tipo di bestemmiola che penso io, uno non potrebbe, in un eccesso di violenta autocritica, spararsi addosso un “porco d’io” per aver sbagliato formazione??!!
(Oltretutto, se proprio vogliamo imporre un vero rispetto della religio, perché non squalifichiamo quei patetici superstiziosi che si segnano platealmente, o che baciano immaginette e ampolline d’acquasanta, scomodando in modo indegno la “divinità” per vincere una stupida partita?)
Non si è mai abbastanza severi, con questo ridicolo paese di baciapile, di sepolcri imbiancati, con questa anacronistica teocrazia mascherata. 
Altro che limitarsi allo sbattezzo: bisognerebbe chiedere la de-cittadinanza! Meglio apolidi!