"Meglio Capitano della mia zattera di storie di carta che mozzo sul ponte di Achab"

SITO ANTI COPROFAGIA LETTERARIA: MERDA NON NE SCRIVO, E MENO ANCORA NE LEGGO

martedì 28 ottobre 2014

Raccontino improvvisato e molto breve

Lo chiameremo Amore

Al tavolo vicino al nostro al ristorante girottolavano questi bambini che stranamente guarda caso si chiamavano tutti quanti Amore. Cioè Amore doveva proprio essere il nome di battesimo, altrimenti quelle cretine istericissime delle loro mamme vestite da pornodive non gli avrebbero detto tutte quelle incoerenti cose tipo Amore vaffanculo se non stai fermo ti spacco la faccia oppure Amore ti sfascio la testa oppure Amore come ti ho fatto ti disfo oppure Amore adesso hai veramente rotto il cazzo oppure Amore dimmerda ti ho detto vieni qui e siediti oppure Amore pezzo di cretino non metterti a cagare sulle scarpe della nonna, oppure Vuoi piantarla di scassare i coglioni o devo scannarti, Amore? 

Allora poi c’erano tutti questi simpaticissimi frugoli che io per distinguerli gli ho assegnato arbitrariamente chiedo scusa dei numeri, frugoletti che sciamavano verso i tavoli altrui per non disturbare a quello loro, c’era Amore 1 vestito da superman con due macchinine in mano che andava a farle correre a trecento all’ora sui tavoli altrui urlando Bruuuum Bruuuuum Bruuuuuuum rovesciando bicchieri e sputando tantissimo nelle pastasciutte, e la mamma siccome finalmente lui rompeva il cazzo ad altri invece che a lei aveva smesso di essere isterica, e calmissima si accendeva una sigaretta al carciofo dicendo al massimo, No, dài, Amore no, guarda che sennò ti sgrido, e poi si metteva a parlare di kuoki televisivi e di vacanze ollinclùsiv coi suoi commensali lobotomizzati; c’era Amore 2 vestito da pirla tutto firmato con gli occhiali giganteschi da sole (era una sera buia) che picchiava e sfregava posate una contro l’altra (uno stridore che mi offende le terminazioni nervose peggio del gesso nuovo sulla lavagna, è come se quelle maledette posate me le sfregassero sulle otturazioni dei denti) e urlava slogan da stadio tipo Uccidete questi bastardi nelle orecchie di chiunque tranne che della madre e dei commensali della madre, ragion per cui la sua mammina non più isterica si accendeva una sigaretta elettronica alla camelia dicendo al massimo, No, dài, Amore no, guarda che sennò ti sgrido, e poi si metteva a parlare di kuoki televisivi e di vacanze ollinclùsiv coi suoi commensali lobotomizzati; c’era Amore 3 armato di ipad da cui fuoriuscivano a tutto volume rumoracci insostenibili, doveva avere meno di tre anni e già interagiva fastidiosamente con quel coso, meno bravo invece a interagire col controllo del suo pistolino, ché pure da quello fuoriuscivano cose abbastanza disturbanti: non ci crederete ma Amore 3 ci ha pisciato sotto il tavolo, e non due gocce, una pozzanghera, e la mammina invece di asciugare e di chiedere scusa si è premurata di fotografarla per inondare le amiche fessobukke…

Tornato a casa mi sono iscritto a un nuovo sito per giocare a poker online. Dovevo scegliermi un nickname. Chissà perché mi è venuto da scegliere Erode. Ma Erode il sistema non l’accettava. Perché l’aveva già un altro. Dovevi aggiungerci un numero. C’era proprio la fila. Erode 2 già preso. Erode 3 già preso. Erode 4 già preso. Ho dovuto ripiegare su Erode 7628.
Pensare che una volta i bambini ci facevano tenerezza.


venerdì 24 ottobre 2014

Eresia flash – Asfalto, cemento e figli per la patriA

LA PILLOLA INCATRAMATA

E così è in arrivo, a colpi di Fiducia (che triste destino, anche per questa bella Parola) la purga miracolosa che rimetterà in movimento il Prodotto Interno Lurido italioso. Il nome del farmaco? “Sbloccaitalia” secondo i politici e i giornalisti, “Asfaltaitalia” o “Cementificaitalia” secondo minoranze illuminate e ambientaliste. Le betoniere sono già in movimento, il motore di appalti e tangenti ben oliato e pronto a rombare. Saremo tutti più poveri e più schiavi in un paese più brutto, coi prezzi più alti, le case più tartassate, i ticket più cari, l’istruzione più scadente, la cultura più sclerotizzata, il dissesto idrogeologico più pericoloso, le industrie più inquinanti, la tecnologia più invasiva ma meno efficiente, la criminalità libera di fare impunemente quel che gli pare (perché l’ergastolo – con vacanze premio – è da brutti cattivoni, mentre ammazzare la gente è poco più che un erroruccio di percorso, una svista). E avanti con più spinta all’inflazione, più morti sul lavhorror, più genuflessioni filoputiniane, più erosione banditesca dei piccoli risparmi, più servitù verso una kiesa fintomoderna che ancora ci impedisce di avere una legge sul Testamento Biologico, agli sgoccioli del 2014. Però ci sarà la Krescita! E i soldi che ci porterà (“ci” per modo di dire) verranno reinvestiti in un bel demagogico "bonus bebè" di stampo clericofascista, per portare il nostro contributo-ordigno alla bomba atomica demografica, le nostre metastasi alla proliferazione del carcinhomo pantegan. E se non basterà questo, ci pensarà la sòla dello ius soli, a farci diventare 120 milioni su un territorio che dovrebbe contenerne 10-12… (e già sarebbero troppi: in Svezia, che è MOLTO più grande dell’Italia, stavano da dio quando erano 8 milioni, cioè fino all’altroieri). Nel 1750 eravamo meno di UN miliardo, e già così eravamo capaci solo di fare guerre di merda: adesso la guerra la facciamo direttamente al Pianeta, a colpi di uccello. Far nascere un figlio qui?! Io se avessi una compagna incinta la convincerei a partorire in Islanda o in Finlandia, ammesso che islandesi e finlandesi siano così fessi da concedere pure loro la cittadinanza per nascita, e ammesso che sia giusto andargli a rompere i maroni… 
E questo sarebbe il geniale mago acclamato dalle masse. Quello che doveva prendere 100 dalla rottamazione dei privilegi, e invece ha preso 0,1 da lì e 99,9 dai soliti noti. E bravo lo Sceriffo di Renzingham. Era meglio tenerci Monti. Almeno non faceva finta di essere di sinistra. E forse il male minore sarebbe farsi commissariare dai tedeschi, altro che Piave, governo ladro.

domenica 19 ottobre 2014

BUKOWSKI MON AMOUR



"... e ha un suo seguito e tutto il gruppo scrive allo stesso modo, perdendo di vista l'obiettivo - LA VITA - e aggiungendo storia morta su altra storia morta, giochi schifosi su altri giochi schifosi, bugie schifose su altre bugie schifose... altri sbadigli e merda di cane morto sulla povera anima già in frantumi.
E poi arrivano i soliti zucconi che fanno parte della cerchia esterna e che vogliono entrarvi, e intanto quelli della cerchia interna imbrogliano tutti, fino a quando avremo una poesia morta dello zuccone che come sempre parlerà del nulla, nulla, NULLA..."

"Le riviste maggiori e minori adesso sono tutte allo stesso livello - tutte pubblicano schifezze. Il loro obiettivo principale è farsi pubblicità e arraffare soldi e potere, in qualsiasi dannato modo. Il culo dell'asino ha finalmente raggiunto la bocca dell'asino, che si ciba della propria merda."

"Quando un uomo lavora per anni alla stessa occupazione il suo tempo diventa quello di un altro uomo. Voglio dire, anche con una giornata di otto ore, quella giornata è persa. Sommate il tempo del viaggio per e dal lavoro, il lavoro vero e proprio, il tempo per mangiare, dormire, fare il bagno, comprare vestiti, automobili, gomme, batterie, pagare le tasse, scopare, ricevere amici, ammalarsi, gli incidenti, l'insonnia, preoccuparsi per la lavanderia e i ladri... non resta NEANCHE UN PO' DI TEMPO per se stessi."

"E per cosa, cazzo? E addirittura ci sono settimane di cinque giorni e mezzo, di sei giorni lavorativi, e alla domenica ci si aspetta che uno vada in chiesa o che visiti i parenti, o entrambe le cose. La persona che ha detto "L'uomo medio vive una vita di quieta disperazione" ha detto una cosa parzialmente vera. Ma il lavoro calma anche gli individui, gli dà qualcosa da fare. E impedisce a molti di pensare. Gli uomini - e le donne - non amano pensare. Per loro il lavoro è il rifugio perfetto. Gli viene insegnato cosa fare e come farlo e quando farlo. Il 98 per cento degli americani sopra i ventun anni lavora, morti viventi. Il mio corpo e il mio cervello mi dissero che entro tre mesi sarei stato uno di loro. Mi sono ribellato.
Avevo una macchina da scrivere e nessun mestiere. Decisi di scrivere un romanzo."

"Cominciarono ad arrivare altri scrittori, a bussare alla porta, portando con sé le loro confezioni da sei di birra. Io non andavo mai da loro, però loro arrivavano lo stesso. Bevvi e parlai con loro, ma mi davano molto poco e arrivavano sempre al momento sbagliato... I cattivi scrittori sono inclini a parlare di letteratura; quelli bravi parlano di tutto fuorché di quello. Arrivavano pochissimi bravi scrittori."

"Questo è ciò che guasta il poeta: il trattamento speciale o la sua idea di essere speciale. Naturalmente io sono speciale, ma non credo che questo valga per molti altri..."

"Will Rogers era solito dire: 'Non ho mai incontrato un uomo che non mi sia piaciuto'. Io dico che devo ancora incontrare un uomo di cui possa dire mi è piaciuto veramente. Will Rogers ha accumulato una fortuna; io morirò squattrinato. Ma a me piace pensare: tutti moriamo squattrinati, se non distrutti.
In fondo, scrivere è la mia unica possibilità, e anche se mi mettono sulla graticola non mi considererò un santo. Crederò soltanto che era l'unica possibilità. Si tratta solo di fare quello che si vuole: neanche un uomo su mille fa quello che vuole. La mia sconfitta sarà la mia vittoria. Io sono tutto ciò che potrei essere in questo momento. E adesso 'fanculo a questo discorso sullo scrivere. Questo è per gli scribacchini. Mi sono lasciato coinvolgere solo per farvi piacere. Lasciate perdere. Piuttosto, chi vincerà la quarta corsa a Turf Paradise mercoledì pomeriggio?"


"Amo i solitari, i diversi, quelli che non incontri mai.
Quelli persi, andati, spiritati, fottuti.
Quelli con l'anima in fiamme."



domenica 12 ottobre 2014

L'UNICA NOTIZIA CHE TUTTE LE COMPRENDE

HAI LETTO…

Spossato, disorientato e incazzato, e con lo stomaco malmesso, arrivi alla fine della lettura dei giornali con l’impressione (oltre che di esserti fatto inutilmente del male) di aver letto sempre la stessa notizia. Ma ancora non riesci a capire quale, non metti a fuoco, non trovi i collegamenti. La notizia è la stessa, ma il suo modo di manifestarsi multiforme. Sembrano così tante e così diverse… Trovare il denominatore comune è una sfida al tempo stesso da enigmisti, filosofi e scienziati. Ma la soluzione è lì, fra quelle pagine, a portata di mano. Hai letto che a Genova un’altra persona è morta perché i denari stanziati per certi lavori urgenti erano bloccati dalla burocrazia (ne hai cercato notizie anche su un portale web, ma si è sovrapposta la pubblicità di una banca). Hai letto che adesso i terroristi figli di troia sono diventati un esercito che conquista regioni e distrugge città, e che in nome delle solite imbecilli fanfaluche religioidi decapita innocenti mettendo poi le teste in mano ai bambini. Hai letto che in Russia il signor Putin (festeggiato dai suoi lecchini per il suo compleanno) ha riportato i cittadini alla condizione di servi della gleba, hai letto, sempre a proposito di servitù e lavhorror, che presto quegli stessi braccialetti elettronici che non è possibile (chissà perché) usare per neutralizzare i più accaniti e pericolosi criminali bastardi verranno invece tranquillamente usati su vasta scala per controllare le prestazioni degli schiavi. Hai letto che l’Illuminismo, unica speranza di eguaglianza e civiltà, è morto. Hai letto che a Pechino, dove il lavhorror guarda caso c’è, e pure tanto, l’aria è così avvelenata dallo smog che non si può più uscire di casa. Ma, sulle stesse pagine, anzi, sulle primissime degli stessi giornali, hai letto i soliti ragli dell’ekonomia e della politika in favore della krescita indiscriminata e suicida e dell’urgente creazione massiccia di nuovo lavhorror, lavhorror, sempre e soltanto lavhorror: l’incubo della Mobilitazione Totale profetizzato dai pensatori tedeschi. Hai letto, proprio accanto ai disastri di ogni genere provocati dalla sovrappopolazione, che secondo il pretume (compreso lui, il dolce grande capo dei preti così amato dalle folle) fare figli è nientemeno che un DOVERE. Hai letto di città che tartassano i loro cittadini senza nemmeno sapergli dire gli importi (che si arrangino, o paghino un commercialista) ma che permettono poi a racket di schifosi parcheggiatori abusivi di tartassarli ulteriormente quando vanno, non certo per divertirsi, all’ospedale o al cimitero, e che si limitano a denunciare a piede libero chi le case, con la prepotenza, le occupa gratis (forti coi deboli e deboli coi forti, da noi è sempre stato il primo comandamento). Hai letto i pezzi di giornalistozzi che nel descrivere il delirio compulsivo di poveracci che passano mezza vita attaccati a un telefonuzzo (per la gioia dei magnaccia tecnologici) si sentono in dovere (in diritto?) di usare l’antipatico pronome collettivizzante “noi”. Noi chi? Hai letto dei soliti terzomondisti sensodicolpisti secondo cui, se c’è gente che fa quaranta figli dove non c’è acqua da bere, noi che nell’acqua nostro malgrado si marcisce e si annega dobbiamo metterci a risparmiarla anche nel farci il bidé, o nel non farcelo più (e nel frattempo prepararci ad “accogliere” tutti quei campioni e le loro donne incinte, facendo da traghettatori ai desperados, chiedendogli pure scusa perché esistiamo e ci troviamo qui, a farci travolgere dai torrenti a Genova mentre i loro quaranta figli soffrono la sete). Hai letto di gente distrutta e nevrotizzata, perché oltre a passare nove decimi di vita fra lavhorror e tragitti per andare al lavhorror, strada facendo deve pure venire bombardata dalla stronza e rumorosa pubblicità mentre aspetta convogli ritardatari e costosissimi alle varie stazioni. Hai letto della giusta e ovvia decisione della Fiera del Libro di Francoforte di declassare l’editoria italiota dedicandole il posticino piccino che merita, cedendo quello più grande ai Francesi che lo strameritano, e hai letto che la reazione italiota non è stata di farsi un esamino di coscienza, bensì di offendersi e protestare a gran voce. Hai letto di giovinaglia putrida che sevizia i più deboli bofonchiando poi come scusa le risapute parolette “noia” e “scherzo”, così che poi l’altra abusata paroletta “perdono” possa soppiantare la sacrosanta parola “Galera”. Hai letto di imbrattacarte che, siccome una vittima su mille dell’odioso bullismo era, casualmente, sovrappeso, ne approfittano per vangarci i maroni con trattati sulla “lipofobia” (!!??). Hai notato (solo tu?) che dopo ogni sanguinoso fatto di cronaca nera compare sempre l’espressione “noto pregiudicato…” Hai letto che dopo i prevedibili casini scoppiati nella partita fra Real Fiat (o come diavolo si chiama) e Roma, un’associazione di consumatori pretende il rimborso di chi ha perduto le scommesse, fingendo di non sapere che uno scommettitore avveduto deve saper tenere conto anche delle designazioni arbitrali (il migliore, quello che ha diretto la finale dei Mondiali, era stato stranamente dirottato su Empoli-Palermo…) Hai letto che il nuovo Nobel per la Letteratura ha dichiarato di aver letto un solo romanzo di Philip Roth, “da molto giovane”, e che non ricorda bene, però “gli aveva fatto un certo effetto per via dello humor”. Hai letto che il nipponico genialoide che aveva teorizzato “la fine della Storia”, invece di trascorrere il resto della vita muto e imbavagliato è rispuntato fuori per annunciare che “la Storia è ricominciata”. Hai letto di un feto anencefalico a cui i genitori hanno realizzato “tutti i potenziali desideri”, di stampo più o meno grossolanamente turistico, mentre stava nell’utero, e che dopo il parto ha vissuto meno di quattro ore, durante le quali è stato “molto amato” e molto battezzato (chissà se pure questo era un suo desiderio) e ricoperto di doni. Hai letto che i genitori ne hanno ricavato la solita tonnellata di foto con cui hanno inondato la solita pagina fessobukka, visitata dalle solite centinaia di migliaia di persone, e che tutto questo viene chiamato Amore, anziché perversione o esibizionismo (o propaganda antiabortista).
Arrivato alla fine, una lampadina si accende. Hai capito (e in fondo era spaventosamente facile) quale diavolo è la notizia unica, quella che potrebbe venir scritta in modo sintetico e ripetitivo, come un mantra, annullandole e comprendendole tutte: l’uomo è un animale molto stupido, l’uomo è un animale molto stupido, l’uomo è un animale molto stupido, l’uomo è un animale molto stupido, l’uomo è un animale molto stupido…

lunedì 6 ottobre 2014

Stroncatura del film "Pearl Harbor" ripescata da un mio vecchio romanzino inedito, uno dei tanti.



Quando s’innamorano le persone diventano strane, un po’ matte. 
È capitato a tutti. Ma a Dennis questo non bastava. Non si accontentava, di ammattire. Perché accontentarti di diventare matto, quando puoi diventare anche scemo? Lui, diventava uno scemo. Pensate che anni dopo, innamorato (e anche qui, prima incoraggiato e poi respinto) di una cameriera di nome Rosemary, l’infatuazione l’avrebbe conciato talmente scemo da arrivare a farsi piacere un filmozzo (che andò a vedere da solo, ma sognando di essere lì con lei) intitolato Pearl Harbor!
Avete presente quel colossale film di guerra sceneggiato da Liala, massì, quello col bombardiere dislessico, Ben Affliktu, che vive per bombardare, e se non potesse bombardare si suiciderebbe, si lascerebbe morire d’inedia, si bombarderebbe i coglioni, e nonostante ciò, alla decisiva e inappellabile visita di abilitazione bombardiera rischia di mandare tutto a puttane perché, pur di farsi siringare dalla Figa Perfetta, non esita a farsi rifare la stessa iniezione già fatta, e poi sviene?
Avete presente?
Quel film che guardandolo, soprattutto la prima ora, ti chiedi se il regista non sia per caso tedesco e filonazista. Nel senso che vedi questi giovani americanozzi così odiosi, spocchiosi, vuoti di cervello, così già pronti per le discoteche nasciture, così Cretinagers Duemila con sessant’anni d’anticipo, che ti aspetti di veder comparire qualche telefonino, qualche pasticca di ecstasy, qualche raccapricciante sms, e d’improvviso ti viene quasi da tifare per gli altri, ti viene da tifare per i giapponesi.
Scusami, Liala, ma quando bombardano, i giapponesi?
Poi, finalmente, i giapponesi bombardano. 
E cazzo, se bombardano. 
Sulla ricostruzione del bombardamento, niente da dire. 
Se non che forse, con tutti quei miliardi, si poteva finanziare una milionata di giovani registi muniti di oneste e originali idee.
Figurarsi.
Ma coraggio, ci aspettano altre delizie:
il bombardiere dislessico, quando dalla vecchia Europa scrive alla Figa Perfetta, d’improvviso diventa Petrarca (però banale, pausinizzato diciamo); in compenso, nel rispondergli, la Figa Perfetta è Leopardi con la parrucca e la cipria (e la figa). 
Poi il Dato Per Morto, cioè sempre lui, Ben Affliktu, ritorna dopo mesi e per prima cosa le dice: “Come sei bella!”, così, come uno che ricomparendo dal nulla facesse: “Cucù!”
E che altro poteva mai dire. S’eran veduti per mezza giornata! S’erano scritti coi testi della Pausini! Erano due perfetti sconosciuti. E imbecilli. Due perfetti imbecilli sconosciuti.
Alla fine, prevedibile al millimetro la sceneggiatura di Liala. 
Ben Affliktu farà da padre al figlio dell’amico, John Consolanza, cui naturalmente tocca di morire davvero (cioè, in linguaggio più tecnico, levarsi dai coglioni narrativi), dopo aver salvato il Dato Per Morto per riscattarsi dall’avergli consolato seminalmente la Figa Perfetta quando lui, per l’appunto, risultava un po’ morto…
Ebbene, Dennis sarà così ubriaco d’amore per Rosemary, che quest’offesa all’intelligenza umana e all’arte cinematografica se la farà quasi piacere!

giovedì 2 ottobre 2014

Due Nick-eresie al prezzo di una

FRA POCO CI TASSANO ANCHE IL GAS DI SCARICO ANALE…
Gustose news umoristiche. Alla puntuale e prevista notizia del solito aumento autunnale del gas (avviene tutti gli anni, Russia o non Russia, Ucraina o non Ucraina, balle o mica balle), dopo che come sempre era invece simpaticamente diminuito durante il periodo estivo, le agenzie di stampa ci tengono ad aggiungere che comunque “L’Autorità ricorda che nel 2014 il risparmio sul gas sarà di 84 euro”. 84 di risparmio per chi? Per la famiglia di Taormina che, beata lei, usa il metano solo per accendere i fornelli? Qui nel gelido nord ci andremo in rovina, col riscaldamento invernale, che è una necessità vitale ma si continua a far pagare come un lusso (e non è certo su questa ingiustizia che mi aspetto migliorie dallo Sceriffo di Renzingham, anzi…) E così molti ci danno dentro con la legna, mille volte più inquinante (per non parlare dei disboscamenti selvaggi). 
E se fra uno starnuto e un reumatismo qualche pensionato in bolletta per le bollette osa protestare, perché si sente preso per il culo, si becca pure del leghista… 

PRONTO, CHI PIRLA?
Il telefonuzzo alla mela verde numero 6, comprato da milioni di persone (e quindi anche da molti di coloro che frignano miseria e maledicono la Germania cattivona), sarà di sicuro, questo non lo discuto, portentosamente superiore al modello 5. Così come il telefonuzzo 7 (già pianificato se non addirittura già pronto e furbinamente congelato) sarà, dopodomani, portentosamente superiore a questo (non oso pensare alle megatonnellate di scorie tossiche di roba ancora perfettamente funzionante che creeranno discariche più voluminose dell’intera catena alpina: questo non è consumismo, questo è suicidio ecologico). Dicono che dal numero 8 sgorgherà pure il succo di frutta. Alla mela, s’intende. A me però sono bastate quelle foto coi dipendenti telefonuzzistici in uniforme schierati ad appaludire i primi acquirenti (neanche avessero vinto una guerra stellare, un concorso per cervelloni, un premio per grandi artisti) a certificare in modo irreversibile e definitivo il passaggio dell’uomo nell’Era della Non Intelligenza. Io quella roba non la compro, ma anche se l’avessi comprata e per assurdo fossi stato fra i primi, non sarei riuscito a non fermarmi per dirgli: cazzo ti applaudi, soldatino ammaestrato e telecomandato? Mi stai prendendo in giro? O credi di avermi arruolato in una setta di indottrinati, solo perché ho comprato a caro prezzo un coso che mi serviva o credevo mi servisse? Nello stipendio te l’hanno almeno calcolata, l’indennità-dignità (perduta)? Lo stesso vale per i cacanotizie, e i loro noiosissimi articoli tutti uguali e banalmente enfatici (e mai minimamente critici, ci mancherebbe!) sulla ”telefonuzzo mania”.

Ed è quindi per favorire e incrementare deliri consumoidi come questo (e poi l’inflazione, e poi lo sfacelo totale) che lo Sceriffo di Renzingham sta partorendo la bella pensata di sbattere il TFR in busta paga!

Una cosa curiosa del telefonuzzismo, poi, è che per anni si è identificato, e giustamente, il progresso con la miniaturizzazione. Adesso invece si impongono (in via molto provvisoria) alle masse patacconi sempre più grandi. Perché si vuole che in treno guardino tv e video musicali, o uazzàppino con maggiore libidine e intensità e soddisfazione cromatica, invece di leggere libri, o di pensare. Poi, nel giro di un quarto d’ora più o meno, le stesse web-cazzate si potranno ragliare con un paio di occhialetti, o tramite un microchip impiantato sottopelle o direttamente nel buco del culo, e quelli che andranno ancora in giro col pataccone verranno compatiti come poveracci fuorimoda, come i possessori dei primi telefonuzzi che se ne andavano ancora in giro con quei simil-walkietalkie di quattro chili e con mezzo metro d’antenna, quando i modelli nuovi erano poco più ingombranti di un accendino. Ma per il momento, ancora per una dozzina di minuti (lasciamogli il tempo di passare alla cassa), applausi. Anzi, APP lausi. Non dimenticarti di scaricare l’app dell’auto-standing-ovation per la gratificazione del tuo ego! 
Solo l’ennesima app cretina il cui brufoloso inventore diventerà milionario alla faccia vostra.